La legge di bilancio 2020 approvata di recente ha disposto che le risorse del cosiddetto “bonus docenti” (di cui alla L.107/15), già confluite nel fondo per il miglioramento dell’offerta formativa delle singole scuole per la valorizzazione del personale docente (a seguito del CCNL 2018), siano utilizzate “dalla contrattazione integrativa in favore del personale scolastico senza ulteriore vincolo di destinazione” (Art. 1 comma 249 della legge n. 160 del 27.12.2019). Lo chiedono le sigle sindacali unite in una nota stampa.
“Ciò determina un nuovo contesto normativo per quanto riguarda vincoli e opportunità di cui tenere conto soprattutto nell’ambito della contrattazione d’istituto”.
“FLC Cgil, CISL FSUR UIL Scuola RUA SNALS Confsal GILDA Unams ritengono, pertanto, ineludibile, la convocazione di un tavolo negoziale presso il Ministero dell’Istruzione – per cui è già stata avanzata richiesta – per definire le implicazioni che le nuove norme nell´immediato comportano”.
“Ciò al fine di dare indicazioni coordinate alle istituzioni scolastiche per una corretta gestione di disposizioni che intervengono ad anno scolastico avviato, con particolare attenzione alle contrattazioni che in molti casi non sono ancora concluse ferma restando l’autonomia di decisione delle parti negoziali (RSU e DS), anche nel valutare l’opportunità di una possibile riapertura dei tavoli negoziali per eventuali integrazioni laddove ritenuto necessario”.
Per le Organizzazioni Sindacali “resta in ogni caso confermato l’obiettivo di destinare, in sede di rinnovo contrattuale nazionale, le risorse dell´ex “bonus” per incrementare il salario fondamentale del personale”.
Centosessanta milioni per finanziare il bonus Cultura 18app anche per il prossimo anno. L’informazione tanto attesa dai prossimi neomaggiorenni è contenuta nella Legge di Bilancio che in queste ore è in discussione in Senato e – salvo particolari stravolgimenti – vedrà a breve la promulgazione.
Confermato anche per il 2020 quindi il bonus di 500 euro destinato a chi compie 18 anni nell’anno solare seguente. Bonus che i giovani potranno investire per comprare libri, quotidiani, musica, ingresso a musei, cinema, concerti o rappresentazioni teatrali, e anche (ultima novità) per l’home video.
In realtà, dopo l’approvazione della Legge di Bilancio sarà il Mibac, insieme al Ministero dell’Economia, a dover stabilire (entro 60 giorni) quali saranno le modalità di utilizzo del bene. Ma non dovrebbero esserci, anche in questo caso, motivi di credere che modalità ed erogazione di 18app cambino.
Migliorare il trattamento economico del personale pubblico allineando il
salario minimo dei dipendenti al tasso annuo di inflazione reale, certificato
dall’Istat e accertato dal Ministero dell’Economia: la richiesta è contenuta
nel piano
di modifica dell’Anief al Disegno di legge di Bilancio 2020 AS 1586,
presentato alla V Commissione del Senato della Repubblica.
In particolare, spiega il sindacato autonomo nella motivazione
dell’emendamento alla manovra di fine anno, il salario minimo diventa
necessario anche per recuperare il “blocco contrattuale avvenuto tra il 2008 e
il 2016 e la progressiva perdita d’acquisto dei salari dei dipendenti pubblici
in contrasto con gli articoli 36 e 39 della Costituzione”: per tali motivi,
l’associazione sindacale rappresentativa del comparto Scuola chiede “il
riallineamento degli stipendi attraverso l’integrale recupero, in percentuale,
del tasso di inflazione reale certificato dall’Istat, superiore al 14%”,
specificando che “la norma non comporta maggiori oneri per la finanza
pubblica”.
Nel giorno dello sciopero del 12 novembre, del riuscito sit-in di piazza Montecitorio e dell’audizione tenuta dall’Anief presso la Commissione Cultura della Camera per far comprendere ai parlamentari l’importanza di modificare il decreto “salva precari bis”, il sindacato autonomo invita i senatori competenti a rivedere il Disegno di legge di Bilancio 2020 AS 1586, in diverse parti riguardanti l’istruzione pubblica a tutti i livelli: Anief chiede in particolare di modificarlo, in merito al trattamento economico del personale, alla riforma sul sostegno, alla formazione e al reclutamento del personale docente, allo stato giuridico e alla mobilità di Ata e insegnanti, agli organici e all’obbligo scolastico, nonché al personale dell’Afam, dell’Università, ai ricercatori, al trattamento pensionistico e al bornout. Le proposte seguono quelle formulate per la modifica, in 30 punti, del Decreto legge n. 126/2019. Le riporta sinteticamente lo stesso sindacato in una Nota Stampa e qui sotto sintetizzata.
