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Scuola, in arrivo 114 milioni di euro per l’adeguamento alla normativa antincendio. Bussetti: “Al via Piano triennale. Garantire la sicurezza dei nostri ragazzi”

In vista dell’adeguamento alla normativa antincendio, il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, ha firmato un decreto che stanzia 114 milioni di euro per la messa a norma di 2.267 edifici scolastici.

“Con queste risorse avviamo per la prima volta uno specifico Piano per l’antincendio, dando alle comunità scolastiche risposte attese da anni. La sicurezza dei nostri istituti e quindi dei nostri ragazzi passa anche da questo – sottolinea il Ministro – Non possiamo tralasciare alcun aspetto. Questo stanziamento conferma ancora una volta la grande attenzione di questo Governo all’edilizia scolastica. I 114 milioni costituiscono una prima tranche di fondi attraverso i quali ottenere la certificazione antincendio, ai quali seguiranno altri investimenti. Lavoreremo, inoltre, con gli Enti locali per portare avanti questo impegno”. 

Gli Enti Locali che beneficeranno di queste risorse avranno 12 mesi di tempo per aggiudicare i lavori di adeguamento alla normativa antincendio e potranno richiedere subito, all’atto del finanziamento, l’anticipazione del 20% dei fondi.

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FLC contro il regionalismo: “il diritto all’istruzione non è regionalizzabile”

“Da tempo abbiamo chiesto al Governo di fermarsi, di bloccare la deriva pericolosa che si può innescare con la cosiddetta autonomia differenziata. Ora apprendiamo che il Consiglio dei Ministri che il 15 febbraio avrebbe dovuto prendere una decisione in merito non ne discuterà, rinviando la questione”. È quanto si legge in una nota della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

“Il rinvio è una buona notizia solo se prelude ad un definitivo abbandono di un processo che, per quanto riguarda la scuola e l’istruzione, configura un regionalismo secessionista e disgregatore che rigettiamo nettamente”.

“È falso che un contratto regionale può migliorare la qualità dell’istruzione. È falso che stipendi diversi fra regione e regione incentiveranno il personale. È falso che concorsi regionali favoriscono la stabilità. È falso che sarà rispettata l’autonomia delle istituzioni scolastiche”.

“È vero invece, continua la nota, che il diritto all’istruzione non sarà più un diritto universale, che si bloccheranno la mobilità professionale e lo scambio culturale, che l’autonomia scolastica sarà violata da controlli regionali in netto contrasto con la previsione costituzionale. La stessa libertà di insegnamento, che è prima di tutto finalizzata al diritto all’apprendimento, sarà messa in dubbio dalla disparità di trattamento del personale a seconda della regione in cui si lavora”.

“Il diritto all’istruzione non è regionalizzabile, conclude la nota, denunciamo questa deriva disgregatrice e antinazionale e siamo pronti a chiamare alla mobilitazione e alla lotta il mondo della scuola in tutte le sue componenti, docenti, dirigenti, Ata, genitori e studenti, qualora il Governo dovesse perseverare in questo progetto che aggiungerebbe ulteriori disuguaglianze, divisioni sociali e culturali, a quelle che già affliggono il nostro Paese”.

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La replica di Di Meglio alle dichiarazioni del ministro Bussetti: “Basta con gli stereotipi”

“Le affermazioni del ministro Bussetti ci stupiscono e amareggiano e le riteniamo gravi e offensive nei confronti dei docenti e di tutto il sistema scolastico del Sud”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta le dichiarazioni rese dal ministro dell’istruzione ai microfoni di NanoTv in occasione della sua visita in una scuola di Afragola, in provincia di Napoli.

“Quando, rispondendo alla domanda di un giornalista, afferma che per colmare il gap tra le scuole del Nord e quelle del Sud non occorrono più risorse economiche ma maggiore impegno, lavoro e sacrificio, Bussetti utilizza i soliti stereotipi e luoghi comuni sul Sud fannullone. A tale proposito – sottolinea Di Meglio – giova ricordare al ministro che il 40% degli insegnanti in servizio al Nord proviene dalle regioni meridionali, a dimostrazione che la nostra non è di certo una categoria professionale di nullafacenti”.

“l’Italia sta attraversando un momento di oggettiva difficoltà e fomentare nostalgie preunitarie, come sta avvenendo con la riforma dell’autonomia differenziata, nuoce al nostro Paese e un ministro della Repubblica dovrebbe guardarsene bene dal farlo”, conclude il coordinatore nazionale della Gilda.

