Il proibizionismo digitale sembra di per sé anacronistico, eppure in Francia la via indicata dal governo Macron è proprio quella: si va verso un totale divieto dell’utilizzo di smartphone e dispositivi digitali nelle scuole. Anche se come ricorda il Corriere della Sera la misura è al momento di difficile attuazione, resta il segnale importante che da giugno è legge l’obbligo di avere gli smartphone spenti per gli allievi transalpini di scuole elementari e medie.
In Italia?
L’Italia, in attesa di nuove indicazioni da parte del nuovo ministro all’istruzione Marco Bussetti in merito, al momento si attiene a quanto deciso quando alla guida del Miur c’era Valeria Fedeli: in soldoni, l’ex ministra con i dati alla mano sull’utilizzo dei dispositivi digitali a scuola ha pensato che la soluzione migliore sia un’educazione allo strumento e al suo uso consapevole nell’ottica di una crescita del minore. A Uno Mattina la Fedeli affermò:
I nostri ragazzi arrivano in classe già digitalizzati. Il tema è insegnare loro come si sta sul digitale con la gestione e responsabilità dei docenti.
In questa ottica si è mosso il Miur che pochi mesi dopo stilò il seguente decalogo del corretto utilizzo degli smartphone a scuola. Tra le indicazioni quella di rimandare al docente le scelte sull’utilizzo o meno dello smartphone, la disattivazione delle notifiche sul cellulare, l’utilizzo a solo scopo didattico, la stesura di un regolamento per gli istituti scolastici chiaro e preciso.
Può voler dire tutto e può voler dire niente. Sicuramente, è un’importante sensibilizzazione nei confronti del mezzo. Di contro, non è così semplice immaginare che tutti gli allievi rispettino le regole.
Per i più piccoli?
Resta un tema: quello dei bambini delle scuole primarie. Quando è giusto avvicinarli al mezzo digitale? In ché modo?
Non tener conto delle insidie che si nascondono in Rete è un errore gravissimo. Per questo esistono prodotti pensati per un approccio con lo strumento digitale che siano sicuri e proteggano i più piccoli da esperienze traumatiche. Un esempio? Questo tablet Clempad di Clementoni (sull’eshop Matacena Giochi) che ha accesso a Google Play, ha un sistema operativo Android e la possibilità di riprodurre video, ha anche la 3G, ma garantisce un’esperienza al bambino entro determinati limiti invalicabili che lo tutelano da un web che va affrontato con estrema consapevolezza.