Basta con i sotterfugi: l’istruzione pubblica, dalla scuola dell’Infanzia all’Università, compreso il mondo della ricerca, ha un bisogno estremo di nuove leggi e di finanziamenti adeguati. A tracciare la strada da percorrere, per risollevare un settore sempre più bistrattato e considerato solo in caso di bisogno per far quadrare i conti dello Stato, è il sindacato autonomo Anief, che chiede di mettere mano alla bozza della manovra di fine 2019, predisposta dal Governo e ora all’esame delle Commissioni senatoriali di competenza, nelle parti riguardanti la Scuola, l’Università e la Ricerca.
“Nel bilancio di previsione dello Stato per il 2020, comprendente indicazioni per quello del triennio 2020-2022, il sindacato ritiene indispensabile introdurre una serie di elementi, non più procrastinabili”, spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: a livello stipendiale, occorre approvare il salario minimo garantito nei rinnovi contrattuali, un adeguato avanzamento stipendiale dei dipendenti pubblici, notevolmente più alto dell’ultimo misero +3,48% del 2018 dopo un decennio di blocco, oltre che il trattamento accessorio per il personale universitario.
Per quanto riguarda la piaga del precariato, che ha raggiunto livelli record, occorre procedere con urgenza allo scorrimento delle graduatorie degli idonei per il concorso docenti, oltre che allo scorrimento graduatorie idonei concorsi per dirigenti scolastici e Dsga. Per quel che riguarda il sostegno, risulta indispensabile una regolamentazione dei posti da attivare il Tfa, l’assegnazione delle ore settimanali di sostegno come previsto delle commissioni mediche e dalla diagnosi funzionale, la stabilizzazione degli assistenti alla comunicazione e all’autonomia, la trasformazione posti in deroga di sostegno in organico di diritto e assunzioni.
A proposito del nuovo reclutamento, servono, sempre secondo il sindacato, interventi relativi alla formazione e al reclutamento del personale docente, attraverso, in primis, la riapertura delle GaE, l’estensione del doppio canale di reclutamento alle graduatorie d’istituto, trasformate in graduatorie provinciali. C’è bisogno anche di avvalorare il diploma magistrale per la partecipazione ai concorsi, la conferma dei ruoli, la proroga contratti in essere, rivedere la formazione iniziale e prevedere prove suppletive per il concorso docenti.
Sulla sponda dello stato giuridico e della mobilità del personale scolastico, si deve procedere con il recupero di tutte le fasce stipendiali del personale scuola neo-assunto post 2011, con la valutazione intera del servizio pre-ruolo in ricostruzione carriera e servizio paritarie, con l’equiparazione giuridico-economica tra personale scolastico precario e di ruolo, nonché con l’applicazione delle “voci” RPD e CIA per supplenze brevi; infine, con il passaggio a uno o più livelli superiori del personale Ata e la sostituzione della temporizzazione con la ricostruzione di carriera per Dsga. Va poi applicata l’estensione della “carta docente” a precari, Ata e personale educativo, la riduzione da cinque a tre anni del vincolo di permanenza dei neo- assunti, la mobilità straordinaria per tutto il personale di ruolo, il superamento del divieto di Comando, Distacco e Utilizzo presso altra amministrazione del personale scolastico.
A livello di organico, è bene procedere con il recupero di tutti i posti “Quota 100”, con l’adeguamento dell’organico di fatto ad organico di diritto, anche sui posti in deroga di sostegno e per le sezioni Primavera; va migliorato poi il rapporto alunni-docenti e formazione delle classi; ripristinato l’insegnamento per moduli nella scuola primaria, attivati i rapporti PIRLS, avviata una volta per tutte l’educazione motoria nella scuola primaria. Sulla revisione dei cicli scolastici, Anief propone di estendere l’obbligo a diciotto anni e anticiparne l’avvio dagli attuali sei a cinque anni di età degli alunni; va anche previsto l’insegnamento curricolare dell’educazione civica, come l’attivazione dei posti in organico profilo AS e C del personale ATA, il corso di formazione, la mobilità professionale per le graduatorie 2010 e l’indizione di nuove procedure. Sempre per gli Ata, è fondamentale procedere con il ripristino degli organici e una nuova gestione delle supplenze.
