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Lezioni private, ecco perché secondo Bussetti vanno tassate

Marco Bussetti Miur Ministro

A decorrere dal 1° gennaio 2019, secondo il disegno di legge di Bilancio 2019, verrà applicata una tassazione delle lezioni private e delle ripetizioni.

Il testo, infatti, contiene una discussa disposizione in materia di tassazione per la quale al compenso derivante dall’attività di lezioni private e ripetizione, svolte dai docenti titolari di cattedre nelle scuole di ogni ordine e grado, si applica un’imposta sostitutiva pari al 15%, salva l’opzione per l’applicazione dell’imposta sul reddito nei modi ordinari.

A difesa della “tassa sulle ripetizioni” interviene il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, che ha illustrato la misura alla Commissione Cultura della Camera, nell’ambito dell’esame in sede consultiva del disegno di legge di bilancio.

“Si tratta – spiega Bussetti – di una misura di favore per i docenti fermo restando il prioritario impegno del ministero a ridurre, a monte, l’incidenza dei debiti formativi, attraverso i corsi di recupero e l’attività di sportello nonché grazie alle metodologie didattiche innovative in corso di diffusione nelle scuole. Le scuole organizzano corsi per tutti gli studenti che abbiano debiti formativi, grazie all’impegno dei docenti, che sono a tal fine remunerati”.

“Capita – continua – che alcune famiglie decidano, comunque, di far frequentare ai figli lezioni private, anche avvalendosi dell’opera di docenti delle scuole statali. I docenti possono svolgere queste lezioni, purché siano rivolte a studenti diversi dai propri, previa autorizzazione del dirigente scolastico, che si deve esprimere in merito alla compatibilità dell’attività con quella ordinaria”.

“I compensi percepiti concorrono a costituire il reddito imponibile e, quindi – conclude il ministro – sino ad oggi sono stati tassati all’aliquota corrispondente al reddito complessivo dei docenti”.