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Sclerosi Multipla, il Cardarelli di Napoli vince il bando Roche per la realizzazione di soluzioni innovative

Con l’intento di mettere al centro la persona e supportare nuove idee e modelli assistenziali efficaci per migliorare il percorso di cura e la qualità di vita dei pazienti, la seconda edizione del Bando “Roche per i servizi a supporto di soluzioni innovativi per la Sclerosi Multipla” ha premiato con un finanziamento di 25.000 euro l’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale Antonio Cardarelli di Napoli, che ha presentato il progetto “Farmaco VIGIlanza per la Sclerosi Multipla App-VIGISAPP”. Il progetto prevede la realizzazione di una mobile APP rivolta ai pazienti con sclerosi multipla e mirata alla segnalazione di ADR (Adverse Drug Reaction) di farmaci, al fine di consentire una immediata segnalazione a distanza e ridurre così gli spostamenti al Centro di Sclerosi Multipla e, quindi, i rischi di contagio Covid. L’idea di realizzare un app dedicata è stata della dottoressa Giorgia Teresa Maniscalco, specializzata in Neurologia; la sua area di interesse è da sempre quella della  Multipla e delle malattie autoimmuni del Sistema Nervoso Centrale dell’AORN A. Cardarelli. Dal 2019 è responsabile del Centro Regionale di Diagnosi e Terapia della Sclerosi Multipla e delle Malattie Neuroimmunologiche, oltre che Coordinatore scientifico del progetto Regionale di Farmacovigilanza (FASM). La dottoressa Maniscalco è inoltre fortemente impegnata in attività di ricerca clinica e di base e titolare di numerose pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali.

L’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Antonio Cardarelli” di Napoli è la più grande del Mezzogiorno d’Italia. Centro di riferimento in Campania per l’emergenza urgenza, è sede di un Dipartimento di Emergenza-Accettazione di secondo livello e assicura prestazioni di pronto soccorso in tutte le principali specialità. E’ fra l’altro sede del Centro Grandi Ustionati, del Centro Antiveleni e del Centro per i Trapianti Epatici, (Centri di Emergenza Regionali) e di un Centro di Terapia Iperbarica. L’Azienda Ospedaliera si pone altresì come polo d’attrazione per pazienti provenienti da tutta Italia alla ricerca di risposte di salute che si basino su interventi d’elezione e trattamenti d’eccellenza. Il Centro Regionale per la Diagnosi e Terapia della Sclerosi Multipla dell’A.O.R.N .“A.Cardarelli” di Napoli rappresenta un’area di Alta Specialità dell’Azienda Ospedaliera, con il compito di coordinare le attività nei settori della diagnosi, cura e follow-up dei pazienti affetti Sclerosi Multipla. Attualmente afferiscono circa 1000 pazienti. Il Centro garantisce una presa in carico globale del paziente durante tutto il percorso diagnostico-terapeutico: diagnosi tempestiva di malattia e un’adeguata comunicazione diagnostica, scelta terapeutica per un trattamento “individualizzato” (trattamento attacchi acuti, DMD, terapie sintomatiche), monitoraggio clinico- strumentale e ricerca clinica.

«Essere riusciti a vincere questo bando è per noi motivo di grande soddisfazione – commenta Giuseppe Longo, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale Antonio Cardarelli di Napoli – e lo è ancor più se contestualizziamo il risultato rispetto ad un periodo di crisi sanitaria com’è quello che ci coinvolge ormai da un anno e mezzo. E’ un grande risultato anche perché, attraverso la realizzazione del progetto con il quale abbiamo partecipato, avremo modo di migliorare ancor più la qualità dell’assistenza offerta ai nostri pazienti affetti da Sclerosi Multipla»
La seconda edizione del Bando, che ha premiato anche altri 11 progetti provenienti da Enti delle Regioni Puglia, Lazio, Abruzzo, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Emilia Romagna e Campania, è la testimonianza concreta dell’impegno annunciato con il programma “La Roche che vorrei”, che mira a garantire la massima trasparenza nell’interazione e nella collaborazione con la classe medica, con le strutture ospedaliere, con gli enti di ricerca e le associazioni di pazienti, con il mondo scientifico e dell’associazionismo. La selezione e valutazione dei progetti, premiati con un finanziamento complessivo di euro 300.000, è stata affidata a Fondazione Sodalitas in qualità
di partner esterno.

