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Bonus merito sia assegnato solo ai docenti, l’appello della Gilda alle RSU

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La Gilda degli Insegnanti lancia un appello alle Rsu docenti affinché non firmino le contrattazioni di istituto che assegnano i fondi del bonus merito a tutti i lavoratori della scuola. “Con questa iniziativa – spiega il sindacato – intendiamo ribadire la specificità e la centralità della professione docente che non può essere assimilata a mere funzioni impiegatizie. Pur se nell’ambito della contrattazione d’istituto, dunque, le somme che la legge 107/2015 aveva previsto per il bonus merito devono essere comunque destinate ad incentivare le attività degli insegnanti e non distribuite a tutto il personale scolastico. Il bonus, infatti, non è erogato con criteri uguali in tutte le scuole: non stiamo parlando dei differenti criteri del vecchio Comitato di valutazione, ma dell’inedita distribuzione fra docenti e Ata di questa risorsa, stanziata, occorre ricordarlo, per la valorizzazione dei docenti”.

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“Assegnare le risorse del merito confluite nel Fis a tutto il personale scolastico significa far venire meno anche il riconoscimento della didattica a distanza e di tutte le difficoltà che ha comportato. In tal senso, riteniamo ingiusto che il cosiddetto ‘lavoro agile’ sia riconosciuto come modalità di prestazione del servizio soltanto al personale amministrativo e non anche agli insegnanti che, grazie al loro impegno e alla loro professionalità, hanno continuato a garantire il diritto all’istruzione ai loro alunni”.

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Che fine ha fatto il bonus Merito? La Gilda interroga la Funzione Pubblica

Rino di Meglio

“Sono trascorsi tre mesi dall’incontro del 10 febbraio al Ministero dell’Istruzione sul bonus merito, ma ancora nulla si sa del parere che l’Amministrazione si era impegnata a chiedere alla Funzione Pubblica per chiarire l’applicazione della norma della legge di Bilancio secondo cui le somme diventerebbero oggetto di contrattazione integrativa in favore del personale scolastico senza ulteriore vincolo di destinazione”. A richiamare l’attenzione sulla questione è la Gilda degli Insegnanti con una nota stampa.

Rino di Meglio
Il coordinatore della Gilda degli Insegnanti Rino Di Meglio

“Il Ministero dell’Istruzione ci assicurò che avrebbe interpellato Palazzo Vidoni in tempi celeri e concludemmo la riunione aggiornandoci a un successivo incontro appena fosse giunta la risposta. Eppure da allora tutto tace, forse anche il parere della Funzione Pubblica è in lockdown”, spiega il sindacato che ha inviato un sollecito al ministero guidato da Fabiana Dadone.

La Gilda coglie l’occasione per ribadire che le somme, pur se nell’ambito della contrattazione d’istituto, devono essere comunque destinate ad incentivare le attività degli insegnanti e non distribuite a tutto il personale scolastico. “Si tratta di risorse originariamente indirizzate ai docenti e dirottarle verso tutti i lavoratori della scuola non è un atto di democrazia, ma la dichiarazione che il docente è funzione residuale nel processo dell’insegnamento. Idea a cui la Gilda si è sempre opposta e sempre si opporrà”, conclude il sindacato.

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Bonus merito,Gilda: “Nuovo confronto al Miur”

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Il giorno 10 febbraio alle ore 15.30 si sono riunite le delegazioni delle OO.SS. firmatarie di contratto e l’Amministrazione. Per l’Amministrazione erano presenti il Direttore Greco, la dott.ssa Busceti e la dott.ssa Capasso.

Il Direttore Greco ha comunicato alle OOSS che, dopo l’approfondimento richiesto nella precedente riunione, l’Amministrazione sarebbe addivenuta alla conclusione che l´art. 1, comma 249, della Legge 27 dicembre 2019, n. 160 “Bilancio di previsione dello Stato per l´anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022”, ha introdotto la definalizzazione delle somme del “bonus merito”. Tuttavia, al fine di avere certezza sull’applicazione della norma, ritiene di dover chiedere un parere al Ministero della Pubblica Amministrazione con l’impegno a definire nel più breve tempo possibile le indicazioni per le scuole.

