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Anche quest’anno Napoli è “Una città per giocare”

Corrado Matacena distribuisce libri

Torna in città per il terzo anno consecutivo il progetto ludico itinerante “Una Città per Giocare” promosso dall’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Napoli e realizzato dalla cooperativa sociale Progetto Uomo: è un’iniziativa che coinvolge ogni quartiere, animando piazze e strade con momenti di gioco e di svago gratuiti.

Anche in questa edizione, infatti, i quartieri napoletani ospiteranno giornate dedicate al gioco come strumento di crescita: quest’anno in calendario almeno 50 appuntamenti con diversi maxi eventi che coinvolgeranno tutto il territorio cittadino e saranno aperti a tutti.

Il primo di questi è fissato per il 25 maggio, per celebrare la Giornata Mondiale del Gioco: come ormai da tradizione, la Villa Comunale dalle 10 alle 18 diventerà una ludoteca a cielo aperto con laboratori, attività ludiche e ricreative adatte a grandi e piccini. Ci saranno ludobus, circobus, altalene, biblioape, costruzioni, spettacoli, letture, boardgames, giochi e tanto altro: è un evento cui tutta la città è chiamata a partecipare

“Il gioco – spiega l’Assessore alle Politiche Sociali Roberta Gaeta – non è solo un’attività per bambini ma un collante sociale intergenerazionale: attraverso il gioco si costruiscono relazioni durature, che permetteranno di prevenire e contrastare i problemi della crescita: il gioco è un elemento importante di prevenzione, perché quando si parla di disagio o criminalità minorile, spesso è da imputare ad una mancata relazione fra il bambino e l’adulto. Con il gioco si costruisce questa relazione, fin dall’infanzia.”

Non a caso per quest’anno il tema dell’edizione 2019 della Giornata Mondiale del Gioco sarà “il gioco è un diritto”: “Crediamo nel valore del gioco per la crescita dei singoli e delle comunità – conclude Viviana Luongo, responsabile del progetto “Una Città per giocare” – La giornata del 25 maggio sarà articolata in aree tematiche, in cui saranno proposte attività di gioco e momenti di scambio e confronto su buone prassi legare all’utilizzo del gioco in attività formative ed educative. È stata grande, come lo scorso anno, la partecipazione all’evento da parte di realtà che vogliono cimentarsi nel gioco cittadino”.

Tanti i partner che hanno aderito all’iniziativa: la rete ITLA, Ali per Giocare, Ludobus Artingioco, Melagioco, l’Altralena, Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, Mammamà, Natura Sottosopra, Le nuvole scienza, Passione infinita, Valori comuni, La volpe Sophia, La voce delle farfalle, Agrigiochiamo, i Brikanti, La tana del Goblin, Circobus, Chiave d’Argento, Scacchistica Partenopea, Ole e Ilva, I morks, il Teatro nel Baule e tanti altri! 

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A Napoli progetto di integrazione tra bambini disabili e normodotati, tra ludico e didattico

Ad Agnano (Napoli) in via Ruggiero sabato 11 maggio ha aperto i battenti “L’Isola che c’è“, progetto che ha già ottenuto il patrocinio  morale dell’Unicef e del Garante dei diritti dell’Infanzia. L’associazione opererà in una sede suggestiva: la chiesa di Mariadell’Ippodromo di Agnano, voluta da Raffaele Ruggiero e sua moglie Ortensia per dare un luogo di preghiera e comunione alle maestranze che lavoravano a inizio secolo scorso all’interno della struttura. Alla morte dei coniugi, la Chiesa e le attinenze sono state donate alla Diocesi di Pozzuoli che nel 2017 le ha affidate alla neonata associazione onlus (incluse canonica, spazi all’aria aperta e accessi).

Ci è voluto oltre un anno e mezzo di duro lavoro che ha coinvolto tantissimi volontari e esponenti della società civile, guidati dalla dottoressa Linda Di Benedetto (pediatra dell’Ospedale San Paolo di Napoli), e che ha visto anche il supporto solidale di imprese e aziende (tra cui citiamo Deutsche Bank, Medmar, La Violette, Ikea, Poppella) e associazioni attive sul territorio.

Sabato, dopo i lavori di ristrutturazione, “L’Isola che c’è” sarà a disposizione della cittadinanza. Si prefigge di essere da un lato un luogo di incontro, interazione, gioco e crescita comune di bambini disabili e normodotati, perfettamente integrati tra loro; dall’altro intende allungare una mano alle madri dei bambini disabili, affinché possa essere dato loro un concreto supporto nella crescita dei propri figli e nella gestione dei loro tempi.

“Abbiamo pensato – spiegano i rappresentanti dell’Associazione – di creare la prima struttura in Italia senza fini di lucro per l’interazione ludica e didattica tra bambini portatori di handicap e normodotati: un centro dove tutti i pomeriggi bambini normodotati e portatori di handicap possano condividere in maniera integrata attività ludiche e didattiche, che vanno dall’ippoterapia ai laboratori d’integrazione, dalla cura di un orto a percorsi per non vedenti“.

Tra gli obiettivi del progetto:

  • Mettere a disposizione dei bambini diversamente abili opportunità di divertimento, apprendimento e integrazione,
  • Dare l’opportunità a bambini normodotati di apprendere e condividere il tesoro di emozioni e di esperienze dei bambini diversamente abili,
  • Aiutare le mamme dei bambini diversamente abili a dedicare un po’ di tempo stesso, per una maggiore autostima e anche per una maggiore serenità nell’affrontare tutte le incombenze, le preoccupazioni e le ingiustizie che comporta, nel nostro Paese, essere genitori di un bambino diversamente abili,
  • Creare una comunità più aperta, libera e tollerante nei confronti di qualsiasi diversità.

“Tutte le attività didattiche – continuano gli organizzatori – sono ispirate al Metodo Montessori. Nella sede saranno effettuati laboratori di artigianato e manualità, laboratori di teatro, doposcuola, green-care. Abbiamo pensato anche ad aree di scambio e socialità per i genitori, attività a loro rivolte, e c’è anche un ‘armadio’ dove chi vuole può donare qualunque cosa e chi ne ha bisogno può riceverla”.

La città di Napoli e l’area flegrea si arricchiscono quindi di un luogo di integrazione unico nel suo genere, che ha l’obiettivo di combattere solitudine ed esclusione sociale.