La matematica è in assoluto una delle materie in cui i ragazzi italiani hanno maggiori difficoltà. Lo dimostra il livello con cui questi, dopo il percorso di scuola primaria e scuole medie, arrivano alle scuole superiori, licei e istituti tecnici.
Sicuramente c’è da ripensare al percorso di studi, soprattutto al passaggio (ministeriale) tra scuole elementari e scuole medie, che rischia di spezzare l’iter di crescita in itinere e rischia di creare ritardi.
Proprio per questo, c’è bisogno di una classe insegnanti virtuosa. Un corpo docenti capace di trasmettere entusiasmo, coinvolgere e convincere.
La matematica, in primis, prevede che l’insegnante sia capace e competente nella sua materia. Non basta che questo abbia studiato e si sia laureato, e sia un buon pedagogista, ma che mantenga allenata la mente, studi continuamente e poi proponga le sue lezioni agli studenti.
Ma non basta: il maestro di matematica deve essere un vero e proprio supereroe. La passione coi numeri non deve essere monotona ma divertente. Quindi bisogna coinvolgere i ragazzi, e lo si può fare solo trasmettendo il proprio entusiasmo. L’insegnante di matematica che non si entusiasma per ciò che fa non potrà mai coinvolgere i suoi giovani.
C’è poi la formazione continua, e in questo le guide ci vengono incontro. Ecco i nostri suggerimenti.
Nella sezione Shop del nostro portale, destinata ai libri scolastici e ai libri per l’insegnamento, continuano ad arrivare ordini di docenti che decidono di spendere in tomi, guide e volumi didattici il loro bonus Cultura Carta Del Docente da 500 euro.
Ma come spendono questo bonus i docenti? Ecco alcuni dei prodotti più richiesti.
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Kit Guida Scuola Materna si piazza immediatamente dopo. Il set è composto da alcuni dei più interessanti volumi di Del Borgo e Raffaello ed è frutto dell’esperienza sul campo del gruppo editoriale Matacena.
Com’è noto, la scuola primaria è disciplinata dall’art. 4 del Regolamento
sul primo ciclo, approvato con D.P.R. del 20 marzo 2009,n. 89: alle famiglie
possono essere proposti i modelli orari previsti dal citato DPR n. 89/2009 e
dall’art 4 del decreto legge 1 settembre 2008, n. 137, convertito, con
modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169, ricordando che l’organico
complessivo delle classi a tempo normale è determinato sulla base dell’orario
di 27 ore settimanali.
Il modello del tempo scuola definito in 24 ore settimanali può essere
attivato solo in presenza di un numero di richieste tale da consentire la
costituzione di una classe.
L’istituzione scolastica, nell’ esercizio dell’ autonomia didattica ed
organizzativa prevista dal D.P.R. n. 275/99 alla luce delle integrazioni e
modifiche previste dalla legge 107/15, articola il tempo scuola in modo
flessibile, individuando le soluzioni più idonee per il migliore impiego delle
risorse disponibili.
Per quanto riguarda il tempo pieno, come accennato in premessa, con L
145/2018 art. 1 commi 728 e 729 si è prevista una dotazione organica
aggiuntiva, pari a 2000 posti comuni, per incrementare il tempo pieno nella
scuola primaria prioritariamente per le classi prime ed in subordine per classi
successive alle prime per rispondere alle esigenze di ampliamento del tempo
scuola, come definito nello schema di decreto ministeriale – trasmesso per il
previsto parere alla Conferenza unificata – sono indicati i criteri di
distribuzione di tale contingente. Restano, secondo quadro ordinamentale
vigente, comunque confermati l’orario di 40 ore settimanali per classe,
comprensive del tempo dedicato alla mensa, l’assegnazione di due docenti per
classe e l’obbligo dei rientri pomeridiani.
L’ ulteriore attivazione del tempo pieno, ricorrendo a risorse eccedenti
quelle individuate in base alla L 145/2018, è effettuata sempre nei limiti
della dotazione organica complessiva autorizzata nell’ambito dell’organico
dell’autonomia.
Spezzoni orario
Si prevede l’utilizzo, anche nella scuola primaria, degli “spezzoni
orario”, che, unitamente alle ore residuate dalla costituzione di altri posti
(compresi quelli riguardanti l’insegnamento dell’inglese), concorrono alla
formazione di posti interi (organico di diritto) nell’ambito della stessa
istituzione scolastica. Una volta effettuata tale operazione, qualora
nell’istituzione scolastica residuino almeno 12 ore, le stesse possono essere
ricondotte a posto intero per riassorbire l’eventuale soprannumero nell’ambito
dell’organico dell’autonomia, sempre rimanendo nel limite della dotazione
regionale assegnata.
