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Ufficiale, la scuola riparte il 14 settembre in presenza. ANIEF: “Proviamoci”

Sull’inizio della scuola in presenza a metà settembre è arrivata l’ufficialità. È di queste ore la nota emessa dal dicastero di viale Trastevere, nella quale si specifica che “le Regioni adotteranno, poi, le determinazioni di propria competenza in materia di calendario scolastico, ferma restando la necessità di effettuare almeno duecento giorni di lezione, secondo quanto stabilito dalla normativa vigente. Confermato lo svolgimento, a decorrere dal 1° settembre 2020, delle attività di integrazione e recupero degli apprendimenti relativi all’anno scolastico 2019/2020”.

IL COMMENTO DEL SINDACATO

Anief ritiene importante avere assicurato il ritorno a scuola in presenza di oltre otto milioni di alunni ma a condizione di utilizzare i soldi del Recovery Fund per assumere 250 precari docenti e Ata, recuperare altri 12 mila plessi dismessi, almeno 4 mila sedi di dirigenza scolastica andate in reggenza, e niente DaD: pur avendo assicurato l’offerta formativa negli ultimi tre mesi dell’anno scolastico, a causa dell’emergenza sanitaria Covid19, attraverso la modalità della didattica a distanza, le lezioni in presenza garantiscono senza ombra di dubbio una maggiore incisività e completezza formativa.

“Per raggiungere questo scopo – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – in particolare riteniamo necessaria la nomina – in ruolo e non a tempo determinato – di 250 mila insegnanti e Ata precari, anziché i 50 mila indicati dal Governo e come previsto dal Decreto Rilancio. Si tratta, tra l’altro, di un numero di posti anche inferiore ai 250 mila cancellati con l’applicazione del Dpm 81/2009 assieme a 4 mila istituti autonomi e dirigenze scolastiche”.

“L’assegnazione alla scuola di almeno 10% dei 172 miliardi del Recovery Fund è l’occasione buona per andare a ricreare scuolea misura d’uomo andando anche a recuperare i 15 mila plessi chiusi negli ultimi 12 anni. In questo modo si potranno andare a rideterminare delle scuole in base alle esigenze locali e del territorio, anche con dirigenze assegnate quando i numeri di iscritti risultano al di sotto degli attuali parametri: 600 alunni normalmente e non meno di 400 iscritti in situazioni particolari. Senza dovere più ricorrere al tribunale per sdoppiare classi con oltre 30 alunni, anche in presenza di diversi disabili certificati”.