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Il CSPI a termine mandato invia una lettera al ministro Azzolina

Al termine del suo mandato quinquennale, il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) ha inviato alla Ministra Lucia Azzolina una lettera nella quale, pur evidenziando le criticità che hanno caratterizzato questo particolare frangente, esprime l’augurio per una positiva ripresa delle lezioni in presenza e la volontà del Consiglio di suggerire soluzioni utili a costruire una scuola sempre migliore e capace di guardare al futuro delle giovani generazioni.

lucia azzolina foto facebook
Lucia Azzolina (foto: Facebook)

Questo il testo integrale:

Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) nei cinque anni trascorsi dal suo insediamento ha sempre offerto, in adempimento al proprio mandato istituzionale, un contributo di merito sui provvedimenti ministeriali sottoposti alla propria valutazione e, con pareri autonomi, anche sulle diverse problematiche relative all’attualità scolastica (nell’allegato al presente documento è riportata una sintetica esposizione del lavoro svolto). Anche in questo frangente, determinato da una situazione emergenziale senza precedenti, desideriamo rivolgere a Lei e, per Suo tramite, a tutta la comunità scolastica alcune riflessioni sul presente e sul futuro della scuola. Riteniamo infatti che il massimo organo collegiale consultivo del sistema di istruzione non possa sottrarsi a questa responsabilità.

Nelle ultime settimane il tema della riapertura delle scuole, dopo l’interruzione delle attività didattiche in presenza per la scuola secondaria di secondo grado, è al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica e delle decisioni politiche, nella comune convinzione dell’importanza di garantire il diritto all’istruzione, che ha rivelato tutto il suo valore proprio nel momento in cui l’emergenza ha imposto l’interruzione delle attività didattiche in presenza fin dal primo lockdown. Nel momento di difficoltà che stiamo vivendo è risultato ancora più evidente che la scuola svolge una funzione essenziale per il Paese ed è emerso qual è il cuore dell’attività scolastica: la relazione educativa che si costruisce ogni giorno tra studenti e insegnanti.

In questi mesi il personale scolastico, come anche da Lei più volte sottolineato, si è prodigato, e continua a farlo, con il massimo impegno per superare le difficoltà e per continuare ad assolvere i propri compiti. La didattica a distanza è stata una soluzione di emergenza, che ha anche consentito di mettere in campo strumenti e proposte didattiche innovative con un coinvolgimento appassionato da parte di tanti docenti, capaci di affrontare insieme le difficoltà emerse quando si sono trovati catapultati dall’oggi al domani in un mondo totalmente online

Nonostante le risorse straordinarie destinate sia a mitigare la carenza di strumentazioni tecnologiche che a supportare la popolazione scolastica in condizioni sociali o personali più deprivate, sono ancora presenti molte e diffuse difficoltà tecniche, soprattutto di rete e di connessione che impediscono una piena e soddisfacente fruizione delle lezioni da remoto. Da quando le scuole superiori sono ritornate totalmente alla didattica a distanza si è palesata, in modo sempre più deciso, la volontà delle studentesse e degli studenti di tornare in classe, consapevoli che, senza lo scambio diretto e la relazione con i docenti e con i pari, mancano gli elementi fondamentali per lo sviluppo di un rapporto educativo e di un apprendimento efficace. 

Le difficoltà del momento hanno acuito e reso ancora più plateali le criticità e le carenze già presenti nel nostro sistema scolastico. Sono emersi i danni e le conseguenze di politiche scolastiche che hanno portato a interventi giustapposti, raramente inseriti in una visione chiara e progettuale, con investimenti poco coordinati e non all’altezza delle esigenze di uno sviluppo sistematico. A partire dalla mancanza di sicurezza delle strutture edilizie e dall’inadeguatezza delle soluzioni architettoniche, da organici di tutti i profili professionali inadeguati alle necessità formative degli studenti e alle esigenze organizzative delle scuole, dall’insufficiente supporto alla diffusione di una didattica innovativa e di qualità, dalla limitata formazione del personale, dalla carenza di strumentazione tecnologica. 

Il dibattito politico-istituzionale che si è sviluppato sulla riapertura delle scuole non ha tenuto debitamente conto che la scuola non è un mondo a sé e che il previsto coordinamento degli interventi non ha funzionato, a cominciare da quelli sanitari e dei trasporti. La conseguenza è stata la chiusura generalizzata a livello nazionale delle scuole secondarie di secondo grado e, in molti casi, per decisioni non sempre comprensibili delle Regioni e degli Enti Locali, anche delle scuole dell’infanzia, primaria e di primo grado. 

Anche a nostro parere la ripresa delle attività scolastiche in presenza deve essere una priorità assoluta evitando gli errori del passato e assicurando le massime condizioni di sicurezza a studenti e personale scolastico. Rimane indispensabile che trasporti, regole per il tracciamento, coordinamento degli interventi sui territori, orari delle città siano al servizio della riapertura delle scuole. Una riapertura che deve essere inserita in una programmazione condivisa nel rispetto delle specificità territoriali e dei singoli indirizzi scolastici che coinvolga la rappresentanza della comunità educante. 

A tal fine per la ripresa delle lezioni in presenza riteniamo necessario che si attivino da parte dei soggetti competenti le seguenti misure sanitarie e organizzative: 

 potenziamento del sistema dei controlli sanitari, dei dispositivi di sicurezza, del tracciamento dei contagi mediante l’utilizzo di tamponi rapidi e di una corsia  preferenziale per tutte le componenti scolastiche;

 priorità anche per il personale scolastico nella campagna vaccinale;

 potenziamento dei servizi e dei trasporti, coordinato a livello territoriale con l’orario di funzionamento delle scuole, nel rispetto delle decisioni delle autonomie scolastiche; 

 interventi di carattere amministrativo in grado di garantire l’applicazione degli aspetti ordinamentali e che pianifichino per tempo aspetti fondamentali dell’anno scolastico (“monte ore” obbligatori e requisiti per la validità dell’anno scolastico, esami di Stato, modalità e risorse per il “recupero“, …).

In conclusione, occorre che la crisi sanitaria che stiamo attraversando diventi l’occasione per attribuire effettivamente centralità e priorità alla scuola. Una solida cultura è un elemento insostituibile per il benessere e il futuro del Paese e per ristabilire gli equilibri sociali e di sviluppo economico. 

A questo fine sarà importante che le ingenti risorse del Next Generation EU siano investite in larga parte nel sistema scolastico con una visione strategica in grado di risolvere presenti e pregresse criticità, assicurando investimenti e standard di qualità di livello europeo in tutto il territorio nazionale: attuazione di una politica di diritto allo studio in grado di favorire l’inclusione scolastica; lotta alla dispersione; rivisitazione dei percorsi didattici per lo sviluppo di competenze finalizzate alla crescita individuale e sociale; diffusione della scuola dell’infanzia e del tempo pieno; riduzione del numero di alunni per classe; edilizia moderna e sicura (e accogliente); innalzamento dei livelli professionali e retributivi del personale; superamento definitivo del precariato e definizione di un sistema nazionale di reclutamento finalizzato al miglioramento del successo formativo degli studenti.

È questa un’opportunità che il nostro Paese non può perdere e su cui deve essere compiuto il massimo sforzo unitario per il quale il CSPI continua ad offrire il suo contributo costruttivo al fine di promuovere una consapevolezza sempre più diffusa del valore della scuola quale punto di forza che abbiamo tutti il dovere di preservare e valorizzare.