Il Ministro dell’istruzione,
tramite il suo Vice Ministro Fioramonti, spiega le novità del nuovo esame di
maturità riguardo al voto di ammissione. Spiega che il voto Ammissione Maturità
2019 lo decideranno tutti i docenti.
Il Vice Ministro Fioramonti ci
tiene a specificare che il voto di ammissione all’esame di Stato è riferito al
percorso scolastico triennale dell’alunno, ma non sarà una sommatoria o una
media dei voti, ma sarà una valutazione globale dello studente, che terrà conto
dell’impegno e delle modalità di apprendimento dello stesso.
Deciso da tutti i docenti
componenti del Consiglio di Classe compresi i docenti di religione e dai
docenti delle attività alternative il voto di ammissione sarà un voto unico
rappresentante lo studente sebbene le norme precedenti facevano riferimento al
percorso scolastico triennale dello studente e che non teneva conto delle medie
aritmetiche dei voti assegnati alle singole discipline.
Pertanto, la circostanza che
la valutazione espressa dal docente di religione cattolica si riferisca ad un
giudizio e non ad un voto in decimi, non inficia la partecipazione alla
deliberazione in merito all’attribuzione del voto di ammissione all’esame di
Stato dal momento che, si ribadisce, tale voto di ammissione all’esame non è, e
non era, frutto di una media aritmetica.
Il Ministro Bussetti, nel complimentarsi con Lorenzo il primo ragazzo
non udente laureato con 110 e lode all’Università di Pisa con la tesi “I sordi,
l’audiovisivo e i nuovi media”, ribadisce il piano del Ministero per la
formazione degli insegnanti.
“La Lingua dei segni – afferma Bussetti – costituisce uno strumento
importante di inclusione, di pari opportunità, di accesso alla comunicazione e
piena partecipazione alla vita collettiva delle persone con deficit uditivo.
L’impegno di Lorenzo deve essere sostenuto con forza”.
Prosegue Bussetti: “Questo Governo sta facendo la sua parte. Il
Ministro Lorenzo Fontana ed io, infatti, a dicembre abbiamo firmato un
protocollo d’intesa che ha l’obiettivo di formare docenti esperti e qualificati
nella Lis e favorire la completa inclusione scolastica dei bambini sordi
segnanti”.
Per questa iniziativa saranno utilizzati fondi del Programma Operativo
Nazionale (Pon) per la scuola 2014-2020. Sono stati già stanziati 6 milioni di
euro per l’avvio di percorsi formativi destinati ai docenti di sostegno.
Accanto alla formazione degli insegnanti già assunti su posto di
sostegno, il Miur ha già anticipato che lavorerà affinché a partire dai
prossimi corsi di specializzazione per diventare insegnanti di sostegno, nei
programmi sia presente la Lis.
Il protocollo di intesa è stato firmato a dicembre e in
quell’occasione il Miur aveva comunicato “Nello spazio di poche settimane
saranno pubblicati i bandi per consentire ai docenti di partecipare alla
formazione.”, quindi è probabile che l’intervento di oggi del Ministro anticipi
proprio la pubblicazione dei bandi.
I Sindacati Udir e Anief sostengono la norma che elimina
l’obbligo vaccinale della Legge Lorenzin e incentiva una vaccinazione spontanea
e volontaria, secondo i dettami della Corte europea dei diritti dell’uomo.
Per quanto riguarda l’organizzazione delle classi, anche in
presenza di soggetti immunodepressi, e altre azioni inerenti alle mansioni dei
DS e delle segreterie, segnalati emendamenti alla XII Commissione che
ravvicinano il diritto alla salute a quello allo studio
Anief e Udir si dichiarano favorevoli all’approvazione del
disegno di legge AS 770 che abroga gli obblighi vaccinali rigidamente
introdotti dalla Legge Lorenzin e rimodula tutto nella promozione di
un’adesione volontaria e consapevole alle vaccinazioni, nel rispetto della
Cedu.
