I salari dei dipendenti della scuola si muovono, ma di pochi euro. Queste cifre irrisorie giungono nel momento in cui, scrive Orizzonte Scuola, le trattative non sono state ancora avviate e per le quali forse i sindacati sono già in procinto di proclamare uno sciopero, che avrà il sostegno dell’Anief, nonostante le rassicurazioni del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, che ha espresso la “volontà di chiudere il contratto. Le dichiarazioni del titolare del Miur sono, infatti, dichiarazioni generiche, del tutto prive dei tempi di attuazione del rinnovo contrattuale (considerando che l’ultima volta sono passati quasi dieci anni) e, soprattutto, senza alcuna indicazioni sulla consistenza degli aumenti.
La verità sugli stipendi
La verità sui salari dei lavoratori della scuola è nel Conto annuale della Ragioneria dello Stato, pubblicato pochi giorni fa, dal quale si evince che tra il 2011 e il 2018 il blocco dei contratti ha prodotto una riduzione stipendiale di quasi 1.900 euro a lavoratore: a fronte di questa grave perdita economica, il Governo precedente ha pensato di cavarsela con 85 euro medi di aumento, tra i 37 e i 52 euro netti, più degli arretrati di poche centinaia di euro. Mentre l’attuale Governo giallo-verde, attraverso l’ultima Legge di Bilancio, non è andato oltre la cancellazione della beffa di ridurre gli stipendi medi-bassi per via della cosiddetta “perequazione”, che sempre l’Esecutivo Pd aveva coperto solo fino al 31 dicembre 2018.