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Cosa deve fare un lavoratore in quarantena affetto da Covid o in isolamento fiduciario? A rispondere è stato l’Inps

Cosa deve fare un lavoratore in quarantena affetto da Covid o in isolamento fiduciario? A rispondere è stato l’Inps con il messaggio 3653 del 9 ottobre scorso, che ha in questo modo voluto dare delle risposte alle tante richieste di chiarimenti in merito ai periodi di esonero dal servizio per pandemia. Il documento dell’Istituto nazionale di previdenza ha messo in luce quattro casi particolari di quarantena, fornendo indicazioni specifiche caso per caso: la sorveglianza precauzionale con lavoro agile; quella per ordinanza amministrativa; la quarantena all’estero; quella, infine, che si colloca come sorveglianza precauzionale e Cigo, Cigs, Cigd e assegno ordinario.

Nel commentare le precisazioni dell’Inps, Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, sostiene che “occorre una volta per tutte mettere mano alle differenze interpretative tra enti diversi per le stesse tematiche, perché quelli messi in luce dall’ente previdenziale nazionale non sono tutti i possibili stati lavorativi o di malattia plausibili per il difficile periodo di pandemia in corso. Ve ne sono altri, altrettanto importanti, tutti da definire: non è ancora chiaro, ad esempio, se la trattenuta giornaliera ‘Brunetta’, che scatta in corrispondenza della malattia, è applicata anche ai periodi di malattia COVID. Così come non è del tutto chiaro se le certificazioni mediche per i periodi di quarantena siano a carico del medico curante o della autorità sanitaria. E altrettante specifiche servirebbero, il prima possibile, per assicurare un grado di tutela adeguato alla situazione dei diritti dei lavoratori fragili e precari”.

foto febbre mascherinas

LA SORVEGLIANZA PRECAUZIONALE CON LAVORO AGILE

La scuola è particolarmente coinvolta nella quarantena e lavoro agile. Nonostante infatti la prima versione del decreto agostano, all’art 32 comma 4, non avesse consentito il cosiddetto “lavoro agile” nel comparto (salvo poi rettificare attraverso emendamenti chiesti anche da Anief approvati nei giorni scorsi con il maxi-emendamento che ha avuto il sì dell’Aula del Senato), la didattica a distanza e lo smart-working si confermano strumenti di continuità di servizio molto utilizzati; per questa fattispecie lavorativa, laddove la quarantena sia di tipo precauzionale, non risultando una inidoneità all’impiego, le tutele rimangono quelle della mansione lavorativa.

L’INIDONEITÀ TEMPORANEA

Diverso è il caso di quarantena per inidoneità temporanea a causa di malattia conclamata. Su questo punto l’Inps conferma infatti quanto l’Anief sostiene da tempo: il lavoratore in stato di malattia che riceve una inidoneità all’impiego, durante il periodo di inidoneità non può dedicarsi al lavoro nemmeno in remoto. La stessa comunicazione Inps del 9 ottobre spiega, a questo proposito, nella parte iniziale del messaggio, che “il lavoratore è temporaneamente incapace al lavoro, con diritto ad accedere alla corrispondente prestazione previdenziale, compensativa della perdita di guadagno”.

LA QUARANTENA PER ORDINANZA AMMINISTRATIVA

Altro caso spesso riscontrato nella scuola è quello della quarantena per ordinanza amministrativa: su questa eventualità, l’Inps esprime “perplessità” sul ricorso alla malattia per le assenze da lavoro a seguito di chiusura dei confini locali che, durante il recente passato, hanno impedito ai lavoratori di recarsi nei luoghi di lavoro. Secondo l’istituto “in tutti i casi di ordinanze o provvedimenti di autorità amministrative che di fatto impediscano ai soggetti di svolgere la propria attività lavorativa non è possibile procedere con il riconoscimento della tutela della quarantena (…) in quanto la stessa prevede un provvedimento dell’operatore di sanità pubblica”.

LA RICHIESTE DEL PRESIDENTE ANIEF

Secondo il professor Marcello Pacifico, a capo del sindacato Anief, “occorre tutelare i lavoratori con indennità dedicate: chi ha contatti quotidiani con un’utenza ampia ha infatti un’altissima probabilità di contrarre il virus anche usando tutte le tutele indicate dal Comitato tecnico scientifico e adottando il protocollo sulla sicurezza approvato pure dal nostro sindacato. Alla luce proprio di tale evenienza, per lo svolgimento di una professione ad alto rischio contagio, l’Anief ribadisce la necessità di assegnare 450 euro al mese di indennità individuale: una indennità, del resto, già prevista per altri professionisti, a partire da quelli che operano in campo sanitario”.

