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“Ritorno delle superiori in presenza entro fine anno? Valutiamo”

“Sono valutazioni che dobbiamo fare. Questo è un tema che il Governo si sta ponendo. Come sempre decideranno i dati e il quadro epidemiologico”. Roberto Speranza, Ministro della Salute, afferma che il Governo stia valutando la possibilità per i ragazzi delle scuole superiori e licei di tornare in presenza entro fine anno, almeno concluderlo così.

Ospite di ‘Porta a Porta’, in onda ieri sera su Raiuno, Speranza ha inoltre sostenuto l’importanza – e l’auspicio- di investire di più proprio sulla scuola.

Le affermazioni sulla scuola rientrano in un più ampio intervento di Speranza sull’attuale situazione italiana. Il Ministro ha ribadito la necessità di una campagna vaccinale unitaria nazionale che tenga conto prima di anziani e fasce fragili: “Le Regioni devono stare a questa impostazione perché chi è più anziano rischia di perdere la vita”. Il riferimento, nemmeno troppo velato, è al “dissidente” governatore campano Vincenzo De Luca che ha contraddetto il Governo centrale proprio sulla campagna vaccinale e sulle recenti decisioni di centralizzazione della stessa.

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Vaccino Covid obbligatorio ai docenti? Dibattito aperto

A pochi giorni dall’arrivo delle prime dosi, si accende il dibattito sulle modalità della campagna vaccinale. Il personale scolastico, in caso di obbligo, può rifiutarsi di sottoporsi a vaccinazione per prevenire il Covid19? Secondo  Pietro Ichino, giurista e docente ordinario di Diritto del Lavoro all’università di Milano, “se la vaccinazione è disponibile, l’amministrazione scolastica può esigere la vaccinazione come misura di sicurezza, nell’interesse dei colleghi insegnanti e degli studenti. L’insegnante che rifiuti di adempiere questa disposizione – ha detto ad Orizzonte Scuola – se impartita da chi ne ha il potere/dovere, può concordare la sospensione dall’insegnamento (senza stipendio) fino alla fine della pandemia; altrimenti può essere licenziato”.

Tra le categorie più a rischio Covid19 figura il personale della scuola, anche se il calendario prevede le dosi per docenti e ATA non prima della primavera. Ma già si discute circa la sua obbligatorietà e su ciò che può comportare un rifiuto da parte del personale scolastico: secondo la sottosegretaria del ministero della Salute Sandra Zampa dovrebbe prevalere il “buon senso” che porta all’obbligatorietà per gli insegnanti.

Anche la ministra dei Trasporti Paola De Micheli non esclude l’obbligatorietà del vaccino in futuro: “abbiamo il dovere di fare delle scelte collettive e le prenderemo alla luce di come andrà questa campagna di informazione. Alla fine non escludo la obbligatorietà”. Pure per il coordinatore del Cts Agostino Miozzo “un operatore sanitario deve vaccinarsi”, ma bisogna adare “anche oltre, penso a tutte le strutture pubbliche, alle scuole, a chi lavora a contatto con molte persone”. E pure il portavoce nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni pensa “che ci sono alcune categorie sulle quali la discussione sull’obbligatorietà del vaccino anticovid non debba essere un tabù”, riferendosi in particolare al mondo della sanità, della scuola.

Il sindacato Anief ritiene che il vaccino non debba essere obbligatorio, sia per il personale dell’amministrazione pubblica sia per docenti e personale tutto della scuola: è un diritto, non un dovere assoluto. Deve essere un’opportunità cui volontariamente aderire, tenendo presente che tale categoria va considerata prioritaria insieme al personale sanitario dovrebbe essere inserito quello scolastico. E chi lo vuole fare non può certo attendere la fine dell’anno scolastico.

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Miur, Ambiente e Salute, tre ministeri per un solo appello: “Usa il cellulare con intelligenza”

smartphone scuola

“Il tuo cellulare è intelligente. Usalo con intelligenza”. È lo slogan della campagna informativa che ha preso il via il 19 luglio, realizzata congiuntamente dai Ministeri della Salute, dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Gli obiettivi dell’iniziativa di comunicazione dei tre dicasteri rispondono a quanto disposto dal TAR del Lazio (con sentenza n. 500/2019):

  • promuovere il corretto uso degli apparecchi di telefonia mobile (telefoni cellulari e cordless);
  • informare sui rischi per la salute e per l’ambiente connessi ad un uso improprio di tali apparecchi.

