L’invio on line delle domande per inserirsi nelle nuove Gps si sta rivelando un mezzo calvario. In tali condizioni, l’affidabilità della piattaforma telematica ministeriale era e rimane una condizione imprescindibile. Anche perché ad essere interessati all’inclusione nelle Gps sono un numero impressionante di precari: Anief ha calcolato almeno un milione, ma a leggere in numeri ufficiali delle ultime ore potrebbero essere anche di più. Il sistema, del resto, è stato preso d’assalto sin dal primo giorno, quando ha fatto registrare oltre 100 mila richieste di inserimento. Con alcune Regioni, come la Lombardia, dove si prevedono oltre 100 mila domande.
NUMERI CRITICI E RASSICURAZIONI IMPROBABILI
“Finora – scrive Il Corriere della Sera – sono state inserite oltre 206 mila domande, di cui quasi 110 mila chiuse, e ben 2 milioni gli accessi in pochi giorni. Solo” il 27 luglio “ne sono partite 25 mila. L’interesse è alto anche per la quantità ampia di docenti che deve essere inserita nella scuola. Il ministero dell’Istruzione assicura che il sistema “risulta sotto controllo” nonostante l’impatto della gran mole di domande e che comunque gli uffici stanno “monitorando costantemente la situazione. A disposizione degli utenti – ricorda- ci sono una pagina web dedicata, video tutoriale un help desk”.
LA POSIZIONE DEL SINDACATO
Il problema, ribatte l’Anief, è che le pagine web dedicate e il tutorial ministeriale non hanno nulla a che vedere con i bug presenti nel sistema telematico che non permettono di accedere alla piattaforma o di farlo a costo di attese snervanti che anche per una sola domanda di partecipazione dei candidati alle supplenze provinciali possono durare ore. I rallentamenti risultano infatti continui e presenti sin dall’apertura delle pagine del servizio digitalizzato Istanze On Line.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE
“Come sindacato – dice Marcello Pacifico, presidente Anief – ci siamo mossi per tutelare i diritti lesi dei precari, appena presa visione dell’Ordinanza n. 60/2020 e delle annesse nuove Tabelle titoli. Da un lato presentando una serie di ricorsi, approntati sia per permettere agli esclusi in modo illegittimo di essere comunque inseriti, sia per evitare i titoli di studio e i servizi svolti possano essere depotenziati da tabelle a dir poco discutibili. In questa fase, anch’essa particolarmente critica, chiediamo pubblicamente di procedere ad una proroga dei tempi di inoltro delle domande, perché di questo andare, anche se dal ministero dell’Istruzione giungono parole rassicuranti, la mole di domande non potrà che aumentare e con essa i disservizi di un sistema informatico pubblico che ancora una volta lascia molto a desiderare”.