Si sono concluse lo scorso 19 febbraio, venerdì, le prove del concorso straordinario per la scuola secondaria di primo e secondo grado. Lo rende noto il Ministero dell’Istruzione che cita anche I numeri: i candidati presenti sono stati 56.101, pari all’84,9% di quelli previsti.
Per lo svolgimento delle procedure concorsuali sono state utilizzate 5.832 aule, pari a una media di 9,6 candidati per aula, che hanno tutti seguito uno specifico protocollo di sicurezza. Le classi di concorso coinvolte sono state 109. Le giornate di prove sono state in tutto 13. Il concorso ha preso il via lo scorso 22 ottobre.
La procedura straordinaria per titoli ed esami per le immissioni in ruolo di docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado è stata bandita a livello nazionale per l’assegnazione di 32.000 posti. Le commissioni hanno già iniziato le correzioni delle prove scritte che dovranno essere completate in tempo per l’avvio del prossimo anno scolastico.
Per il TAR Lazio devono essere disposte prove suppletive per i candidati che non hanno partecipare a causa del Covid-19. Pacifico (Anief) aveva chiesto fin dall’autunno di preventivare la loro partecipazione. La decisione giunge dopo la remissione in Corte costituzionale della norma sulle nuove selezioni decisa dal Consiglio di Stato
Il TAR del Lazio dà piena ragione all’Avvocato Patrizia Gorgo dell’Anief sulla necessità di prevedere prove suppletive per la partecipazione al Concorso Straordinario 2020 per quanti non potessero presentarsi per cause correlate alla malattia o alla normativa sul contenimento del contagio da Sars-COV-2. Marcello Pacifico (Anief): “Avevamo ragione noi a sostenere che un docente in quarantena o sottoposto a isolamento fiduciario non poteva vedersi negato il diritto a sottoporsi alle prove scritte del Concorso Straordinario e ora anche il Tribunale ci ha dato ragione”. Ancora possibile preaderire agli specifici ricorsi per richiedere la predisposizione di prove scritte suppletive in caso di impedimento alla partecipazione causato dall’emergenza sanitaria.
Secondo il TAR del Lazio, infatti, considerato che i ricorrenti non hanno potuto partecipare alla prova scritta relativa al concorso straordinario “in quanto sottoposti a misure sanitarie di prevenzione per l’emergenza da Covid-19, che costituisce una situazione di impossibilità oggettiva e la cui violazione configura, peraltro, una ipotesi di responsabilità penale” ha ritenuto “sussistente il pregiudizio irreparabile che i ricorrenti subirebbero nel non poter partecipare alla selezione prima che questa si concluda definitivamente, con conseguente obbligo dell’Amministrazione di prevedere una sessione suppletiva non appena si registreranno le condizioni di sicurezza necessarie”. Il TAR del Lazio, dunque, ha accolto le richieste Anief e concesso ai nostri iscritti l’istanza cautelare, disponendo “l’effettuazione di prove suppletive nei termini che l’Amministrazione indicherà ai ricorrenti”.
L’Anief, giovane sindacato che da sempre si batte per la tutela dei lavoratori della scuola, non aveva dubbi sulla correttezza delle proprie tesi e ricorda a tutti gli interessati che è indispensabile inviare alle amministrazioni competenti prima della data della prova scritta di proprio interesse la specifica Istanza/Diffida per poter, in caso di mancata risposta o diniego, agire in tribunale per ottenere giustizia. “Continuiamo a sostenere che non è questa la strada per far accedere i precari alla loro giusta immissione in ruolo – conclude il presidente Anief – ma il nostro sindacato non permetterà che li si privi della possibilità di partecipare a questo concorso perché vittime della pandemia. Quanti non potranno presentarsi alle prove a causa del Covid saranno tutelati dal nostro sindacato in tribunale e auspichiamo che il Ministero a breve recepisca gli ordini del TAR e provveda a prevedere prove suppletive per tutti gli assenti causa Covid”.