Tra le richieste del leader del Anief su questo ambito vi è quindi “l’equiparazione dell’assenza al ricovero ospedaliero qualora non sia possibile svolgere la propria mansione in modalità agile. Come diventa fondamentale l’attivazione di una nuova sequenza contrattuale per integrare e aggiornare il CCNI 2008 relativo al personale inidoneo, inserendo in esso anche il personale docente, Ata ed educativo precario, incredibilmente dimenticato allora dai sindacati firmatari di quell’accordo incompleto”.

(fonte: Ufficio Stampa Anief)

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Pensioni: a breve la circolare Miur con la scadenza delle domande

ccnl comparto scuola soldi

È imminente l’emanazione della circolare del Miur che riguarda i lavoratori della scuola che intendono andare in pensione, con i termini (verosimilmente fra 21 e 31 dicembre) per la presentazione delle domande per andare in quiescenza. Sono due le richieste da presentare per ottenere l’assegno pensionistico a partire dal prossimo mese di settembre: una su Polis e una all’Inps.

Sarà una sola – come anticipato dalla stampa specializzata – la scadenza per la presentazione delle domande a differenza dello scorso anno, in quanto Quota 100 – come si evince dalla tabella – è già parte delle opzioni pensionistiche; in tal senso è già prevista nel Decreto Scuola l’abrogazione della parte del decreto che prevedeva la scadenza del 28 febbraio per le domande di Quota 100.

LA GUIDA DELL’INPS

L’istituto nazionale di previdenza, sul proprio sito, ha messo a disposizione dei cittadini un vademecum con 7 semplici passi da compiere per chi è titolare di trattamenti pensionistici: una guida per districarsi tra le norme e anche sul portale dell’Inps, in particolare per verificare l’eventuale diritto a trattamenti integrativi, a detrazioni fiscali, o alla pensione di cittadinanza.

LE INIZIATIVE DI ANIEF 

Il Governo italiano conferma l’anticipo pensionistico “Quota 100” almeno fino al 2021, l’Ocse sostiene che invece la norma va abolita. Anief in audizione alla Camera ha di recente espressamente chiesto di sbloccare i posti liberati con ‘Quota 100’ per le assunzioni, con l’emendamento al decreto salva-precari, e ha richiesto che la Legge di Bilancio possa contenere una norma che collochi l’insegnamento tra le professioni gravose, finanziando l’operazione dal fondo istituito dalla legge 23/12/2014 n. 190. Tanto più che recentemente l’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità) ha inquadrato il burnout come tipico malessere cronico dei lavoratori della scuola, e soprattutto dei docenti. 

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Convitti e ospitalità residenziale, pubblicato il bando per il 2018-19

bando convitto

E’ stato pubblicato dall’INPS il bando di concorso “Convitti – ospitalità residenziale e diurna presso le strutture INPS a gestione diretta” per l’a.s. 2018/19.

Destinatari

Il bando è rivolto agli studenti frequentanti la scuola primaria e la scuola secondaria di primo e secondo grado, figli o orfani (ed equiparati) di persone appartenenti a una delle seguenti categorie:

  • iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali;
  • pensionati utenti della Gestione Dipendenti Pubblici;
  • dipendenti o pensionati del settore pubblico non iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali e alla Gestione Assistenza Magistrale e non utenti della Gestione Dipendenti Pubblici;
  • lavoratori o pensionati del settore privato;
  • disoccupati o inoccupati.

Quali benefici?

Il beneficio consiste nell’ospitalità presso la struttura di proprietà dell’Inps prescelta tra quelle riportate nell’allegato 1 del bando (https://www.inps.it/docallegatiNP//Mig/Welfare/Bando_Convitti_utenti_tardivi%20_e_privati_2018-19.pdf ), in formula convitto o semiconvitto, a fronte del versamento, a cadenza mensile, di una retta determinata ai sensi dell’art. 10, comma 1, del suddetto bando di concorso.

Il beneficio è concesso:

  • per tutta la durata degli studi di scuola primaria e secondaria di I e di II grado, per i figli, orfani ed equiparati, degli iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali e alla Gestione Assistenza Magistrale, nonché dei pensionati utenti della Gestione Dipendenti Pubblici;
  • per il solo anno scolastico 2018/2019 per i figli, orfani ed equiparati di lavoratori o pensionati del settore privato, di disoccupati o inoccupati, di dipendenti o pensionati del settore pubblico non iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali e alla Gestione Assistenza Magistrale e non utenti della Gestione Dipendenti Pubblici.

Presentazione domande

Le domande vanno presentate esclusivamente per via telematica dalle 12:00 del 23 agosto alle 12:00 del 6 settembre 2018.

Alla presentazione della domanda, il richiedente deve aver presentato la dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) per la determinazione dell’ISEE ordinaria o ISEE minorenni con genitori non coniugati tra loro e non conviventi, qualora ne ricorrano le condizioni.