Per tutto il personale della scuola, inoltre, il Governo deve prendere atto dell’alta incidenza di burnout tra il personale della scuola, in particolare tra gli insegnanti: l’accertato carattere gravoso della professione è motivo più che sufficiente per collocare il personale docente nelle figure professionali che beneficiano degli anticipi pensionistici, alla pari del personale delle forze dell’ordine.
A proposito del personale Afam, dell’Università e dei dirigenti scolastici, il giovane sindacato prevede una nuova collocazione professionale, per valorizzarne i ruoli professionali centrali: si chiede, nello specifico, una componente variabile pe il fondo del trattamento accessorio del personale dell’Università, l’assunzione dei ricercatori a tempo indeterminato, come previsto dalla Carta europea. Per quel che riguarda, infine, i dirigenti scolastici, un nuovo corso-concorso riservato per i ricorrenti avverso bandi 2011, 2015 e 2017, assieme allo scorrimento delle graduatorie degli idonei dell’ultimo concorso terminato per diventare dirigenti scolastici.
Un presidio dei docenti precari il pomeriggio dell’11 novembre a Montecitorio, a partire dalle ore 15.30, per chiedere con forza il rispetto pieno degli impegni assunti dal Governo prima a Palazzo Chigi nell’aprile scorso, poi nell’accordo del 1° ottobre con il Ministro dell’Istruzione, e disattesi nel Decreto Legge 126/2019 con misure urgenti per la scuola. Di seguito la nota stampa.
“Salvaguardare la continuità di servizio dei diplomati magistrali garantendo così anche la continuità didattica, completare l’attuazione del decreto precari e istituire un sistema strutturale di abilitazioni all’insegnamento sono i tre punti al centro del sit-in che animerà piazza Montecitorio”.
“La scuola esige qualità e la stabilità del lavoro ne è condizione imprescindibile; le misure adottate finora non vanno in questa direzione. Occorrono, dunque, una serie di emendamenti al decreto che, in sede di conversione, ne modifichino il testo mantenendo fede ai patti sottoscritti”.
“Urge, inoltre, un confronto sulle problematiche rimaste in sospeso e rimandate dall’accordo del 1° ottobre ai Ddl collegati alla Legge di Bilancio. Al riguardo è indispensabile avviare quanto prima la discussione per definirne i contenuti, come prevede l’intesa. Successivamente è necessario adoperarsi affinché i percorsi legislativi si concludano nel più breve tempo possibile, e i provvedimenti possano trovare tempestiva attuazione: lo esige la tempistica che regola l’organizzazione e la gestione del sistema scolastico”.
“Oltre alla mobilitazione dei docenti precari, è in corso anche quella riguardante gli assistenti amministrativi facenti funzione di DSGA, con quattro assemblee interregionali di cui una già svolta sabato scorso a Milano. I sindacati chiedono che sia riconosciuto il valore della competenza professionale acquisita sul campo, di cui tenere conto nei percorsi di accesso al profilo di DSGA. Occorre al riguardo intervenire con un apposito emendamento in sede di conversione del decreto 126, scongiurando in tal modo le annunciate dimissioni degli interessati dall’incarico”.
“Se davvero il Governo ritiene che l’istruzione sia un comparto strategico per il nostro Paese e che le retribuzioni degli insegnanti debbano essere adeguate alla responsabilità che ricoprono, come affermò il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dopo la firma dell’accordo con i sindacati il 24 aprile scorso, mantenga fede agli impegni assunti e reperisca nella legge di Bilancio le risorse necessarie a un congruo incremento degli stipendi. Ci auguriamo che il dibattito parlamentare imprima un cambiamento di rotta netto che noi solleciteremo senza tregua con ogni forma di mobilitazione possibile”.
È quanto scrive Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, in un post pubblicato sul suo profilo Facebook.
Disegno di legge di bilancio: incrementate le risorse per il rinnovo dei contratti degli statali (+ 1,625 miliardi). Nella relazione tecnica si stimano aumenti dell’1,3% per il 2019, 1,9% per il 2020 e del 3,5% per il 2021 (art. 13).
LE MISURE A SOSTEGNO DELLA CRESCITA PER RICERCA E ISTRUZIONE
L’articolo 28, all’interno delle misure di sostegno per la ricerca e
l’istruzione, all’interno del Titolo V (Misure per la crescita) istituisce:
l’Agenzia Nazionale della Ricerca (commi
1-12) senza contemplare misure atte a ripristinare il ruolo del
ricercatore universitario a tempo indeterminato;
aumenta di 30 mln il FUN per la
retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici (comma
13) già ridotto di 1/3 rispetto a quello di dieci anni fa (nel 2017/2018
ha avuto una ulteriore sottrazione di 18 mln);
aumenta di 11 mln il fondo per il TFA
sostegno (comma 14) per il quale Anief ha impugnato al Tar Lazio il numero
programmato dell’ultimo ciclo;
aumenta di 2 mln quello per acquisto beni
– servizi innovazione digitale della didattica (comma 15) nel 2020;
aumenta di 16 mln il fondo per il diritto
allo studio universitario nel 2020 (comma 16).