Per scaricare l’Istanza/Diffida predisposta da Anief, clicca qui.
Per ulteriori informazioni e preaderire gratuitamente al ricorso, clicca qui.
Ripartono i concorsi. Dopo lo stop forzato dovuto all’emergenza pandemica Covid-19, ripartono infatti le prove del concorso straordinario per la scuola secondaria di primo e secondo grado.
Il Ministero dell’Istruzione ha reso noto il calendario degli esami che si svolgeranno dal 15 al 19 febbraio, con una media di 10 candidati per aula, dunque nei limiti previsti dal DPCM dello scorso 14 gennaio 2021.
L’elenco delle sedi d’esame, con la loro esatta ubicazione e l’indicazione della destinazione dei singoli candidati, sarà comunicato dagli Uffici Scolastici Regionali responsabili della procedura almeno quindici giorni prima della data di svolgimento delle prove stesse nei rispettivi Albi e sui siti Internet.
Viene riattivato il concorso per docenti delle scuole medie e superiori. L’elenco delle sedi d’esame, con la loro esatta ubicazione, con l’indicazione della destinazione dei candidati, sarà comunicato dagli USR responsabili della procedura almeno quindici giorni prima della data di svolgimento delle prove tramite avviso pubblicato nei rispettivi Albi e siti internet. I candidati che non riceveranno comunicazione di esclusione dalla procedura dovranno quindi presentarsi per sostenere la prova scritta, muniti di un documento di riconoscimento in corso di validità, del codice fiscale, della ricevuta di versamento del contributo di segreteria e di quanto prescritto dal protocollo di sicurezza pubblicato sul sito del Ministero.
Come per coloro che le hanno già espletate, scrive oggi Orizzonte Scuola, i candidati svolgeranno una prova scritta dalla durata di 150 minuti, fermi restando gli eventuali tempi aggiuntivi di cui all’articolo 20 della legge 5 febbraio 1992, n. 104. Nel frattempo, sempre il ministero dell’Istruzione ha inviato alle commissioni le istruzioni alle commissioni delle prove già svolte per la correzione da remoto.
Il punto del Sindacato
Anief ricorda che la selezione deve ancora esaminare in media, con la prova unica scritta, le competenze di un candidato su tre: si tratta di più di 20mila partecipanti su un totale di 64mila. Alla fine, la metà dei candidati verrà immessa in ruolo nell’arco di un triennio: l’amministrazione scolastica intende concludere le operazioni prima dell’estate ed immettere in ruolo i vincitori a partire dall’inizio del prossimo anno scolastico. Inoltre, rimane sempre da risolvere il problema del mancato concorso per l’assunzione degli insegnanti di Religione Cattolica per coprire gli oltre 10 mila posti vacanti nel prossimo triennio come previsto dalla legge 159 del 2019: dopo l’intesa di dicembre tra Cei e ministero dell’Istruzione, atto preliminare per poter procedere con il bando vero e proprio, si è stabilito che il testo sulla selezione nazionale uscirà entro il 2021
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “il concorso straordinario rimane viziato da esclusioni illegittime, contro le quali abbiamo e continuiamo a combattere legalmente. Vi sono poi dei problemi anche per i concorsi ordinari e ancora straordinari ancora da espletare. La verità è che tutto il sistema del reclutamento va revisionato, a partire dalla trasformazione in organico di diritto di decine di migliaia di posti oggi in quello di fatto, con la vergogna nazionale delle 80mila cattedre di sostegno bloccate perché in deroga: non è possibile che una maestra che vinse il concorso 20 anni fa è ancora precaria mentre abbiamo 250 mila posti che vanno a supplenza. Nel frattempo, i diplomati magistrale continuano pure loro a essere respinti”.