Ovviamente, le risorse di organico devono essere utilizzate
prioritariamente per il mantenimento del modelli orari in atto nella scuola e
assicurare a tutti gli alunni la continuità dell’ orario delle lezioni seguite
nell’anno precedente.
Lingua inglese
L’insegnamento della lingua inglese è impartito in maniera generalizzata,
nell’ ambito delle classi loro assegnate, dai docenti in possesso dei requisiti
richiesti, per le ore previste dalla normativa vigente. A tal fine il dirigente
scolastico, sentito il collegio dei docenti, adotta le soluzioni organizzative
utili a garantire in tutte le classi l’assegnazione di un docente in possesso
dei titoli per tale insegnamento. Solo per le ore di insegnamento di lingua straniera
che non sia stato possibile, coprire attraverso l’equa distribuzione dei
carichi orario, sono istituiti posti per docenti specialisti, nel limite del
contingente regionale. Di regola viene costituito un posto ogni 7 o 8 classi,
sempreché per ciascun posto si raggiungano almeno 18 ore di insegnamento
settimanali.
Religione cattolica
In conformità dell’Accordo modificativo del Concordato lateranense e del
relativo Protocollo addizionale, reso esecutivo con legge n. 121 del 25 marzo
1985, e delle conseguenti intese, l’insegnamento della religione cattolica è
impartito da docenti in possesso dei requisiti richiesti.
Pluriclassi
Si evidenzia che le pluriclassi devono essere attivate solo in caso di
assoluta necessità, in zone particolarmente disagiate; per evidenti ragioni di
carattere didattico e per evitare oggettive difficoltà negli apprendimenti, è
opportuno che le stesse, per quanto possibile, non comprendano tutte e cinque
le classi del corso. In tal senso la dotazione di potenziamento dell’offerta formativa
potrà essere utilizzata anche per lo sdoppiamento di singoli insegnamenti
curriculari.
Discipline motorie
Per quanto attiene, infine, all’attuazione dell’articolo 1, comma 616 della
Legge 205 del 2017 – potenziamento delle discipline motorie nella scuola
primaria- come esplicitato anche nello schema di decreto interministeriale – in
considerazione dei disegni di legge confluiti nel testo approvato alla Camera
il 18 dicembre 2018, al Senato con atto S. 992 ,contenente specifica delega al
Governo per l’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria, si
ritiene opportuno attendere l’esito dell’iter parlamentare.
“La riforma della scuola primaria passa dall’introduzione del maestro di educazione fisica”. L’ha detto il Ministro Marco Bussetti in un’intervista al quotidiano Il Giorno, a proposito dei circa 11 mila docenti necessari nella scuola primaria. “L’introduzione sarà però graduale e riguarderà i prossimi tre anni scolastici”, ha sottolineato il Ministro, che ha anche anticipato un avvio parziale della novità: “I docenti di educazione fisica presenti nelle classi quarta e quinta”. La replica di Marcello Pacifico (Anief): “Le ore dedicate all’educazione motoria non intacchino i programmi curriculari, ma siano aggiuntive. E la novità sia estesa al più presto a tutte le classi della primaria”
Nella scuola primaria, stando a quanto previsto dalla
riforma, saranno introdotti i maestri di educazione motoria alla quale verrà
destinata una classe di concorso ad hoc,
dove saranno collocati dopo avere svolto una selezione riservata a loro. Il
progetto sembrerebbe ad ampio raggio, perché, secondo le anticipazioni fornite anche
nelle scorse settimane dal Ministro Marco Bussetti, grazie all’introduzione del
docente specializzato avremo finalmente “centri sportivi scolastici” e potremo
affidare loro “attività extracurricolari”. L’iter in Parlamento sta andando avanti.
