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Via Fioramonti, dentro Azzolina e Manfredi: come cambia il Miur

lorenzo fioramonti ministro istruzione

Pochi forse ci credevano davvero, ma Fioramonti lo ha fatto: ha rassegnato le dimissioni da Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in aperta polemica con l’esecutivo che non ha saputo garantirgli le richieste economiche ritenute “necessarie” dal responsabile del Dicastero per “risollevare le sorti della scuola”.

Un gesto forte che segna la fine di una conduzione del Miur destinata a non restare – anche per il limitato tempo – negli annali.

Nella conferenza stampa di fine anno il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha sorpreso tutti annunciando a sorpresa una “doppia conduzione” per il Miur, separando il Ministero dell’Istruzione dal Ministero per l’Università.

Plauso negli ambienti accademici e del mondo sociale e culturale per la nomina di Gaetano Manfredi all’Università. Stimato studioso, Magnifico rettore del principale ateneo partenopeo, l’Università Federico II di Napoli, Presidente della Conferenza dei Rettori Universitari italiani (CRUI). Curriculum di spessore e capacità politiche e di dialogo già comprovate, è sicuramente curioso vedere Manfredi nuovo membro dell’Esecutivo dopo l’approvazione della Legge di Bilancio 2020 che proprio lo stesso, in qualità di Presidente della CRUI, ha bocciato, controproponendo “un piano straordinario per i ricercatori e risorse a copertura delle esenzioni delle tasse universitarie (per la cosiddetta no-tax area)”.

Non è la prima romana per Manfredi, che fu già consigliere di Luigi Nicolais durante il suo mandato di Ministro per le riforme e l’innovazione nella P.A. del governo Prodi 2006/2008.

Polemiche invece hanno accompagnato l’annuncio della nomina a Ministro dell’Istruzione di Lucia Azzolina. Trentasette anni, ex sindacalista di Anief, in quota M5S, è già stata sottosegretario al Miur durante l’esperienza di Fioramonti: il decreto Scuola è in primis un suo lavoro.

La Azzolina più volte è finita sotto i riflettori: alcuni movimenti di docenti ne hanno criticato l’operato (anche in maniera feroce e ai limiti) affermando che ha “disatteso” le promesse fatte in campagna elettorale. Nello scorso anno è finita anche al centro di un’inchiesta de L’Espresso che ha scoperto che la neo Ministro ha partecipato, in un presunto conflitto d’interessi, al concorso Dirigente Scolastico.