I tre Ministeri hanno unito, in un tavolo tecnico, le loro competenze e le loro professionalità, anche con la collaborazione degli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, in modo da realizzare una campagna basata su informazioni autorevoli e scientificamente fondate su quattro punti in particolare:

  • esposizione alle onde elettromagnetiche da cellulare e cordless: consigli utili per ridurre l’esposizione, il punto sulla ricerca, i requisiti di sicurezza degli apparecchi e delle stazioni radio base;
  • interferenze delle onde elettromagnetiche sui dispositivi medici: cosa è bene sapere se porti un pacemaker;
  • tutela della salute: consigli utili legati alla distrazione alla guida e mentre si cammina, dati e informazioni sugli incidenti da distrazione;
  • rispetto dell’ambiente: le indicazioni per smaltire correttamente il vecchio cellulare anche presso i punti vendita.

La campagna prevede la diffusione di uno spot sulle reti televisive RAI e di quattro video e quattro infografiche attraverso i social network dei Ministeri.

Punto di riferimento per gli approfondimenti è il sito internet dedicato, dove poter consultare tutti i materiali: www.cellulari.salute.gov.it.

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Vaccini, un enorme giro per tornare al punto di partenza

L’annuncio in anteprima lo ha dato Paolo Siani, eletto in Parlamento col Pd e noto medico pediatra napoletano: “Una prima battaglia per adesso l’ho vinta. Mi sono molto battuto per far capire ai miei colleghi in parlamento che sospendere l’obbligo vaccinale era sbagliato. Il governo adesso in commissione sanità ci comunica che ritira il decreto sui vaccini. Ecco ora per me ha un senso stare in Parlamento”.

Seguono poi le dichiarazioni di Vittoria Baldino e Giuseppe Buompane, delle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio, relatori in quota 5 stelle. L’emendamento che rinviava di un anno l’obbligo di presentare la documentazione che attestasse le fatte vaccinazioni per l’ammissione del proprio figlio a scuola viene cancellato dal Milleproroghe con un altro emendamento presentato in queste ore.

Conclusione della storia: si torna a quanto indicato dalla legge Lorenzin.

Già nella giornata di ieri il preside dell’Associazione Nazionale Presidi aveva auspicato per la cancellazione dell’emendamento.

La pezza a colori?

Si giustifica così la stessa Baldino:

«L’obiettivo è trattare le politiche vaccinali con un provvedimento normativo ad hoc: il ddl che abbiamo già depositato al Senato e di cui si inizierà l’esame nel più breve tempo possibile. Sui vaccini il nostro Paese ha bisogno di una disciplina organica e razionale. Per questo motivo si è deciso di affrontare questo lavoro nello strumento del ddl liberando il Milleproroghe, che assolve a funzioni diverse, da questa incombenza. In questo modo potremo definitivamente superare il Decreto Lorenzin, un testo di carattere emergenziale, causa dei malfunzionamenti e del caos che abbiamo dovuto affrontare fino ad oggi»

Insomma, non sarebbero state le polemiche provenienti da più parti (mondo politico, scientifico, associazionistico) a dettare il dietrofront della maggioranza gialloverde (in questo caso più gialla che verde) ma la necessità di affrontare diversamente il problema delle vaccinazioni obbligatorie. Non come la stessa maggioranza ha fatto, in pratica, con la fretta di inserire questo rinvio nel Milleproroghe.

Nas nelle scuole

Giulia Grillo (foto: Facebook)

Intanto, i Carabinieri del Nas già questa mattina hanno iniziato ispezioni in tutta Italia proprio per verificare che quanto stabilisce la legge Lorenzin sia applicato, in barba alla circolare firmata Grillo – Bussetti che avrebbe permesso ai genitori di autocertificare le vaccinazioni senza ricorrere all’Asl. Da nord a sud si leggono casi di tensione e proteste.

L’azione dei militari dell’Arma di fatto mette un punto al dibattito su quanto una circolare ministeriale possa modificare quanto dettato dalla legge.

Un’enorme, immensa perdita di tempo

Diciamocelo senza fronzoli: dal suo insediamento il Governo gialloverde e la sua maggioranza hanno fortemente puntato sulla questione vaccini strizzando l’occhio al movimento no-vax. Quanto accaduto in queste ore dimostra che invece tanto lavoro è stato fatto in maniera caotica, finendo in vortici di inapplicabilità o smentendo sé stessi. Una enorme perdita di tempo per tornare esattamente al punto di partenza.

