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Regionalizzazione, parla il ministro Boccia: “La Scuola è dello Stato”

Francesco Boccia (foto Fb)

Sull’autonomia scolastica “non c’è nessun margine di trattativa”, almeno per quel che riguarda i “concorsi dei docenti, come hanno chiesto alcune Regioni, perché la scuola è dello Stato e ha un profilo unico”: è categorico il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, parlando di autonomia regionale declinata alla scuola a margine di un incontro a Trieste. Per lui la regionalizzazione degli istituti scolastici è un’idea sbagliata che va rigettata, anche per il rischio dei tanti ricorsi, singoli e collettivi, che comporta.

BOCCIA: LA SCUOLA È NAZIONALE E UNICA

A proposito di “alcuni temi – ha aggiunto Boccia – come la continuità didattica fino all’organizzazione (per esempio la chiusura o no di un plesso in un piccolo comune), stiamo ragionando con il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, se a fronte di un concetto chiaro, cioè che la scuola è nazionale e resta unica, si possano concedere la possibilità ai Presidenti di definire il numero di studenti in una scuola o in una classe dentro un range che si definisce al Centro”. Quindi, ha riassunto, “‘sì’ su alcune cose organizzativo-gestionale, ‘no’ a una scuola che cambi profilo. Lo dice la Costituzione”.

IL MESSAGGIO DEL MINISTRO

La posizione del ministro degli Affari regionali appare quindi, senza se e senza ma, nettamente contraria all’iniziativa legislativa avviata nel passato Governo per introdurre l’autonomia differenziata, anche per l’attuazione di una serie di servizi pubblici, a iniziare dalla scuola. Quello di Francesco Boccia sembra un messaggio inviato non solo all’opinione pubblica ma anche ai governatori di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, che si sono detti più volte favorevoli.

E la conferma di ciò sono le prossime elezioni amministrative dell’Emilia Romagna, che secondo Orizzonte Scuola, si giocheranno proprio sul terreno dell’autonomia differenziata per la scuola: una possibilità che ha da subito scatenato i sindacati, il quali, dopo avere organizzato assemblee e riunioni per informare il personale sugli effetti nelle scuole della autonomia differenziata, tra le varie iniziative contrarie hanno anche avviato una petizione su change.org”.

IL PARERE DEL PRESIDENTE ANIEF

Marcello Pacifico, leader dell’Anief ribadisce l’importanza di “non lasciare indietro le regioni dove l’apprendimento medio è più basso, come indicato dagli ultimi dati Invalsi, pubblicati ad inizio estate, dai quali si evince che se continuiamo ad assegnare gli organici alle scuole non in base alle esigenze del territorio (più alunni per classe specie nelle aree svantaggiate, ad alto flusso migratorio e di dispersione scolastica, nelle zone a rischio), ma alla mera suddivisione numerica, il risultato che ne consegue è decisamente pessimo”.

“Allo stesso modo – conclude il sindacalista autonomo -, occorre riuscire a legiferare il modo per garantire risorse aggiuntive finalizzate a premiare il personale scolastico, docente e Ata, che opera per i giovani in condizioni pietose, estendendo il doppio canale a graduatorie di istituto provinciali. Come servirebbe anche l’introduzione di nuovi profili superiori per il personale Ata, permettendo loro in tal modo una forma, seppure minima, di carriera”.

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Regionalizzazione, in Emilia Romagna si apre consultazione lavoratori

aula generica esami maturità 2019

In Emilia Romagna parte la consultazione dei lavoratori da parte dei sindacati in vista delle elezioni. Il progetto di regionalizzazione della scuola non è definitivamente naufragato con la caduta del Governo composto da M5S e Lega, durante il quale Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna hanno chiesto con forza la sua approvazione: la conferma arriva da quanto sta accadendo in vista delle prossime elezioni amministrative dell’Emilia Romagna, le quali, secondo Orizzonte Scuola, si giocheranno proprio sul terreno dell’autonomia differenziata per la scuola. 

La petizione dei sindacati e la posizione dei Governatori

Il tema rimane caldo dopo gli interventi del ministro Boccia e la presentazione di un nuovo testo che è stato bocciato a priori dai Governatori della Lega. Ad esempio, Attilio Fontana “si dice pronto ad una legge regionale per garantire la continuità didattica dei docenti sul territorio”, mentre dal Corriere.it si apprende il lancio di una petizione su change.org nelle scuole da parte dei sindacati riguardante tutto il personale scolastico. Già da mesi sono in corso di organizzazione assemblee e riunioni per informare il personale sugli effetti nelle scuole della autonomia differenziata. I sindacati mettono l’accento sul fatto che in molti casi non si conoscono fino in fondo tutti gli aspetti della regionalizzazione e ribadiscono il principio che la scuola debba rimanere un punto di unità nazionale. Proprio per approfondire taluni aspetti, il mese scorso, anche l’Anief ha promosso un convegno a Verona, alla presenza dell’assessore regionale Donazzan, della responsabile scuola del PD, Sgamabato del presidente nazionale Pacifico, con ispettori dell’USR. 