“Allo stesso modo – dice sempre Pacifico – continua ad essere aggirata la direttiva 1999/70/CE del Consiglio dell’UE sull’assorbimento nei ruoli di chi svolge 36 mesi su posto libero, con la conseguenza che crescono in modo esponenziale i ricorsi al giudice del lavoro per recuperare pure un indennizzo equo per il danno subito. I passaggi da normare, poi, sono quelli di introdurre corsi abilitanti periodici, senza numero chiuso, la riapertura annuale delle GaE, le assunzioni da graduatorie d’Istituto”.
“Ci auguriamo che dopo la sentenza del Consiglio di Stato la ministra Azzolina torni finalmente sui suoi passi, con tutta evidenza falsi, e la smetta di voler cocciutamente negare ai candidati in quarantena la possibilità di partecipare al concorso straordinario”. Ad affermarlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, in seguito alla decisione di Palazzo Spada che, confermando la sentenza emessa dal Tar del Lazio in merito al ricorso avanzato da una docente precaria impossibilitata a partecipare al concorso per motivi di salute legati al Covid-19, ha ribadito il diritto alle prove suppletive.
“Ricordiamo che il concorso straordinario, attualmente bloccato a causa della pandemia, è riservato ai precari che hanno maturato almeno 36 mesi di servizio. Nella maggior parte dei casi, si tratta di candidati che hanno trascorso in cattedra da supplenti ben oltre tre anni e che attendevano da molto tempo un’occasione di stabilizzazione. Escluderli da questa opportunità significa ledere gravemente un loro diritto. Auspichiamo, dunque, – conclude Di Meglio – che il ministero dell’Istruzione dia seguito alla sentenza del Consiglio di Stato e, quando le prove concorsuali riprenderanno, ammetta anche chi finora non ha potuto prendervi parte per ragioni cliniche legate all’emergenza sanitaria in corso”.
A meno di 48 ore dal concorso straordinario 2020 non si arrestano le polemiche per il mancato rinvio. Anief è tra i più battaglieri: il sindacato in una nota rivolta alla stampa ribadisce il suo “no”.
“Malgrado – spiega il sindacato – le continua richieste motivate di rinvio, Governo e ministero dell’Istruzione non cambiano idea sul concorso straordinario per assumere in ruolo 32 mila nuovi docenti della scuola secondaria previsto dal DD n. 510 del 23 aprile scorso successivo bando del 28 aprile, le cui 64 mila domande sono state presentate entro il 10 agosto: dopodomani sono previste le prime prove scritte e si andrà avanti fino al 16 novembre. E cresce il moto delle proteste, che giungono da ambienti non solo politici. Considerando che le immissioni in ruolo dei vincitori prenderanno il via non prima di dieci mesi, Anief conferma l’esigenza di rinviare le prove e trasformare il concorso straordinario in una procedura finalizzata a graduare e non selezionare gli insegnanti con 36 mesi di servizio, i quali in questo modo avrebbero diritto ad essere assunti per scorrimento di graduatorie per titoli. Se, invece, le prove scritte non dovessero essere rinviate è stata predisposta dall’Ufficio Legale Anief una specifica Istanza/Diffida da inviare al ministero dell’Istruzione e all’Usr di proprio interesse – attraverso preadesione gratuita – per richiedere la predisposizione di prove scritte suppletive”.
Non è da meno la Gilda degli Insegnanti che già nelle scorse ore aveva definito “scelta di buon senso” un rinvio. Ora si appella direttamente al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “All’ostinazione della ministra Azzolina rispetto al concorso straordinario, rispondiamo rivolgendo un appello al presidente Conte affinché almeno vengano approntate prove suppletive per consentire di partecipare anche ai docenti precari in quarantena, da anni in attesa di un’occasione di stabilizzazione. Con la curva del contagio in costante salita, far spostare i candidati da una provincia ad un’altra, se non addirittura da una regione a un’altra, è un azzardo che andrebbe evitato. Come abbiamo già ampiamente sostenuto, il buon senso dovrebbe indurre il Governo a rinviare le prove a tempi migliori. Alla luce dell’emergenza sanitaria in corso, riteniamo inoltre che sarebbe stato più opportuno vietare del tutto le elezioni per il rinnovo degli organi collegiali e le loro riunioni in presenza e indicare come unica modalità quella a distanza”.
