Pubblicato il Lascia un commento

Integrazione, Anief si scaglia contro Bussetti: “Tutelare prima gli studenti”

insegnanti docenti immissione in graduatoria

Desta scalpore il titolo di un’intervista in cui si attribuisce a Bussetti la volontà di tutelare prima i figli di italiani rispetto ai migranti, “in un Paese – replica Pacifico (Anief) – dove uno studente su dieci è alloglotto, spesso lo è la maggioranza nelle prime classi di alcuni Comuni del nord del Paese”. Il sindacalista autonomo poi raccoglie la promessa dello stesso ministro di utilizzare il calo delle iscrizioni degli studenti per rendere più flessibili i criteri di formazione delle classi, ridurre le classi pollaio, e lasciare l’autonomia agli istituti sotto i 600 alunni situati in zone disagiate: “Tutte proposte che il nostro sindacato ha da sempre portato in Parlamento”

Una frase infelice o forse un titolo estremamente sintetico. Sta di fatto che l’intervista al ministro Marco Bussetti, apparsa oggi sul quotidiano La Stampa, sta scatenando polemiche sul web e in particolare sui social network. «A scuola tuteliamo gli studenti immigrati, ma prima i nostri figli» è il titolo dell’intervista. Il cui senso come minimo stupisce. Come fa notare Marcello Pacifico, presidente nazionale di Anief: «Il ministro pensi a tutelare tutti gli studenti della scuola italiana, tanto più che nel nostro Paese uno studente su dieci è alloglotto e spesso lo è la maggioranza nelle prime classi di alcuni Comuni del nord».

Nella stessa intervista Bussetti, commentando il generale calo degli studenti (oltre 360mila in meno nei prossimi cinque anni) nelle scuole italiane, sostiene che questa flessione possa diventare un’occasione «per dare più tempo scuola e una maggiore offerta formativa ai nostri bambini e ragazzi. Pensiamo al tempo pieno al sud. O alle classi cosiddette “pollaio” che potranno essere eliminate». Aperture anche sulla revisione dei parametri sulle autonomie scolastiche. Il ministro sostiene che servono regole più flessibili, che valorizzino le specificità territoriali, magari mantenendo l’autonomia in favore di scuole che non raggiungono i 600 alunni, per certi indirizzi molto particolari, o in alcune aree d’Italia che si stanno svuotando. Frasi che non possono non trovare d’accordo Anief. «Si tratta di proposte che abbiamo sempre avanzato in Parlamento», conclude il presidente Pacifico.

Pubblicato il Lascia un commento

Sciopero generale della scuola, nessun passo indietro

flc cgil logo

‘Non possiamo che confermare lo stato di agitazione e lo sciopero dell’intero comparto che comprende scuola, università, ricerca e AFAM per il prossimo 17 maggio’. Commenta così, Francesco Sinopoli, segretario generale della FLC CGIL, l’incontro delle scorse ore con il titolare del dicastero dell’Istruzione, Marco Bussetti, che non ha scongiurato lo sciopero annunciato la scorsa settimana.

‘Valutiamo favorevolmente l’avvio del confronto, ma occorrono in tempi brevi scelte nette e precise per l’istruzione e per il Paese e su questo siamo ancora ai preliminari. E’ positivo – sottolinea Sinopoli – che il Ministro abbia annunciato le autorizzazioni per bandire i prossimi concorsi nella scuola primaria e secondaria, ma nessun impegno vero è stato preso in previsione del prossimo Documento di programmazione economica e finanziaria, riguardo gli investimenti necessari a fare dell’i’struzione e della ricerca una priorità politica per lo sviluppo economico e democratico del Paese. Nessuna proposta risolutiva è stata presentata circa le tante emergenze che incombono sulla scuola: dalla fase transitoria per i docenti di II e III fascia, alla copertura posti vacanti dei Dsga fino ad una diversa politica sugli organici. Così come nessuna risposta è arrivata per gli altri settori del comparto’.