La presenza di docenti specializzati di motoria, in Italia
è fondamentale, anche se, per una buona riuscita dovrebbe essere seguita da
azioni concrete come la creazione – o la ristrutturazione – di infrastrutture
adeguate e locali destinati alle ore di educazione motoria. Nei mesi scorsi, Il
Messaggero aveva fatto riferimento al XV Rapporto sulla sicurezza delle
scuole, realizzato da Cittadinanzattiva, sottolineando che non tutte le scuole
sono dotate di palestre: quasi una su tre, il 28%, non ce l’ha.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief “c’è
bisogno di salvaguardare la salute dei nostri studenti fin dai primi anni di
formazione scolastica. Pensare che per decenni questo non si è potuto
realizzare solo per mere ragioni di risparmio, la dice lunga sulla lungimiranza
dei nostri governanti. La volontà di introdurre la disciplina di educazione
motoria anche nel primo ciclo di studi va accolta con soddisfazione, ma
bisognerebbe estenderla a tutte e cinque le classi, non solo alla quarta e alla
quinta come annunciato dal Ministro Bussetti”.
“Il nostro auspicio – osserva Pacifico – è che le ore
dedicate all’attività fisica e allo sport non intacchino l’attuale orario
curriculare della primaria, ma siano aggiuntive. E che le lezioni di educazione
motoria si possano svolgere in istituti dotati di spazi adeguati. Come si fa a
svolgere attività fisica se tre scuole su dieci non sono dotate di palestre? E
siamo sicuri che negli altri sette istituti le palestre siano a norma? Noi abbiamo
qualche dubbio. Se poi si parla di attività fisica di qualità, allora bisogna
anche dotarsi di attrezzature e arredi adeguati. Non basta annunciare
l’introduzione degli insegnanti di motoria se non si mettono questi nelle
condizioni di lavorare bene. Servono investimenti perchè tutti possano operare
in sicurezza. Il governo non può eludere queste criticità, altrimenti l’innovazione
sarebbe soltanto parziale”, conclude il sindacalista autonomo.
Si avvicina la data di scadenza delle iscrizioni online per l’anno scolastico 2019/2020. Sarà possibile registrarsi al sito ed effettuare l’iscrizione alle classi della scuola primaria e secondaria soltanto fino al 31 gennaio 2019 alle ore 20.00. Si tratta di una tappa obbligatoria per le scuole statali e facoltativa per le scuole paritarie. La fase di avvio all’iter digitale è attiva dal 7 gennaio, come anticipato dalla notizia sull’apertura delle iscrizioni.
Come si effettuano le iscrizioni?
Prima di tutto bisogna registrarsi al portale. La registrazione deve essere effettuata da un genitore o da chi esercita la potestà genitoriale. Chi è già registrato non deve effettuare di nuovo l’operazione. Poi, bisogna accedere con l’identità digitale SPID (Sistema Pubblico di Identità Culturale) al portale http://www.istruzione.it/iscrizionionline/ e scegliere le preferenze fino a un massimo di tre. Ad ognuna va associato un codice che è possibile trovare attraverso Scuola in Chiaro.
Scuola in Chiaro
Come riportato in precedenza, il Miur ha messo a disposizione il portale Scuola in Chiaro per trovare facilmente le informazioni sulla scuola scelta e confrontarle con quelle di altri istituti del territorio. Tra i criteri di selezione più importanti bisogna tenere conto di vari fattori, come sottolinea GreenMe. Ecco i più importanti: distanza, attività extra scolastiche, lingue, diversità, rapporto alunni/insegnanti e partecipazione familiare.
Informazioni sulle Iscrizioni
Mondo Docenti ha seguito attentamente le varie fasi del percorso. Per chi se le fosse perse e necessita di maggiori informazioni riportiamo di seguito i link:
“Due ore settimanali di educazione motoria alla scuola primaria. Oggi, con l’approvazione in prima lettura alla Camera del disegno di legge delega, abbiamo segnato un primo, importante passo verso l’introduzione dello sport già nel primo ciclo di istruzione. Un’operazione storica, che ci consentirà di dare vera dignità alla pratica sportiva e di diffondere l’educazione ai corretti stili di vita a partire dai bambini più piccoli”.
Così il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, ha commentato, attraverso una nota stampa, l’approvazione in prima lettura alla Camera del testo unificato delle proposte di legge in materia di insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria.
Il Ministro sottolinea come “il Governo sia stato a fianco di tutte le forze parlamentari promotrici, reperendo le risorse finanziarie occorrenti, per favorire il percorso parlamentare. Si tratta di un risultato non scontato – aggiunge il Ministro – trattandosi di una materia più volte affrontata ma mai portata a compimento. Basti pensare che nel testo approvato oggi alla Camera confluiscono cinque diversi testi di legge presentati nel corso degli anni. Tengo a ringraziare le forze di maggioranza, che hanno voluto trovare una sintesi, e quelle di opposizione che non hanno fatto mancare il loro appoggio a un’iniziativa fondata su un intento comune a tutti: il benessere e la crescita sana dei cittadini più giovani”.
