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CGIL e FLC sulla riapertura del 7 gennaio: “Prima la salute”

“La salute del personale e degli studenti deve essere tutelata. Chiediamo immediata convocazione di un tavolo nazionale per monitorare la situazione e valutare i provvedimenti necessari”. È quanto si legge in una nota congiunta di CGIL nazionale e FLC CGIL.

“Ad oggi un provvedimento del Governo prevede la riapertura delle scuole il 7 Gennaio 2021, con gli alunni della scuola secondaria al 50%. Da sempre chiediamo la riapertura in presenza, con le necessarie tutele in materia di salute e sicurezza”. “Attualmente – prosegue la nota – siamo di fronte a contesti e realtà fortemente differenziate, non solo tra territorio e territorio, ma anche tra scuola e scuola, ecco perché sono necessari monitoraggi e strumenti flessibili finalizzati a fornire le giuste risposte alla varietà delle situazioni, valorizzando l’autonomia delle istituzioni scolastiche e fornendo le risorse necessarie”.

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Cgil e FLC denunciano che “il Governo è in ritardo su tutta una serie di provvedimenti che chiediamo da mesi, e se ne deve assumere la responsabilità”. “Ad oggi non conosciamo e non sono stati resi pubblici i dati sui contagi nelle scuole: l’Esecutivo ha il dovere di dirci se e quanto la scuola in presenza ha contribuito ai contagi. Occorre – continuano – dare informazioni più precise sull’uso dei dispositivi di sicurezza e garantire una fornitura adeguata degli stessi per tutte le scuole”. Il sindacato chiede poi di “aggiornare tempestivamente i protocolli sulla sicurezza, a partire da quello nazionale” e di “inserire altrettanto tempestivamente il personale della scuola nel piano vaccinale nazionale”. Si sottolinea poi che “non è ancora stata  creata una corsia preferenziale per la scuola sull’effettuazione dei tamponi e dei tracciamenti, dove questo avviene è solo grazie a iniziative locali e non all’interno di un sistematico intervento del sistema sanitario nazionale”. Infine per quanto riguarda gli interventi sul sistema dei trasporti, “sono previsti in maniera non omogenea nel Paese e non ovunque si danno risposte adeguate”.

Nel comunicato congiunto si ricorda che “FLC e Cgil in una lettera del 2 dicembre scorso avevano sollecitato i Ministri dell’Istruzione e della Sanità a dare risposte tempestive e soddisfacenti su queste ed altre tematiche, ma ancora una volta scontiamo ritardi, carenze e disomogeneità di intervento. Per questo – ribadiscono – chiediamo la convocazione immediata di un Tavolo Nazionale, prima del 7 Gennaio 2021, che permetta l’individuazione delle problematiche di sistema e metta in condizioni i territori e le scuole di dare le risposte più adeguate, anche in termini di tempistica, ai fini della necessaria riapertura. La scuola – concludono – potrà riaprire solo se le condizioni di sicurezza saranno garantite”.

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Anche Conte lo ammette: in Italia gli stipendi dei docenti sono bassi

Nel corso della consueta conferenza stampa di fine anno, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha affrontato anche i temi più ricorrenti siulla scuola e in particolare sugli stipendi degli insegnanti: “Il mio stipendio da professore universitario – ha ricordato Giuseppe Conte – era molto più modesto rispetto ad altri Paesi. Sugli stipendi siamo intervenuti con 400 milioni per il contatto del pubblico impiego e con 850 milioni all’anno nella legge di Bilancio come indennità a medici e infermieri da riconoscere già dal 1° gennaio 2021”.

Ha parlato anche di scuola e compensi dei docenti italiani il premier Giuseppe Conte nel concorso della conferenza stampa di fine anno organizzata oggi dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti in collaborazione con l’Associazione della Stampa Parlamentare: “Per gli insegnanti – ha detto il presidente del Consiglio – gli stipendi non sono elevati, dovremo fare qualcosa di più. Ma stiamo lavorando per migliorare la qualità dell’insegnamento: il Piano pluriennale con 25mila insegnanti di sostegno è qualificante, sarà a favore degli alunni con disabilità. È un grande segnale che diamo al comparto scuola che tradizionalmente su questo fronte non è negli standard più elevati del mondo occidentale”.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (foto: wikicommons)
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (foto: wikicommons)

