Oggi dalle ore 9.30 alle ore 13.00, presso la Sala “Aldo Moro” del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, si terrà l’evento annuale del Programma Operativo Nazionale “Per la Scuola” 2014-2020, dedicato al tema “Educare alla sostenibilità. Le storie del PON Scuola”.
L’evento sarà aperto da un saluto della Vice Ministra Anna Ascani e sarà l’occasione per presentare le attività e i risultati finora raggiunti nell’ambito del PON “Per la Scuola”, per la programmazione 2014-2020, in termini di ampliamento dell’offerta formativa e di potenziamento degli ambienti di apprendimento.
Cinque istituti scolastici che hanno realizzato progetti sul tema della sostenibilità porteranno la loro esperienza. Inoltre, a partire dalle 9.30 e fino al termine del convegno, verrà allestito uno spazio espositivo che ospiterà i lavori ideati e realizzati dagli studenti, grazie ai finanziamenti del Programma Operativo Nazionale.
Cinquanta milioni per il contrasto della dispersione scolastica e della povertà educativa nelle scuole del primo e del secondo ciclo di 292 aree territoriali particolarmente a rischio, individuate nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Li mette a disposizione il bando pubblicato a inizio agosto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Si tratta di risorse PON che, per la prima volta, saranno accessibili anche alle scuole paritarie non commerciali. Una novità che prende le mosse dal lavoro avviato nel 2017 dal MIUR per garantire anche alle scuole del sistema paritario di accedere alle risorse europee, concluso di recente con la modifica dell’Accordo di partenariato e del Programma operativo nazionale 2014-2020.
“Intervenire nelle aree a rischio povertà educativa è essenziale per garantire a tutti i nostri ragazzi un vero diritto allo studio – sottolinea il Ministro Marco Bussetti -. Con questo Avviso diamo la priorità a 292 aree, ma andremo avanti con successivi bandi per una copertura quanto più ampia possibile. L’apertura anche alle scuole paritarie dei fondi va poi vista come un traguardo importante: il sistema scolastico nazionale comprende anche questi istituti e dobbiamo garantire ai ragazzi che li frequentano le stesse opportunità. Soprattutto nelle aree dove ci sono maggiori carenze educative”.
L’Avviso mette a disposizione risorse fino a 32.000 euro per ogni istituto, statale o paritario, per potenziare le competenze di base, ma anche le conoscenze digitali e in materia di cittadinanza. Sono previsti anche moduli didattici con il coinvolgimento dei genitori. Sarà possibile attivare oltre 1.500 moduli di 30 ore ciascuno e intervenire in questo modo sulle situazioni potenzialmente più delicate di fallimento formativo precoce e di povertà educativa. Le scuole paritarie verranno accompagnate in questa importante innovazione tramite momenti di formazione in rete e in loco.
Le scuole potranno presentare i progetti esclusivamente on line, all’indirizzo http://www.istruzione.it/pon/dalle ore 10.00 del 15 settembre 2019 alle ore 15.00 del 21 ottobre 2019.
Le proposte progettuali potranno riguardare il potenziamento delle aree disciplinari di base (Italiano, Matematica, Scienze, Lingue straniere, nuove tecnologie e nuovi linguaggi) e il rafforzamento delle competenze di base: alfabetica funzionale, multilinguistica, STEM (Scienze, Tecnologie, Ingegneria e Matematica), personale e sociale, imprenditoriale, in materia di cittadinanza, in materia di consapevolezza ed espressione culturale.
Utilizzare la mole non indifferente di fondi comunitari, i cosiddetti PON, per creare un programma di contrasto reale alla dispersione scolastica, ferma al 14,5% mentre la stessa UE ci chiede di portarla al 10% entro il prossimo anno: la richiesta è giunta in questi giorni dalla Corte dei Conti, attraverso la relazione su “La lotta alla dispersione scolastica: risorse e azioni intraprese per contrastare il fenomeno”. E la sottolineatura non è sfuggita alla rivista specializzata Orizzonte Scuola, che parla di invito, da parte della Corte, ad utilizzare al meglio i fondi UE.
Contro la dispersione scolastica un “rilevante
ausilio è giunto dai fondi comunitari”. Eppure i risultati non si vedono.