‘La FLC CGIL- continua il dirigente sindacale – ha ribadito al Ministro il suo “no” netto e chiaro all’autonomia differenziata e alla conseguente regionalizzazione dell’istruzione che sarebbe il primo passo verso la disintegrazione dello stato nazionale e farebbe venire meno i principi fondamentali della Costituzione sul diritto sociale all’istruzione garantito in maniera uniforme e solidale su tutto il territorio nazionale’.

‘Occorre uno stanziamento di risorse vero e credibile per il Contratto dei lavoratori del Comparto che sappia traguardare il trattamento stipendiale medio dei docenti e di tutte le altre professionalità dell’istruzione al livello europeo’.

‘Infine, perno di una rinnovata attenzione a tutto il comparto deve essere il superamento del precariato e la stabilizzazione del personale, che è il primo fattore dell’innalzamento della qualità di questo settore strategico per il Paese. A nulla servono – conclude Sinopoli – gli interventi di controllo e di sanzione ventilati nei provvedimenti governativi quando si è privi di un piano di sviluppo della scuola, dell’università e della ricerca che abbia al centro un grande programma di investimenti capace di colmare il divario tra l’Italia e il resto dei Paesi OCSE’.

Pubblicato il Lascia un commento

Anief: richiesto adeguamento in materia di sicurezza, modifiche ed integrazioni al CCNL

vigili del fuoco generica

Anief, da Roma, in occasione del consiglio nazionale svoltosi qualche giorno fa, ha presentato le linee guida per il rinnovo del contratto per 1,3 milioni di docenti, educatori, Ata della scuola, dell’università e della ricerca e Afam. All’interno della piattaforma contrattuale, misure per chiedere aumenti economici per il personale della scuola, per recuperare la centralità della funzione docente, per difendere le lavoratrici vittime della violenza, per modificare il sistema disciplinare, salvaguardando sempre la dignità dei docenti. Anief propone modifiche e integrazioni agli art. 72 e seguenti del CCNL.

Secondo Anief, è necessario uniformare il presente contratto alle modifiche introdotte dal D.lgs. 81/08 in materia di rappresentanti per la sicurezza; infatti sia il CCNQ del 10 luglio 1996 sia il CCNL 06-09, cronologicamente precedenti al testo unico del 2008, non tengono conto della figura del RLST di cui all’art. 48. Lo stesso CCNL 2016-2018, pur intervenendo 10 anni dopo la pubblicazione del TU, continua a non tenerne conto.

Nello specifico, con la modifica sul Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza viene superato il limite dei mille dipendenti introdotti con l’art 58 del CCNL del 1999. Tra i lavoratori devono essere ricompresi anche quanti assunti con contratti di collaborazione ancora vigenti e di nuova istituzione. Resta vigente, in ogni caso, il limite normativo introdotto dall’art. 1, comma 2, del citato DM 382 del 1998 sul ruolo degli studenti impegnati in attività laboratoriali ai fini del conteggio del numero dei lavoratori. Tale limite potrà essere superato solo per via legislativa.

Viene annoverato tra i diritti del RLS anche quello di consultazione dei DVR di imprese che operano all’interno degli istituti, quali imprese di manutenzione e forniture, appalti per la mensa e altro. Inoltre, tra i documenti consultabili, devono figurare anche i piani di coordinamento della sicurezza tra imprese differenti, operanti in contemporanea. In riferimento all’obbligo di aggiornamento periodico, esso deve essere esteso anche ai lavoratori non dipendenti. Inoltre, dell’art. 50 del D.lgs 81/2008 i punti h, i, l, m, n, o sono prerogative non presenti nelle precedenti formulazioni contrattuali ed espressamente previste nel TU

L’introduzione dell’art. 73 bis risulta necessario, invece, per l’adeguamento contrattuale al D.lgs. 81/2008. I plessi troppo dislocati nel territorio o isolati dai grossi agglomerati urbani risultano, infatti, spesso carenti di personale e impossibilitati ad offrire adeguati livelli di controllo e vigilanza. Il CCNL 7 maggio 1996 non ha recepito le novità introdotte dal testo unico.