Tale obbligo risultava irragionevole e contrario alla
giurisprudenza comunitaria alimentando un conflitto, di certo non apparente,
tra il diritto alla salute e il diritto all’istruzione, tra trattamento
sanitario obbligatorio e libertà individuale, peraltro, previsto in maniera
perentorio nell’età prescolare che copre soltanto un bambino su due e
derubricato a facoltativo, ma con sanzione nella scuola dell’obbligo.
Importante anche il richiamo relativo al fatto che soltanto
in presenza dei significativi scostamenti del PNPV, tali da ingenerare il
rischio di compromettere l’immunità di gruppo, i piani straordinari di
intervento possono subordinare in modo temporaneo la frequenza a scuola alla
somministrazione di una o più vaccinazioni. Questa possibilità è compatibile
con la necessità di non compromettere l’immunità di gruppo, a maggior ragione
per il fatto che ci sono anche minori non vaccinabili che devono stare in classe
con soggetti immunizzati.
Per queste ragioni, nell’auspicare un esame urgente del
provvedimento in esame, comunque da concludere per consentire l’avvio ordinato
del prossimo anno scolastico, sono state proposte soltanto tre minimali e
specifiche proposte emendative tese ad agevolare peraltro il lavoro del
dirigente scolastico e delle segreterie
Le proposte Anief e Udir, appunto, mirano a imporre il
diritto all’istruzione dei minori in modo che esso non venga compromesso in
nessun modo, nell’ottica di un’istituzione scolastica che non neghi diritto
alla frequenza a scuola per alcuna ragione. Infatti, non possono essere le
istituzioni scolastiche a esercitare la facoltà di respingere un allievo perché
non vaccinato, ma bisogna unire il diritto alla salute con quello
all’istruzione.
L’Autorità di
Gestione (AdG) del Programma Operativo Nazionale “Ricerca e
Innovazione 2014-2020”, di cui pubblichiamo l’ultima versione a seguito
della riprogrammazione approvata dalla Commissione Europea il 19 luglio 2018,
ha reso noto gli esiti dell’Avviso
denominato “AIM: Attrazione e Mobilità
Internazionale”.
Come è noto con Decreto
Direttoriale n. 407 del 27 febbraio 2018 e relativo disciplinare,
l’AdG dava attuazione all’Azione I.2 “Mobilità dei Ricercatori”
nell’ambito dell’ASSE I del PON
R&I 2014-2020. L’intervento
riguarda gli atenei statali e non statali aventi sede amministrativa ed
operativa nelle regioni in ritardo di sviluppo (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) o nelle regioni
in transizione (Abruzzo, Molise,
Sardegna) e prevede due Linee
Linea 1 (Mobilità dei ricercatori): sostegno alla contrattualizzazione come ricercatori a tempo determinato di tipo A di soggetti in possesso del titolo di dottore di ricerca conseguito da non più di quattro anni, da indirizzare alla mobilità internazionale
Linea 2 (Attrazione dei ricercatori): sostegno alla contrattualizzazione, come ricercatori a tempo determinato di tipo A di soggetti in possesso del titolo di dottore di ricerca conseguito da non più di otto anni, operanti presso atenei/enti di ricerca/imprese fuori dalle Regioni obiettivo del PON R&I 2014-2020 o anche all’estero, con esperienza almeno biennale presso tali strutture, riferibile alla:
partecipazione o alla conduzione tecnico-scientifica di programmi e/o progetti di ricerca;
gestione diretta (o alla relativa assistenza) nelle fasi di predisposizione, di organizzazione, di monitoraggio e di valutazione dei programmi/progetti di ricerca.
A seguito della valutazione a cura del Comitato di
Selezione appositamente costituito, l’AdG ha pubblicato con il Decreto Direttoriale 3407 del 21 dicembre 2018 la
graduatoria delle 627 proposte
presentate dagli atenei (Allegato A) e l’elenco delle 326 proposte finanziate (Allegato B). Tenuto conto che ogni ateneo
poteva presentare richiesta di finanziamento di più contratto la situazione è
la seguente
sono stati finanziati 356 contratti di RTDA relativi alla Linea 1
sono stati finanziati 121 contratti di RTDA relativi alla Linea 2 punto 1
è stato finanziato 1 contratto di RTDA relativo alla Linea 2 punto 2
Pertanto risultano finanziati 478 contratti per una spesa
di € 88.497.419,22.