Per lo svolgimento del concorso straordinario, a partire dal 22 ottobre molti aspiranti titolari di cattedra saranno costretti a spostarsi da una regione all’altra o da un capo all’altro della stessa regione. Molti, forse troppi, considerata la curva dei contagi in crescita. Così, alla vigilia della mobilitazione nazionale unitaria prevista per domani, la Gilda degli Insegnanti evidenzia il rischio che le prove concorsuali, strenuamente volute nei prossimi giorni dal Ministero dell’Istruzione, possano alimentare la diffusione del virus e sottolinea la necessità di rinviare a tempi migliori le procedure concorsuali. Sarebbe inaccettabile – aggiunge il sindacato – se qualche docente precario, da anni in attesa di stabilizzazione, perdesse quest’occasione per motivi sanitari o perché in quarantena.
Da un’analisi fatta sulla base dei numeri forniti dallo stesso ministero, risulta che su circa 66.000 candidati, 13.500 dovranno andare a svolgere la prova in altra regione. A titolo di esempio: nella giornata del 28 ottobre la Campania, la cui situazione sanitaria è in piena evoluzione, dovrà accogliere 831 candidati provenienti da 5 regioni diverse (Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Molise).
Oltretutto, è da evidenziare quanto scriteriata si stia rivelando la scelta di affidare le sedi d’esame alla libera candidatura di tutte le scuole del territorio, senza privilegiare le sedi più prossime ai collegamenti delle aree urbane, portando ad esempio il 27 ottobre candidati provenienti da Puglia e Basilicata a doversi spingere fino a Caltagirone, nell’entroterra della provincia di Catania, o a Randazzo sul versante nord dell’Etna, per sostenere le prove del concorso.
“Se il Ministro non farà marcia indietro – afferma la Gilda – chiediamo che almeno le prove si svolgano nella regione di residenza, così da limitare al massimo gli spostamenti, l’uso di mezzi pubblici e la presenza contemporanea dei candidati nello stesso luogo. Sempre nell’ipotesi di mancato rinvio, riteniamo inoltre che sia assolutamente indispensabile prevedere una prova suppletiva per tutti coloro che, per motivi di salute legati al Covid-19, non potranno partecipare a questa procedura straordinaria. Non farlo – conclude la Gilda – sarebbe molto grave e contribuirebbe a inasprire ulteriormente una situazione già fin troppo tesa”.
Secondo il sindacato Anief “occorre assolutamente consentire ai candidati costretti all’isolamento domiciliare di poter misurare il proprio merito, come previsto dalla normativa vigente”. “In un momento in cui abbiamo superato la quota di 50 mila italiani positivi al Covid-19 – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -, lo Stato deve garantire la parità di trattamento tra cittadini, derogando ai criteri di univocità della prova concorsuale, come ribadito anche nella sentenza n. 8655/19 del Tar Lazio. Oltre ad essere previsto dalla legge, ricordo che nell’autunno di due anni fa è stato fatto in occasione della prova della Sardegna del concorso a dirigente scolastico: in quell’occasione il sindaco di Cagliari, a seguito dell’allerta meteorologica, chiuse le scuole dove si sarebbero dovute svolgere le prove, facendole rinviare. Oggi ci troviamo alle prese con un’altra emergenza, quella epidemiologica, che va affrontata con lo stesso criterio, per non cadere altrimenti in una palese procedura selettiva discriminante”.