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Ricerca: il punto sulla genomica e la medicina “predittiva”

test esame medicina tampone salivare

Personalizzazione – Predizione – Precisione. Sono queste le 3 P della genomica, che la Casa di Cura Clinica Ruesch di Napoli ha coniato nel lavoro da poco avviato, unendo le esigenze legate alla storia Clinica del paziente con le opportunità offerte dallo studio del DNA. Attraverso due panel, uno generico e uno oncologico, elaborati a partire da una semplice analisi di un tampone salivare, è possibile accedere al patrimonio genetico del paziente, con una serie di vantaggi in termini, appunto, di prevenzione e, dunque, di salute e di risparmio di risorse, focalizzando le indagini mediche sulle patologie per le quali la lettura dei panel mostra una predisposizione. Questo studio sequenziale del DNA va poi applicato al singolo paziente, alla sua storia Clinica, alla sua alimentazione e al suo stile di vita, per avere così un quadro realmente completo. L’obiettivo della Casa di Cura Ruesch è, pertanto, quello di trasferire i panel di predisposizione genetica agli algoritimi diagnostici clinico-strumentali per un’analisi esaustiva e il più possibile personalizzata dello stato di salute del soggetto. È alla Ruesch che avviene il prelievo del campione per la genomica, poi analizzato in laboratori specializzati, i quali poi forniscono entro appena 21 giorni i risultati.

Partner della Clinica napoletana nello sviluppo del progetto è il Professor Gerardo Casucci, Direttore della UOC della Clinica San Francesco di Telese Terme, Neurologo e Professore a Contratto dell’Università del Molise:

“Uno dei problemi della medicina Clinica contemporanea”, afferma il professore Casucci, ”è che le incalzanti evoluzioni tecnologiche hanno determinato la perdita pressoché completa del rapporto medico-paziente, a fronte di un incremento sempre maggiore di dati sanitari personali raccolti (i cosidetti big data). Si sa sempre di più della malattia, ma sempre di meno del paziente. La Clinica Ruesch è stata la prima a Napoli a proporre un accurato studio genetico dei soggetti, che valutasse dalle semplici intolleranze alle patologie vere e proprie, quali diabete, obesità e malattie cardio-vascolari. Questo consentirebbe di guardare non più al paziente in modo generico, ma sapendo cosa prevenire o curare. Il test del DNA è semplice e non invasivo, si fa con un tampone della mucosa orale e il prelievo viene inviato in un laboratorio specializzato. Dopo aver ricevuto i risultati, si viene affidati a un medico clinico, che è il vero cuore pulsante del percorso Ruesch, il quale recepisce le predisposizioni rilevate (che non sono malattie) e le “adatta” alla storia personale del soggetto, proponendo eventuali approfondimenti diagnostici. Il test del DNA ha una sua applicazione anche in età pediatrica, in quanto alcune patologie, proprie dell’età adulta, oggi tendono a comparire molto più precocemente. Tra queste le principali sono le malattie metaboliche. Questa precocizzazione ci sposta verso un’analisi (anche genetica) più attenta del bambino, per iniziare a correggere quanto prima comportamenti errati e potenzialmente forieri di malattie. Nonostante i grandi vantaggi offerti, il test di sequenziamento del DNA non viene usato quasi per nulla a Napoli e provincia, anche per una serie di problematiche inerenti alla riservatezza dei dati e al loro utilizzo. L’obiettivo della Clinica Ruesch, quindi, è quello di fornire un Servizio che possa essere un primo step per la prevenzione, la predizione e la personalizzazione di svariate patologie, coniugando percorsi laboratoristico-strumentali, genetica e ragionamento clinico. A questo scopo la Clinica Ruesch ha predisposto un’equipe altamente professionale di medici, nutrizionisti e preparatori atletici, che possono rappresentare un nuovo modo di conoscere e migliorare la propria salute”.