IL COMMENTO DELL’ANIEF

Il sindacato Anief ritiene che i 100 euro lordi di aumento previsti, derivanti dai 400 milioni previsti dalla Legge di Bilancio approvata oggi, sommati a quelli del biennio precedente, sono da considerare solo come l’avvio di un lungo percorso. Servono infatti provvedimenti paralleli, ad iniziare dal riconoscimento del salario minimo e dell’intero periodo di precariato: la sentenza del 25 ottobre 2018 della Corte di Giustizia Europea sulla causa C-331/17 Sciotto ha tracciato un solco, che gli Stati membri devono necessariamente percorrere. Così da far cadere le annose discriminazioni tra personale di ruolo e precario. Per cancellare queste ed altre norme discriminanti, come l’introduzione nel 2011 delle nuove fasce di posizione stipendiale che hanno cancellato il primo scatto, l’Anief aveva predispost specifici emendamenti al Disegno di Legge di Bilancio 2021

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Tempo pieno, Sinopoli è a favore: “Incontro alle richieste di FLC Cgil”

Francesco Sinopoli, segretario generale della FLC CGIL, accoglie con favore le dichiarazioni del presidente del consiglio Conte a margine dell’annuale presentazione del Rapporto Svimez sull’economia e la società del Mezzogiorno e dichiara: “L’idea di generalizzare il tempo pieno nella scuola primaria in tutto il Paese è una proposta che va incontro alle richieste della FLC CGIL. È il momento di scelte coraggiose per offrire ai bambini e alle bambine una prospettiva concreta di successo formativo, destinando parte consistente dei fondi Next Generation EU ai luoghi dove quella generazione cresce e si forma, superando finalmente i profondi divari territoriali fotografati da Svimez”.

“E’ necessario ribadire, sottolinea il segretario della FLC, che l’occupazione femminile è una importante ricaduta del tempo pieno, ma non ne rappresenta l’obiettivo primario: la scuola non è un parcheggio. Nonostante sia chiaro il rapporto tra tempo scuola, crescita dell’occupazione femminile e diminuzione del tasso di interruzione del lavoro da parte delle donne con il conseguente incentivo all’ingresso nel mercato del lavoro, il modello pedagogico del tempo pieno è centrale, prima di tutto, come risposta ai bisogni di formazione delle bambine e dei bambini e, non secondariamente, nel contrasto al gravissimo fenomeno della dispersione scolastica”.

Francesco Sinopoli foto flc cgil
Il segretario di FLC Cgil Francesco Sinopoli

“Investimento in un tempo scuola di 40 ore settimanali in tutte le scuole del Paese, significa garantire a tutti i bambini il diritto all’istruzione, fornendo loro maggiori opportunità educative. Attualmente usufruiscono del tempo pieno solo il 33% delle classi. Stimiamo che per la diffusione del tempo pieno su tutto il territorio nazionale sia necessaria un’implementazione degli organici della scuola primaria con un incremento pari a 45 mila docenti. In sintesi, conclude Sinopoli, bisogna estendere in modo strutturale a tutte le scuole primarie del paese il tempo pieno e ci auguriamo che, alle parole del Presidente Conte, seguano i fatti”.

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Il nuovo DPCM: cosa cambia nel mondo della scuola

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (foto: wikicommons)

L’ultimo Dpcm, firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal ministro della Salute Roberto Speranza, contenente le nuove misure restrittive per contrastare la nuova ondata di contagi da Covid19, include nuove indicazioni rivolte al mondo della scuola.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (foto: wikicommons)
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (foto: wikicommons)

Nel testo integrale e definitivo, in vigore fino al 24 novembre prossimo, si legge che la didattica a distanza sarà impartita almeno per una quota oraria del 75%. Mentre l’attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione e l’infanzia continua a svolgersi in presenza. Tra le novità per la scuola c’è l’entrata posticipata, sempre nelle superiori, lo stop dei viaggi d’istruzione, le riunioni degli organi collegiali solo con modalità a distanza. Le procedure concorsuali, come la selezione straordinaria per 32.000 posti avviata questa settimana, vanno avanti.

