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I sindacati in Val d’Aosta: mancano insegnanti nelle scuole paritarie

insegnanti docenti immissione in graduatoria

Mancano gli insegnanti. Ma non nella scuola pubblica, bensì a causa della scuola pubblica. L’inusuale denuncia arriva dalle sigle sindacali della Val d’Aosta FLC Cgil, Cisl Scuola, SAVT ÉCOLE e Snals che attraverso una nota stampa manifestano l’intenzione di sottoporre all’attenzione della amministrazione scolastica regionale il tema delle abilitazioni per il personale docente delle scuole secondarie paritarie.

“In seguito al concorso riservato del 2018 – si legge nel comunicato congiunto – numerosi insegnanti abilitati sono già migrati verso i ruoli regionali della scuola pubblica e molti altri ancora nella graduatorie regionali di merito, verosimilmente, lo faranno nel prossimo futuro. Nel frattempo le scuole paritarie sono dovute ricorrere all’assunzione di nuovi insegnanti, talora senza abilitazione e quindi in deroga alle disposizioni della Legge 62/2000.

Una scelta che però va a scontrarsi con quanto sancito dal Decreto Dignità: “Le scuole investiranno sulla formazione di questi nuovi docenti nell’incertezza che essi possano abilitarsi in tempo utile, perché nel frattempo le disposizioni del decreto dignità hanno ridotto a 24 mesi il termine massimo per la reiterazione dei contratti di lavoro a tempo determinato”.

Per le scuole paritarie – secondo i sindacati – si intravede di fatto una vera e propria emergenza.

“La normativa attualmente – spiegano – in vigore per il reclutamento e la specializzazione degli insegnanti di scuola secondaria, il d. lgs. 59/2017, prevede una procedura apposita per la specializzazione degli insegnanti in servizio nelle scuole paritarie, i quali possono iscriversi ai percorsi di specializzazione (I° anno di FIT) in soprannumero rispetto agli aspiranti che hanno vinto il concorso ordinario per la classi di concorso in questione (art. 15, comma 3 del d.lgs. 59/2017), ‘nell’ordine di una graduatoria stabilita sulla base di un test di accesso gestito dalla università interessate'”.

Chiudono così la nota, chiedendo immediate soluzioni, gli scriventi: “Si pongono adesso due importanti questioni: da una parte il ritardo del Ministero nel bandire i concorsi ordinari e dall’altra in quale modo consentire la specializzazione degli insegnanti in servizio nelle scuole paritarie su classi di concorso per le quali non verrà bandito il concorso ordinario a causa dell’insufficiente fabbisogno,oppure su classi di concorso che non sono presenti nella scuola pubblica valdostana”.

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Passa il Decreto Dignità alla Camera: ecco cosa accade nel comparto scuola

sede Miur Trastevere Roma

Il 2 agosto in serata la Camera ha dato l’ok: il Decreto Dignità è stato finalmente approvato dai deputati. Ora la palla passa il 7 agosto al Senato, dove verosimilmente verrà posta la questione di fiducia. Il mondo della scuola guardava con particolare interesse a quanto accadeva a Roma perché interessato molto da vicino. In particolare per la questione dei diplomati magistrale a cui proprio il Decreto Dignità offre una soluzione che al momento è un tampone.

Diplomati magistrale e Decreto Dignità, cosa accade ora

Come avevamo anticipato, per i diplomati magistrale si apre la salvaguardia del posto di lavoro per almeno un anno. Il Decreto Dignità, come negli auspici del Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, “preserverà il regolare inizio dell’anno scolastico”. Quando sugli insegnanti interessati dalle ripercussioni della sentenza del Consiglio di Stato calerà la mannaia della legge, i loro contratti saranno trasformati in temporanei con scadenza a giugno 2019. Così come gli assunti con riserva delle Graduatorie ad Esclusione che, sempre stando alla provvisoria soluzione trovata ad oggi, vedranno trasformarsi il contratto in una supplenza di un anno (fino al prossimo giugno 2019).

Inoltre resta il concorso straordinario. Il concorso straordinario è riservato ai docenti in possesso di diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/02 e ai laureati in Scienze della formazione primaria con due annualità di servizio specifiche negli ultimi otto anni.

Soluzione temporanea?

Si tratta a tutti gli effetti di una soluzione temporanea volta ad “aggirare” la sentenza dello scorso dicembre del Consiglio di Stato che ha provocato un terremoto nel comparto scuola. Il MIUR promette però per il futuro più concorsi, tra cui uno ordinario il cui iter dovrebbe vedere a breve la luce.

