Sul tema delle possibili soluzioni rispetto alla proroga delle misure contenute nel Decreto dignità a tutela della continuità didattica il confronto con l’amministrazione proseguirà oggi e il tavolo con ogni probabilità sarà riconvocato per le ore 11.00.
Si tratta di trovare delle soluzioni che vadano nella direzione di tutelare tutti i diversi lavoratori coinvolti.
Per questo motivo il MIUR valuterà le varie proposte prese in esame e riconvocherà le organizzazioni sindacali domani in mattinata.
I sindacati hanno ribadito la grande urgenza di una misura a tutela della continuità didattica, che verrebbe calpestata dai pronunciamenti in arrivo in corso d’anno, con il conseguente avvicendamento di insegnanti sulle cattedre, anche nei casi di sostegno, in cui famiglie e alunni coinvolti pagherebbero un prezzo inaccettabile.
(comunicato stampa congiunto delle sigle sindacali)
Ferragosto e l’estate sono “amare” per alcuni insegnanti. Emblematico il titolo scelto per il comunicato stampa di Ferragosto di Anief.
Che ne approfitta per ricordare una vertenza aperta e dolorosa: “Perché colpevoli di essere entrati di ruolo con un titolo, il diploma magistrale, che per il Consiglio di Stato vale soltanto per insegnare come supplente e non per entrare nei ruoli. La risposta del Governo giallo-verde è stata deludente persino per l’assessore Elena Donazzan della Regione Veneto. Ora a rischio la continuità didattica e l’apertura delle scuole. A giugno, peraltro, è scaduta la proroga dei contratti prevista dal Decreto dignità. Anief ribadisce la volontà di ricorrere al giudice del lavoro per chi ha superato l’anno di prova”.
Marcello Pacifico (presidente Anief) afferma: “Un anno fa, almeno, tanti precari potevano sperare sulla riapertura delle GaE a tutto il personale abilitato approvata in prima lettura al Senato proprio ad agosto, salvo ritrovarsi presi in giro a settembre dalla politica”.
La Corte di Cassazione ha ritenuto non esistente l’abuso di potere giurisdizionale da parte dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato: di fatto, la Cassazione non ha detto che le conclusioni del CdS siano corrette e condivisibili, ma ha ritenuto che la sentenza del più alto Consesso della Giustizia amministrativa, essendo frutto di una mera interpretazione delle norme giuridiche, non determini un abuso del potere giurisdizionale. La compensazione delle spese di lite e il riconoscimento della complessità delle questioni giuridiche trattate, peraltro, lasciano supporre che la decisione della Cassazione sia stata in bilico fino all’ultimo momento.
L’Anief, unico sindacato che da sempre si è schierato al fianco di questa particolare categoria di docenti abilitati e da sempre chiede a gran voce la riapertura delle GaE, le graduatorie ad esaurimento, per sanare questa e altre illegittimità compiute a discapito dei tanti docenti abilitati esclusi dall’accesso al “doppio canale” di reclutamento, non si dà per vinta e conferma l’intenzione di procedere presso i competenti Tribunali del Lavoro per impugnare ogni singolo licenziamento che dovesse intervenire nei confronti dei docenti immessi in ruolo “con riserva” che hanno superato l’anno di prova.
L’ORDINANZA DELLA CASSAZIONE
Le Sezioni Unite civili della Corte di Cassazione hanno respinto il ricorso
del gruppo di maestri diplomati fino al 2002, confermando la sentenza del
Consiglio di Stato, che a fine 2017 ha escluso dalle graduatorie a esaurimento
per le scuole materne ed elementari gli insegnanti in possesso del solo diploma
magistrale che non avessero partecipato alle sessioni di abilitazione o ai
concorsi. Secondo la
suprema Corte, la decisione “rimane entro l’ambito di interpretazione
e ricostruzione di una complessa normativa”.
COSA FARÀ ORA ANIEF
Il sindacato Anief, che prima e più di tutti, si è opposto all’estromissione
dei maestri con diploma magistrale dalle GaE e degli oltre 7 mila docenti di
fatto licenziati dopo essere stati immessi in ruolo, non si fermerà certo qui.
Impugnerà, uno per uno, tutti i provvedimenti di licenziamento che il Miur
dovesse attuare nei confronti proprio dei docenti immessi in ruolo “con
riserva” e che hanno svolto l’anno di straordinariato con esito positivo.