A parlare del lavoro della Clinica Ruesch e del quadro di obiettivi entro i quali si inserisce è il Presidente della Clinica, il Dr. Antonio Merlino: “Questa iniziativa nasce da collaborazioni e confronti avuti in ambito universitario, ed è quindi qualcosa che sta traslando dall’ambito accademico alla Clinica: il contatto privilegiato che noi abbiamo con diversi istituti universitari italiani e esteri ha fatto sì che potessimo avviare e implementare questa organizzazione. Un ‘organizzazione che sostanzialmente fonda le sue basi in qualche modo sulla necessità di tornare alla Clinica e quindi, avere, mantenere e rilanciare una visione integrata rispetto al paziente, questo in contro una tendenza della iper – specializzazione delle branche che a volte fa perdere una visione integrata del paziente, un paziente che può avere fragilità generali e deve essere gestito in maniera integrata. Questo è permesso grazie al fatto che le nuove tecnologie, in primis il sequenziamento del DNA stanno aprendo una nuova era della medicina. Ruesch non perde questo treno, anzi, ci sale su a pieno titolo: abbiamo, infatti, avviato una serie di servizi, di pacchetti, di iniziative proprio volte a sviluppare percorsi di diagnosi e di cura orientati alla medicina di precisione, alla medicina personalizzata, alla medicina cosiddetta predittiva, in anticipo rispetto al sistema Italia. In realtà in alcuni paesi del nord Europa, scandinavi in particolare, hanno i sistemi sanitari nazionali che investono in prevenzione tanto quanto in cure. In questi paesi la speranza di vita media in salute è più breve di soli sette anni rispetto alla speranza di vita media in assoluto, nel nostro paese questa forbice, tra speranza di vita media in salute e speranza di vita assoluta è di circa venti anni. Questo è un indicatore oggettivo. I sistemi nazionali che investono in prevenzione hanno un beneficio diretto economico imparagonabile a qualsiasi altro tipo di costo da sostenere. Pertanto un’impostazione che arriva all’individuo, oltre che al sistema, basata sulla cultura del benessere, sulla cultura della prevenzione, su concetti quali nutrizione, movimento, pensiero positivo, prevenzione, nello specifico prevenzione basata sul sequenziamento del DNA, quindi su una conoscenza approfondita, di se stessi, della persona, sono sicuramente un qualcosa di molto più economico rispetto ad uno stile di vita non appropriato. È una nuova cultura che si sta diffondendo, presto o tardi, tutti i sistemi regionali avranno dei moduli oltre che di prevenzione primaria già ampiamente in essere, anche di medicina personalizzata e di precisione. Oggi noi cominciamo questo discorso, è un servizio attivo, un servizio accessibile, economico, ci sono vari livelli di accesso e approfondimento delle indagini, è una cultura che si sta diffondendo e come tutte le cose pionieristiche va consolidata, e diffusa prima di tutto a livello culturale”.

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Venerdì torna la “Notte dei ricercatori”

notte dei ricercatori 2019

Centosedici città in Italia, 200 eventi in Europa. Torna la “Notte dei ricercatori”, appuntamento coordinato da Frascati Scienza con l’ambizioso obiettivo di avvicinare ricercatori e cittadini di ogni età, che si svolgerà venerdì 27 settembre. 

Saranno oltre 100 le città che ospiteranno circa 400 eventi, tra laboratori aperti, spettacoli, conferenze, eventi a tema e incontri di approfondimento. L’iniziativa, presentata oggi al Miur, arriva a compimento grazie ad una serie di progetti italiani sostenuti dalla Commissione Europea per il biennio 2018/2019. Quella del ricercatore però in Italia è uno dei pochi ruoli precari, per legge, perché la sua figura è stata messa ad esaurimento ad anni, ed oggi l’unica possibilità per fare carriera accademica è prendere l’abitazione nazionale a tempo ed avere la fortuna di partecipare ai pochi concorsi banditi dagli Atenei, per non formare per tre anni il ricercatore precario di tipo A o di tipo B. 

La “Notte Europea dei Ricercatori” è promossa dalla Commissione europea nell’ambito delle azioni Marie Sklodowska-Curie e non si svolgerà solo nel nostro Paese, ma in contemporanea in tutta Europa con migliaia di eventi. Saranno i citizen scientist il motore della nuova edizione della giornata, perché dalla collaborazione tra ricercatori e cittadini possono arrivare nuovi spunti per cercare soluzioni ai grandi problemi della società. 