Sostanzialmente immutato rimane la spesa
relativa al settore dell’istruzione come si legge nella relazione
illustrativa, con una rimodulazione della spesa dal primo ciclo al
secondo ciclo e all’istruzione terziaria, a pag. 61:
“La missione 22 Istruzione scolastica rimane in linea con le previsioni
iniziali ed assestate (rispettivamente +0,4 per cento e +0,2 per cento). Vi è
una rimodulazione delle previsioni di spesa per supplenti, dirigenti e ATA tra
programma 22.17 Istruzione del primo ciclo e il programma 22.18 Istruzione del
secondo ciclo a favore dell’istruzione di secondo grado e un aumento
dell’andamento del Fondo per l’istruzione e la formazione tecnica superiore del
programma 22.15 Istruzione terziaria non universitaria e formazione
professionale. L’andamento di cassa della missione è caratterizzato dai minori
pagamenti previsti per Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, per
il Fondo unico per l’edilizia scolastica e i contributi alle regioni per
l’ammortamento dei mutui contratti per l’edilizia scolastica, nell’ambito del
programma 22.1 Programmazione e coordinamento dell’istruzione.”
ALCUNE MISURE IMPORTANTI PER IL PERSONALE DELLA PA
Tra le altre misure si segnala lo scorrimento del 30% delle graduatorie
degli idonei nella PA (art. 18), la riorganizzazione degli enti di ricerca
(art. 29), l’istituzione del fondo per la disabilità (art. 40), il rinnovo dell’ape
sociale (art. 56), opzione donna (art. 57), indicizzazione delle pensioni al
100% fino a quattro volte (2.052,04 euro) il minino inps (art. 57).
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE NAZIONALE ANIEF
Pacifico, presidente nazionale Anief: “con la rideterminazione del fondo
(1,1 miliardi per il 2019, 1,650 miliardi per il 2020, 3,175 miliardi per il
2021), per il rinnovo del Contratto, anche se lontani dal recupero
dell’inflazione cresciuta negli ultimi dieci anni (+14%) siamo pronti a
trattare per il rinnovo della parte economica e giuridica del CCNL per il
triennio 2019-2021, ma rinnoviamo l’intenzione di scioperare il 12 novembre,
quando è previsto un sit-in a Piazza Montecitorio (ore 9-13) e spiegheremo le
nostre numerose proposte di modifica sia al disegno di legge di bilancio (AS
1586) all’esame del Senato in tema di formazione iniziale e reclutamento,
personale docente, educativo, ata della scuola, dell’afam e dell’università,
sia al decreto legge n. 126 del 30 ottobre 2019 (AC 2222), ribattezzato “salva-precari”,
all’esame della Camera dei Deputati per le troppe categorie di esclusi e i
problemi irrisolti sul rinnovo dei contratti a termine e la stabilizzazione del
personale.”
LA RELAZIONE INTRODUTTIVA SUI PRINCIPALI INTERVENTI, pp. 15-17.
“Tra i principali interventi nell’ambito della spesa corrente assumono
rilievo la previsione di nuovi stanziamenti da destinare alla riduzione del
cuneo fiscale sui lavoratori dipendenti (per 3 miliardi nel 2020 e 5 miliardi
dal 2021), all’attribuzione di rimborsi e premi a beneficio di soggetti che
effettuano acquisti mediante l’utilizzo degli strumenti di pagamento
elettronici (3 miliardi annui nel 2021 e nel 2022) e agli interventi per la
famiglia e alle politiche di welfare. Tra questi ultimi è prevista la proroga
di un anno per l’assegno di natalità (c.d. bonus bebè) con un finanziamento di
0,3 miliardi nel 2020 e 0,4 miliardi nel 2021. È stabilizzato e contestualmente
incrementato il contributo economico per il pagamento di rette degli asili nido
pubblici e privati in favore delle famiglie con figli affetti da gravi
patologie croniche (circa 0,2 miliardi di euro annui). Dal 2021 con
l’istituzione di un apposito Fondo assegno universale e servizi alla famiglia,
con una dotazione di circa 1 miliardo nel 2021 e 1,2 miliardi a decorrere dal
2022 si prevede la riorganizzazione degli istituti di sostegno e valorizzazione
della famiglia mediante l’adozione di appositi provvedimenti normativi. In
ambito sociale viene istituito il Fondo per la disabilità e la non
autosufficienza diretto a finanziare interventi di riordino delle politiche di
sostegno alla disabilità e sono previste nuove risorse per i lavoratori disabili,
il trasporto degli alunni con disabilità e il sostegno dei caregiver e degli
audiolesi (complessivamente circa 838 milioni di euro nel triennio).Viene
inoltre rifinanziato il Fondo per l’occupazione e la formazione (300 milioni
annui) per sostenere i livelli occupazionali e per assicurare gli
ammortizzatori sociali in deroga.”
