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Supplenze: “Il MEF deve garantire il pagamento degli stipendi di chi ha lavorato”

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È caos sulle supplenze prorogate anche in caso di rientro del titolare. Il decreto 18/2020 “Cura Italia” (art. 121) le aveva autorizzate assegnando comunque alle istituzioni scolastiche le risorse finanziarie per i contratti di supplenza breve e saltuaria. Da lì in poi, però, nulla è più andato nel verso giusto. Prima il Ministero dell’istruzione ha dato indicazioni di considerare possibili tali proroghe solo per i docenti ed esclusivamente dalla data di entrata in vigore del decreto (17 marzo), nonostante l’emergenza e la conseguente sospensione delle attività didattiche fossero in atto già da prima.

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Poi, lo scorso 5 aprile, la prima doccia fredda: con la nota n. 8615 il Ministero dell’istruzione ha comunicato che sulla base del confronto dei dati di marzo con la spesa storica del periodo per i contratti di supplenza breve, non risultava necessario autorizzare, come invece consentito dal decreto Cura Italia, contratti in caso di rientro del titolare. Decisione confermata anche per il mese di aprile dalla nota 10133 del 21/04/2020.

Infine, il MEF decide adesso di bloccare i contratti di supplenza stipulati in contrasto con  quanto indicato nelle note del Ministero dell’istruzione. Peccato, però, che molte scuole quei contratti li abbiano stipulati e che i docenti abbiano già prestato il loro servizio, garantendo lo svolgimento della didattica a distanza. 

È bene ricordare quale sia la ratio della deroga, prevista dal decreto “Cura Italia”, che ha consentito la proroga dei contratti anche in caso di rientro del titolare. Il Regolamento delle supplenze (DM 131/2007) all’art. 7 comma 4 prevede che “Per ragioni di continuità didattica, ove al primo periodo di assenza del titolare ne consegua un altro, o più altri, senza soluzione di continuità o interrotto solo da giorno festivo o da giorno libero dall’insegnamento, ovvero da entrambi, la supplenza temporanea viene prorogata nei riguardi del medesimo supplente già in servizio, a decorrere dal giorno successivo a quello di scadenza del precedente contratto”. Ovviamente la circostanza del mancato rientro del titolare poteva essere verificata solo alla ripresa delle attività didattiche ordinarie, sospese però a causa dell’emergenza sanitaria. Il rischio, quindi, era di avere docenti formalmente rientrati in servizio durante la sospensione che però, alla data di eventuale ripresa delle attività in presenza avrebbero potuto assentarsi nuovamente, causando così il rientro del supplente e la chiusura del periodo di supplenza attraverso la proroga a decorrere dal giorno immediatamente successivo a quello di termine del precedente contratto. È proprio per ovviare a questo impasse, che peraltro rischiava di avere un impatto sulla già difficilmente gestibile didattica a distanza, che è stata introdotta la deroga di cui al decreto “Cura Italia”. Ragioni, come si vede, che rimangono ancora oggi attuali e che addirittura si fondono quelle dell’art. 37 del CCNL Scuola 2007/09 (ancora vigente sul punto) che prevede, a determinate condizioni, la permanenza in servizio del supplente in caso di rientro del titolare dopo il 30 aprile. 

“È incredibile – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale ANIEF –  che il MEF voglia far pagare ai docenti il prezzo della confusione venutasi a creare a causa dello stillicidio di interpretazioni di una norma, il DL 18/2020, che dava piena attuazione alla possibilità di stipulare contratti in deroga, per garantire il diritto allo studio dei nostri alunni. È certo che chi ha lavorato deve adesso essere pagato, senza se e senza ma. Non solo: deve essere proprio il MEF a trovare il rimedio a questo pasticcio – conclude Pacifico – giacché la responsabilità non può nemmeno essere imputata alle scuole o ai dirigenti scolastici, che hanno solo applicato quello che prevedeva la norma primaria, non quello che suggerivano le note ministeriali, che non hanno forza di legge”.

ANIEF, pertanto, rivolge un appello al Presidente del Consiglio e ai ministri Azzolina e Gualtieri perché si trovi immediato rimedio a una situazione in cui si rischia di lasciare il cerino in mano ai supplenti, cui viene oggi negato il diritto alla retribuzione dopo aver lavorato.

Tutti i docenti colpiti dal blocco dei pagamenti possono rivolgersi alla sede ANIEF della propria provincia per avviare le azioni di tutela necessarie: diffida alla ragioneria del tesoro e, ove sia necessario, deposito di un’ingiunzione di pagamento per ottenere le spettanze negate.

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Coronavirus, l’appello ai dirigenti scolastici: “Presenza personale limitata ad attività indifferibili”

Il Decreto Legge 18 del 17/03/2020 ha disposto che negli uffici pubblici la presenza del personale debba essere limitata esclusivamente alle attività indifferibili. Anche nelle scuole, quindi, i dirigenti scolastici hanno avuto la possibilità di aprire gli edifici scolastici esclusivamente per le attività che non potevano essere svolte a distanza in smart working.

