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Si torna a scuola, tra incertezze e coraggio


Oggi oltre 5,6 milioni di alunne e alunni hanno ripreso le lezioni nel sistema scolastico italiano: il dato ufficiale è stato fornito dal ministero dell’Istruzione, sulla base dei dati elaborati sul nuovo anno 2020/2021 in corrispondenza della ripresa odierna delle lezioni nella maggior parte delle regioni italiane. Complessivamente, quando si completerà il ritorno in classe di tutti gli alunni, il prossimo 24 settembre, saranno oltre 8,3 milioni le studentesse e gli studenti ci si siederanno tra i banchi: 7.507.484 negli istituti statali (lo scorso anno erano 7.599.259), ai quali si aggiungono i circa 860 mila delle paritarie.

I DATI UFFICIALI DEL M.I.

In base ai dati ufficiali emessi dal ministero dell’Istruzione, risulta che gli 8,3 milioni di iscritti quest’anno saranno distribuiti in 369.048 classi. Di questi, 876.232 sono iscritti alla Scuola dell’infanzia, 2.384.026 alla Primaria, 1.612.116 alla Secondaria di primo grado, 2.635.110 alla Secondaria di secondo grado. Alle superiori, ben 1.327.443 ragazze e ragazzi frequenteranno un indirizzo liceale, 830.860 un Istituto tecnico, 476.807 un Istituto professionale.

Sempre nella scuola statale, si conferma l’incremento numerico di studentesse e studenti con disabilità: aumentano, spiega il ministero dell’Istruzione, “dai 259.757 di un anno fa ai 268.671 di quest’anno. Di questi, 19.907 frequenteranno la Scuola dell’infanzia, 100.434 la Primaria, 70.431 la Secondaria di primo grado, 77.899 la Secondaria di secondo grado”.

IL DOSSIER

Sull’incremento costante di alunni disabili si è soffermata solo qualche giorno fa anche la rivista Tuttoscuola con un accurato dossier: ““Nel 1997/98 alle superiori c’era un alunno disabile ogni 180 (praticamente uno ogni 7-8 classi). Nel 2019-20 ce ne è stato uno ogni 35 alunni. Non distribuiti omogeneamente: al liceo scientifico è iscritto un alunno disabile ogni 126 studenti (uno ogni 111 al Classico), mentre negli istituti professionali uno ogni 14». Per non dire dell’Abruzzo: uno ogni 9 (nove!) studenti!”. E sono loro, gli alunni più indifesi e bisognosi di attenzioni, che pagano il prezzo più salato: perché a loro “ogni anno vengono assegnati docenti diversi e spesso anche senza il titolo di specializzazione sul sostegno”.

“Con l’incremento del numero di alunni con disabilità – ha commentato ancora Tuttoscuola – è cresciuto – più che proporzionalmente – il numero di insegnanti di sostegno: +190% in poco più di vent’anni. I posti di sostegno sono passati dai 59 mila del 1997-98 ai 173 mila del 2019-20. Ma 73 mila (il 42%) sono precari. Per questo anno scolastico si può stimare che i docenti precari saliranno a 83 mila (45%)”, sempre per motivi di “prudenzialità economica nell’ambito della spesa pubblica, sui quali vigila severamente (e acriticamente) il Ministero dell’economia, ai quali il Ministero dell’istruzione deve conformarsi”. Un numero altissimo, come quello dei precari in assoluto, che toccherà quota 250 mila.

IL COMMENTO SINDACALE

Sul sostegno la situazione è però ancora più complicata dal fatto che oggi decine di migliaia di alunni con disabilità sono tornati a scuola senza vedersi assegnato il docente di sostegno. E quando arriverà potrebbe pure essere non specializzato, oltre che nella maggior parte dei casi anche diverso da quello dell’anno scorso. Tutta colpa degli oltre 80 mila posti in deroga, che il Parlamento ha reso legali con la Legge n. Si può pubblicare 128 del 2013. Ecco perché l’Anief non si rassegna e continua a chiedere la soppressione di quelle norme che sono alla base di una delle ingiustizie peggiori della scuola pubblica italiana.