In materia previdenziale sono rinnovate per il 2020 le misure relative
all’anticipo pensionistico per le categorie di lavoratori svantaggiati (c.d.
APE sociale) e al pensionamento anticipato (c.d. opzione donna) per le
lavoratici che abbiano maturato un’anzianità contributiva almeno pari a 35 anni
e un’età pari o superiore a 58 anni e cinque mesi per le lavoratrici dipendenti
(un anno in più per le lavoratrici autonome). Complessivamente alle due misure
è destinato un miliardo di euro nel triennio.
In ambito sanitario è prevista l’abolizione della quota fissa di
partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie (c.d. superticket) con
effetti sul bilancio dello Stato per 0,2 miliardi nel 2020 e 0,5 miliardi dal
2021.
Nel settore del pubblico impiego sono stanziate nuove risorse per i
rinnovi contrattuali del triennio 2020-2022 del personale dipendente delle
amministrazioni statali (circa 0,23 miliardi nel 2020, e 1,4 miliardi dal
2021).
Per il prosieguo delle missioni internazionali di pace e del programma
strade sicure sono stanziate risorse rispettivamente per 1,7 miliardi nel
biennio 2021-2022 e 0,15 miliardi nel 2020.
Sul versante della spesa in conto capitale rilevano in particolare le
nuove risorse, aggiuntive a quelle stanziate negli anni precedenti, destinate
al rilancio degli investimenti delle Amministrazioni centrali dello Stato e i
nuovi stanziamenti per gli enti territoriali (circa 58,6 miliardi nell’intero orizzonte
temporale 2020-2034).
Per realizzare progetti economicamente sostenibili e che abbiano come
obiettivo la decarbonizzazione dell’economia, l’economia circolare, la
rigenerazione urbana, il turismo sostenibile, l’adattamento e la mitigazione
dei rischi sul territorio derivanti dal cambiamento climatico e programmi di
investimento e progetti a carattere innovativo e ad elevata sostenibilità
ambientale è stato istituito il Fondo Green New Deal con una dotazione di circa
4,6 miliardi nel periodo 2019-2024.
Altri interventi per favorire gli investimenti pubblici e privati
riguardano i rifinanziamenti del Fondo di garanzia per le PMI (0,7 miliardi
annui dal 2021 al 2024) e del credito di imposta per l’acquisizione di beni
strumentali destinate a strutture produttive con sede nelle regioni del
Mezzogiorno (circa 0,7 miliardi nel 2020), il potenziamento del Piano
straordinario per la promozione del Made in Italy, l’attrazione degli
investimenti in Italia (50 milioni di euro annui) e l’assegnazione di nuove risorse
per l’Agenzia per la ricerca e per i programmi di ricerca in materia
aerospaziale (circa 2,6 miliardi nel periodo 2019-2024). Sul versante delle
entrate, il disegno di legge di bilancio assicura per il 2020 la
neutralizzazione dell’incremento delle aliquote IVA e delle accise (circa 23
miliardi) e la parziale sterilizzazione negli anni successivi (per 9,8 miliardi
nel 2021 e 3 miliardi dal 2022).
Tra i provvedimenti a sostegno della competitività delle imprese e della
crescita economica si proroga per l’anno 2020 la disciplina di maggiorazione
della deduzione degli ammortamenti, per gli investimenti in beni materiali
strumentali nuovi e immateriali funzionali alla trasformazione tecnologica e
digitale (con un effetto di minor gettito per circa 0,5 miliardi nel 2021 e 1,1
miliardi nel 2022) e il riconoscimento di un credito d’imposta per gli
investimenti in macchinari e software indicati nel piano Industria 4.0 che
facciano parte di un progetto con obiettivi ambientali. È prevista la misura di
aiuto alla crescita economica (ACE) al fine di supportare la
patrimonializzazione delle aziende (con un effetto in termini netti di circa
0,7 miliardi nel triennio). Per l’anno 2020 sono prorogate le detrazioni
fiscali per le spese relative agli interventi di efficientamento energetico,
ristrutturazione edilizia, e l’acquisto di mobili ed elettrodomestici in fase
di ristrutturazione e si introduce una nuova detrazione fino al 90% finalizzata
al recupero o restauro della facciata degli edifici (nel complesso, in termini
netti, circa 2 miliardi nel triennio).