La Gilda degli Insegnanti ha preso atto che l’Amministrazione ritiene definitivamente abolito il “bonus merito” che la FGU-Gilda degli Insegnanti ha osteggiato e contrastato fin dalla sua approvazione (legge 107/2015). Ha spiegato che a questo punto anche la presenza nei Comitati di valutazione di genitori e alunni non ha più alcuna giustificazione, per questo chiede che si intervenga per ripristinare la originaria composizione (ex art. 11 del Testo unico 297/1994) con i soli Dirigente scolastico e docenti.

“La nostra delegazione – spiega la Gilda degli Insegnanti – ha ribadito che le somme del bonus merito dovranno essere utilizzate per il rinnovo contrattuale e dovranno servire ad aumentare gli stipendi dei docenti”.

Le delegazioni hanno concordato di rivedersi al più presto, quando arriverà la risposta del Ministero della Pubblica Amministrazione.

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Bonus merito, la Gilda: “Destinarlo a stipendio docenti”

Rino di Meglio

“Se l’abolizione del bonus docenti come metodo premiale rappresenta una buona notizia, non possiamo dire altrettanto della decisione di farne confluire le risorse nella contrattazione d’istituto senza vincolo di destinazione. Si tratta di soldi stanziati specificamente per i docenti e a loro devono restare, impiegandoli dunque per aumentare solo ed esclusivamente i loro stipendi e non quelli di tutto il personale della scuola”. Ad affermarlo, in vista del rinnovo contrattuale, è la Gilda degli Insegnanti, la quale paventa il rischio che anche per quanto riguarda la card del docente venga proposta la stessa intenzione.

“Concordiamo tutti sull’esiguità degli stipendi del personale Ata, decisamente troppo bassi e non proporzionati agli aumenti dei carichi di lavoro che gravano sulle segreterie delle scuole – prosegue la Gilda – ma la soluzione per superare questa indecorosa situazione non è imporre forme di pseudo solidarietà tra i lavoratori, togliendo ai cosiddetti più ‘ricchi’ per dare ai più poveri. Spalmare su tutto il personale queste risorse concepite soltanto per gli insegnanti, oltre a rappresentare un’ingiustizia, – conclude il sindacato – comporta il rischio, tutt’altro che peregrino, di vederle utilizzate in contrattazione di istituto per premiare i vari staff legati alla dirigenza. Una prospettiva che la Gilda rifiuta e contrasta”.

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Stipendio docenti, la Gilda lancia una petizione per reindirizzare il bonus merito

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (foto: wikicommons)

“Scongelare” lo scatto di anzianità del 2013 e incrementare gli stipendi dei docenti utilizzando anche le risorse destinate dalla famigerata legge 107/2015 al finanziamento del bonus merito. 

Questa l’intenzione della Gilda degli Insegnanti che tra gli obiettivi del 2019 rilancia uno dei temi più “sentiti” dall’intero comparto scuola. In che modo? Attraverso una petizione il cui destinatario è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Le firme verranno raccolte in tutte le scuole d’Italia e parallelamente sul web, attraverso la piattaforma Change.org.

“Negli ultimi anni – spiega il sindacato attraverso il suo ufficio stampa – i docenti hanno subito una sostanziale diminuzione di prestigio, anche a causa della significativa riduzione del potere di acquisto degli stipendi. Buste paga sempre più leggere hanno portato gli insegnanti italiani a diventare fanalino di cosa nell´impietoso confronto con tutti gli altri dipendenti pubblici e con gli insegnanti degli altri Paesi europei”.

La situazione europea

Che negli altri Paesi UE le cose vadano diversamente è un fatto ormai conclamato. Secondo i dati Ocse ed Eurydice citati dalla Gilda, gli stipendi dei docenti in Germania sono praticamente il doppio rispetto a quelli italiani, per tutti i gradi di scuole e per tutte le anzianità, e molto al di sopra della media europea; anche in Spagna le retribuzioni, soprattutto quelle iniziali, si collocano al di sopra della media europea. La Francia ricalca l’andamento europeo, ma con le retribuzioni intermedie più basse, mentre l’Italia si mantie-ne allineata al livello europeo fino all´anzianità di servizio di 15 anni ma segna un netto calo a fine carriera.