Anief, inoltre, mentre attende entro il 2020 l’esito del reclamo collettivo
già presentato al Consiglio d’Europa e dichiarato
ammissibile da un anno, chiederà ai giudici amministrativi di sollevare
il caso dei diplomati magistrale di fronte alla Corte di Giustizia Europea,
così come è già avvenuto con la
sentenza “Mascolo” che nel 2014 ha condannato l’Italia per abusiva
reiterazione dei contratti a termine.
Entro il mese di settembre, infine, il sindacato, appena inserito nell’alveo
dei rappresentativi
e titolati a sedere ai tavoli della contrattazione nazionale, valuterà la
possibilità di presentare una class action per risarcire i docenti dai
danni prodotti nei loro confronti e far dichiarare la responsabilità risarcitoria
dello Stato italiano, colpevole di aver ingannato per anni i docenti con
diploma magistrale conseguito entro l’a.s. 2001/2002 negando la validità
abilitante del loro titolo.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE NAZIONALE
“Non ci fermeremo – ha detto Marcello Pacifico, presidente
nazionale Anief – siamo abituati a lottare fino alla fine. La nostra
azione di tutela non si esaurisce qui e agiremo su più fronti. Riteniamo
vergognoso l’accanimento nei confronti di tanti docenti colpevoli solo di
essere stati ingannati per anni dallo Stato italiano che ora continua a
sfruttare la loro professionalità nelle scuole per assicurare il corretto
svolgimento delle attività didattiche”.
“Invitiamo sin da ora tutti i docenti con diploma magistrale e tutti gli
abilitati ingiustamente esclusi dall’accesso alle graduatorie ad esaurimento ad
intraprendere azioni risarcitorie contro lo Stato italiano per l’abusiva
reiterazione dei contratti a tempo determinato”, conclude il sindacalista
autonomo.
“Nella provincia di Bolzano con il diploma magistrale e tre anni di servizio si entra nelle graduatorie per il ruolo. Nel resto d’Italia, dopo aver superato l’anno di prova, si è licenziati”. Lo denuncia Anief che continua a ricorrere per l’aggiornamento delle GaE. “Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti che tiene tanto all’autonomia deve spiegare perché non segue l’esempio”.
Mentre nel territorio nazionale si rimane ancorati alle ultime due pronunce dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato e non si consente ai docenti abilitati dopo il 2012 o con un diploma abilitante d’inserirsi nelle GaE né ai supplenti con 36 di servizio di seguire un corso abilitante ed essere assunti, la Giunta Provinciale di Bolzano, per evitare nuovi ricorsi in Europa, innova la procedura di reclutamento, per l’aggiornamento delle Graduatorie provinciali e delle Graduatorie di istituto per l’anno scolastico 2019/2020, utilizzate ai fini della stipulazione di contratti di lavoro a tempo indeterminato e determinato nelle scuole a carattere statale in lingua italiana della provincia di Bolzano. Le liste di attesa, che è stato possibile aggiornare fino al 6 marzo scorso, sono nuove graduatorie provinciali, non molto diverse dalle GaE, e d’Istituto. Per le sole graduatorie di Tedesco seconda lingua è possibile richiedere il nuovo inserimento, trattandosi di graduatorie di durata annuale.
Il caso di Bolzano è importante, perché nelle nuove Graduatorie provinciali – come scrive Orizzonte Scuola – hanno potuto richiedere il nuovo inserimento i docenti di Tedesco L2 in quanto le graduatorie hanno validità annuale, i docenti già iscritti nelle graduatorie di istituto della provincia di Bolzano valide per gli anni scolastici 2014/2015, 2015/2016 e 2016/2017 che abbiano prestato tre anni di servizio in possesso del prescritto titolo di studio nelle scuole statali, a carattere statale, nelle scuole paritarie o nelle scuole professionali.
La Delibera n. 1421 del
19/12/2017, indirizzata proprio ai docenti abilitati inseriti in seconda
fascia, oltre che a docenti abilitati a seguito di frequenza dei percorsi
speciali abilitanti di cui all’articolo 15, comma 1/ter, del decreto del Miur
10 settembre 2010, n. 249, e successive modifiche, riguarda tutti gli inseriti
in terza fascia; i docenti di religione abilitati in possesso di idoneità
rilasciata in via permanente dall’ordinario diocesano; i docenti con diploma
magistrale o titolo di studio sperimentale dichiarato equivalente conseguito
entro il 2001/2002 inseriti nelle succitate graduatorie d’istituto. Per l’inclusione,
ai fini del computo dei tre anni di servizio, un anno di servizio deve
comprendere almeno 180 giorni anche non continuativi all’interno del medesimo
anno scolastico o, ai sensi delle norme vigenti, deve essere prestato
ininterrottamente dal 1° febbraio fino al termine delle operazioni di scrutinio
finale. I tre anni di servizio possono essere non continuativi.