Le sentenze della Consulta

Anief rammenta come la sentenza n. 76/2013 della Consulta abbia ricordato il rispetto necessario del secondo comma dell’articolo 117 della Costituzione, quando una Regione ha chiesto più autonomia sulla scuola. Inoltre, altre due sentenze ribadiscono come il personale Ata e dirigente debba fare capo allo Stato (nn. 147/2012, 37/2005). Anche laddove il personale è da anni transitato nella Provincia autonoma di Trento, tra l’atro territorio a statuto speciale, la sentenza n. 242/2011, della stessa Corte Costituzionale ha posto dei paletti stringenti su ricorso promosso proprio dall’Anief in merito alla valutazione di punteggi nel reclutamento del proprio personale docente, diversi da quelli concordati con lo Stato a livello nazionale.  

Il commento del presidente Anief

“Gli ultimi dati Invalsi, pubblicati ad inizio estate – dice il sindacalista Anief, Marcello Pacifico – ci dicono che occorre procedere esattamente al contrario: assegnando organici alle scuole in base al bisogno del territorio (meno alunni per classe specie nelle aree svantaggiate, ad alto flusso migratorio e di dispersione scolastica, nelle zone a rischio), risorse aggiuntive per premiare quel personale che agisce in un contesto oggettivamente più difficile, estendendo il doppio canale a graduatorie di istituto provinciali”. 

“Anche permettere l’introduzione di nuovi profili superiori per il personale Ata, permettendo così pure una forma di carriera fino ad oggi boicottata sul nascere. La valorizzazione del personale è legata a un problema di stipendi, congelati a livello nazionale, e non certo ai contributi che lo Stato invia ad ogni regione per sostenere le scuole e la loro autonomia già esistente”, afferma Pacifico. 

Secondo in presidente Anief, “invece di creare scuole di serie A e B, a seconda di dove sono collocate, bisogna dare sostegno alle Regioni in ritardo, al fine di fare loro recuperare quel ritardo strutturale esistente, lottare contro la dispersione e l’abbandono dei banchi. Il ruolo dello Stato come garante del diritto all’istruzione, su tutto il territorio nazionale, con il reclutamento del personale docente, dirigente e Ata regolato da norme nazionali, non può essere abdicato”. 

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Regionalizzazione: Donazzan, Sgambato e Pacifico a confronto a Verona

aula scuola generica

La regionalizzazione nella scuola non è applicabile, sì invece ad una maggiore autonomia scolastica. Sono alcune delle risposte emerse nel corso di una tavola rotonda organizzata da Anief Veneto e Verona su “Scuola e Regionalizzazione” presso il Liston 12 di Piazza Bra.

All’incontro pubblico era presente l’assessore alla formazione e istruzione Regione Veneto Elena Donazzan, la responsabile Istruzione del Partito Democratico, l’on. Camilla Sgambato, e il presidente nazionale del sindacato Anief Marcello Pacifico. 

Il sindacalista autonomo ha ricordato che “l’ultima volta che la Regione Lombardia ha legiferato sul reclutamento dei docenti è stata bocciata dal giudice delle leggi”. Quindi, ha puntato il dito sul problema prioritario della scuola: “Vanno affrontate con coraggio e risorse adeguate le tante problematiche, come il reclutamento, il sostegno agli alunni disabili, il precariato con numeri record, gli stipendi fortemente inadeguati e divorati dall’inflazione”. 

“L’obiettivo, non dimentichiamo, è realizzare sempre – ha continuato il sindacalista a capo dell’Anief -un’istruzione ottimale, di cui possano usufruire tutti gli studenti italiani. La scuola è già da vent’anni per legge sufficientemente autonoma: deve solo avere più sostegno dallo Stato e dalle Regioni, in generale degli enti locali, per rispondere alle esigenze del territorio, a partire da quelli più svantaggiati, con alunni difficili, alloglotti, laddove vi sono alti tassi di dispersione e gli apprendimenti sono più bassi, come indicato dagli ultimi dati Invalsi, pubblicati a inizio estate”. 

Pacifico ha anche rammentato che perfino dove il personale è da anni transitato nella Provincia autonoma di Trento (territorio a Statuto speciale), con la sentenza n. 242/2011, la Corte Costituzionale ha posto dei paletti stringenti su ricorso promosso proprio dall’Anief in merito alla valutazione di punteggi nel reclutamento del proprio personale docente, diversi da quelli concordati con lo Stato a livello nazionale.  

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