La fruizione dei corsi di orientamento e promozione delle iniziative formative e informative deve essere indirizzato ai lavoratori; tra essi occorre includere pure i lavoratori assunti con contratto non da dipendente.

Si ritiene, infine, che l’Osservatorio Nazionale Paritetico della Sicurezza, non ricompreso negli organismi di vigilanza, controllo e coordinamento previsti nel TU ed esclusivo per la scuola, previsto dal CCNL di comparto 1999-2001 art. 60 ed istituito dal decreto ministeriale n. 75 del 17 marzo 2000, possa continuare a svolgere le sue funzioni, purché non in contrasto con gli organi di cui al precedente art. 73 bis.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, afferma che “è necessario introdurre modifiche e integrazioni agli art. 72 e seguenti del CCNL, poiché siamo particolarmente sensibili alle tematiche che riguardano la sicurezza negli istituti scolastici; per tali motivi, chiediamo la riapertura del CCNQ del 10 luglio 1996 con l’adeguamento delle potenzialità ispettive dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e l’individuazione e del rappresentante sicurezza territoriale, così da poter ottenere un potenziamento dell’attività di vigilanza del Rls plesso per plesso.

Pubblicato il Lascia un commento

“Futura Genova”, chiusura con oltre 12mila presenze

Marco Bussetti Miur Ministro

“Futura ha portato metaforicamente e fisicamente la scuola al centro di Genova, una città che in questi mesi difficili dopo il crollo del Ponte Morandi si è distinta per forza, coraggio, determinazione. Questa prima tappa è stata un successo: tre giorni di grandi eventi, laboratori, approfondimenti che hanno visto coinvolti migliaia di studenti, docenti, dirigenti scolastici, famiglie e cittadini. Questa manifestazione rappresenta un momento di confronto su come innovare la scuola guardando sempre alle attitudini e alle potenzialità dei ragazzi, affinché ciascuno possa trovare il modo più adatto per dispiegarle e attualizzarle. La tecnologia deve essere alleata della didattica, non va demonizzata. Futura ci mostra che il nostro sistema di istruzione è all’altezza della sfida”. Così il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, che è intervenuto oggi pomeriggio nella Sala delle Grida di Palazzo della Borsa alla Cerimonia conclusiva di “Futura”, l’evento itinerante organizzato dal MIUR per raccontare sui territori la scuola digitale.

Oltre 12.000 le persone che hanno partecipato alla tre giorni genovese, circa 6.500 i cittadini che hanno avuto modo di entrare in contatto con le buone pratiche digitali degli istituti scolastici italiani, votando le migliori. Sono stati 6.400 i metri quadrati dedicati all’iniziativa. Circa 113 i workshop di formazione e aggiornamento con esperti italiani e internazionali destinati a 3.500 docenti, a dirigenti scolastici e al personale amministrativo. Oltre 110, invece, i laboratori per circa 4.000 studenti della Scuola dell’infanzia e del Primo ciclo. Mentre sono stati 800 i ragazzi del Secondo ciclo coinvolti nelle gare e nelle competizioni dedicate all’innovazione.

Un’edizione completamente rinnovata, quella di quest’anno: al centro di “Futura Genova” sono state le connessioni tra il digitale e discipline e temi molto diversi tra loro, come sport, arte, musica, cibo. Le piazze e i palazzi del capoluogo ligure hanno ospitato la prima competizione calcistica e digitale della scuola italiana, sono stati teatro di esibizioni musicali attraverso tavoli interattivi o di performance di Street Art digitale su muri di sensori.

Nel corso dell’appuntamento conclusivo, inoltre, sono stati premiati, alla presenza del Ministro Marco Bussetti e del Senatore Renzo Piano, i vincitori del Premio Scuola Digitale, che ha visto gli studenti italiani sfidarsi nei mesi scorsi a colpi di “prototipi”. Ma anche quelli della gara di idee sul tema della social innovation, e del Womest, la competizione per le studentesse sulle cosiddette discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics).

