Sono 288 mila le classi in Italia nelle quali a settembre occorrerà predisporre le lezioni in presenza senza ricorrere alla didattica a distanza.
QUANTI STUDENTI DA “SISTEMARE”
All’interno delle classi, ci dicono i dati ufficiali del ministero dell’Istruzione riproposti nel rapporto del Comitato tecnico-scientifico, sono collocati 901.052 bambini iscritti nella scuola dell’infanzia statale, a cui vanno aggiunti 524.031 alunni sempre fra i tre e i sei anni delle scuole comunali o paritarie, 2.443.092 della primaria, più 167.667 iscritti nelle paritarie dello stesso grado, 1.628.889 delle medie, più 65.406 alunni delle medie paritarie. Poi ci sarebbero 2.626.226 studenti delle superiori, per i quali si prevede il sempre più probabile proseguimento della didattica a distanza alternata a quella in presenza.
In totale, dunque, sono 5.730.137 gli alunni tra la scuola dell’infanzia e terza classe della secondaria di primo grado da far tornare in classe con l’avvio del nuovo anno scolastico, assicurando loro lezioni in presenza, anche in locali aggiuntivi a quelli tradizionali, e senza ricorrere alla DaD: in caso contrario, andando avanti con le lezioni telematiche, anche “miste”, si produrrebbe di un danno formativo notevole, perché fino all’adolescenza la scuola, come giustamente rilevato dalla task force ministeriale di esperti, promuove una crescita non solo formativa, ma anche relazionale e di scambio di fondamentale importanza pedagogica.
QUELLO CHE SERVE
Anief ha calcolato che per fronteggiare la situazione e garantire il diritto allo studio di quasi sei milioni di alunni occorrono non meno di 7-8 miliardi di euro: è la somma che servirebbe a ridurre le classi a non oltre 15 iscritti, così da permettere quel distanziamento minimo di quattro metri quadrati agli alunni ed otto rispetto al docente. Sono le stesse disposizioni che negli altri Paesi UE sono state introdotte per il ritorno a scuola in presenza, con casi ancora più rigorosi, come quello del Belgio, dove gli allievi non potranno essere più di 10 a classe, oppure del Regno Unito e della Spagna, dove si imporrà la mascherina qualora si scenda al di sotto dei due metri di distanza.