Via al limite dei 36 mesi

Altra importante novità, o meglio cancellazione, è il limite di 36 mesi per gli incarichi annuali su posto vacante e disponibile che, introdotto con la c.d. legge della Buona Scuola ora viene cassato.

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Diplomati magistrale, nel Decreto Dignità compare il concorso straordinario

sede Miur Trastevere Roma

La vicenda dei diplomati magistrale si arricchisce di un nuovo capitolo: tra gli emendamenti approvati nella giornata di ieri al Decreto Dignità spunta infatti un emendamento che di fatto avvia un concorso straordinario con l’obiettivo di segnare finalmente la svolta che porterà alla soluzione del problema.

L’emendamento al Decreto Dignità

L’emendamento è introdotto ribadendo il caposaldo che dal suo insediamento Marco Bussetti (Ministro dell’Istruzione) continua a ripetere: pur nel rispetto delle sentenze emesse, bisogna garantire la regolarità dell’avvio del prossimo anno scolastico.

Continuità didattica

Per garantire la continuità didattica di cui sopra, il Ministero ha stabilito che una volta che la sentenza diventa esecutiva, tanto per i diplomati magistrale in ruolo con riserva che per quelli con incarico annuale per il prossimo anno scolastico, che il loro contratto (a tempo determinato o indeterminato) venga trasformato in un contratto con scadenza  giugno 2019.

A chi è rivolto il concorso straordinario

Il concorso straordinario è riservato ai docenti in possesso di diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/02 e ai laureati in Scienze della formazione primaria con due annualità di servizio specifiche negli ultimi otto anni. Rientrerebbero così i 7000 e passa docenti finiti nel calderone della vicenda dei diplomati magistrale e sulle cui teste pende come una spada di Damocle la sentenza del Consiglio di Stato in riunione plenaria dello scorso dicembre. Così come gli assunti con riserva delle Graduatorie ad Esclusione che, sempre stando alla provvisoria soluzione trovata ad oggi, vedranno trasformarsi il contratto in una supplenza di un anno (fino al prossimo giugno 2019).

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Decreto dignità, una boccata d’aria per i diplomati magistrali. Ma non è finita

palazzo chigi sede governo

Il Decreto Dignità, che entro 60 giorni da ieri in pratica deve essere convertito in legge dalle Camere, ha ottenuto lo scopo di rinviare il problema. L’obiettivo da sempre dichiarato del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti era infatti quello di permettere “la regolare partenza dell’anno scolastico”, partenza che sarebbe stata notevolmente in salita con 50mila insegnanti senza laurea improvvisamente messi alla porta dai loro istituti. Cosa che accadrà. Ma la sentenza del Consiglio di Stato è tutt’altro che alle spalle.

Cosa comporta l’approvazione del Decreto Dignità?

L’escamotage con cui si è potuta congelare l’attuale situazione lo avevamo già spiegato in questo articolo di qualche giorno fa.

Il Decreto Dignità ha infatti esteso ai diplomati magistrali quanto previsto dal d.l. 669/96 che concede alle amministrazioni “di ottemperare all’esecuzione di provvedimenti giurisdizionali entro 120 giorni dalla data di comunicazione del titolo esecutivo”.

Quindi “equiparando” (passateci il termine) gli Uffici scolastici regionali alle amministrazioni. In pratica nulla è cambiato dalla sentenza del Consiglio di Stato che – in riunione plenaria – ha sentenziato che il diploma magistrale non è titolo valido per l’assunzione a tempo indeterminato.

Ma è stato preso tempo, 120 giorni: tempo necessario per rimettersi al tavolo e trovare una soluzione che risolva il problema.

Quale soluzione?

La più probabile soluzione che sembra pararsi all’orizzonte prevede un nuovo concorso pubblico. Un concorso che, vista la situazione che si è venuta a creare, potrebbe in qualche modo essere facilitato. Ma è ancora tutto da stabilirsi, anche perché la questione delle diplomate magistrali è delicata e si passa di carta in carta, di legge in legge, di cavillo in cavillo.

Cosa accade a chi è già stato licenziato?

Su qualcuno la mannaia del licenziamento era già calata: il primo caso nel Salernitano, seguito da analoghi provvedimenti nelle Marche e a Pistoia. Il decreto di fatto dovrebbe rendere nulli questi licenziamenti.