“Viene spontaneo da
chiedersi – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – per quale
motivo i politici di Bolzano, gli assessori della località a statuto speciale,
riescono ad approvare un provvedimento logico, mentre nel resto d’Italia si fa
una fatica immane solo a parlare di questa ipotesi, comunque sempre
sistematicamente respinta da dei governanti che, a turno, non fanno altro che
umiliare una categoria, condannandola alla precarietà perenne, pur avendo
appurato che senza l’apporto di quei docenti l’istruzione pubblica entrerebbe
in una crisi senza ritorno”.
Da qualche ora i docenti con diploma magistrale abilitante inseriti in Graduatoria ad Esaurimento hanno riscontrato sul sistema Polis Istanze OnLine l’anomalia di non risultare più in I fascia delle Graduatorie d’Istituto, ma di essere nuovamente inseriti in II fascia e con il punteggio 2014. Marcello Pacifico (Anief): “Ci informano che la situazione sta rientrando, ma chiediamo immediati chiarimenti al Miur e diffidiamo le Amministrazioni in caso la procedura non sia esclusivamente dovuta a modifiche transitorie di sistema finalizzate alla corretta gestione dei ricorrenti per l’imminente aggiornamento GaE”.
Non c’è pace per i docenti in possesso di diploma magistrale abilitante: da qualche ora e senza alcun preavviso di avvio di procedimento di modifica e/o correzione del sistema Polis Istanze Online, tanti docenti si sono ritrovati inspiegabilmente cancellati dalla I fascia G.I. e inseriti nuovamente in II fascia con il punteggio posseduto nel 2014. Molti di questi docenti sono beneficiari di provvedimenti giudiziali favorevoli, anche se in via cautelare, ma addirittura la problematica è stata riscontrata con certezza anche da docenti destinatari di sentenze definitive passate in giudicato. Immediata la reazione dell’Anief che denuncia l’accaduto e invia al Miur e agli Uffici Scolastici Regionali e Provinciali una espressa richiesta di chiarimenti con contestuale richiesta di ripristinare la situazione precedente, ribadendo il pieno diritto dei ricorrenti a permanere nelle Graduatorie a Esaurimento e, di conseguenza, anche nella I fascia delle Graduatorie d’Istituto.
“Supponiamo sia solo una procedura transitoria atta a modificare il sistema Polis al fine della corretta gestione dei ricorrenti in vista dell’imminente aggiornamento delle Graduatorie e che tale situazione non sia certo definitiva – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – stiamo monitorando con costanza la problematica e ci informano che in alcune province la situazione è già tornata quella precedente con il corretto inserimento in I fascia G.I. dei ricorrenti anche su Istanze Online, ma l’Amministrazione deve informare correttamente gli interessati e fornire i dovuti chiarimenti, per questo invitiamo il Miur al rispetto delle norme sulla trasparenza delle procedure poste in essere dalla P.A.”.
In attesa di constatare l’effettivo rientro della problematica per tutti gli interessati e di una risposta ufficiale e repentina da parte del Miur, dunque, l’Anief rassicura i propri iscritti e ribadisce che continuerà a vigilare fino a che non sarà correttamente ripristinata la situazione anche per via telematica nel pieno rispetto dei diritti degli interessati.
Il Consiglio di Stato torna, in Adunanza plenaria, ad esprimersi sull’inserimento nelle Graduatorie ad esaurimento dei docenti in possesso di diploma magistrale abilitante conseguito fino al 2002: lo farà tra sette giorni, a quasi un anno di distanza dalla sorprendente sentenza di fine 2017, che sembrava aver chiuso definitivamente le porte delle GaE ad oltre 50 mila maestri abilitati all’insegnamento. “Tutti pensavano che il discorso fosse chiuso, ma non l’Anief, che è intervenuta ad adiuvandum con i propri legali Walter Miceli e Sergio Galleano, in difesa di alcuni docenti”, scrive il giovane sindacato in una nota.