Pubblichiamo, altresì, l’elenco delle proposte finanziate
con l’indicazione del nominativo referente
per ciascun ateneo.
Il DD 3407/18 dovrà
essere registrato dalla Corte dei Conti e successivamente pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Dall’entrata in vigore della graduatoria gli atenei potranno emanare gli appositi
bandi per l’individuazione dei ricercatori. A tal proposito segnaliamo
che alla
Linea 1 potranno partecipare solo i soggetti in possesso del titolo di dottore di ricerca conseguito a partire dal 27 febbraio 2014
Linea 2 potranno partecipare solo i soggetti in possesso del titolo di dottore di ricerca conseguito a partire dal 27 febbraio 2010.
L’AdG ha chiarito che per data di conseguimento del titolo di dottore di ricerca si intende la data di discussione
della tesi di dottorato.
Si è tenuto, il 13 febbraio 2019, presso l’Ambasciata
francese in Palazzo Farnese, l’incontro per verificare la volontà dell’Institut
Français d’Italia di firmare il primo contratto collettivo aziendale. Questo
appuntamento, da tempo atteso, è arrivato a seguito delle mobilitazioni dei
lavoratori di settembre e ottobre e di un incontro tenutosi presso il Ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ministero che è stato coinvolto nella
vertenza per agevolarne la ricomposizione.
La ripresa del dialogo sindacale, auspicato da tempo, sarebbe
dovuta servire a superare l’impasse nelle trattative e terminare positivamente
il negoziato con la firma del contratto che i lavoratori dell’istituto
attendono da molto tempo. Cosa non avvenuta, in quanto, la direzione di IFI ha
comunicato la propria indisponibilità alla firma del contratto, di fatto
azzerando tutto il lavoro svolto fino ad adesso da FLC.
La replica non si è fatta attendere, infatti nella nota di
FLC si legge: “Riteniamo un errore la scelta di IFI di rinunciare alle positive
relazioni sindacali, sbagliato rinunciare alla contrattazione collettiva non
ricercando soluzioni transitorie verso quelle definitive, sbagliato rinunciare
a modelli negoziali democratici e partecipativi delle rappresentanze del
personale nei luoghi di lavoro. Il prestigio di una struttura di servizio
dell’Ambasciata di Francia in Italia lo imponeva”.
Sempre nella nota: “La mancata firma del contratto
collettivo impone alla FLC CGIL di valutare quali azioni mettere in campo per
tutelare i lavoratori di IFI e salvaguardare il valore del contratto collettivo
ed il principio della rappresentanza sindacale senza i quali le lavoratrici e i
lavoratori di IFI sono più deboli. Insieme alle RSA FLC CGIL, e alle lavoratrici/lavoratori
che rappresentiamo, valuteremo la nuova situazione che si è determinata e quale
dovrà essere il nostro ruolo nell’immediato prosieguo”.
“Il regionalismo
differenziato è una condanna per la scuola siciliana e per tutto il Sud”. Lo
dice Graziamaria Pistorino, segretaria regionale della FLC CGIL Sicilia, nel
corso di un’assemblea dei lavoratori presso l’Aula Magna dell’Università degli
Studi di Messina.
“Qui – aggiunge Pastorino
– mancano quelle infrastrutture indispensabili allo sviluppo che i governi
nazionali, senza garantire i Lep (Livelli essenziali delle prestazioni), hanno
costruito e che continuano a costruire al Nord. Nelle Regioni meridionali,
infatti, il Miur non ha fatto gli investimenti necessari per recuperare il gap
con il resto del Paese”.
“Bisogna smetterla –
continua Pistorino – con questa retorica per cui se il Sud è sottosviluppato è
colpa esclusiva, come dice il ministro, dei lavoratori che non si impegnano o
delle classi dirigenti locali. Non c’è dubbio che queste abbiano grandi colpe,
ma c’è una responsabilità delle classi dirigenti nazionali che hanno abbandonato
questa parte d’Italia al proprio destino”.