“Nel periodo di programmazione PON 2007-2013 – scrive la Corte dei Conti – il
totale complessivo delle risorse finanziarie utilizzate per la lotta alla
dispersione è stato pari a 309.690.333,10 euro. L’importo programmato per il
periodo 2014/2020 è di euro 345.945.951,00”. La Corte prospetta, quindi,
l’utilità di un piano nazionale programmatico e di un monitoraggio legato a un
costante aggiornamento dell’anagrafe degli studenti insieme a una funzionante
“rete” tra tutte le istituzioni pubbliche (in particolare quelle delle scuole)
con la possibile costituzione di un comitato di esperti con competenze elevate
nelle politiche e nei dispositivi di contrasto alla dispersione.
I NUMERI PARLANO CHIARO
In conclusione, secondo l’organo di rilievo costituzionale, le ingenti somme
che provengono dall’Unione Europea devono servire per combattere con maggiore
efficacia la dispersione scolastica: un fenomeno che in alcune province
dell’Italia del Sud, come confermano pure i più recenti
risultati Invalsi sulle competenze acquisite, continua a mantenere livelli
preoccupanti, addirittura superiori al 40%. Basta ricordare che la Sicilia
fa registrare il record di oltre il 35% dei giovani che non arriveranno a
conseguire la maturità. Pertanto, “vanno utilizzati meglio i fondi Ue”,
sintetizza il Sole
24 Ore.
IL PARERE DEL PRESIDENTE ANIEF
“Se si vuole davvero attuare un cambio di passo – spiega Marcello Pacifico,
presidente nazionale Anief – occorre il supporto anche di esperti esterni, di
psicologi, di assistenti sociali, di una rete territoriale pronta a subentrare
nei momenti più difficili. Altro che regionalizzazione. Inoltre, al livello
generale, quello che potrebbe incidere sicuramente in modo positivo per ridurre
la dispersione scolastica è anche la revisione dei percorsi formativi, con
l’anticipo almeno a 5 anni e l’obbligo portato dagli attuali 16 anni fino alla
maggiore età. Finché tutto questo non si farà – conclude Pacifico –
difficilmente il numero di alunni che lasciano la scuola prima del tempo potrà
ridursi in modo sensibile”.
Il
Miur ha diramato la nota n. 5447 del 25 febbraio 2019, tramite la quale
comunica l’effettuazione di controlli in itinere riguardanti i progetti PON/FSE
rendicontati a costi standard.
PON: controlli in itinere
L’Amministrazione,
nello specifico, comunica che, a breve, saranno avviati i controlli in itinere,
senza preavviso, presso la sede/plesso della Scuola beneficiaria di progetti
FSE, che adottano la modalità di rimborso a costi standard, sulla base del
calendario del percorso formativo inserito nel sistema della gestione degli
interventi (GPU).
I
dirigenti delle scuole interessate sono invitati a favorire i suddetti controlli,
consentendo l’accesso a scuola ai controllori autorizzati (in allegato i nomi
di tale personale).
PON: cosa succede se non si fanno
svolgere i controlli
Nel
caso in cui i controlli fossero impediti, l’Autorità di Gestione ne terrà conto
al fine dell’ammissibilità della spesa cui l’iniziativa si riferisce.
PON: quali controlli
Nella
nota si evidenzia che i controlli, effettuati su moduli non ancora conclusi,
sono finalizzati a verificare l’effettivo e regolare svolgimento dell’attività
formativa, la copresenza delle figure formative, la presenza in classe dei
frequentanti e la coerenza, al momento del controllo, con il registro presenze.
Considerata
la natura dei controlli, è necessario che entro le ore 9.30 siano visibili sul
sistema informativo GPU le eventuali variazioni di calendario per la giornata
formativa. Sarà, inoltre, verificato il rispetto degli obblighi di pubblicità.
L’Autorità di
Gestione (AdG) del Programma Operativo Nazionale “Ricerca e
Innovazione 2014-2020”, di cui pubblichiamo l’ultima versione a seguito
della riprogrammazione approvata dalla Commissione Europea il 19 luglio 2018,
ha reso noto gli esiti dell’Avviso
denominato “AIM: Attrazione e Mobilità
Internazionale”.
