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Università, sabato 17 novembre parte la mobilitazione dei ricercatori: si va verso lo sciopero

Anief Sciopero

“Il 17 novembre prenderà il via la protesta: la misura è colma e già si parla di sciopero della categoria, che bloccherebbe le università visto che la maggior parte dei corsi sono tenuti proprio da questa figura professionale, tanto importante per i nostri atenei ma allo stesso tempo sempre più bistrattata e senza diritti”. Lo annuncia, in una sorta di chiamata alle armi, l’ANIEF che chiama a raccolta i ricercatori delle università italiane.

“Sono passati due lustri – spiegano dal sindacato – da quando, con la Legge 1/09, il Governo iniziava l’anno con l’impegno di assumere nei ruoli dello Stato 6 mila ricercatori, per poi giungere alla messa ad esaurimento degli stessi (Legge 240/09) per ragioni di bilancio. Il risultato di tali disposizioni legislative è che oggi i ricercatori precari superano per numero i colleghi di ruolo“.

Ora, però, è proprio un emendamento proposto da Anief potrebbe riaprire i giochi e dare speranza a quei 20 mila ricercatori che dopo anni di ricerca, studio, formazione e insegnamento si aspettano di essere riconosciuti tali e assunti per rilanciare la cultura e la ricerca del Paese.

“Sui ricercatori, assegnisti e dottori di ricerca, e spesso anche sui giovani laureati, pesa la gran parte della ricerca – spiegano da ANIEF – e senza di essi persino la didattica non potrebbe essere gestita integralmente dagli atenei. Con la riforma delle abilitazioni nazionali, d’altronde, non si è risolto il problema del reclutamento per via delle stesse politiche di rigore che non permettono di assumere un professore associato o un ordinario che costa molto di più di un ricercatore a tempo determinato: il risultato di questa politica dissennata ora si sta materializzando. Le testimonianze di queste ore, di un astrofisico e di una archeologa, ricercatori quarantenni, che dopo anni di precariato si trovano con un contratto che non sarà rinnovato, quindi costretti a trovare un altro lavoro, sono la sintesi, oltre ai numeri, del decadimento della situazione”.

Ecco perché, quindi, il sindacato annuncia che da sabato prossimo scatta la protesta dei ricercatori, con alte possibilità che si traduca in uno sciopero nazionale, proprio nei giorni in cui il sindacato Anief ha proposto un emendamento all’articolo 32 della Legge di Stabilità, nel quale si chiede di assumere in deroga ai mille posti promessi dallo stesso testo.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, “occorre, oggi più che mai, stabilizzare tutti i ricercatori a tempo indeterminato e creare un albo rispondente alla carta europea dei ricercatori da cui attingere per la chiamata diretta. Il nostro sindacato, quindi, si appella ai parlamentari perché la proposta Anief venga approvata”.