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Contratto: “La proposta ARAN è irricevibile”, proteste di Anief

Anief Sciopero

La scuola è sempre più al centro degli interessi del Paese: imperversano i numeri e anche questi ci dicono che gli stipendi sono troppo bassi. In queste ultime ore, è stato infatti riproposto l’ultimo rapporto Ocse, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico con sede a Parigi, che ogni anno nel suo rapporto Education at a glance mette a confronto i sistemi educativi dei 35 Paesi membri. A farlo è stato il quotidiano Il Messaggero che ha ricordato il numero di ore passate dai docenti dietro la cattedra, in classe con gli alunni, da cui emerge “un impegno leggermente inferiore a quello medio dell’area Ocse”. Ad esempio, “nella primaria il confronto è di 752 ore contro 794”.

Il disavanzo di ore si scopre che è veramente minimo: dividendo l’impegno per le 33 settimane minime di didattica annuale, emerge infatti che i nostri maestri insegnano tra una e due ore a settimana in meno. Se il gap si colloca attorno al 5%, allora è normale guadagnare meno? Niente affatto, perché la differenza economica rilevata è eccessiva: a dirlo è la stessa Ocse che mettendo a confronto gli stipendi a fine carriera evidenzia il differenziele economico dei nostri docenti rispetti a quelli dei singoli Paesi e della media Ue. A fronte di un impegno in classe quasi identico, a fine carriera il compenso dei nostri docenti è in media circa del 20% in meno. Con alcuni Paesi, come la Germania, dove sono quasi doppi rispetto ai nostri.

“Senza contare tutte le altre ore obbligatorie funzionali all’insegnamento – incalza Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – che ora l’Aran vuole innalzare, inserendovi nuove mansioni in cambio di aumenti farsa. Non va meglio per chi comincia a insegnare, il cui compenso annuo medio è inferiore del 6,5% rispetto a quanto si percepisce per lo stesso lavoro nell’area Ocse. Invece di cercare di ridurre la forbice, con il nuovo contratto si mantiene l’attuale assetto generale. Anzi, cercando pure di introdurre delle norme che vogliono assimilare chi insegna nella scuola ad un semplice impiegato”.

Anche secondo la rivista Orizzonte Scuola, “la premessa necessaria è che nel contratto di lavoro degli insegnanti italiani, a parte le 40+40 ore destinate alla partecipazione a collegi docenti e consigli di classe, non viene messo nero su bianco quante sono le ore destinate all’attività lavorativa al di fuori dell’orario di cattedra. E questo complica tantissimo le cose. Né si prevedono miglioramenti in tal senso nel nuovo Contratto, in queste settimane oggetto di trattative tra ARAN e sindacati”. Il nuovo contratto, infatti, non contiene nulla di buono.

“Come se non bastasse tutto questo – continua il sindacalista autonomo Anief-Cisal – dalla bozza di nuovo contratto collettivo nazionale proposta dall’Aran si evince che non si recepiscono le sentenze della Corte suprema sulla parità di trattamento tra personale precario e di ruolo, né si elimina il raffreddamento della carriera nelle ricostruzioni attuate per il personale di ruolo. Addirittura, si attribuiscono aumenti di soli 40 euro netti per il 2018 e 220 euro netti di arretrati per il 2016 e il 2017: una cifra ridicola, addirittura tre volte inferiore all’aumento del costo della vita registrato dopo il blocco decennale degli stipendi”.

“Di fronte a queste condizioni – conclude Pacifico – il nostro sindacato si oppone senza se e senza ma: qualsiasi proposta di aumento dell’orario lavorativo e di mansioni senza risorse aggiuntive va rispedita al mittente perché è irricevibile. Che cosa c’è da contrattare? Per tale motivo insistiamo con i ricorsi in tribunale, confermando la mobilitazione del personale che, anche per altre motivazioni, porterà il nostro sindacato a scioperare due volte nelle prossime settimane e a scendere in piazza il 23 marzo per una grande manifestazione nazionale”.

Anief ricorda che è ancora possibile recuperare 2.654 euro di arretrati, incrementati dei primi due mesi del 2018 indebitamente sottratti, e a partire da settembre 2015, come ha confermato due anni fa la Corte Costituzionale: basta consegnare il modello di diffida predisposto dall’Anief, attraverso cui recuperare almeno 270 euro di aumento, da suddividere in due parti uguali: la prima sulla mancata assegnazione dell’indennità di vacanza contrattuale, la seconda di effettivo incremento. Ancora per pochi giorni, infine, è possibile candidarsi come Rsu dell’Anief, compilando on line la scheda sul portale Anief.