E proprio a proposito di STEM, il Ministro Bussetti ha annunciato di aver firmato nei giorni scorsi “un decreto che consente di investire 50 milioni di euro per la creazione di nuovi laboratori per le discipline STEM all’avanguardia, di ambienti didattici innovativi e nuove biblioteche. A breve provvederemo inoltre a stanziare ulteriori importanti finanziamenti per oltre 50 milioni”.

Il viaggio di “Futura” proseguirà nei prossimi mesi. Dopo Genova sarà la volta di Trieste. Seguiranno Ravenna, Marsala, Brescia, Sulmona, Assisi, Latina, Lucca, Matera.

Pubblicato il Lascia un commento

IX Olimpiadi di italiano: i vincitori

test ammissione medicina guida

Sono stati proclamati sabato mattina i vincitori della IX edizione delle Olimpiadi di Italiano, promosse dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con la collaborazione dell’Accademia della Crusca. La premiazione si è tenuta nell’Auditorium ‘Vivaldi’ della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino. I vincitori si sono distinti dopo una selezione impegnativa: quest’anno sono stati quasi 70.000 i ragazzi che hanno partecipato a tutte le fasi di selezione. Mai così tanti. Un numero record. E solo in 82 sono arrivati a Torino per la conquista del podio.

“Complimenti ai vincitori. E a tutti gli studenti che si sono sfidati sulla conoscenza della lingua italiana – ha detto il Ministro Marco Bussetti -. Queste Olimpiadi non sono una semplice competizione. Rappresentano una festa di tutta la scuola. Dimostrano che si può imparare divertendosi. Oggi a Torino sono stati premiati i nostri giovani più eccellenti. Ma eccellente è tutta la scuola quando vive la sua dimensione di comunità e si impegna con passione”.

Le Olimpiadi di Italiano sono gare individuali riservate a tutti gli studenti delle scuole secondarie di II grado. Per la prima volta, tra i vincitori assoluti di categoria risulta un alunno di un Istituto Tecnico. La competizione per la finale si è tenuta ieri, nell’Aula Magna del Liceo D’Azeglio. I ragazzi in corsa per il titolo, nelle quattro ore a disposizione, hanno dovuto dimostrare non solo una conoscenza approfondita dell’italiano, ma anche capacità di scrittura, di sintesi, di comprensione e di elaborazione del testo.

Oltre alle tradizionali medaglie, i vincitori delle Olimpiadi di Italiano riceveranno libri e soggiorni studio in Italia e all’estero offerti dai partner che sostengono l’iniziativa.

Il supporto organizzativo per l’intera manifestazione è del Liceo D’Azeglio di Torino.

I nomi dei ragazzi premiati:

CATEGORIA SENIOR
1.  Anna Tiso – Liceo Classico Trissino Valdagno (VI), classe 4^ SC
2.  Francesco Paronetto – Liceo Scientifico ‘Primo Levi’, Montebelluna (TV), classe 4^ ASC
3.  Caterina Moro – Liceo Classico ‘Leopardi Majorana’, Pordenone, classe 5^ CG

CATEGORIA JUNIOR
1.  Leonardo Deambrogio – Istituto Tecnico Economico ‘Leardi’, Casale Monferrato (AL), classe 2^ A
2.  Matthias Castlunger – Istituto Tecnico Economico, Bolzano, classe 1^ A
3.  Giulia Cerroni – Liceo Classico Musicale ‘B. Zucchi’, Monza, classe 2^ A

CATEGORIA SENIOR ESTERO
1.  Alessandro Borys – Liceo Italiano I.M.I., Istanbul, Turchia, classe 4^ A

CATEGORIA JUNIOR ESTERO
1.  Alessandro Poloniato – Istituto Italiano ‘Leonardo da Vinci’, Parigi, Francia, classe 1^