Anief: “La nostra battaglia”

Anief combatte da tempo questa battaglia: anche nell’ultima Legge di Stabilità, il sindacato aveva chiesto esplicitamente di tornare ad assumere i ricercatori, a loro volta impossibilitati da anni nel passare al ruolo della docenza per via di una norma priva di senso per un Paese che dovrebbe essere all’avanguardia anche sulla formazione terziaria. Il giovane sindacato aveva tentato anche – con il decreto Concretezza, collegato alla legge di Stabilità, il DDL S. 920 – di modificare l’articolo 4, comma 1, sempre per rilanciare finalmente la figura del ricercatore a tempo indeterminato, attraverso la creazione di un albo nazionale, nell’ottica dell’innovazione e in relazione al rilancio del sistema-Paese. 

Con l’emendamento, presentato dallo stesso presidente Anief all’XI Commissione del Senato, il giovane sindacato ha proposto, “in deroga all’articolo 24, della legge 30 dicembre 2010, n. 240”, che le Università possano “continuare ad attuare per l’a.a. 2019/2020 le procedure di valutazione per il reclutamento dei ricercatori a tempo indeterminato come disposte dai commi 3 e 5 della legge 9 gennaio 2009, n. 1. A tal fine, i candidati in possesso del dottorato di ricerca o di un titolo riconosciuto equipollente anche conseguito all’estero, con almeno tre insegnamenti universitari a contratto, con pubblicazioni di rilevanza anche internazionale, che hanno ottenuto un assegno di ricerca della durata di almeno quarantotto mesi anche non continuativi,” si sarebbero “inseriti a domanda in un albo nazionale dei ricercatori dalla comprovata esperienza in base al settore scientifico-disciplinare di afferenza, che non dà diritto alla docenza e rimane valido per un triennio, dietro valutazione dei titoli e dei curricula scientifici e didattici posseduti”. 

Con questa sorta di “chiamata diretta”, qualora si fosse approvato l’emendamento Anief, si sarebbe potuto “attingere dall’albo nazionale dei ricercatori dalla comprovata esperienza per l’assunzione dei ricercatori a tempo indeterminato con modalità da disciplinare con decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca da emanare entro 60 giorni dall’approvazione della presente legge”. Per coprire le spese dell’operazione, Anief ha pensato anche come fare: i fondi arriverebbero “dal pagamento dell’ICI dei soggetti proprietari di immobili destinati ad attività ricettive e ricreative, prima esonerati, a seguito della sentenza n. 166 del 6 novembre 2018 della Corte di Giustizia Europea nella Cause riunite C-622, C-623, C-624/16”. 

Ma è un po’ tutta l’Università a lasciare molto a desiderare, almeno dal punto di vista del reclutamento: l’istituto nazionale di statistica ha rilevato, con un’indagine Istat sull’inserimento professionale dei dottori di ricerca, che nel 2018, a sei anni dal conseguimento del dottorato, appena il 10% di coloro che avevano conseguono il dottorato è riescito a svolgere poi come professione l’insegnamento, ovvero uno degli sbocchi più naturali per chi consegue il titolo superiore alla laurea. 

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Il Ministro Bussetti a Buenos Aires. Missione per la collaborazione su Formazione e Ricerca.

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, ha iniziato ieri a Buenos Aires la sua missione in Argentina, con un incontro con l’Ambasciatore Giuseppe Manzo, i funzionari dell’Ambasciata d’Italia e i dirigenti del sistema scolastico italiano in Argentina per parlare della presenza italiana nel Paese del Sud America e della collaborazione tra i due Stati nei settori della Formazione e della Ricerca.

Quella in Argentina è la prima missione all’estero del Ministro, a dimostrazione della straordinaria importanza che il Paese sudamericano riveste per l’Italia e della solidità dei rapporti bilaterali che nel settore della cooperazione universitaria e della ricerca trovano un pilastro fondamentale, così come nella diffusione della lingua italiana, e uno straordinario veicolo di promozione della nostra cultura all’estero.

Oggi il Ministro Bussetti inaugurerà l’anno accademico alla Scuola Italiana Cristoforo Colombo di Buenos Aires. Successivamente avrà un incontro bilaterale con l’omologo argentino, Ministro Alejandro Finocchiaro. Il Ministro Bussetti inaugurerà inoltre la Mostra fotografica dedicata a Gino Bartali, che segna la conclusione dell’anno di presidenza italiana dell’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance), organizzata dall’Ambasciata d’Italia presso il Museo dell’Olocausto.