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Passa il Decreto Dignità alla Camera: ecco cosa accade nel comparto scuola

sede Miur Trastevere Roma

Il 2 agosto in serata la Camera ha dato l’ok: il Decreto Dignità è stato finalmente approvato dai deputati. Ora la palla passa il 7 agosto al Senato, dove verosimilmente verrà posta la questione di fiducia. Il mondo della scuola guardava con particolare interesse a quanto accadeva a Roma perché interessato molto da vicino. In particolare per la questione dei diplomati magistrale a cui proprio il Decreto Dignità offre una soluzione che al momento è un tampone.

Diplomati magistrale e Decreto Dignità, cosa accade ora

Come avevamo anticipato, per i diplomati magistrale si apre la salvaguardia del posto di lavoro per almeno un anno. Il Decreto Dignità, come negli auspici del Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, “preserverà il regolare inizio dell’anno scolastico”. Quando sugli insegnanti interessati dalle ripercussioni della sentenza del Consiglio di Stato calerà la mannaia della legge, i loro contratti saranno trasformati in temporanei con scadenza a giugno 2019. Così come gli assunti con riserva delle Graduatorie ad Esclusione che, sempre stando alla provvisoria soluzione trovata ad oggi, vedranno trasformarsi il contratto in una supplenza di un anno (fino al prossimo giugno 2019).

Inoltre resta il concorso straordinario. Il concorso straordinario è riservato ai docenti in possesso di diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/02 e ai laureati in Scienze della formazione primaria con due annualità di servizio specifiche negli ultimi otto anni.

Soluzione temporanea?

Si tratta a tutti gli effetti di una soluzione temporanea volta ad “aggirare” la sentenza dello scorso dicembre del Consiglio di Stato che ha provocato un terremoto nel comparto scuola. Il MIUR promette però per il futuro più concorsi, tra cui uno ordinario il cui iter dovrebbe vedere a breve la luce.

Via al limite dei 36 mesi

Altra importante novità, o meglio cancellazione, è il limite di 36 mesi per gli incarichi annuali su posto vacante e disponibile che, introdotto con la c.d. legge della Buona Scuola ora viene cassato.