Come è noto con Decreto
Direttoriale n. 407 del 27 febbraio 2018 e relativo disciplinare,
l’AdG dava attuazione all’Azione I.2 “Mobilità dei Ricercatori”
nell’ambito dell’ASSE I del PON
R&I 2014-2020. L’intervento
riguarda gli atenei statali e non statali aventi sede amministrativa ed
operativa nelle regioni in ritardo di sviluppo (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) o nelle regioni
in transizione (Abruzzo, Molise,
Sardegna) e prevede due Linee
Linea 1 (Mobilità dei ricercatori): sostegno alla contrattualizzazione come ricercatori a tempo determinato di tipo A di soggetti in possesso del titolo di dottore di ricerca conseguito da non più di quattro anni, da indirizzare alla mobilità internazionale
Linea 2 (Attrazione dei ricercatori): sostegno alla contrattualizzazione, come ricercatori a tempo determinato di tipo A di soggetti in possesso del titolo di dottore di ricerca conseguito da non più di otto anni, operanti presso atenei/enti di ricerca/imprese fuori dalle Regioni obiettivo del PON R&I 2014-2020 o anche all’estero, con esperienza almeno biennale presso tali strutture, riferibile alla:
partecipazione o alla conduzione tecnico-scientifica di programmi e/o progetti di ricerca;
gestione diretta (o alla relativa assistenza) nelle fasi di predisposizione, di organizzazione, di monitoraggio e di valutazione dei programmi/progetti di ricerca.
A seguito della valutazione a cura del Comitato di
Selezione appositamente costituito, l’AdG ha pubblicato con il Decreto Direttoriale 3407 del 21 dicembre 2018 la
graduatoria delle 627 proposte
presentate dagli atenei (Allegato A) e l’elenco delle 326 proposte finanziate (Allegato B). Tenuto conto che ogni ateneo
poteva presentare richiesta di finanziamento di più contratto la situazione è
la seguente
sono stati finanziati 356 contratti di RTDA relativi alla Linea 1
sono stati finanziati 121 contratti di RTDA relativi alla Linea 2 punto 1
è stato finanziato 1 contratto di RTDA relativo alla Linea 2 punto 2
Pertanto risultano finanziati 478 contratti per una spesa
di € 88.497.419,22.
Pubblichiamo, altresì, l’elenco delle proposte finanziate
con l’indicazione del nominativo referente
per ciascun ateneo.
Il DD 3407/18 dovrà
essere registrato dalla Corte dei Conti e successivamente pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Dall’entrata in vigore della graduatoria gli atenei potranno emanare gli appositi
bandi per l’individuazione dei ricercatori. A tal proposito segnaliamo
che alla
Linea 1 potranno partecipare solo i soggetti in possesso del titolo di dottore di ricerca conseguito a partire dal 27 febbraio 2014
Linea 2 potranno partecipare solo i soggetti in possesso del titolo di dottore di ricerca conseguito a partire dal 27 febbraio 2010.
L’AdG ha chiarito che per data di conseguimento del titolo di dottore di ricerca si intende la data di discussione
della tesi di dottorato.
Il plenum del Csm straordinario tenutosi a Napoli e i precedenti dati dello Svimez di cui vi abbiamo parlato qualche giorno fa dipingevano un quadro impietoso della situazione partenopea, maglia nera italiana per la dispersione scolastica che i relatori della VI commissione indicavano come primo segnale delle devianze giovanili.
Proprio da Napoli, definito quindi tristemente un osservatorio privilegiato sul tema quasi omnicomprensivo delle baby-gang, parte un progetto pilota per arginare il fenomeno. Presso la Prefettura si è insediata nelle scorse ore la cabina di regia del progetto PITER (Percorsi di inclusione, innovazione territoriale e empowerment) destinato a circa 300 giovani di uno dei quartieri popolari più famosi e nel ventre della città partenopea. Parliamo di quel Rione Sanità che ha dato i natali a Totò e che ha ispirato “Il sindaco del Rione Sanità” di Eduardo De Filippo.
Il progetto PITER
Nel popololare quartiere partenopeo saranno presi in carico 300 minori di età compresa tra i 6 e i 18 anni, considerati a grave rischio di emarginazione sociale e conseguente avvicinamento alla criminalità organizzata che tra questi giovani fa man bassa di manovalanza.
Questi giovani saranno indirizzati verso percorsi didattici, scolastici e/o di formazione professionale. Confermando che la prima lotta alle devianze giovanili si effettua riportando i ragazzi nella scuola, nelle regole, nello Stato.
Comunità educante di quartiere
Il modello a cui si ispira PITER è quello della “comunità educante di quartiere” che sappia mettere in sinergia servizi sociali, municipalità, scuole e l’universo delle associazioni.
Progetto pilota contro la dispersione scolastica
Quello di PITER può definirsi un progetto pilota, esportabile in altre periferie del capoluogo campano (e non solo). Il progetto è finanziato dal PON Legalità del Ministero dell’Interno per 3 milioni di euro. Il prossimo passo sarà il bando di gara, ad evidenza pubblica, a cura del Comune di Napoli e finalizzato all’individuazione del soggetto attuatore.
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