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Decreto Scuola, nella seconda bozza “contraddizioni inspiegabili” dice Anief

La didattica a distanza diventa obbligatoria ma con i propri mezzi informatici, lavoro agile per presidi e Ata. Sono alcune delle indicazioni che si evincono dalla seconda bozza del Decreto Scuola che circola in queste ore. Le lezioni del nuovo anno scolastico potrebbero iniziare, con ordinanza del ministro dell’istruzione, anche il 1° settembre per recuperare gli apprendimenti dell’anno precedente, a dispetto delle immissioni in ruolo da concludersi entro il 15 dello stesso mese, senza la conferma dei precari attualmente in servizio.

Anief: “Contraddizioni inspiegabili, cambiare il testo”

Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato, afferma che “come Anief abbiamo chiesto dal 23 febbraio la chiusura di tutte le scuole a dispetto di quanto avvenuto a macchia di leopardo fino ai giorni nostri, come l’attivazione dello smart working per tutto il personale della scuola, in vigore su tutto il territorio nazionale soltanto dal 18 marzo. Abbiamo sempre incoraggiato gli insegnanti a svolgere la didattica a distanza, ma perché pensavamo fosse utile, pur coscienti della differenza rispetto alla didattica in presenza. Ma la nuova bozza del provvedimento che dovrebbe andare in Consiglio dei ministri così come è scritta non rende merito al lavoro svolto da più di un milione di docenti, uno su cinque precario, da quegli stessi studenti che ci hanno creduto e dalle loro famiglie. Che dire poi sull’inizio anticipato delle lezioni per recuperare degli apprendimenti, ma senza quei supplenti che hanno seguito gli alunni durante la sospensione delle attività didattiche o dei nuovi immessi in ruolo? Per questo, Anief ha lanciato una petizione proprio sulla conferma degli incarichi”.

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