Dunque, molti dirigenti hanno posto in essere le indicazioni del decreto Cura Italia, predisponendo e organizzando per il personale amministrativo la modalità di lavoro agile, per i Tecnici informatici il lavoro in remoto per il supporto della DaD. Sono rimaste da gestire in presenza solo poche attività per esigenze effettivamente indifferibili quali, ad esempio, la consegna di libri o computer agli allievi, la necessità di consultare documentazione in archivio, la gestione della posta, utilizzando in questo caso il sistema della rotazione del personale coinvolto in maniera equa e valutando le varie esigenze di spostamento, quelle di salute, la presenza di figli minori.

“Purtroppo – afferma Anief in una nota stampa – giungono alle nostre sedi territoriali continue segnalazioni da parte del personale scolastico che riferiscono della riapertura di alcune scuole in modo ormai costante, con la conseguente presenza in servizio giornaliera di collaboratori scolastici, assistenti amministrativi, Dsga come nulla fosse, nonostante le misure del Decreto Cura Italia siano ancora in vigore. Abbiamo addirittura ricevuto notizie di lavori di ristrutturazione, di manutenzione straordinaria di beni e materiali in dotazione agli istituti (banchi, cattedre, lavagne, Lim, etc.). Sembra quasi che le indicazioni di limitare la presenza del personale alle sole esigenze indifferibili, disposte dal DL 18/2020 per ridurre il contagio del Covid-19, siano state revocate, quando così non è”.

Alla luce di quanto sta avvenendo, ANIEF rivolge, ancora una volta, un appello ai dirigenti scolastici per la tutela della salute di tutto il personale della Scuola, ricordando che la normativa vigente non consente lo svolgimento della normale attività degli Istituti scolastici ma limita ancora la presenza nell’istituto del personale solo alle esigenze indifferibili. Chiediamo a tutto il personale scolastico, alle RSU e ai terminali associativi sindacali di segnalare alle sedi territoriali ANIEF tutte le situazioni di potenziale rischio per i lavoratori, affinché sia possibile intervenire prontamente.

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Cura Italia, nota operativa per l’attuazione del decreto

conte e azzolina conferenza stampa

Il 28 marzo è stata inviata alle scuole la nota operativa per l’attuazione del decreto legge Cura Italia, approvato dal Governo che ha previsto lo stanziamento tra l’altro di 85 milioni per la didattica a distanza e 43milioni e mezzo per le pulizie straordinarie delle scuole.

conte e azzolina conferenza stampa

La nota fa seguito alla firma, da parte della Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, di due appositi decreti di riparto delle risorse stanziate alle singole istituzioni scolastiche. 

La nota è disponibile sul sito del Miur: Nota prot.n. 562 del 28 marzo 2020

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Cura Italia: le misure per le scuole

sede Miur Trastevere Roma

Il decreto “Cura Italia” approvato dal Governo contiene alcune importanti disposizioni anche sulla Scuola. La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha annunciato, in attesa che venga reso pubblico il testo del decreto legge, che sono previste, nel pacchetto, ulteriori misure per il lavoro agile nella P.A., che consentiranno ai dirigenti scolastici di organizzare le attività da remoto e lasciare le scuole aperte solo per le attività “indifferibili”. Fino alla ripresa delle lezioni sarà possibile limitare al massimo le aperture degli edifici. La presenza del personale Ata (Ausiliario, tecnico, amministrativo) sarà prevista solo nei casi di stretta necessità.

Inoltre, arrivano 85 milioni per il sostegno alla didattica a distanza; vengono stanziati 43,5 milioni per la pulizia straordinaria degli ambienti scolastici per salvaguardare la salute di alunni, docenti e personale al momento del rientro, acquistando materiali per le pulizie, ma anche saponi e gel igienizzanti; viene anche garantita la salvaguardia delle supplenze brevi: nessuno perderà il posto.

Il parere di Anief

Il sindacato si riserva di produrre un commento definitivo sul decreto, non prima di prendere visione del testo definitivo, peraltro suscettibile di modifiche in fase di conversione in Parlamento. Al momento, comunque, Anief ritiene le disposizioni sufficientemente condivisibili e in linea con una parte delle richieste del sindacato. In particolare, va apprezzata la decisione di dare la possibilità ai dirigenti scolastici di chiudere gli istituti, al fine di evitare il rischio biologico e garantire la sicurezza dei lavoratori. Anche il supporto alla didattica a distanza e i 43,5 milioni assegnati alle scuole per la pulizia straordinaria degli ambienti e degli uffici formativi appaiono punti condivisibili, a patto che i locali scolastici vengano sanificati dalle Asl e non dai collaboratori scolastici.