Sempre tra le disposizioni approvate per la scuola, si legge che le istituzioni scolastiche di secondo grado potranno modulare “ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e uscita degli alunni, anche con turni pomeridiani”, ma con ingressi che non potranno “ogni caso avvenire prima delle 9”. Come riporta Orizzonte Scuola, vengono “sospesi i viaggi di istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche, programmate dalle scuole di ogni ordine e grado. Restano le attività inerenti i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento”.

Inoltre, “le riunioni degli organi collegiali delle istituzioni scolastiche ed educative di ogni ordine grado possono essere svolte in presenza e a distanza, in base alle possibilità di garantire il distanziamento fisico. Il rinnovo degli organi collegiali può avvenire con modalità a distanza, purché venga garantita la segretezza delle operazioni. Le Università, sentito il Comitato Universitario regionale di riferimento, possono organizzare le attività didattiche in presenza e a distanza, in base all’andamento epidemiologico e in funzione delle esigenze formative”.

Viene incentivato lo smart working nella pubblica amministrazione. Infine, il concorso straordinario per docenti della scuola secondaria, “iniziato il 22 ottobre, continuerà il suo iter. Nella bozza di decreto circolata ieri si leggeva uno stop ai concorsi pubblici e privati: questa parte non è più presente nel testo definitivo. Dunque potranno essere svolte anche le prossime prove per il concorso ordinario previsto dopo quello straordinario in corso di svolgimento”.

Il commento di Pacifico (Anief)

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “ha fatto bene il Governo a prendere una decisione nazionale, come avevamo chiesto, adottando quella cabina di regia indispensabile per evitare spiacevoli differenziazioni di trattamento. A questo punto è bene che il contratto integrativo sulla didattica a distanza, in via di pubblicazione, contenga le dovute tutele per il personale coinvolto. Sul concorso straordinario della scuola secondaria, invece, continuiamo ad essere contrari, ancora di più perché i dati dei contagi risultano in crescita, mettendo a repentaglio la salute di oltre 64.000 partecipanti, e perché continuano a non essere previste delle prove suppletive che vanno a danneggiare i diritti dei tanti esclusi perché in quarantena o impossibilitati a partecipare alle prove perché malati”.

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Concorso straordinario 2020, a poche ore monta la protesta per il mancato stop

Scuola concorsi documenti scrittura uomo

A meno di 48 ore dal concorso straordinario 2020 non si arrestano le polemiche per il mancato rinvio. Anief è tra i più battaglieri: il sindacato in una nota rivolta alla stampa ribadisce il suo “no”.

“Malgrado – spiega il sindacato – le continua richieste motivate di rinvio, Governo e ministero dell’Istruzione non cambiano idea sul concorso straordinario per assumere in ruolo 32 mila nuovi docenti della scuola secondaria previsto dal DD n. 510 del 23 aprile scorso successivo bando del 28 aprile, le cui 64 mila domande sono state presentate entro il 10 agosto: dopodomani sono previste le prime prove scritte e si andrà avanti fino al 16 novembre. E cresce il moto delle proteste, che giungono da ambienti non solo politici. Considerando che le immissioni in ruolo dei vincitori prenderanno il via non prima di dieci mesi, Anief conferma l’esigenza di rinviare le prove e trasformare il concorso straordinario in una procedura finalizzata a graduare e non selezionare gli insegnanti con 36 mesi di servizio, i quali in questo modo avrebbero diritto ad essere assunti per scorrimento di graduatorie per titoli. Se, invece, le prove scritte non dovessero essere rinviate è stata predisposta dall’Ufficio Legale Anief una specifica Istanza/Diffida da inviare al ministero dell’Istruzione e all’Usr di proprio interesse – attraverso preadesione gratuita – per richiedere la predisposizione di prove scritte suppletive”.

Scuola concorsi documenti scrittura uomo

Non è da meno la Gilda degli Insegnanti che già nelle scorse ore aveva definito “scelta di buon senso” un rinvio. Ora si appella direttamente al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “All’ostinazione della ministra Azzolina rispetto al concorso straordinario, rispondiamo rivolgendo un appello al presidente Conte affinché almeno vengano approntate prove suppletive per consentire di partecipare anche ai docenti precari in quarantena, da anni in attesa di un’occasione di stabilizzazione. Con la curva del contagio in costante salita, far spostare i candidati da una provincia ad un’altra, se non addirittura da una regione a un’altra, è un azzardo che andrebbe evitato. Come abbiamo già ampiamente sostenuto, il buon senso dovrebbe indurre il Governo a rinviare le prove a tempi migliori. Alla luce dell’emergenza sanitaria in corso, riteniamo inoltre che sarebbe stato più opportuno vietare del tutto le elezioni per il rinnovo degli organi collegiali e le loro riunioni in presenza e indicare come unica modalità quella a distanza”.