La manovra di finanza pubblica 2020-2022 beneficia delle maggiori
risorse derivanti dalle disposizioni del decreto legge 124/2019 in materia di
contrasto all’evasione fiscale. Tra queste è prevista l’introduzione del
controllo preventivo delle compensazioni di crediti per imposte dirette
effettuate tramite modello F24, l’estensione del regime del reverse charge nel
settore degli appalti e dei subappalti per contrastare l’illecita
somministrazione di manodopera e misure per limitare il fenomeno delle indebite
compensazioni mediante l’accollo del debito tributario altrui o l’utilizzo di
crediti da parte di soggetti che hanno cessato la partita IVA (complessivamente
circa 2 miliardi nel 2020, 2,3 miliardi nel 2021 e 2,1 miliardi nel 2022).
Maggiori entrate sono attese da un pacchetto di norme finalizzate alla
prevenzione delle frodi nel settore della commercializzazione e distribuzione
dei carburanti (circa 0,8 miliardi nel 2020 e 1,2 miliardi dal 2021) e della
compravendita di autoveicoli e motoveicoli di provenienza comunitaria ad opera
di società che non adempiono agli obblighi di versamento IVA (circa 200 milioni
annui), oltre che da disposizioni nel settore dei giochi (circa 0,7 miliardi
nel 2020 e 0,6 miliardi dal 2021). Per l’anno 2020 rilevano altresì gli effetti
della rimodulazione dei versamenti della prima e seconda rata di acconto delle
imposte IRPEF, IRES e IRAP per i soggetti per i quali sono stati approvati gli
indici sintetici di affidabilità (circa 1,5 miliardi nel 2020). Le maggiori
risorse reperite con il decreto 124/2019 sono state appostate sul Fondo per la
riduzione della pressione fiscale e del Fondo per la compensazione degli
effetti finanziari non previsti a legislazione vigente conseguenti all’attualizzazione
di contributi pluriennali e concorrono al raggiungimento degli obiettivi di
finanza pubblica nell’ambito del disegno di legge di bilancio.
Ulteriori risorse, con il disegno di legge di bilancio, derivano dalle
imposte sugli imballaggi di plastica per il contenimento e trasporto di merci e
alimenti (circa 1,1 miliardo nel 2020, 1,8 miliardi nel 2021 e 1,5 miliardi nel
2022) e sulle bevande confezionate edulcorate (circa 0,26 miliardi di euro
annui). E’ inoltre abrogato il regime fiscale opzionale, previsto nella scorsa
legge di bilancio, che prevedeva a partire dal 2020 un’imposta sostitutiva con
aliquota unica al 20 per cento in favore degli imprenditori individuali che
percepiscono compensi compresi tra 65.000 e 100.000 euro (in termini netti
circa 0,1 miliardi nel 2020 e 1,1 miliardi nel 2021 e 0,8 nel 2022); mentre per
i lavoratori autonomi con redditi fino a 65.000 euro il regime forfettario
agevolato è condizionato al sussistere di alcune condizioni (il risparmio
atteso è circa 0,1 miliardi nel 2020, 0,8 miliardi nel 2021 e 0,5 miliardi nel
2022).
Sono riviste le disposizioni relative al fringe benefit delle auto
aziendali con conseguenti effetti attesi di maggior gettito pari a oltre 0,3
miliardi annui dal 2020.
Sul lato della spesa, maggiori risorse sono assicurate dalla riduzione
delle dotazioni di bilancio dei Ministeri per effetto di misure di revisione
della spesa e dalla riprogrammazione di alcuni fondi e trasferimenti del
bilancio dello Stato (circa 2,3 miliardi nel 2020 e 2021 e 1,2 miliardi nel
2022).
In termini di composizione della spesa, al netto delle spese per il
rimborso del debito e dei fondi da ripartire (che troveranno solo in corso di
esercizio una destinazione), circa il 24 per cento degli stanziamenti è
finalizzato alle politiche di previdenza e assistenza e altre politiche di
sostegno (prevalentemente assegnati alla missione 25 “Politiche previdenziali”).