Ne è esempio, come riporta L’Espresso, la lettera di una docente di sostegno in quarantena che avrebbe dovuto sostenere una prova selettiva a Tor Vergata dopo mesi di preparazione, che denuncia infatti come l’università non abbia “previsto nessuna misura alternativa a chi si trova nella mia situazione. Così mancano le tutele per il cittadino, anche asintomatico e negativo come la sottoscritta”.
Per questi motivi, il sindacato Anief reputa oggi indispensabile, al fine di tutelare il diritto di una parte degli oltre 600 mila candidati complessivi che hanno fatto regolare domanda, impossibilitati a recarsi nelle sedi di svolgimento delle prove d’accesso già svolte o da svolgere, che i Ministeri di competenza fissino il prima possibile le date delle prove suppletive per misurare le loro conoscenze e capacità con i vari test a numero chiuso di medicina, per gli oltre 20 mila posti di Tfa sostegno e per partecipare ai tre concorsi – prima lo straordinario per la secondaria e poi gli ordinari per tutti i cicli scolastici – finalizzati all’individuazione di 78 mila nuovi insegnanti.
Nonostante le riserve di sindacati e partiti, continua l’organizzazione della procedura selettiva per 32mila posti, a fronte di circa 64mila domande presentate, che prenderà il via giovedì 22 ottobre per concludersi lunedì 16 novembre, come confermato dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina nel question time alla Camera: il ministero dell’istruzione ha trasmesso una specifica nota agli Uffici Scolastici Regionali contenente tutte le indicazioni relative allo svolgimento della prova scritta con cinque quesiti a risposta aperta e la verifica della comprensione della lingua inglese. A seguire si procederà con i due concorsi ordinari, ai quali parteciperanno centinaia di migliaia di candidati.
L’ufficio legale Anief conferma le pre-adesioni per impugnare l’eventuale esclusione dalla graduatoria finale dei vincitori per tutti i candidati, anche per quelli che avranno superato la valutazione del 7 ma non si ritrovano nel numero utili dei posti banditi. Anief, ad ogni modo, continua a chiedere al Parlamento una soluzione diversa per risolvere il problema della supplentite, con la riapertura delle GaE o l’estensione del doppio canale di reclutamento a graduatorie di istituto provinciali – Gps, da riformulare secondo le vecchie tabelle di valutazione dei titoli come ribadito nei tavoli ministeriali. Infine, il giovane sindacato ribadisce la necessità di ammettere alle prove i candidati costretti a rimanere in quarantena per il Covid-19. Per Pacifico, le prove suppletive devono essere previste oltre che per i concorsi anche per chi ha provato i test in medicina e il Tfa sostegno.
COME SI SVOLGERÀ LA PROVA
Con la nota del 1° ottobre, il Ministero conferma che “i candidati svolgeranno la prova scritta attraverso l’ausilio di procedure informatizzate” e che “a parità di classe di concorso, tipo posto tutte le prove avverranno in contemporanea su tutto il territorio nazionale”. Secondo in una stessa giornata, nella stessa aula, si potrebbero svolgere due differenti prove (per classi di concorso/tipo posto diversi) una nella mattinata ed una nel pomeriggio, convenzionalmente “turno mattutino” e “turno pomeridiano”. Quindi una giornata può risultare divisa in due turni.
Trattandosi di prova scritta, che durerà 150 minuti, nell’istituto saranno presenti la commissione di valutazione o, in caso di più sedi di svolgimento della prova, il comitato di vigilanza cui è affidata la gestione amministrativa della prova; uno o più responsabili tecnici d’aula, cui spetterà il compito della gestione tecnica delle postazioni informatizzate per la somministrazione della prova (dall’installazione del software, al caricamento dei risultati in piattaforma); il personale addetto a compiti di sorveglianza ed assistenza interna; i candidati.