“Gli studenti del Sud –
conclude Pistorino – hanno sulla Carta gli stessi diritti di tutti gli altri
studenti italiani. Per questo lo Stato deve garantire loro le medesime
opportunità e i medesimi standard d’istruzione. Prima di attuare il
regionalismo differenziato, quindi, chiediamo al governo e al ministro
dell’istruzione Bussetti di darsi da fare per colmare l’enorme divario tra i
diritti degli alunni del Nord e quelli del Sud a cominciare dall’ampliamento
del tempo pieno e dalla stabilizzazione degli organici di sostegno in deroga”.
“Perché è stata cambiata
la Maturità?”, “Le prove Invalsi influiranno sul voto finale dell’Esame?”, “Se
uno studente non può partecipare alle simulazioni cosa succede?” Sono alcune
delle domande a cui il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca, Marco Bussetti, ha risposto oggi, sul suo profilo Instagram,
rivolgendosi direttamente agli studenti.
Si tratta di alcuni dei
quesiti più ricorrenti sulle novità che quest’anno caratterizzeranno l’Esame di
Stato a seguito dell’attuazione del decreto legislativo 62 del 2017. Le domande
sono state raccolte dal MIUR negli incontri tenuti sui territori e anche
attraverso i social.
In contemporanea alla pubblicazione dei video sul profilo del Ministro è stata anche attivata sul sito del Ministero questa sezione dedicata alle FAQ sulla Maturità, che sarà aggiornata periodicamente con risposte rivolte a tutto il mondo della scuola, a partire dai ragazzi.
Prosegue dunque il
percorso di accompagnamento voluto dal Ministro Bussetti per sostenere la
preparazione degli studenti in vista dell’Esame. Dallo scorso autunno sono
stati organizzati incontri sul territorio per gli insegnanti. Martedì prossimo,
19 febbraio, è prevista la prima delle quattro simulazioni per gli studenti,
esempi coerenti con quelle che saranno le prove di giugno.
I docenti incroceranno le
braccia il 27 febbraio, uno sciopero che ha avuto subito anche l’appoggio da
parte dell’ANIEF, e che quasi certamente verrà replicato anche nella data
dell’8 marzo, sempre con docenti e personale ATA coinvolto. Come dichiarato sul
comunicato stampa reso pubblico dall’ANIEF: “invitiamo tutto il personale della
scuola, di ruolo e non, a incrociare le braccia il 27 febbraio e l’8 marzo per
difendere l’istruzione statale contro ogni progetto di regionalizzazione e per
dire basta alla stagione degli aumenti-farsa e del precariato senza fine.
Parole ben più dirette e
dure invece quelle rilasciate nel comunicato Unicobas, e indirizzate senza
mezzi termini al Governo: “i partiti del Governo pentalegato avevano promesso
di abrogare la mala-scuola renziana. Invece hanno conservato la chiamata per
competenze e lo strapotere dei dirigenti sull’utilizzo degli insegnanti, il
bonus discrezionale, un organico potenziato senza futuro né limiti alle
supplenze, e intendono peggiorare di molto la già gravissima situazione creando
un’istruzione pubblica di serie ‘a’ e serie ‘b’ a seconda della ricchezza
regionale, con contratti separati per docenti ed ATA secondo le aree
geografiche”.
Ricordiamo che, al
momento, la situazione relativa al personale scolastico, sia docenti che ATA, è
sostanzialmente rimasta quella che era, con un nuovo contratto di lavoro ancora
in stand by, e le promesse di aumenti adeguati al compito svolto ancora rimaste
inespresse. Anche per questo motivo si fa più forte e unita la protesta che
darà vita al già menzionato sciopero del 27 febbraio e che quasi certamente
avrà una replica dopo poco più di una settimana dopo, ovvero l’8 marzo.
Il Ministro
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, ha firmato il
decreto che stanzia 1,8 milioni di euro per le scuole colpite dal sisma del 26
dicembre 2018 in Sicilia, in particolare in provincia di Catania, e per quelle
della Liguria danneggiate dal maltempo dell’autunno scorso.