Una quota leggermente inferiore è stanziata per politiche relative alla
salute e all’istruzione (21 per cento), mentre i servizi istituzionali e
generali assorbono quasi il 15 per cento delle risorse. La spesa per interessi
rappresenta il 11,8 per cento del totale e quella per i servizi pubblici
generali l’8,1 per cento, in buona parte destinati alla missione “Difesa e
sicurezza del territorio” e alla partecipazione italiana alle politiche di
bilancio in ambito UE. Oltre il 12 per cento della spesa è destinato agli
affari economici e quasi il 7 per cento a trasferimenti agli enti territoriali
per politiche di loro competenza (al netto di quelli per la spesa sanitaria che
sono considerati nella categoria Salute e Istruzione).
La spesa stanziata per interventi relativi alla cultura, all’ambiente e
alla qualità della vita assorbe meno dell’1 per cento del totale considerato
(vedi Figura I.1).”
Per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, il Governo è pronto a
inserire nella manovra di
fine anno uno stanziamento che si ferma ad un miliardo di euro. La cifra
verrebbe anche divisa in due tranche, con una parte per il 2020 e un’altra per
il 2021: si tratta di risorse che vanno a sommarsi ai 1,775 miliardi di euro
già stanziati dal precedente esecutivo. A scriverlo è Il
Messaggero, che ha anche quantificato i fondi per il rinnovo del
contratto 2019-2021 da assegnare ai dipendenti statali: “potrebbe contare
complessivamente su 2,7 miliardi di euro circa”.
QUANTI SOLDI IN ARRIVO
La cifra complessiva, stima il quotidiano romano, “si tradurrebbe, secondo
le prime simulazioni, in un aumento medio di 80 euro lordi mensili per ognuno
dei circa 3 milioni di dipendenti delle amministrazioni pubbliche”. A
ufficializzarlo ai sindacati sarà “nello stesso giorno in cui il Consiglio dei
ministri dovrebbe approvare la manovra di bilancio e il decreto fiscale che la
accompagna, il ministro della Funzione pubblica Fabiana Dadone”.
“Il problema – commenta il sindacato Anief – è che stiamo parlando di somme lontanissime da quelle attese. E anche da quella annunciate dai componenti dell’attuale governo, che continuano a parlare, per rimanere agli insegnanti, di stipendi da adeguare alla media europea, avanti di circa il 30%. Per quantificare la modestia della somma investita dall’attuale esecutivo politico, è tutto dire che il precedente contratto, quello della tornata 2016-2018, concluso quando al governo c’era Matteo Renzi, aveva consentito un aumento superiore: 85 euro lordi mensili. Un incremento del 3,48%”. Mentre i rinnovi dei contratti dei lavoratori privati che si stanno chiudendo in questi mesi, fa notare sempre Il Messaggero, “hanno ottenuto somme decisamente più alte, circa 150 euro lordi mensili. Non solo. Il semplice riconoscimento di un adeguamento totale all’andamento del tasso di inflazione, anche considerando i dieci anni di blocco prima dell’ultimo rinnovo, comporterebbe un aumento di almeno 120 euro lordi mensili”.
Accesso ai concorsi, stop alla mobilità, modifica delle prove, queste le principali novità della Riforma della Scuola 2019. Si tratta di una serie di provvedimenti che cambiano i requisiti necessari ai docenti per ottenere una cattedra. Ecco i principali cambiamenti.
Requisiti di accesso ai concorsi
Tra le novità della Riforma Scuola 2019, per accedere ai concorsi i candidati dovranno essere in possesso di una laurea e devono aver conseguito 24 crediti formativi in discipline antropo – psico – pedagogiche ed in metodologie e tecnologie didattiche. Sono però esentati dai 24 CFU i candidati che sono in possesso di abilitazione per un’altra classe di concorso. I precari storici che avranno svolto tre annualità di servizio, negli otto anni precedenti al concorso, avranno il 10% dei posti riservati.
Cambiano le prove
Novità anche nelle prove da sostenere. Per i posti comuni ci saranno due prove scritte e una orale. Per le competenze linguistiche, invece, non ci sono modifiche nella Riforma Scuola 2019. Sarà valutata la conoscenza di una lingua straniera europea almeno di livello B2. Diverse le prove per il sostegno, con uno scritto e un orale sulla pedagogia speciale, la didattica per l’inclusione scolastica e le varie metodologie.
Riforma Scuola 2019: stop mobilità
Addio mobilità. I candidati che vinceranno il concorso rimarranno nella stessa scuola, dove hanno svolto l’anno di prova, per almeno 4 anni, a meno che non siano in soprannumero o cha siano in possesso di 104. Il concorso diventa abilitante quindi, tutti coloro che lo supereranno, saranno automaticamente abilitati all’insegnamento.