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Aggiornamento Piano dei conti, il MIUR trasmette il nuovo regolamento della contabilità delle scuole

ccnl comparto scuola soldi

La circolare 2348 emanata il 6 febbraio dal MIUR, ha trasmesso alle Istituzioni scolastiche un aggiornamento del Piano dei conti, con la quale si legge che sono state apportate delle modifiche ed integrazioni alla sezione delle spese, tenuto conto delle esigenze manifestate da alcune scuole. Di conseguenza, la funzione SIDI Bilancio resterà chiusa il giorno 8 febbraio dalle ore 7:00 alle ore 13:00 per le attività di manutenzione.

Per questi motivi, le scuole sono esentate dalla trasmissione del Programma Annuale e dei relativi flussi gestionali dell’esercizio finanziario 2019. Il Ministero fornirà successivamente, con apposita comunicazione, delle indicazioni specifiche al riguardo.

Questo aggiornamento arriva in corso d’opera della predisposizione, da parte delle scuole, del Programma Annuale 2019, quindi col bilancio già impostato sul Piano dei conti trasmesso a dicembre 2018.

Forte la protesta di FLC CGIL che dichiara “Ora le scuole, che non sono state preparate ad applicare tutte novità contenute nel Regolamento, dovranno nuovamente mettere le mani ai propri bilanci per fare le opportune correzioni con il nuovo Piano dei conti” – e prosegue – “Abbiamo protestato con l’Amministrazione che, inoltre, ha lasciato le Organizzazioni Sindacali prive di una informativa adeguata e del confronto che sarebbe utile anche a facilitare il lavoro delle scuole”.

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Alternanza scuola-lavoro, le novità del 2019

studenti liceo esame maturita

Con la Legge di Bilancio 2019 il progetto Alternanza scuola-lavoro cambia look, già a partire dal nome. Si chiamerà, infatti, Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” e la sua durata sarà nell’ultimo triennio di almeno 90 ore nei licei, di 150 ore negli istituti tecnici e di 180 ore nei professionali. Tutti gli studenti del triennio delle Superiori hanno l’obbligo di partecipare a questo progetto.

Entro fine febbraio, un decreto del MIUR definirà le nuove linee guida che saranno da applicarsi da subito. In attesa del decreto rimane certo il carattere obbligatorio dei nuovi percorsi, così come è stato ribadito dallo stesso Ministro dell’Istruzione Bussetti, l’elevato valore strategico attribuito a queste esperienze. La centralità dell’Alternanza è confermata anche dal fatto che alla prova orale del nuovo esame di maturità del prossimo giugno i candidati dovranno esporre le esperienze di Alternanza Scuola-Lavoro svolte. È bene arrivarci preparati.

Il ministro Bussetti ha anche precisato che “Se un istituto vuole fare più ore è libero di farlo”. Non c’è dunque alcun “rompete le righe” sull’Alternanza, ma anzi il richiamo a progettare esperienze di elevata qualità. Ed è consigliabile non aspettare altro tempo, l’anno scolastico in corso va assolutamente sfruttato, per le terze classi che devono avviare i percorsi così come per le quarte e le quinte.

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Stati generali dell’Alta Formazione Artistica

Oggi, 8 febbraio e domani, 9 febbraio, a Roma, alla Camera dei deputati e al Teatro Argentina, alla presenza del Vice Ministro Lorenzo Fioramonti e del Sottosegretario Salvatore Giuliano, si terranno gli Stati generale dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) per confrontarsi su questioni come la valorizzazione del settore culturale ed economico del Paese. Come rilanciare il sistema, rispondendo alle esigenze di studenti, docenti, personale amministrativo di queste istituzioni? Quale futuro per l’Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) italiana?

Le parole di Fioramonte: “gli Stati generali dell’AFAM saranno un momento di confronto aperto per valorizzare e rilanciare il sistema. Questo Governo ha a cuore questo comparto della conoscenza ed è convinto possa essere volano di sviluppo culturale ed economico del Paese. Con il Ministro Bussetti abbiamo annunciato questo appuntamento a fine novembre scorso. Da allora abbiamo avviato un periodo di consultazione con tutti gli addetti ai lavori per ascoltare esigenze e indicazioni. Questi due giorni saranno proprio l’occasione per la consegna pubblica delle richieste degli attori istituzionali. Prendiamo l’impegno di integrare questi contributi con quelli che arriveranno anche dagli altri stakeholder attraverso una piattaforma online che renderà costante il rapporto con tutti i portatori di interesse. Lavoreremo, inoltre, con l’Amministrazione per valutare la fattibilità delle proposte e dare loro attuazione. Per passare, quindi, così dopo tanti anni di parole e promesse ai fatti”.