LA VIGILANZA
Il Ministero ha quindi provveduto a fornire indicazioni operative agli Uffici Scolastici Regionali perché ne diano “adeguata informativa” agli interessati. Inoltre, “ai sensi di quanto previsto dall’art. 9 del D.P.R. n. 487/94, nel caso in cui la prova scritta debba tenersi in più sedi scolastiche, sarà costituito un comitato di vigilanza per ogni sede “presieduto dal dirigente dell’istituzione scolastica sede della prova o dal collaboratore designato in caso di malattia oppure di reggenza, qualora il dirigente sia titolare di altro istituto sede di concorso”.
Dopo avere provveduto alle operazioni preliminari, comprendenti anche una dotazione di materiali utili allo svolgimento dell’esame, la consegna delle certificazioni e autodichiarazioni da parte dei candidatiti, il giorno dell’esame si procederà alla prova scritta computerizzata, la quale verterà “sui programmi contenuti all’allegato C al bando di concorso e riportate nell’apposita sezione dello spazio informativo sul sito internet del Ministero”.
IL PROTOCOLLO DI SICUREZZA
È stato inoltre predisposto un protocollo di sicurezza, con “lo scopo di dettare le linee guida dirette a prevenire e a contenere il diffondersi del virus COVID-19 in occasione dello svolgimento delle prove scritte, garantendo un adeguato bilanciamento tra la salvaguardia delle esigenze organizzative connesse al reclutamento del personale docente e la necessità di garantire condizioni di tutela della salute dei candidati, della commissione di valutazione, del comitato di vigilanza, di tutto il personale individuato con compiti di sorveglianza ed assistenza interna per lo svolgimento delle prove e, in generale, di tutte le figure presenti nelle aree concorsuali”.
Il Ministero ha previsto anche “l’obbligo da parte dei candidati, dei componenti della commissione, del personale di vigilanza e di tutte le figure presenti nelle aree concorsuali, di indossare una mascherina chirurgica, che copra correttamente le vie aeree (bocca e naso) per tutto il tempo di permanenza all’interno dell’istituzione scolastica sede di concorso”. Si tratta di un obbligo che varrà, “a pena di esclusione dalla procedura, sia durante il periodo di attesa per l’ingresso all’interno dell’istituzione scolastica, sia all’ingresso nell’aula sede di esame, sia durante lo svolgimento della prova, nonché in uscita dalla struttura”. Inoltre, “i candidati hanno l’obbligo di igienizzarsi le mani con apposito gel disinfettante contenuto nei dosatori all’ingresso e in più punti delle aree (es. ingresso, aule, servizi igienici, etc.) assicurandone un utilizzo frequente”.
Le istituzioni scolastiche provvederanno ad “assicurare quotidianamente le operazioni di pulizia dell’area concorsuale previste dal rapporto ISS COVID-19, n. 19/2020; garantire adeguata aerazione di tutti i locali, mantenendo costantemente (o il più possibile) aperti gli infissi esterni, anche dei servizi igienici; sottoporre a regolare detergenza e igienizzazione i locali, gli ambienti, le postazioni dei candidati e gli strumenti utilizzati (sedie, banchi, computer, mouse e tastiera), sia prima dello svolgimento della prova, per ciascun turno, mattutino e pomeridiano, che al termine di ogni turno”.
GLI ALTRI CONCORSI IN ARRIVO
Nel frattempo, lo stesso Ministero ha confermato che subito dopo lo svolgimento della procedura straordinaria per la secondaria, si procederà ai concorsi ordinari: infanzia primaria e secondaria. Si tratta di procedure davvero molto attese, alla quali hanno aderito in tantissimi: oltre 500 mila candidati, di cui più di 76mila domande di partecipazione per il concorso ordinario di infanzia e primaria, più di 430mila per la secondaria di primo e secondo grado.
