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Arrivano i mini-aumenti per i docenti, ma “manco se ne accorgono”

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Con lo stipendio del prossimo mese si conclude il processo di micro-adeguamento dei compensi del personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola, attraverso l’applicazione dell’indennità di vacanza contrattuale, da adottare per legge visto che il comparto si ritrova ancora una volta con il contratto scaduto da quasi sei mesi. Considerando che nella maggior parte dei casi le addizionali regionali e comunali applicate automaticamente in busta paga sono superiori, oltre un milione di dipendenti pubblici ancora una volta si ritrova con il salario fermo e al di sotto del costo della vita. Secondo Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, “il tutto avviene al netto degli incrementi del 3,48% dello scorso anno e degli arretrati ridicoli accordati dal Governo Gentiloni. Anief avrebbe da tempo individuato le risorse per raddoppiare gli aumenti previsti, a legislazione vigente, ma continua a non essere considerato, né convocato ai tavoli di contrattazione nazionale, malgrado che il rinnovo delle Rsu della primavera del 2018, sommato al numero ufficiale di iscrizioni, abbia sancito la rappresentatività del giovane sindacato”. 

PERCHÉ CAMBIANO GLI STIPENDI

Dopo l’introduzione di una prima tranche, risalente allo scorso mese di aprile, quando furono aggiunti in busta paga dai 3,90 euro del collaboratore scolastico ai 5,60 euro di un docentedelle superiori, l’accreditamento degli arretrati, sotto forma di conguaglio, dell’elemento perequativo nello stipendio del mese di maggio 2019, l’adozione a giugno dell’indennità di vacanza contrattuale in base al “gradone” di appartenenza e non più come unico gradone, come fatto per i mesi di aprile e maggio, il prossimo mese assisteremo all’ultima operazione di adeguamento. 

LA POSIZIONE DEL SINDACATO

Secondo Anief siamo alle solite. Dopo l’euforia pre e post elezioni politiche, i compensi mensili e annuali assegnati al personale scolastico continuano ad essere tra i più bassi a livello di pubblica amministrazione e rispetto a quelli percepiti dai colleghi che lavorano oltre confine, dove in media si lavora anche meno ore. Anief ha già spiegato quali sono le ragioni che hanno portato a questo intollerabile gap retributivo: si va dall‘invalidità finanziaria nelle assunzioni per via dell’abolizione del primo gradone stipendiale voluto dal CCNL del 4 agosto 2011 e coperto dalla Legge 128/12, alla disparità di trattamento negli scatti stipendiali tra personale a tempo determinato e indeterminato, contraria al diritto dell’Unione Europea, come certificato dalla Cassazione; dal mancato adeguamento dell’organico di fatto all’organico di diritto, che continua ad essere attuato dallo Stato per contenere la spesa nell’erogazione del servizio scolastico, fino al disallineamento degli stipendi dall’inflazione, misurabile in dieci punti percentuali dell’attuale stipendio rispetto al blocco decennale del contratto e agli aumenti dell’ultimo rinnovo per il 2016/2018.