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Fioramonti: “Stipendi più alti ai docenti che lavorano fuori regione”

lorenzo fioramonti ministro istruzione

Secondo il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, giustamente, molti insegnanti “restano nella propria regione di appartenenza dove non ci sono posti, vanno fuori, ma non possono permettersi di vivere lì, quindi devono costantemente fare i pendolari. Noi dobbiamo investire in quello che fa bene a una società. L’economia ha bisogno di formazione, di investimenti di base, queste sono le cose che fanno crescere l’economia”. 

Il sindacato ritiene positiva la posizione del ministro dell’Istruzione: un insegnante costretto a cambiare provincia o regione non può affrontare spese aggiuntive per trasporti, affitti, utenze e quant’altro, con uno stipendio bloccato per anni a 1.300 euro al mese. È una somma fortemente insufficiente per assolvere al carico di spese ulteriori che il docente è costretto ad affrontare. 

“Gli aumenti medi del 3,48% a regime approvati con il rinnovo di contratto di un anno e mezzo fa – ricorda Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – hanno prodotto incrementi ‘miserevoli’ e arretrati insignificanti, lasciando il costo dalla vita superiore al 10% rispetto agli stipendi di chi insegna nel nostro Paese. E il futuro non è roseo. Perché il Governo precedente, composto da M5S e Lega, non è andato oltre a 40 euro lordi di incremento medio in tre anni. Si tratta di una somma davvero insufficiente: per ottenere l’allineamento all’inflazione, occorrerebbe almeno il triplo di quanto è stato inserito nell’ultima Legge di Bilancio”. 

In attesa di vedere prodotti i risultati di questa nuova politica, Anief consiglia di ricorrere al giudice per il conferimento dell’indennità di vacanza contrattuale nel periodo 2015-2018 mai corrisposta, in modo da far recuperare a docenti e Ata almeno il 50% del tasso IPCA non aggiornato dal settembre di tre anni fa. Si punta anche al recupero di migliaia di euro per i mancati arretrati. Tutti i lavoratori interessati al ricorso possono ancora chiedere il modello di diffida al seguente indirizzo di posta elettronica: segreteria@anief.net.