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Stipendi, se passa il taglio del cuneo fiscale aumento di 80 euro per un milione di docenti e Ata

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Si intravede uno squarcio di luce per gli stipendi dei dipendenti, in particolare per quelli della scuola che percepiscono tra i redditi più bassi sia rispetto ai colleghi d’oltreconfine sia all’interno del comparto pubblico: i tecnici del Mef starebbero lavorando al decreto attuativo per il taglio del cuneo fiscale, con possibili estensioni dei beneficiari dagli attuali 26.600 euro fino a coloro che percepiscono redditi superiori a 35 mila euro e forse anche di più. Per fine settimana potrebbe già esserci l’incontro con i sindacati.

L’operazione del taglio del cuneo fiscale potrebbe stavolta riguardare molti più lavoratori rispetto alla platea ristretta prevista durante il Governo Renzi.

VIA I PALETTI

Secondo le anticipazioni del Sole 24 Ore, è possibile che venga estesa anche ai lavoratori con redditi superiori a 35 mila euro, quindi si estenderebbe di molto l’attuale platea di beneficiari del bonus oggi ridotta a coloro che percepiscono 26.600 euro l’anno. “Questo per far sì che non vengano messi paletti troppo rigidi a chi guadagna un po’ più della soglia al momento prevista”, commenta la rivista Orizzonte Scuola, particolarmente interessata all’eventuale provvedimento governativo poiché ne beneficerebbero quasi tutti i lavoratori della scuola, escludendo probabilmente solo parte dei dirigenti scolastici.

ALTRE NOVITÀ IN ARRIVO

Un’altra novità dal cuneo fiscale potrebbe esserci per coloro che già percepiscono il bonus Renzi, cioè circa 9 milioni di lavoratori che guadagnano tra gli 8.200 euro e i 26.600 euro: con le risorse stanziate in Legge di Bilancio potrebbero esserci ulteriori 20 euro al mese, oltre agli 80 di bonus. I tempi di attuazione del progetto sarebbero stretti: per fine settimana è previsto l’incontro tra sindacati e Governo. Entro fine mese dovrebbe essere pubblicato il provvedimento.

LA POSIZIONE DEL SINDACATO

Il sindacato Anief reputa sostanzialmente in modo positivo il taglio del cuneo fiscale, con il cosiddetto bonus Renzi da 80 euro netti da estendere anche a lavoratori che guadagnano oltre i 35 mila euro. Accogliamo con soddisfazione l’ipotesi al vaglio dell’esecutivo. Tuttavia, è ovvio che, almeno per i pubblici dipendenti, ad iniziare da quelli della scuola che guadagnano meno di tutti rispetto all’area Ocde, si tratterebbe solo di una parte degli incrementi stipendiali.

IL PARERE DEL PRESIDENTE

“Nel Def dei prossimi mesi – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – bisognerebbe prevedere altri 4 miliardi, che corrispondono ad aumenti medi netti mensili di 240 euro. Solo a quel punto – superata con slancio la proposta attuale di fermarsi ai 70 euro di incrementi mensili già finanziati – potremmo dire che le buste paga di un milione e 300 mila insegnanti, amministrativi dell’istruzione, università e ricerca saranno finalmente riallineate al costo della vita, in particolare all’inflazione registrata dal 2008, e orientare nella scuola gli stipendi alla media UE, rispetto alla quale si continua a registrare un gap notevole, perché a fine carriera c’è un disavanzo di mille euro medi in meno al mese”.