PREMI ‘DIDATTICI’

CATEGORIA SENIOR
Area liceale: Maria Alessia Di Maio – Liceo Classico Scientifico ‘Vittorio Imbriani’, Pomigliano d’Arco (NA), classe 5^ BS
Area tecnica: Enrico Miotto – Istituto di Istruzione Superiore ‘Viola-Marchesini’, Rovigo, classe 5^ C
Area professionale: Mariagrazia Losurdo – Istituto di Istruzione Superiore ‘N. Garrone’, Barletta, classe 4^ D

CATEGORIA JUNIOR
Area liceale: Gaia Volpe – Istituto di Istruzione Superiore ‘P.P. Parzanese’, Ariano Irpino (AV), classe 2^ A
Area tecnica: Eleonora Crabu – Istituto di Istruzione Superiore ‘Luigi Einaudi’, Senorbi (SU)
Area professionale: Valentina Pace – Istituto di Istruzione Superiore ‘Giovanni Giolitti’, Torino

Pubblicato il Lascia un commento

MUSEI: AUMENTIAMO L’OFFERTA CULTURALE

D’ora in poi in Italia i cittadini potranno entrare per 20 giorni l’anno gratis nei musei, nei siti archeologici statali, nei parchi e giardini monumentali. Aumentano le giornate ad ingresso libero nei luoghi della Cultura statali: sono 8 in più rispetto al passato, scelte in base alle caratteristiche di ciascun museo autonomo o polo museale territoriale. Tra le novità anche l’istituzione della ‘Settimana dei Musei’ a cadenza annuale e un ticket da 2 euro per i ragazzi e le ragazze dai 18 ai 25 anni, che intendono visitare un luogo della Cultura. ‘La rivoluzione’ è prevista nel decreto firmato dal ministro per i Beni e le attività culturali Alberto Bonisoli lo scorso 9 gennaio, che introduce modifiche al decreto ministeriale numero 507 del 1997 che disciplina le modalità di istituzione del biglietto di ingresso ai monumenti, musei, gallerie, scavi di antichità, parchi e giardini monumentali.
 
A illustrare il contenuto delle nuove disposizioni sono stati il ministro per i Beni e le attività culturali Alberto Bonisoli, il Direttore Generale Musei del Mibac Antonio Lampis e la direttrice del Polo museale del Lazio Edith Gabrielli, nel corso di una conferenza stampa, a Roma, che si è svolta nell’auditorium del Museo Nazionale degli Strumenti Musicali. Il decreto, che entrerà in vigore il prossimo 28 febbraio, innova di fatto il sistema delle agevolazioni per l’accesso ai siti statali introducendo: 8 giornate ticket free, scelte dai direttori dei musei autonomi e dei poli museali regionali, in relazione alle specificità territoriali di ciascun sito; 6 giornate ad ingresso gratuito durante la ‘#SettimanaDeiMusei’ dal martedì alla domenica in tutti musei statali italiani che quest’anno ricade dal 5 al 10 marzo; e 6 giornate gratuite in concomitanza con le prime domeniche del mese, da ottobre a marzo.
 
Oltre ad incrementare il numero delle giornate gratuite nell’ottica di migliorare l’offerta culturale di ciascun museo e agevolarne la fruizione, il decreto si rivolge in particolare alle nuove generazioni. E lo fa istituendo da quest’anno una tariffa di soli 2 euro per i ragazzi e le ragazze dai 18 ai 25 anni. 
La riduzione del costo dei biglietti di ingresso per i giovani si basa, infatti, su una scelta precisa del ministro, finalizzata ad abbattere gli ostacoli anche di carattere economico, che spesso rappresentano un deterrente per l’accesso alla Cultura e alla fruizione dei beni culturali.
Il Mibac, poi, ai fini di una migliore diffusione delle novità introdotte dal decreto, ha promosso la campagna di comunicazione istituzionale #IoVadoAlMuseo, al via da oggi sui canali social e sulle reti Rai con la trasmissione dello spot istituzionale realizzato dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma per la regia di Paolo Santamaria, l’attivazione del sito www.iovadoalmuseo.it e gli hashtag #IoVadoAlMuseo e #SettimanaDeiMusei.
 