Attraverso l’impugnazione, patrocinata dall’avvocato Brunetti, è stato ottenuto il pieno accoglimento dell’istanza presentata e la trasmissione del ricorso all’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato, proprio per dirimere la questione della valenza erga omnes delle sentenze di annullamento dei decreti di aggiornamento GaE già passate in giudicato e ottenute sempre dallo stesso giovane sindacato. Con la sentenza n. 05941/2018, i giudici della VI sezione del Consiglio di Stato hanno dunque dato il via libera per l’iscrizione degli “appellanti nelle GAE di riferimento, al fine di mantenere, oltreché la res controversa in sé integra, scevra di ogni effetto nocivo la mora judicii nei confronti di costoro” ed anche per tale motivo l’organo di giustizia “accoglie l’istanza cautelare (ricorso NRG 5941/2018) e, per l’effetto, sospende l’esecutività della sentenza impugnata”.
Il 12 dicembre, quindi, la partita potrebbe riaprirsi. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, il sindacato che in questa battaglia giuridica tutela oltre 20 mila precari, spiega che “i giudici del Consiglio di Stato dovranno chiarire se l’annullamento del decreto ministeriale 2014, di aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento, passato ‘in-giudicato’ e richiamato nei successivi decreti ministeriali di aggiornamento annuale di scioglimento della riserva, travolga gli stessi. In pratica, se debba essere tenuto in considerazione dall’amministrazione, visto anche i rilievi del giudice di legittimità in merito alla natura dello stesso atto amministrativo”.
In ballo c’è anche la natura abilitante del diploma magistrale: “i giudici – spiega Pacifico – dovranno dire se l’abilitazione è soltanto strumentale alla partecipazione ai concorsi oppure transitoria e valevole solo durante il processo di riforme del sistema di formazione iniziale degli insegnanti, con l’introduzione del corso di scienze della formazione primaria e comunque non più dal 1° settembre 2018 come disposto dal decreto legislativo n. 62/2018. Dovranno anche esprimersi sul possibile conflitto tra questa controversia e il nuovo concorso riservato, previsto dal ‘decreto dignità’ ovvero dalla legge n. 96/2018, laddove pure ammettendo i diplomati magistrale alla procedura riservata esclude coloro che non hanno svolto i 24 mesi di servizio”.
“Non dobbiamo poi dimenticarci – continua il leader dell’Anief – che arriviamo a questa espressione del Consiglio di Stato dopo avere ottenuto sette sentenze passate ‘in giudicato’, attraverso le quali sono state immesse in ruolo 2 mila maestre. Inoltre, tramite decreto ministeriale abbiamo fatto annullare il decreto che aggiorna le graduatorie ad esaurimento. E, come se non bastasse, c’è un decreto del Presidente della Repubblica che riconosce il titolo abilitante conseguito 20 anni prima. Rimaniamo convinti che una sentenza che rinnega tutto questo possa essere superata”.
“Per queste ragioni siamo fiduciosi nel chiedere all’Adunanza plenaria di specificare se è il caso di cambiare il giudizio precedentemente espresso, proprio per preservare lo stato di diritto ed evitare il successo inevitabile intervento del giudice di legittimità. Altrimenti, a mettere la parola fine all’annosa e incredibile vicenda dell’esclusione dei diplomati magistrale dalla GaE – conclude il sindacalista – saranno la Corte suprema o il Consiglio d’Europa”.
Si infittisce l’agenda per dare alla luce l’ormai imminente bando di concorso straordinario destinato ai docenti di infanzia e scuola primaria previsto dal Decreto Dignità dello scorso agosto, e volto a risolvere in parte l’incresciosa questione dei diplomati magistrale.
Nelle scorse ore Miur e sindacati di categoria si sono di nuovo incontrati per discutere del concorso straordinario. Il bando deve ancora essere trasmesso al Consiglio superiore della pubblica istruzione (CSPI). Ma l’iter è urgente e – nonostante i tempi necessari – sembra che il decreto contenente il bando possa essere pubblicato prima del 10 ottobre.
Monitoraggio dei posti liberi
Sempre nell’ottica di una procedura il più veloce possibile, entro il 30 settembre il Miur dovrebbe effettuare il monitoraggio dei posti liberi. Utile tanto per il concorso straordinario che per i successivi (e necessari) ordinari.
Chi può accedere al concorso straordinario?
Il bando di concorso straordinario è destinato ai diplomati magistrale che hanno acquisito il proprio titolo entro l’anno scolastico 2001/2001 e i laureati in Scienze della formazione primaria a patto che abbiano almeno due annualità di servizio specifiche nelle scuole statali per il posto per cui ci si candida.
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