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La denuncia di Confintesa: quota Cento, caos pensioni

La manovra che dovrà sostituire la riforma Fornero sulle pensioni, la così detta quota cento, desta qualche perplessità: è quanto sostiene Francesco Prudenzano, segretario generale di Confintesa che a Terrasini (PA)  ha riunito oltre duecento dirigenti nazionali per fare il punto della situazione sulle pensioni e sul nuovo contratto collettivo nazionale del comparto Funzioni Centrali.

Questo l’affondo:  “Più di un milione di dipendenti pubblici in Italia rischia di avere seri problemi per andare in pensione: a causa di disguidi burocratici vecchi di anni, infatti, ci sono dei buchi nella contribuzione previdenziale. Chiediamo che lo Stato corra immediatamente ai ripari, altrimenti con la “quota 100″ già dal 2019 ci troveremo in emergenza”.

Ma qual è il reale problema?

A conti fatti, sembra che ci siano dei “buchi” negli estratti contributivi dei dipendenti pubblici. Tradotto: potrebbero presentarsi serie difficoltà a chi deciderà di accettare la quota Cento e andare in pensione.

La task force di Confintesa la spiega così: “Il problema è che il sistema di trasmissione dei dati dei contributi è stato informatizzato solo all’inizio degli anni duemila e i vari enti pubblici a volte non hanno comunicato bene i dati all’ex Inpdap. La criticità riguarda tutti i dipendenti pubblici, che in Italia sono oltre 3 milioni: dipendenti di ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici, scuola, sanità ed enti locali. Ecco perché siamo così preoccupati, specie in vista della quota 100”.

Quale soluzione allora?

“Nel corso del convegno – dice il coordinatore nazionale Confintesa Inps Franco Viola – l’Istituto nazionale di previdenza sociale ha illustrato i provvedimenti adottati per correre ai ripari: è stata istituita una task-force con 250 unità che sta provvedendo a regolarizzare le posizioni contributive dei lavoratori entro il 2022”.

Le preoccupazioni però non finiscono qui: a Terrasini si è discusso anche del contratto collettivo nazionale del triennio 2019 – 2021, dibattito in cui Confintesa ha lanciato alcune proposte.

“Il rinnovo firmato lo scorso febbraio riguarda gli ultimi otto anni, ma i dipendenti sono stati penalizzati due volte – spiegano –  Non solo non hanno ricevuto gli arretrati e si sono dovuti accontentare di un importo una tantum, ma avranno anche una pensione più bassa visto che i mancati arretrati non vengono calcolati ai fini pensionistici.

Siamo pronti ad andare in Tribunale per difendere i diritti di oltre tre milioni di dipendenti pubblici”.