Per ottenere informazioni utili su fasce orarie e giornate ad ingresso libero, programmare una visita e andare al museo basterà un semplice click da smartphone, tablet o pc.
 
“Con l’iniziativa Io Vado al Museo andiamo oltre rispetto al passato e aumentiamo l’offerta culturale nel nostro Paese. Le nuove agevolazioni sono il frutto di un percorso, avviato nei mesi scorsi dal Mibac – ha detto Bonisoli, in conferenza stampa . Aumentando il numero di giornate gratuite in tutti i musei statali d’Italia, vogliamo migliorare le modalità di fruizione del nostro patrimonio culturale e far conoscere alcuni tesori nascosti o poco noti, ma ugualmente preziosi, come il museo in cui ci troviamo oggi”.
 
“Con questo decreto – ha spiegato il ministro – cambieranno fondamentalmente due cose: la prima è che con la Settimana dei Musei sarà identificato un periodo preciso di lancio della stagione museale con tutti i musei statali gratuiti. Quest’anno si svolgerà dal 5 al 10 marzo e sarà un’occasione per spingere i cittadini e le famiglie a visitare i nostri bellissimi musei e ammirare le meraviglie in essi custodite”. “La seconda novità – ha continuato Bonisoli – è aver dato la possibilità a ciascun istituto statale di impostare un piano di gratuità sostenibile, migliorando la qualità della offerta e dunque di fruizione dei beni culturali, garantire sicurezza e tutela del patrimonio culturale in armonia con le esigenze del territorio”.
 
“Con la campagna Io Vado al Museo – ha concluso – intendiamo avvicinare i cittadini, ed in particolare i giovani, al patrimonio culturale, fondamento dell’identità culturale italiana”.

Fonte:MiBAC

Pubblicato il Lascia un commento

Anief scrive al ministro Bongiorno

Giulia Bongiorno

Riceviamo e pubblichiamo:

Sono trascorsi tre mesi dalla certificazione provvisoria della rappresentatività da parte dell’Aran. La legge stanzia le risorse per il rinnovo del contratto, noi ne abbiamo trovato ulteriori per la scuola. Avvii l’atto di diritto e normalizzi le relazioni sindacali, evidenti nuovi contenziosi. Il sindacato rompe gli indugi: basta perdere tempo e Pacifico scrive al ministro Bongiorno per sollecitare l’emanazione dell’atto di indirizzo all’Aran. Nella missiva al ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno si richiede celermente l’emanazione dell’atto di indirizzo all’Aran per il rinnovo del Ccnq di definizione dei comparti e delle aree di contrattazione e la certificazione della rappresentatività propedeutica all’avvio delle trattative per il nuovo del Ccnl anche per il comprato scuola, triennio 2019-2021. Marcello Pacifico (Anief): 57 mila voti ci chiedono di avere voce nei tavoli dopo aver raggiunto il 6% della rappresentatività prevista dalla legge #perunascuolagiusta

Il giovane sindacato, dopo che qualche mese fa  l’ARAN (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) ha confermato i dati, certificando che ha superato di slancio la soglia del 5% necessaria per la rappresentatività, attestandosi oltre il 6% come sesta forza sindacale del Comparto e addirittura undicesima nell’intero settore Pubblico, ha inviato una lettera al ministro della PA Giulia Bongiorno, come prima destinataria, al ministro del Miur Marco Bussetti e all’Aran.

Anief infatti, visti il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, art. 4 comma1, lettera a), e art. 41, commi 1 e 3, (Gazzetta Ufficiale 9 maggio 2011, n.106) “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche” e la legge 30 dicembre 2018, n.145, art.1, comma 436- 438, (Gazzetta ufficiale 31 dicembre 2018, n. 302) “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”, chiede che venga impartito con urgenza all’ARaN l’atto di indirizzo per il rinnovo del CCNQ di definizione dei comparti e delle aree di contrattazione per il triennio 2019-202 e per la riapertura dei tavoli di contrattazione ai fini del rinnovo del contratto collettivo nazionale del comparto istruzione e ricerca.