Alla Sicilia sono
assegnati circa 882.000 euro, dei quali beneficeranno 7 Comuni, per interventi
su 25 scuole. Alla Liguria arriveranno, invece, circa 955.000 euro che verranno
ripartiti per 20 Comuni e consentiranno di intervenire su 51 istituti
scolastici.
“Ci siamo attivati da
subito – dichiara il Ministro Bussetti – per dare risposte alle richieste
urgenti degli Enti locali e delle Regioni: i nostri ragazzi non devono perdere
neanche un giorno di scuola, perché questa rappresenta la loro normalità, il
luogo in cui, giorno dopo giorno, costruiscono il futuro. Con questi fondi
interveniamo su situazioni di pericolo e di inagibilità degli istituti e ci
attiviamo per ripristinare la sicurezza. I territori non possono essere
lasciati da soli di fronte a eventi eccezionali, come il sisma che ha colpito
la Sicilia o i nubifragi che hanno messo a dura prova la Liguria. È
fondamentale fare sistema per garantire ai nostri giovani il diritto allo
studio, nonostante eventi che possono stravolgere la quotidianità loro e delle
loro famiglie”.
È
stato presentato oggi in occasione della conferenza stampa svoltasi presso
l’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna il percorso formativo
Ipotesi Cinema – Un esperto di Cinema in ogni scuola. Il progetto si pone
l’obiettivo di formare docenti sul linguaggio cinematografico e sulla lettura
critica delle immagini.
Il progetto Ipotesi
Cinema, proposto nell’ambito del Piano Nazionale Cinema per la Scuola, promosso
dal MIUR e dal MIBAC, è organizzato dall’Istituto Comprensivo 12 di Bologna
insieme agli Istituti Comprensivi 3, 4, 5, 13 e 22 di Bologna e agli Istituti
Comprensivi di Ozzano dell’Emilia (BO), Budrio (BO), Pinerolo II Lauro (TO) e
Rodari Annecchino Pozzuoli (NA), in collaborazione con Fondazione Cineteca di
Bologna, Museo del Cinema di Torino e COINOR Università Federico II di Napoli.
Il Piano Nazionale Cinema
per la Scuola prevede lo sviluppo di percorsi formativi per insegnanti ed
educatori, finalizzati alla costituzione di un albo di esperti di cinema,
secondo le indicazioni delineate dall’azione A1 del bando MIUR – MIBAC Cinema
per le scuole 2018/19.
Tra gli obiettivi del
progetto formativo: fornire ai docenti strumenti per una lettura critica delle
immagini in movimento in modo da aiutare le nuove generazioni a non essere
spettatori passivi ma capaci di decodificare messaggi, esprimersi con
consapevolezza e costruire narrazioni, anche utilizzando le nuove tecnologie a
loro disposizione.
Il corso è strutturato in
due moduli. Il primo, della durata di trenta ore, si svolgerà nel corso di tre
fine settimana nelle città di Bologna, Torino e Napoli. Durante questo primo
modulo i docenti saranno guidati attraverso la storia del cinema tra generi,
autori, correnti e sperimentazioni; verrà loro fornita la grammatica di base
del linguaggio cinematografico e gli strumenti per interpretare un’opera
cinematografica sapendo contestualizzarla e problematizzarla.
Il secondo modulo con
modalità laboratoriali, della durata di 24 ore, si svolgerà esclusivamente a
Bologna e metterà a disposizione dei docenti che hanno frequentato il primo
modulo gli elementi necessari per costruire con le classi progetti e percorsi
per la realizzazione di un prodotto audiovisivo utilizzando diverse tecniche.
“Tramite questi percorsi
di formazione docenti ci proponiamo di favorire l’incontro degli studenti con
le arti visive come occasione di maturazione della dialettica personale con
l’immagine che accompagna il vivere quotidiano – spiega il Direttore Generale
dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna, Stefano Versari – Il
cinema può costituire occasione intelligente di interpretazione della realtà,
sia essa concreta o virtuale”.
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