“Per cambiare questa situazione indecorosa – afferma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti – occorre investire maggiori risorse nel rinnovo del contratto, a partire dai fondi del bonus merito”. Bonus merito che, sempre secondo Di Meglio: “Non è un sistema che consente di premiare un bravo insegnante: è un incremento del fondo di istituto con soldi messi a disposizione del dirigente per premiare chi fa progetti”.

“Noi abbiamo proposto – spiega Di Meglio – che le somme stanziate con la legge 107 per il bonus merito vengano utilizzate per dare un minimo di incremento di stipendio agli insegnanti. Se ci sono soldi, che non vengano sprecati. Riguardo, poi, allo scippo dello scatto di anzianità 2013, la Gilda sottolinea che il blocco ha effetti su tutti perché ha spostato in avanti di un anno la progressione, con danni consistenti e irreversibili su stipendio e previdenza stimabili mediamente in 7000 euro nell’arco della carriera lavorativa”.

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Bonus merito anche per i precari: gli emendamenti Anief

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Il bonus merito introdotto nel 2015 con la Buona scuola “deve essere allargato a tutto il personale docente, anche precario, perché spesso coinvolto dal Collegio dei Docenti in tutte quelle attività oggetto di valutazione da parte del dirigente scolastico, e dalle attività formative da esso predisposte, unitamente al personale ATA ed educativo, la cui formazione è predisposta nel PTOF”. Sono due le proposte emendative illustrate da Anief in I e VIII Commissione del Senato al Decreto Legge Semplificazioni. 

Marcello Pacifico (Anief-Cisal) dichiara: “Escludere a priori centinaia di migliaia di lavoratori è stato un atto inappropriato, perché si è negata l’assegnazione del bonus merito e dell’aggiornamento del personale coinvolto in alta percentuale in progetti a supporto della didattica e per promuove attività di svariato genere. Ancora di più se pensiamo che il precariato scolastico in Italia copre quasi il 15% del corpo docente e al fatto che tra il personale Ata vi sono oltre 200 mila lavoratori e che gli educatori dei convitti sono nel contratto inquadrati come dei maestri di scuola primaria”.

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Bonus merito a settembre per i docenti, esteso anche ai precari

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Il bonus merito per i docenti sarà erogabile già dalla busta paga di settembre. In questi giorni infatti si sta procedendo all’accreditamento dei soldi alle scuole. Quindi già da settembre le segreterie potranno erogare il bonus sulle buste paga dei docenti.

Le risorse verranno ripartite come sulla scorta dell’intesa tra i sindacati e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca siglata il 25 giugno 2018.

Cos’è il Bonus Merito?

Il bonus merito è un riconoscimento economico stanziato e voluto dal Miur e destinato a quei docenti che si sono distinti nel corso dell’anno per la qualità del loro insegnamento. Si riconosce così economicamente il lavoro di alcuni insegnanti che si sono particolarmente distinti nel loro operato, tenendo conto anche di alcuni fattori come in contesto sociale in cui operano.

La discrezionalità è a carico del dirigente scolastico, ed è da considerarsi come una retribuzione accessoria e variabile.

Il bonus esteso anche ai docenti precari

Tra le novità più importanti dell’ultimo accordo raggiunto c’è l’estensione del bonus anche a chi ha un contratto a tempo determinato.

Le risorse a disposizione per il bonus merito per i docenti

L’importo disponibile passa a 130 milioni nel 2018, settanta milioni in meno rispetto alle altre annualità. Il calo è dovuto al fatto che si è attinto da questi fondi per permettere l’aumento stipendiale base dei docenti, da un minimo di 85.50 euro a un massimo di 110.70 euro lordi.

A pieno regime si arriverà a 160 milioni di euro, da ripartire per tutte le scuole.