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Quota 100, Salvini: “Centomila dipendenti della P.A. fuori insieme? Non è possibile”

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini (foto: "© European Union 2017 - European Parliament").

Qualcuno nell’esecutivo gialloverde si è reso conto del grave rischio che la ormai famosa quota 100 comporterebbe in settori cardine come quello della scuola: è il Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il leader del Carroccio, a margine della presentazione del libro di Bruno Vespa “Rivoluzione”, è intervenuto sull’argomento.

“Se mi dicono che di botto se ne vanno in pensione centomila persone in settori chiave dell’amministrazione pubblica come le scuole e gli ospedali è ovvio che non possiamo consentirlo. Dobbiamo provvedere gradualmente e con giudizio per evitare esodi di massa. Perciò nell’arco del 2019 ci saranno tre o quattro finestre per procedere a scaglioni”.

Le finestre di pensionamento

Non tutti insieme, quindi. Nell’idea di Salvini c’è la volontà di dilazionare nel tempo le fuoriuscite di personale dalle pubbliche amministrazioni e, al contempo, velocizzare dove possibile le nuove assunzioni. Ma se questo può valere per altri settori, con la scuola e i suoi circa 80mila esuberi è difficile immaginabile a pensionamenti scaglionati durante l’anno solare. L’unica via percorribile è quella di settembre (ossia, prima dell’inizio del nuovo anno scolastico).

Ed è per questo che anche la procedura per la presentazione delle domande di pensionamento deve essere chiara e attuabile nel minor tempo possibile.

L’Europa ci guarda

“L’obiettivo del governo resta comunque quello di quota 41: gli italiani devono sapere che cosa gli succede e quando. Ma dovremo procedere con cautela per evitare che l’Europa ci crocifigga“, chiosa Salvini. Nel frattempo, i docenti e i lavoratori del comparto scuola restano in attesa di certezze, per ora nulla è scritto (se non in bozza).

(foto di copertina “© European Union 2017 – European Parliament”)