Fondi per gli stipendi
Nella Riforma Scuola 2019, come fa sapere il Ministro Bussetti in un comunicato, sono stati stanziati i fondi per evitare la riduzione degli stipendi dei pubblici dipendenti, tra cui anche i docenti. Queste risorse aggiuntive arriveranno fino a 1,7 miliardi all’anno. In tema di fondi, per il funzionamento delle istituzioni scolastiche, saranno aumentati di 174,31 milioni nel 2020 e di 79,81 milioni nel 2021.
Un nuovo modello di reclutamento degli insegnanti, pensato per consentire un più rapido accesso alla cattedra ed evitare la lunga trafila del precariato nella Scuola. La revisione dell’Alternanza Scuola-Lavoro, con una riduzione proporzionata delle ore in base agli indirizzi di studio e più garanzie sulla qualità dei percorsi offerti agli studenti. Risorse per incrementare il tempo pieno, soprattutto al Sud, e per l’inclusione scolastica. E poi, nuove assunzioni di ricercatori nelle Università e la creazione di una Scuola Superiore Meridionale per la formazione e la valorizzazione di nuove eccellenze. Non nasconde la soddisfazione il ministro Bussetti per quelli che definisce solo “alcuni” dei provvedimenti contenuti nella Legge di bilancio, approvata oggi alla Camera in via definitiva, per i settori di competenza del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Le dichiarazioni del Ministro Bussetti
In una nota stampa, il responsabile del dicastero dell’Istruzione si mostra fiero dei risultati ottenuti. “Si tratta di misure concrete che si inseriscono nel solco del lavoro che abbiamo avviato fin dal nostro insediamento e che gettano le basi per quello che porteremo avanti nei prossimi mesi”, commenta il Ministro Marco Bussetti. “Siamo riusciti a inserire nella manovra provvedimenti che erano per noi essenziali: il nuovo reclutamento nella Scuola, l’incremento delle facoltà assunzionali negli Atenei, in particolar modo in quelli virtuosi, la nascita della Scuola Superiore Meridionale. Portiamo avanti un percorso coerente per il buon funzionamento del sistema scolastico, dell’Università, della Ricerca, dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica”.
“Con la manovra – dettaglia il Ministro – siamo intervenuti risolvendo questioni importanti, come quella dello stipendio degli insegnanti che rischiava di essere decurtato già a partire dal mese di gennaio. Il precedente Governo non aveva infatti stanziato fondi sufficienti in occasione dell’ultimo rinnovo del contratto collettivo nazionale. Abbiamo recuperato quello che serviva e messo in salvo i salari. Apriamo le porte della Scuola ai giovani che vogliono insegnare: avremo concorsi snelli e banditi regolarmente. Chi vince va in cattedra: niente più anni infiniti di precariato prima del contratto a tempo indeterminato. Nella fase attuativa terremo naturalmente conto anche di chi ha già fatto un percorso di insegnamento che dovrà essere valorizzato”.
“Rilanciamo l’Alternanza Scuola-Lavoro: riducendo le ore minime obbligatorie avremo percorsi di maggior qualità. Lo avevamo annunciato a scuole, famiglie e studenti. Una promessa mantenuta. Mettiamo risorse per incrementare il tempo pieno. Per la Scuola non ci sono tagli, ma fondi in più. Valorizziamo i giovani laureati di talento: favoriremo la loro assunzione da parte delle aziende”, prosegue il Ministro.
Per l’Università “è prevista l’assunzione di circa 1.500 ricercatori di tipo b, che sarà disposta in deroga al blocco delle assunzioni. Così come non ci sarà alcun blocco alle progressioni di carriera di chi fa ricerca negli atenei, né per scuole e AFAM. Abbiamo voluto e ottenuto un’attenzione particolare su questo punto. Così come abbiamo ottenuto maggiori assunzioni per gli atenei. È una svolta: dobbiamo tornare ad assumere di più nelle università. E voglio anticipare – assicura Bussetti – che non ci saranno tagli alle borse di studio: i risparmi richiesti al bilancio del nostro Ministero saranno conseguiti razionalizzando voci di spesa inefficiente. Non toccheremo il diritto allo studio”.
Chiude Bussetti: “Con la Legge di bilancio aumentiamo, come avevamo promesso di fare, i contratti di formazione per le specializzazioni mediche. E lo facciamo a regime, in modo strutturale. Incrementiamo i fondi per enti di ricerca e atenei. Continuiamo a investire nelle nostre eccellenze”.
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