“Non c’è ancora una data esatta, ma – comunica Orizzonte Scuola – il Ministero ha pubblicato un comunicato in cui annuncia lo svolgimento della prova preselettiva dopo la conclusione delle prove per lo straordinario. La prima operazione degli Uffici Scolastici sarà quello di stabilire, in base al numero delle domande pervenute, per ogni classe di concorso e regione, se sarà necessaria o meno la preselettiva per i due concorsi ordinari. La preselettiva si svolgerà infatti qualora a livello regionale e per ciascuna distinta procedura, il numero dei candidati sarà superiore a quattro volte il numero dei posti messi a concorso e, comunque, non inferiore a 250. In ogni caso la batteria dei test sarà pubblicata almeno venti giorni prima rispetto alla prova”.
Per quanto riguarda, infine, la procedura straordinaria per l’abilitazione, va ricordato che le domande sono state presentate entro il 15 luglio scorso, ma su quest’ultima il Ministero non ha ancora comunicato nulla: probabilmente per lo svolgimento bisognerà attendere l’esito del concorso straordinario per il ruolo.
Prende lentamente il via la macchina organizzativa che porterà ad assumere circa 78.000 nuovi docenti in tre anni. “Nei prossimi mesi – dicono dal ministero dell’Istruzione – saranno espletati anche i concorsi ordinari per infanzia e primaria e per la secondaria di I e II grado, per un totale generale di circa 78mila posti. In particolare le prove preselettive degli altri due concorsi si svolgeranno subito dopo il termine della prova scritta del concorso straordinario”.
CONCORSO IN SICUREZZA
Sempre dal Ministero di Viale Trastevere fanno sapere che l’amministrazione ha “lavorato nelle scorse settimane per garantire la distribuzione dei candidati nelle aule per tutto il territorio nazionale, procedendo al reperimento di tutte le postazioni necessarie. Ciò eviterà qualsiasi forma di assembramento dei candidati. Nei prossimi giorni sarà altresì emanato un apposito Protocollo, finalizzato ad assicurare lo svolgimento in assoluta sicurezza delle prove”.
LA PROVA
Dal dicastero di viale Trastevere hanno spiegato che “la prova scritta, da superare con il punteggio minimo di sette decimi o equivalente e da svolgere con il sistema informatizzato, è distinta per classe di concorso e tipologia di posto. La durata è pari a 150 minuti e prevede, per i posti comuni, cinque quesiti a risposta aperta volti all’accertamento delle conoscenze e competenze disciplinari e didattico-metodologiche in relazione alle discipline oggetto di insegnamento, e un quesito – seguito da cinque domande a risposta aperta di comprensione – per la verifica della conoscenza linguistica. Per le classi di concorso di lingua inglese la prova scritta sarà interamente in lingua e prevede sei quesiti a risposta aperta. Ai vincitori della procedura concorsuale straordinaria immessi in ruolo nell’anno scolastico 2021/2022 – che rientrano nella quota dei posti (circa 22.000 ndr) destinati alla procedura per l’anno scolastico 2020/2021 – sarà riconosciuta la decorrenza giuridica del rapporto di lavoro dal 1° settembre 2020”, assicurano dal ministero dell’Istruzione.
I DUBBI DEL SINDACATO
Un concorso “ingiusto” lo etichetta Anief che ritiene che siano stati posti dei paletti inutili e dannosi nel bando del concorso straordinario rivolto ai docenti con almeno tre anni da 180 giorni nella secondaria. Inoltre, l’estromissione in partenza di una parte consistente dei candidati risultati idonei nelle graduatorie finali non poggia su alcun fondamento, né giuridico e nemmeno normativo. Sugli esclusi, ad oggi, stiamo attendendo la pronuncia definitiva della magistratura amministrativa. Considerare utili alle immissioni in ruolo solo i primi 32 mila vincitori di concorso è una scelta che il ministero dell’Istruzione dovrà spiegare ai giudici: dopo avere impugnato l’immotivata esclusione di tanti aspiranti docenti, il giovane sindacato Anief invita tutti i partecipanti che non si collocheranno nelle posizioni utili alla preadesione per inserirsi nella graduatoria di merito finale.
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