Il sindacato dunque crede sia arrivato il momento di essere parte attiva, nel rispetto della volontà dei tantissimi lavoratori che gli hanno dato fiducia, considerando inoltre che si sono poste le basi per il riavvio di ordinarie relazioni sindacali alla luce dei finanziamenti stanziati e poiché il 15 gennaio 2019 il Collegio di indirizzo e controllo dell’A.Ra.N., con la delibera n. 1, ha approvato le tabelle contenenti l’accertamento provvisorio della rappresentatività delle Organizzazioni sindacali nelle aree e nei comparti di contrattazione, attestando, per il comparto istruzione e ricerca, all’ANIEF una percentuale del 6.16%.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anef, afferma come “il ritardo nell’assegnazione delle suddette prerogative sindacali, da quantificarsi in un anno dal rinnovo delle RSU, causa una compressione del nostro diritto a disporre di tutti gli strumenti per l’esercizio del proprio mandato di tutela e rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto di riferimento. Sono docenti e Ata che hanno creduto in noi e siamo pronti a cambiare il sistema scolastico, per una scuola giusta, dando loro voce. Noi siamo pronti, abbiamo approvato le linee guida in Consiglio nazionale per affrontare tutti gli argomenti ai tavoli e introdurre il rispetto del diritto del lavoro e dei lavoratori anche nella scuola italiana. Sono 13 i punti ancora oggetto di consultazione di tutti i quadri sindacali e della base, perché bisogna ascoltare prima di parlare per poter rappresentare i problemi e le giuste soluzioni”.

Pubblicato il Lascia un commento

Medico in classe, la proposta arriva sul tavolo del ministro Grillo

«Anche il ministro della Salute Giulia Grillo ha sposato l’idea di riportare la figura del medico in classe. Essendo stati i primi a lanciare  questo progetto non possiamo che essere entusiasti di quello che ci sembra un passo in avanti decisivo». Così Marco Trabucco Aurilio, direttore scientifico del network di promozione della salute PreSa, commenta la decisione del ministro Giulia Grillo di sostenere la reintroduzione dei camici bianchi all’interno degli Istituti scolastici.  

A spingere il network editoriale PreSa a lanciare il progetto è la convinzione che una cultura della Salute va creata negli anni, a partire dai banchi di scuola. «La chiave – ribadisce Trabucco Aurilio – è quella di coinvolgere gli specializzandi in Medicina e Chirurgia, per insegnare ai ragazzi a prendersi cura di loro stessi ed educarli alla prevenzione, favorendo stili di vita e comportamenti sani». Ed è proprio questo l’appello che nei mesi scorsi era stato lanciato dal network PreSa al ministro della Salute Giulia Grillo e a quello per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, Marco Bussetti. Un’idea realizzabile a costo zero, ma che può portare benefici importanti. «Il progetto – evidenzia Marco Trabucco Aurilio, – è quello di coinvolgere in questo “servizio alla comunità” i medici specializzandi delle università italiane, che potrebbero dedicare una piccola parte del loro percorso formativo alla promozione di corretti stili di vita e adeguate misure di prevenzione nelle scuole italiane senza gravare sulle casse del Sistema sanitario perché già titolari di borsa di studio”.

Pubblicato il Lascia un commento

Fino al 6 aprile la prima tappa di Futura a Genova. Chiude Bussetti

Marco Bussetti Miur Ministro

Al via da domani il nuovo tour di “Futura”, l’evento itinerante organizzato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per raccontare, promuovere e sperimentare sui territori la scuola digitale. Prima tappa, Genova. Per tre giorni, fino al 6 aprile, oltre 8.000 persone saranno coinvolte in attività, dibattiti, gare di idee per contribuire al percorso di innovazione in atto negli istituti scolastici italiani.