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Pensionamento docenti, arrivano le risposte dall’Inps

In merito alla spinosa questione del pensionamento docenti e degli altri dipendenti del comparto scuola, di cui abbiamo già scritto qualche giorno fa, nelle scorse ore sono arrivati i chiarimenti da parte dell’Inps, che da quest’anno ha la competenza dell’accettazione delle pratiche.

I numeri

L’Inps ha comunicato che sono 41mila circa le domande di pensionamento pervenute, il 30 percento in più rispetto all’anno 2017. l’Inps comunica anche che 36.700 domande sono state già accettate con decorrenza dal primo settembre.

E gli altri?

Le restanti 4.100 domande circa sono al momento al vaglio dell’Istituto che sta “provvedendo a ulteriori approfondimenti” insieme agli uffici ministeriali del Miur. Inoltre l’Inps rassicura sulla bontà del lavoro svolto che va a garantire anche il sorpassare di determinati problemi che si erano creati negli scorsi anni. Come riporta TGCom24:

[…] il passaggio dell’attività di certificazione, garantendo la piena certezza del diritto, assicura la coerenza tra diritto verificato in anticipo e diritto in sede di liquidazione della pensione, superando il problema dei disallineamenti che si sono verificato negli scorsi anni.

Resta comunque ad oggi il problema dei 4.100 dipendenti del comparto scuola che non sanno ancora se il giorno 1 settembre potranno finalmente godersi la meritata pensione.

Lo scontro Inps – Bussetti

Quella dell’Inps è – comunque – anche una replica al sapore di smentita alle parole di Marco Bussetti, ministro dell’Istruzione del governo gialloverde.

Sono due i passaggi che in qualche modo contraddicono le dichiarazioni del Ministro. Il primo riguarda le responsabilità dei ritardi nelle comunicazioni, che l’Inps rigetta così:

“Gli esiti delle verifiche sono stati comunicati al Miur, tramite invii dei files contenenti gli elenchi, a partire dal 30 aprile scorso, con contestuale aggiornamento sulle lavorazioni via via effettuate dalle strutture territoriali dell’Istituto”.

Ma non solo.

“Con riferimento alle notizie di stampa riguardanti le presunte diverse modalità di calcolo, si precisa che l’Istituto ha da sempre adottato il criterio dell’anno commerciale per la verifica del diritto a pensione. L’eventuale differente modalità di calcolo adottata dal Ministero in ogni caso può comportare esclusivamente limitate differenze con riferimento ai periodi pre-ruolo riconosciuti con provvedimenti di competenza del Miur”

Si tratta di affermazioni, diffuse nella nota dell’Istituto di previdenza sociale, che vanno a smentire le parole del Ministro di qualche giorno fa.

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Caos Miur – Inps: migliaia di pensionamenti a rischio

Venticinquemila docenti (quattromila in più rispetto allo scorso anno), 300 dirigenti scolastici e 8000 appartenenti al personale ATA. E le pratiche che passano, di competenza, dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) all’Istituto Nazionale Previdenza Sociale (Inps). Ma passano male, sembra. Perché spariscono anni di contributi, le comunicazioni non sono precise, e intanto in attesa di capire cosa è accaduto a settembre chi già pregustava il meritato riposo dovrebbe tornare in servizio a scapito di chi invece era stato assegnato al suo posto, che andrà quindi ricollocato.

Insomma, se non si provvede presto a sistemare la situazione, si preannuncia un inizio d’anno scolastico da brividi, completamente immerso nel caos.

Pensioni comparto scuola, cosa è accaduto?

Il passaggio di competenza per quanto riguarda i pensionamenti, da Miur a Inps, non è andato liscio come l’olio. Anzi.

Le richieste di pensionamento, da quest’anno, non vengono più esaminate dagli Uffici scolastici provinciali ma dall’Inps. Una situazione che già un mese fa era molto allarmante, al punto da far istituire a un appena nominato ministro Marco Bussetti un gruppo di lavoro tra Ministero e Inps per facilitare lo scambio di dati e – più in generale – il passaggio di consegne. Ad oggi però, come sottolinea La Repubblica in un articolo, circa 5000 domande sono state rispedite al mittente perché non rispondevano ai requisiti richiesti per il pensionamento. Domande che, a detta dei sindacati, sarebbero lecite e corrette. A mandare in tilt il tutto, quindi, è la nuova organizzazione.

Errori tecnici o umani?

Dicevamo, da quest’anno la palla passa all’Inps. Ma l’Inps, per le verifiche, si basa sulla banca dati del Miur. E la banca dati del Miur, ebbene, “non è sempre aggiornata dalle scuole”.

Quindi se da un lato si parla di problemi informatici, dall’altro comunque c’è la solita enorme mole di lavoro che in tempi di digitalizzazione anziché essere più snella resta tremendamente gravosa per i lavoratori del comparto scuola.