Nell’emergenza da Coronavirus, gli insegnanti italiani hanno retto l’urto alla grande. Lo dicono anche gli studenti, visto che il 90% promuove l’operato dei loro insegnanti. A scriverlo è la rivista Tuttoscuola, nell’esaminare un sondaggio realizzato da Skuola.net, che ha intervistato 15mila alunni di scuole medie e superiori, di cui si è parlato anche nello speciale di “Verso il futuro e oltre”, andato in onda lunedì 13 aprile su Radio24. Dalla trasmissione è emerso, in modo inequivocabile, che le pratiche didattiche che hanno adottato i docenti in queste ultime settimane hanno permesso ad un alto numero di studenti di potere continuare ad usufruire dell’offerta formativa, seppure con i limiti inevitabili connaturati nella tecnologia e nella mancanza di contatto umano. C’è però un 10% scarso di docenti che non riesce a svolgere didattica a distanza.
L’impegno dei docenti nello svolgimento della didattica online sta producendo risultati sino a ieri impensabili: è l’elemento chiave che ha permesso alle classi di andare avanti. E lo sforzo è stato riconosciuto dagli studenti, tanto che molti di loro “ci tengono a ringraziare pubblicamente i docenti per quanto fatto di fronte all’emergenza”. Complessivamente, più di 9 studenti su 10, seppur con varie sfumature, promuovono l’operato dei propri prof e il supporto che sono riusciti a dar loro in queste difficili settimane. E circa 1 su 3 ha rivalutato in positivo l’idea che aveva di loro. Il 14% degli intervistati assegna ai propri insegnanti una valutazione molto positiva, addirittura ‘ottimo’ (dato che alle scuole medie sale al 22%), dicendo che non avrebbe potuto chiedere di meglio. Il 58% gli dà un ‘buono’ ammettendo che, nonostante i problemi emersi in corso d’opera, i professori hanno fatto il massimo per limitarli. Il 21%, invece, si ferma alla sufficienza rispolverando il vecchio adagio “potrebbe fare di più”, sentito dire tante volte sul proprio conto.
LA PREPARAZIONE DEI DOCENTI
Anche sulla preparazione tecnologica dei docenti, i risultati premiano il corpo insegnante: così poco avvezzi a fare lezione con il supporto di strumenti innovativi: per l’11% meritano ‘ottimo’ (col solito picco alle medie, 17%), per il 53% un ‘buono’, per il 30% ‘sufficiente’. Appena il 5% li boccia. Anche sulla gestione della didattica a distanza la promozione è pressoché totale: il 12% è pienamente soddisfatto (il 19% alle medie), il 51% è molto contento, andamento accettabile per il 30%, solo il 7% gli dà l’insufficienza. Più o meno quelli che non sono ancora riusciti ancora a partire con lo smart learning.
LA POSIZIONE DEL SINDACATO
Stiamo parlando, commenta il sindacato Anief, di circa 100 mila docenti, che corrispondono, guada caso, ad una cifra non molto distante da chi non fruisce dei fondi annuali dell’aggiornamento professionale: secondo il sindacato, mentre però i precari, con anni di supplenze alle spalle, sono riusciti a sopperire a spese loro comunque alla mancanza di computer, tablet e connessione, i supplenti “brevi” hanno avuto difficoltà ad organizzarsi.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF
“Assieme agli studenti – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – il Governo avrebbe dovuto andare incontro anche alle esigenze dei docenti precari, fornendo loro quei dispositivi e la formazione utile a realizzare la didattica a distanza. Invece, non è stato fatto. E per molti di loro è servito del tempo. Nel frattempo, la didattica online è stata imposta per legge, tramite il decreto 22 pubblicato anche in Gazzetta Ufficiale: secondo noi, le commissioni referenti del Parlamento, che stanno esaminando quel testo per l’esame e le possibili modifiche migliorative, hanno la possibilità concreta di fare accedere i supplenti al bonus annuale da 500 euro per l’aggiornamento professionale”.