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Conte ammette: “Carenze strutturali nel comparto scuola”


“La scuola sconta carenze strutturali che ci trasciniamo da anni aggravate dall’attuale pandemia”: è uno dei passaggi più importanti del messaggio inviato oggi dal premier Giuseppe Conte per l’inizio della scuola previsto domani nella maggior parte delle regioni italiane. Nel rivolgersi a studenti, famiglie e personale, assieme all’esigenza primaria di “rispettare le regole di cautela che” consentono di tutelare “la salute delle persone”, il premier si è quindi soffermato sui danni prodotti dall’indifferenza di governi passati e dallo sconcertante dimensionamento approvato da ormai 12 anni e mai contrastato dai governi successivi.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (foto: wikicommons)
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (foto: wikicommons)

“Come sindacato – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – giudichiamo l’intervento di Giuseppe Conte appropriato, perché ha colto i punti focali che caratterizzeranno questo difficile anno scolastico, a partire dalla necessità di rispettare le regole e il distanziamento sociale, a scuola ma anche in tutti gli altri luoghi. La scuola – prosegue il sindacalista – non poteva arrivare preparata al meglio a questo appuntamento, poiché i tagli di 4 mila istituti autonomi, di 200 mila e oltre docenti e Ata, di prezioso tempo scuola e di risorse ingenti al settore della Conoscenza, non potevano essere cancellati in pochi mesi. A questo punto, confidiamo più che mai nel fondi del Recovery fund e ci fanno bene sperare le affermazioni fatte nei giorni scorsi dallo stesso premier, assieme al suo ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, di voler porre proprio la scuola al centro del progetto di riqualificazione del Paese, attraverso oltre 200 miliardi provenienti dall’UE”.

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COVID e lavoratori fragili, appello dell’Anief: “Fate domanda per essere visitati”

marcello pacifico anief

Dopo i primi test sierologici realizzati in modo volontario è tempo di bilanci. A realizzarli è il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, intervistato da Italia Stampa: “Un caso su tutti da citare è quello della Regione Lombardia, dove su 200 mila docenti e amministrativi ben 100 mila si sono prenotati, in maniera naturalmente volontaria, in 50 mila lo hanno svolto e sono risultati positivi in 2.700 anche dopo i tamponi successivi: parliamo del 5 per cento. Questo significa che c’è bisogno di grande attenzione”.

“Nel frattempo – continua Pacifico – è stata emanata la Circolare del ministero della Salute sul lavoro ‘fragile’: questo è molto importante, perché bisogna senz’altro intervenire con la sorveglianza sanitaria del personale scolastico”, attraverso la quale si è stabilito che “sarà il medico competente a decidere quali tipi di sorveglianza sanitaria portare avanti. Sicuramente non è colpa di questi lavoratori, in particolare di una classe docente, quella italiana, che risulta la più anziana al mondo, in particolare over 55, anche se in questa Circolare si precisa che non è l’età anagrafica a indicare il concetto di lavoro ‘fragile’”.

marcello pacifico anief
Marcello Pacifico, leader di Anief

Il sindacato si mette a disposizione di tutto il personale per presentare”, con un apposito modello, “queste domande: è molto importante tutelare la salute. Stiamo verificando, anche attraverso una check list che abbiamo distribuito alle Rsu, cosa sia importante. Di sicuro, lo è realizzare un nuovo patto educativo tra le famiglie e gli insegnanti, per fare in modo che i ragazzi rispettino la regola del distanziamento sociale, perché se lo rispettiamo tutti supereremo insieme anche questa fase di recrudescenza che a oggi” è tornata ad un numero di casi positivi in pericolosa ascesa, “quasi indietro al mese di maggio”.