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Operazione Verità: la lotta di Anief contro il precariato

tribunale giustizia martelletto

Continua la lotta al precariato di Anief. Operazione Verità, quest’anno, di mappare il personale utilizzato in ruolo e in regime di precariato rispetto ai posti vacanti e disponibili.  e intende svelare quali di essi siano senza titolare ovvero senza ragioni sostitutive. Con #operazioneverita Anief intende richiedere ai dirigenti i criteri di assegnazione del personale docente, educativo e Ata a tempo indeterminato, determinato (supplente breve, annuale o al termine delle attività) e l’eventuale assegnazione della retribuzione professionale docente e del compenso individuale accessorio.

Come spiega il presidente Marello Pacifico “con il nostro operato vogliamo accertare quali sono i posti vacanti in organico e lo faremo attraverso una grande inchiesta che partirà dalla storia delle persone, dei lavoratori e dei professionisti dell’educazione. Ricominciamo a fare sindacato, mettendo in primo piano l’informazione, il confronto e la contrattazione. Ci siamo distinti per aver aperto la grande stagione dei ricorsi nel mondo della scuola e oggi i legali degli altri sindacati fanno gli stessi nostri contenziosi citando in giudizio i propri sindacati firmatari delle norme contestate. Con la rappresentatività faremo ascoltare le nostre ragioni ai tavoli, adesso con uno strumento in più”.

“Anief, grazie all’impegno e alla dedizione, è cresciuta in questi anni anche in termini di collaboratori e legali. Vogliamo ripartire dai docenti, educatori e dal personale Ata che ogni giorno vivono nelle scuole e con loro costruire anche la nuova piattaforma per il rinnovo del contratto, perché a differenza di altri Paesi europei in Italia non vige l’obbligo della ratifica dei lavoratori e di ogni eventuale proposta che li riguardi”, conclude il presidente Pacifico.

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Regionalizzazione: Da Aosta il “no” unanime del Consiglio nazionale Anief

“La regionalizzazione della scuola, così come pensata, non si può fare: dopo aver esaminato il testo che vuole regionalizzare l’Istruzione pubblica, dando seguito all’articolo 116 della nostra Costituzione mai attuato sino ad oggi, e che il 15 febbraio dovrebbe essere oggetto dell’incontro fra Governo e Regioni”, lo hanno dichiarato i vertici dell’organizzazione sindacale Anief, l’organismo che tutela i diritti dei lavoratori della scuola, ha posto il suo veto al provvedimento che vorrebbe portare da subito l’autonomia scolastica, e non solo, a Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.

Sulla questione, Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha detto che “il piano di regionalizzazione di un servizio pubblico è una minaccia al diritto allo studio. Contro questo progetto ci opporremo in tutte le sedi, ad iniziare da quelle giudiziarie. E i precedenti ci danno ragione piena. Speriamo comunque che non ve ne sia bisogno, perché confidiamo nella lungimiranza dei parlamentari, in particolare del M5S, che in alcune occasioni ha mostrato dubbi sulla fattibilità del provvedimento” – continua –“la scuola ha bisogno di nuove norme che introducano gli organici differenziati, sulla base di effettive necessità del territorio, dell’incremento dei livelli di istruzione, della riduzione dei tassi di dispersione, della riduzione del gap esistente tra i servizi a supporto dell’offerta formativa del Sud e quella del Nord, con quest’ultima troppo spesso in netto vantaggio. Tutte condizioni che, con l’autonomia differenziate, non avrebbero mai luce o sarebbero destinate ad aggravarsi”, ha concluso il presidente Anief.

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#StabilizziamoLaScuola, CGIL, CISL e UIL in piazza contro il sistema di reclutamento docenti

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Dopo aver lanciato la campagna #StabilizziamoLaScuola nel novembre scorso, dove si proponeva una soluzione transitoria e straordinaria per il reclutamento dei docenti, sabato 9 febbraio CGIL, CISL e UIL manifesteranno unitariamente contro la legge di bilancio 2019 che lascia irrisolte molte criticità, tra cui soluzioni incisive per il mondo del lavoro e soprattutto la mancanza di dialogo verso i giovani.

Nella legge di bilancio sono state introdotte modifiche al sistema di reclutamento dei docenti della scuola secondaria: un pacchetto di riforme, stando a quanto afferma FLC CGIL, inadeguate, incoerenti e sicuramente inefficaci per garantire l’avvio dell’anno scolastico.

Per questo la FLC CGIL ha proposto di portare in piazza proposte avanzate nelle assemblee svolte lungo tutto il territorio contro dei provvedimenti giudicati ingiusti e inefficaci.