“Ora – conclude Bussetti – la parola passa al Senato, dove mi auguro che i lavori proseguiranno con lo stesso spirito di collaborazione e dove l’impegno sarà volto a migliorare ulteriormente il provvedimento e a potenziare gli interventi già previsti”.
“Pensare di introdurre delle ore di educazione civica obbligatoria già nella scuola dell’infanzia con alcuni progetti e dalla primaria con 33 ore annuali obbligatorie è un’idea convincente, ma a due condizioni: quelle ore devono essere aggiuntive e riguardare anche la storia europea”: a sostenerlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, a commento della proposta di legge che sarà presentata alla Camera nel prossimo mese di gennaio 2019, con l’impegno del Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti di seguirne l’iter per giungere presto all’approvazione.
“Introdurre delle ore di scuola sull’educazione civica è un passaggio fondamentale per contrastare la deriva di aggressività ed intolleranza che si è venuta a determinare negli ultimi anni, anche all’interno degli istituti scolastici. Tuttavia, si deve trattare di un aumento di offerta formativa e non certo di una sottrazione di altre, come invece sembrerebbe voler fare il Miur. Si tratterebbe, in questo caso, di un travaso di 33 ore annuali da una disciplina all’altra. In particolare, non avrebbe alcun senso sottrarre delle ore a Storia: prima di tutto perché già ingloba nei suoi programmi questo genere di contenuti e poi perché, semmai, la Storia va potenziata, non certo ridotta”.
Il sindacalista, che solo pochi giorni fa ha espresso questi concetti a Lisbona, nel corso del convegno Accademia Europea Cesi su Horizon 2025, sostiene anche che nel pacchetto aggiuntivo di educazione civica debba essere presente la costruzione dello Stato di diritto: “partendo dalle Carte fondamentali e dai Trattati Europei, ha già trovato un’ossatura importante nelle diverse direttive che regolano la nostra vita – ricorda Pacifico -: occorre che le nuove generazioni conoscano la storia europea e le regole che la governano fin dal Duecento, perché mai come oggi questi contenuti si intrecciano con lo studio della storia, del pensiero, dell’economia, della società e di nostri valori comuni da rintracciare”.
“In Italia – si legge nella nota diffusa dal sindacato – l’attuale governo sembrerebbe più attratto da progetti che puntano ad una didattica sempre più localistica, sulla spinta di impulsi che portano alla regionalizzazione piuttosto che all’allargamento dei confini”.
“Sapere da dove arriviamo – dice ancora il leader Anief – significa conoscere il rapporto di alterità-identità ed è compito di noi educatori ricostruire un legame senza il quale nessuno si può riconoscere pienamente in quel progetto di pace e giustizia, in primo luogo sociale, che vuole e deve essere l’Europa dei nostri Padri fondatori. Bisogna sentirsi fieri di essere cittadini europei, dentro uno spazio che dal nome stesso di Europa, principessa libanese, ci rimanda a uno ben più ampio, euro-mediterraneo, rispetto anche a quello descritto da Braudel, comunque aperto e non di frontiera. Ecco perché quando si parla di cittadinanza e costituzione non ci si deve fermare alle barriere nazionali”.
Anief attiva il ricorso specifico per personale educativo, così da permettere la sua partecipazione al concorso riservato: possono aderire coloro che sono in possesso del titolo abilitante per il Personale Educativo e che intendono prendere parte al concorso riservato agli abilitati con due anni di servizio, limitatamente ai soli posti per la scuola primaria. I ricorrenti devono comunque aver svolto due annualitàdi servizio con almeno 180 giorni per anno nella scuola primaria o come personale educativo.
Il ricorso sarà proposto presso il Tar del Lazio, avverso l’esclusione del personale educativo dal concorso riservato agli abilitati con due anni di servizio per posti della scuola primaria.