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Obbligo vaccinale rinviato di un anno: cosa accade ora

vaccinazione bambini scuola

Nel Milleproroghe in discussione al Senato compaiono e vengono approvati due emendamenti identici, a firma Movimento 5 Stelle e Lega, che di fatto rinviano di un anno l’obbligo a dimostrare le avvenute vaccinazioni all’atto dell’iscrizione a scuola. Nella Camera alta i due emendamenti hanno ottenuto 149 voti a favore contro 110 a sfavore (un astenuto).

Il Milleproroghe cancellerebbe l’ultima circolare firmata Grillo

Argomento sentitissimo da gran parte della base del Movimento 5 Stelle, quello dei vaccini è stato uno dei primi interventi del nuovo esecutivo gialloverde e del Ministro della Salute Giulia Grillo. Tanto è vero che all’incirca un mese fa una circolare a firma della stessa Grillo e di Marco Bussetti, a capo del Miur, stabiliva che l’obbligo vaccinale restava invariato ma – anziché presentare documentazione ufficiale delle Asl – si poteva autocertificare.

Laddove il Milleproroghe, dopo la votazione di tutti gli emendamenti e quella finale, passasse anche alla Camera, questa circolare viene de facto cassata.

Cosa dicono gli emendamenti?

In estrema sintesi, gli emendamenti rinviano di un anno l’obbligo vaccinale. Per l’anno scolastico 2018/19 insomma non c’è bisogno di presentare documentazione di alcun tipo (né delle Asl, né autocertificazioni) per poter iscrivere il proprio figlio a scuola.

Un’inutile complicazione

Ci sono due aspetti da tenere in conto riguardanti questa vicenda.

Giulia Grillo (foto: Facebook)
Giulia Grillo (foto: Facebook)

Il primo riguarda le tempistiche: non è detto, infatti, che il Milleproroghe diventi legge entro settembre, ossia entro l’iscrizione a scuola. In quel caso – e in assenza di decreti d’urgenza – resta in vigore come “regolamento” la circolare Grillo-Bussetti e, quindi, l’obbligo di presentare certificazione e/o autocertificazione delle avvenute vaccinazioni. Anche se la stessa già di per sé era oggetto di critiche e analisi: la circolare andrebbe a modificare quanto stabilito da una legge approvata e questo non è assolutamente scontato sia lecito.

Il secondo riguarda direttamente il ministro Giulia Grillo. Travolta dalle critiche, la Grillo ribadisce: “I bambini dovranno continuare a essere vaccinati e i genitori dovranno ancora presentare le certificazioni“. Se questa è la volontà politica, non si comprende proprio perché incartarsi da soli su un emendamento che strizza l’occhio agli anti-vax oltre ogni ragionevole interpretazione di sorta. Non solo, ma rispondendo a chi la contesta, il ministro Grillo rassicura: “Insieme al ministro dell’Istruzione garantiremo a tutti i bambini immunodepressi, quelli che non possono scegliere se vaccinarsi o meno, l’adeguata collocazione in classi in cui è assicurata la copertura vaccinale. In questo modo dando la priorità a chi non può scegliere rispetto a chi può scegliere di vaccinarsi e decide comunque di non farlo”. Insomma, come incartarsi da soli.

Lo scontro politico e la presa di posizione delle Regioni

L’emendamento non è andato giù nemmeno a due esponenti pentastellati: parliamo della senatrice ed ex biologa Elena Fattori che ha votato contro (“Rispetto la scelta del mio gruppo ma per mia storia personale, professionale e dolorosamente di madre non posso fare altro che dissociarmi dal mio gruppo e esprimere un indignato voto contrario”) e del deputato ed ex chirurgo Giorgio Trizzino (“Non si ritenga che per garantire l’accesso agli asili nido ed alle scuole materne si possa immaginare qualsiasi forma di deroga sull’obbligo a vaccinare i bambini”).

Critiche sono arrivate anche da Pd e Forza Italia, mentre netta è la presa di posizione delle Regioni guidate dall’opposizione.

Più di una Regione – opponendosi a quanto prevede il Milleproroghe – si è già messa all’opera per verificare se esistano i presupposti per aggirare l’eventuale legge nazionale: l’Umbria di Catiuscia Marini…

… e la Campania di Vincenzo De Luca.