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Obbligo vaccinale rinviato di un anno: cosa accade ora

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Nel Milleproroghe in discussione al Senato compaiono e vengono approvati due emendamenti identici, a firma Movimento 5 Stelle e Lega, che di fatto rinviano di un anno l’obbligo a dimostrare le avvenute vaccinazioni all’atto dell’iscrizione a scuola. Nella Camera alta i due emendamenti hanno ottenuto 149 voti a favore contro 110 a sfavore (un astenuto).

Il Milleproroghe cancellerebbe l’ultima circolare firmata Grillo

Argomento sentitissimo da gran parte della base del Movimento 5 Stelle, quello dei vaccini è stato uno dei primi interventi del nuovo esecutivo gialloverde e del Ministro della Salute Giulia Grillo. Tanto è vero che all’incirca un mese fa una circolare a firma della stessa Grillo e di Marco Bussetti, a capo del Miur, stabiliva che l’obbligo vaccinale restava invariato ma – anziché presentare documentazione ufficiale delle Asl – si poteva autocertificare.

Laddove il Milleproroghe, dopo la votazione di tutti gli emendamenti e quella finale, passasse anche alla Camera, questa circolare viene de facto cassata.

Cosa dicono gli emendamenti?

In estrema sintesi, gli emendamenti rinviano di un anno l’obbligo vaccinale. Per l’anno scolastico 2018/19 insomma non c’è bisogno di presentare documentazione di alcun tipo (né delle Asl, né autocertificazioni) per poter iscrivere il proprio figlio a scuola.

Un’inutile complicazione

Ci sono due aspetti da tenere in conto riguardanti questa vicenda.

Giulia Grillo (foto: Facebook)
Giulia Grillo (foto: Facebook)

Il primo riguarda le tempistiche: non è detto, infatti, che il Milleproroghe diventi legge entro settembre, ossia entro l’iscrizione a scuola. In quel caso – e in assenza di decreti d’urgenza – resta in vigore come “regolamento” la circolare Grillo-Bussetti e, quindi, l’obbligo di presentare certificazione e/o autocertificazione delle avvenute vaccinazioni. Anche se la stessa già di per sé era oggetto di critiche e analisi: la circolare andrebbe a modificare quanto stabilito da una legge approvata e questo non è assolutamente scontato sia lecito.

Il secondo riguarda direttamente il ministro Giulia Grillo. Travolta dalle critiche, la Grillo ribadisce: “I bambini dovranno continuare a essere vaccinati e i genitori dovranno ancora presentare le certificazioni“. Se questa è la volontà politica, non si comprende proprio perché incartarsi da soli su un emendamento che strizza l’occhio agli anti-vax oltre ogni ragionevole interpretazione di sorta. Non solo, ma rispondendo a chi la contesta, il ministro Grillo rassicura: “Insieme al ministro dell’Istruzione garantiremo a tutti i bambini immunodepressi, quelli che non possono scegliere se vaccinarsi o meno, l’adeguata collocazione in classi in cui è assicurata la copertura vaccinale. In questo modo dando la priorità a chi non può scegliere rispetto a chi può scegliere di vaccinarsi e decide comunque di non farlo”. Insomma, come incartarsi da soli.

Lo scontro politico e la presa di posizione delle Regioni

L’emendamento non è andato giù nemmeno a due esponenti pentastellati: parliamo della senatrice ed ex biologa Elena Fattori che ha votato contro (“Rispetto la scelta del mio gruppo ma per mia storia personale, professionale e dolorosamente di madre non posso fare altro che dissociarmi dal mio gruppo e esprimere un indignato voto contrario”) e del deputato ed ex chirurgo Giorgio Trizzino (“Non si ritenga che per garantire l’accesso agli asili nido ed alle scuole materne si possa immaginare qualsiasi forma di deroga sull’obbligo a vaccinare i bambini”).

Critiche sono arrivate anche da Pd e Forza Italia, mentre netta è la presa di posizione delle Regioni guidate dall’opposizione.

Più di una Regione – opponendosi a quanto prevede il Milleproroghe – si è già messa all’opera per verificare se esistano i presupposti per aggirare l’eventuale legge nazionale: l’Umbria di Catiuscia Marini…

… e la Campania di Vincenzo De Luca.