“Il bando di concorso – commentano dal sindacato – pone dei paletti che equivalgono a estromettere una grossa fetta di abilitati: per tale ragione, il giovane sindacato ha attivato una serie di ricorsi che vogliono tutelare i diritti degli esclusi attraverso la partecipazione al concorso riservato. Ilconcorsoconsisterà in una prova d’esame orale e non selettiva, con una durata massima di 45 minuti: 30 minuti di simulazione di lezione, provvista di spiegazione circa le scelte contenutistiche, didattiche e metodologiche compiute e 15 minuti di colloquio, vertentesui contenuti della lezione e sulla valutazione della lingua straniera. Tale prova comporterà la stesura di graduatorie che porteranno alle immissioni in ruolo”. Per partecipare al concorso bisogna fare domanda on line tramite il sistema ministeriale ‘Polis’ – Istanze On Line – dalle ore 9.00 del 12 novembre alle 23.59 del 12 dicembre.
In un panorama vasto e variegato di offerte di lettura didattiche per bambini, irrompe una piccola tartarughina che corre libera verso il mare.
Il simbolismo restituisce immediatamente il valore della metafora: uscire dal guscio, prendere il largo, conquistare la libertà.
La collana “Le tartarughe marine” è l’innovativa idea rivolta ai bambini dai tre anni in su del Gruppo Editoriale Tresei, tra i leader in Italia per quanto riguarda i volumi didattici.
L’obiettivo di questa collana è accompagnare i bambini dall’infanzia alla preadolescenza. Lo fa attraverso storie che affrontano temi importanti, appassionando e incoraggiando a uscire dal guscio simbolico di sé stessi per aprirsi con fiducia al mondo.
Il progetto è composto da:
– ? albi illustrati per i bambini dai 3 anni alle prime letture autonome;
– ? libri di narrativa per i bambini dai 7 anni;
– ? opuscoli per i genitori con suggerimenti e consigli psicopedagogici;
– ? due guide didattiche, una per la Scuola dell’Infanzia e un’altra per la Primaria.
Nel mese di maggio 2019 si terranno le prove Invalsi 2019 per gli allievi di scuola primaria: interessati sono le classi II elementare e V elementare.
Il calendario prove Invalsi 2019
Per la II elementare il calendario è il seguente:
6 maggio 2019: prova di italiano; nello stesso giorno solo per le classi campione ci sarà anche la prova di lettura;
7 maggio 2019: prova di matematica.
Per la V elementare invece il calendario è il seguente:
3 maggio 2019: prova di inglese;
6 maggio 2019: prova di italiano;
7 maggio 2019: prova di matematica.
A differenza dei colleghi più grandi, che affronteranno le prove in digitale, per i ragazzi delle scuole primarie la prova sarà esclusivamente cartacea.
Arrivare preparati alla prova Invalsi
I test Invalsi stanno diventando un importante parametro di valutazione della bontà della didattica, fornendo un quadro abbastanza chiaro sulla situazione italiana (si veda il Rapporto dello scorso anno).
Arrivare preparati alla prova Invalsi è importante quindi per valutare quanto di buono è stato fatto nell’anno scolastico. C’è da tenere in conto, chiaramente, anche ciò che riguarda il sostenere una prova – che va oltre la didattica e riguarda l’approccio col test da parte del bambino. Quindi, una buona preparazione mirata alla prova è fondamentale perché la stessa fornisca un esito reale, tangibile e credibile.
Libri per prepararsi alla prova Invalsi 2019
Le case editrici di libri scolastici offrono una ottima rosa di volumi tra cui scegliere per le insegnanti. Tra questi segnaliamo:
Tresei: gli eserciziari Invalsi della Tresei affrontano un percorso graduale, che inizia dalla prova d’ingresso con svolgimento guidato, che aiuta il bambino a riflettere sul ragionamento sotteso alla risoluzione dei quesiti, per proseguire con delle prove via via più complesse e articolate, fino a quelle ufficiali previste dal MIUR, con cui svolgere delle vere e proprie verifiche simulate.
Il Capitello: la collana Verso la Prova Invalsi è realizzata con lo scopo di accertare,consolidare e verificare le competenze secondo le modalità INVALSI, offrendo un ulteriore strumento oggettivo di valutazione, nell’ambito del curricolo verticale. Importante anche Easy Invalsi, ottimo strumento per la preparazione in lingua inglese.
Raffaello: ottima soluzione per la preparazione degli allievi, l’Invalsi Unico in un solo volume unisce Matematica e Italiano. I testi propongono un percorso graduale, per accompagnare l’alunno verso la prova INVALSI ufficiale.Questo sempre con le guide per il docente, un utile strumento per la correzione (con tutte le soluzioni) e la valutazione delle prove.
Se siete interessati, trovate discreti cataloghi (anche online) di libri per l’Invalsi.
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