Anief, a questo scopo, ribadisce che occorre assolutamente evitare assembramenti nell’ambiente scolastico, come anche previsto da un nuovo Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte sulla proroga dello stato emergenziale e sulle regole da attuare al ritorno a scuola, attraverso la determinazione di gruppi classe non numerosi: è dal mese di aprile che il giovane sindacato lo ha chiesto, andando a recuperare i 15 mila plessi scolastici dismessi a seguito del dimensionamento, in modo da scongiurare il ritorno della didattica a distanza. La riduzione degli studenti per aula farebbe quindi quasi sempre rispettare il limite di un metro di distanza tra uno e l’altro, ma anche limitare i rischi per il personale che versa in condizioni di “fragilità” fisica.

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La lettera di Marcello Pacifico al premier Conte

conte e azzolina conferenza stampa

Il Paese si accinge a riprendere, lentamente, la normale vita, provando a organizzarsi dopo il periodo drammatico causato dall’emergenza epidemiologica. Anche la scuola dovrà ripartire e per fare ciò occorreranno proposte utili per riprendere le attività didattiche a settembre, in completa sicurezza.

Per questo motivo, l’ANIEF, per conto del proprio presidente nazionale Marcello Pacifico, ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte. Attraverso essa, il giovane sindacato ha voluto avanzare le proposte adeguate per dar vita a un patto per il rilancio della scuola. 

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (foto: wikicommons)
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (foto: wikicommons)

Al fine di poter ripartire il prossimo anno in piena sicurezza, i punti cruciali da affrontare, secondo l’ANIEF, sarebbero i seguenti:

  •  assunzione dei docenti precari, soprattutto con un’immediata procedura di assunzione per soli titoli e con l’utilizzo delle graduatorie d’istituto provinciali;
  •  stabilizzazione dei tanti docenti di sostegno presenti sul territorio nazionale, che da anni lavorano presso gli istituti statali con contratti a tempo determinato;
  •  stabilizzazione del personale Ata su tutti i posti vacanti e disponibili;
  •  distanziamento sociale;
  •  eliminazione delle cosiddette “classi pollaio” con la riduzione del numero degli alunni per ogni classe.

All’interno della comunicazione al premier Conte, il giovane sindacato conferma la propria disponibilità a illustrare nel dettaglio le proposte avanzate e a confrontarsi sul merito delle stesse nel corso di specifici tavoli che, possibilmente, saranno convocati.

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Rientro in presenza a settembre, ieri l’incontro Conte – sindacati

conte e azzolina conferenza stampa

Il Governo continua ad operare per far tornare in classe in sicurezza a settembre oltre otto milioni di alunni e un milione e 300 mila lavoratori della scuola: durante l’incontro del 4 giugno tra il presidente del Consiglio ed alcuni ministri, tra cui quello dell’Istruzione, con gli enti locali, le parti sociali e le associazioni, Anief era rappresentata dal suo presidente nazionale: “Il lavoro fatto per realizzare il protocollo sulla sicurezza e l’intesa sugli esami di Stato è stato condiviso – ha detto il professor Marcello Pacifico -: abbiamo ricevuto i documenti, quindi va spesa una lancia a favore della ministra Lucia Azzolina e del Governo, perché ha reso partecipe il sindacato dei processi decisionali. Il fatto che oggi siamo tutti qui riuniti significa che il Governo c’è e vuole interloquire con tutte le forze sociali, con la società civile, con le associazioni”.

conte e azzolina conferenza stampa

Il sindacalista autonomo ha detto di avere “studiato il documento tecnico-scientifico: abbiamo letto, nella parte centrale, che c’è un confronto tra quello che sta avvenendo in Italia e in Europa. Ma la parola chiave è ‘distanziamento’: noi abbiamo un numero ridotto di classi in Italia, dopo un dimensionamento che negli ultimi 12 anni ha falcidiato 4 mila istituti, tagliato 300 mila posti nel settore scuola, università e ricerca e dismesso 15 mila edifici scolastici: edifici che appartengono allo Stato, ma non sono più utilizzati. Quindi, se volessimo sdoppiare le classi, il posto dove mettere gli alunni che non entrano nelle scuole lo Stato ce l’ha”.

“Il problema è che lo Stato sembra volere ridurre le lezioni a 40 minuti e fare orari scaglionati: una eventualità, questa, però molto difficile, perché dovrebbe prevedere una elasticità oraria anche nel mondo del lavoro, sia pubblico che privato, in questo momento impensabile. Al momento, comunque, è bene ragionare sulla grandezza delle classi: se vogliamo mantenere il distanziamento sociale, se noi abbiamo un’aula media di 35 metri quadri, più di 15-16 alunni allora non ci possono entrare. In questo modo, limitando il numero degli allievi, non ci sarebbe bisogno di applicare i turni.