A chiudere la manifestazione il Ministro Marco Bussetti, che sarà presente nel capoluogo ligure nella giornata di sabato.

“Partiamo da Genova – ha dichiarato il Ministro Bussetti – perché siamo rimasti molto colpiti dalla sua tenacia e dalla sua determinazione: dopo il crollo del Ponte Morandi, tutta la cittadinanza ha reagito con forza per ricominciare, anche a partire dalla scuola. Non c’è luogo migliore di questo per inaugurare una manifestazione che guarda al futuro, che dimostra come il sistema di istruzione e formazione italiano possa essere e sia già incubatore di progresso e sviluppo”.

Pubblicato il Lascia un commento

Gradone 3-8 mesi, il Tribunale del Lavoro di Trieste decide l’applicazione anche per i docenti immessi in ruolo dopo il 2011

ccnl comparto scuola soldi

Anche il Tribunale del Lavoro di Trieste dà piena ragione alle tesi Anief e applica il previgente gradone stipendiale 3-8 anni anche ai docenti immessi in ruolo dopo il 2011 con almeno un anno di servizio a termine precedente al 2011. “La clausola di salvaguardia – spiega il leader di Anief Marcello Pacifico – prevista nel contratto economico del 2011 deve essere applicata anche a chi ha prestato servizio da precario prima del 2011. I tribunali ci stanno dando ragione e confermano che prevedere questo beneficio solo per quanti avessero in essere solo un contratto a tempo indeterminato è in palese contrasto con le norme comunitarie”. Anief ricorda a tutti i propri iscritti che è ancora possibile aderire allo specifico ricorso 

Arrivano, infatti, due sentenze dal Tribunale del Lavoro di Trieste ottenute dai legali Anief Fabio Ganci, Walter Miceli e Mirella Pulvento che accolgono le tesi del nostro sindacato e confermano il diritto dei docenti immessi in ruolo dopo il 2011, ma con almeno un anno di precariato svolto negli anni precedenti, all’applicazione della “clausola di salvaguardia” che riconosce il mantenimento economico del gradone stipendiale “3-8 anni” molto più favorevole. Le due sentenze, di identico tenore, evidenziano con chiarezza come precedentemente al 2011 “sembra che non possa porsi in dubbio che l’insegnante abbia iniziato e terminato l’intero anno scolastico e, quindi, abbia sostanzialmente, svolto la stessa attività dei colleghi a tempo indeterminato, con acquisizione di analoga esperienza che ha aumentato la professionalità per l’anno successivo”. Il Miur, inoltre, non ha saputo indicare “ragioni oggettive idonee a giustificare la diversità di trattamento in casi del genere e, quindi, ne discende che viola il principio di non discriminazione la disposizione che esclude qualsivoglia riconoscimento dell’anzianità di servizio prevista dall’art. 526 d.lgs. 297/94 durante il precariato, così come le analoghe clausole della contrattazione collettiva che vanno disapplicate”. 

Il Giudice, dunque, richiamando le conclusioni già rassegnate, in ordine all’equiparabilità del servizio reso dalla docente durante il precariato rispetto a quello svolto dagli insegnanti di ruolo, dichiara senza ombra di dubbio che “deve ritenersi che anche alla stessa vada applicata la clausola di salvaguardia prevista dal CCNL del 19 luglio 2011 e che, quindi, abbia diritto a percepire il valore retributivo della fascia stipendiale 3-8 anni fino al conseguimento della fascia retributiva 9-14 anni” riconoscendo, inoltre, “il diritto della ricorrente, ad ottenere il riconoscimento dell’anzianità di servizio derivante dai periodi di servizio, in forza dei contratti stipulati con il Ministero nei periodi sopraindicati, in base ai criteri di cui all’art. 485 d.lgs. 297/94 ed il diritto alle eventuali differenze retributive per l’anzianità in tal modo maturata”