Su questo punto, il presidente Anief ha fornito un suggerimento: “Siccome sono in arrivo 172 miliardi per Recovery Fund, bisognerebbe riuscire a recuperare 10-12 miliardi di quei soldi per la Scuola, legandoli anche alla Sanità e alla Sicurezza. In questo modo, quindi uscendo dagli altri vincoli di bilancio, si andrebbe a ridare alla scuola, considerandole spese di funzionamento, quello che ha perso negli ultimi dodici anni. È un concetto che porteremo avanti anche con le sigle europee che Anief si accinge ad incontrare in Commissione UE nelle prossime ore”.

Pacifico ha ricordato anche che la spesa per la sicurezza nelle scuole è un investimento: “Per cancellare le classi ‘pollaio’, portando gli iscritti a non oltre 20 per classe, servirebbero 4 miliardi di euro. Poi, giustamente, ne servirebbero altri per il personale: è bene ricordare, a questo proposito, che il 50% dei lavoratori della scuola sono ‘fragili’, perché over 55 anni: c’è quindi un evidente problema di tutela della salute del personale della scuola”.

Gli edifici per evitare rischi epidemiologici, però, li abbiamo: “Riprendiamo e adattiamo quelli dismessi, abbiamo tre mesi di tempo per farlo – ha esortato il leader dell’Anief -. Bisogna quindi intervenire sulla Legge tagli-scuola n. 133 del 2008 che ha imposto il dimensionamento. Infine, bisogna ampliare gli organici: i concorsi sono stati rinviati, ma sull’assunzione dei precari rimane sempre da applicare una sentenza della Corte di Giustizia Ue, quella sul docente Fabio Rossato di qualche anno fa, che ha evidenziato il mancato risarcimento agli insegnanti di ruolo per l’abuso dei contratti a termine: una sentenza che nel rispondere al problema atavico del precariato italiano, che si trascina da vent’anni, dice che occorre una procedura di reclutamento non più aleatoria, incerta e imprevedibile”.

“Ecco perché – ha concluso Pacifico durante il suo intervento di alcuni minuti – serve una stabilizzazione con procedura concorsuale riservata, da quelle graduatorie d’istituto che il Governo ha fatto bene a riaprire e a trasformare in provinciali con il decreto scuola: si potrebbero quindi reclutare i precari da quelle graduatorie, le quali sono dello Stato e prodotte con titoli di studio rilasciati dallo Stato”.

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Sanità universitaria e fondi per gli enti di ricerca, Anief: “Soddisfatti di questo successo”

Importante vittoria per il sindacato Anief per il rilancio del settore della Sanità Universitaria: “Siamo soddisfatti di questo successo, tuttavia la nostra battaglia continua su altri fronti”, ha dichiarato il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico.

Infatti, l’università e la ricerca sono al centro dell’azione governativa. Nel decreto legge Rilancio, il Governo ha stanziato un finanziamento specifico per i comparti Università e Ricerca che prevede anche l’assunzione in ruolo di migliaia di nuovi ricercatori, pure per gli enti di ricerca, grazie ad ulteriori 250 milioni: l’iniziativa è stata confermata durante la conferenza stampa sul tema tenuta dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Sono anche previsti “165 milioni sul Fondo di finanziamento ordinario per allargare l’area no tax degli studenti, poi 40 milioni in più sulle borse di studio, 15 milioni per i dottorati, 62 milioni per l’Alta formazione musicale. Il Fondo per la ricerca First sale di 300 milioni.

“Come Anief – dice il suo leader Marcello Pacifico – siamo convinti che occorra lavorare alacremente per la stabilizzazione dei precari con conseguente stop ai licenziamenti per non perdere professionalità acquisite. Come anche all’avvio della contrattazione per lo smart working e a garantire norme di sicurezza che in questo periodo di pericolo di contagio diventano prioritarie. Dopo lo stanziamento dei fondi mirati, bisogna anche provvedere alla programmazione pluriennale per l’immissione in ruolo dei 4.000 ricercatori e tecnici, dando la priorità a chi è in lista di attesa da lungo tempo”.