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I pensionamenti libereranno altri 27.600 posti di lavoro nella scuola il prossimo anno

Le domande di pensionamento presentate da docenti dei vari ordini di scuola per lasciare il servizio dal prossimo anno scolastico sono un campanello ulteriore d’allarme: altri 27.600 posti che si liberano e che in larga parte non potranno essere coperte dal turn over, sia per l’esaurimento di molte graduatorie per varie classi di concorso e per l’inadeguata disponibilità di graduatorie di merito delle precedenti procedure concorsuali.

I NUMERI DELLA STAMPA SPECIALIZZATA

La rivista Tuttoscuola ricorda che “nel settembre scorso, nonostante l’autorizzazione del MEF a ricoprire 84mila posti, nonostante la call veloce per cambiare l’iscrizione in GAE per una provincia diversa con posti vacanti, nonostante insomma questa complessiva situazione oltremodo favorevole, sono rimasti vacanti migliaia di posti che nemmeno gli iscritti in GAE sono riusciti a coprire per esaurimento di graduatorie. Sono stati coperti soltanto 18.254 posti, costringendo l’Amministrazione scolastica ad attivare 66.654 supplenze annuali sui posti rimasti vacanti”.

E non è finita qui, perché “a queste supplenze se ne sono aggiunte altre fino al termine delle attività didattiche (30 giugno) per circa 70 mila posti di sostegno in deroga e per altre migliaia su posti disponibili in organico di fatto, soprattutto per spezzoni di cattedra”. In conclusione, “se l’anno scolastico 2020-21 ha fatto segnare un record negativo di precariato nella scuola (stimabile intorno al 25%), quello che si prospetta per l’anno prossimo segnerà un nuovo record negativo, in particolare nelle scuole settentrionali dove ai numerosi posti e cattedre già vacanti e non coperti nel settembre scorso, andranno ad aggiungersi i vuoti per nuovi pensionamenti (più di 4.700 nella sola Lombardia)”.

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LA PROPOSTA ANIEF

Secondo l’Anief diventa vitale, per il bene della scuola e dei suoi discenti, riattivare con urgenza il doppio canale di reclutamento, come è già accaduto nel 2008 e nel 2012 per volontà del Parlamento. Alle scuole serve più che mai l’apertura delle GaE e la trasformazione dei concorsi in procedure utili a stilare delle graduatorie a scorrimento, da utilizzare ogni anno per assumere tutti i precari, anche a seguito di corsi abilitanti e sul sostegno aperti a tutti, pure a distanza. Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief, “avere aggirato per oltre vent’anni le direttive europee contro l’abuso delle supplenze, avere ignorato storiche sentenze sullo stesso tema emesse dalla nostra Cassazione italiana e dalla Corte Costituzionale, significa avere abbandonato la causa della Conoscenza e migliaia di lavoratori precari, collocati tra i docenti e tra gli Ata, come dipendenti dell’Università, dell’Afam, degli Enti di Ricerca e di tutta la PA”.

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Dalle assemblee della Gilda delusione per la Dad: “Impegno maggiore, ma misconosciuto”

Grande partecipazione alle assemblee telematiche promosse lo scorso venerdì dalla Gilda degli Insegnanti e che si sono svolte in contemporanea in tutta Italia: oltre 13mila gli insegnanti collegati online per ascoltare le relazioni dei dirigenti nazionali che hanno puntato i riflettori su numerosi temi: situazione politico sindacale, protocollo di sicurezza, didattica digitale integrata, legge di Bilancio, lavoratori fragili, concorsi e supplenze.

Dalle centinaia di interventi da parte dei docenti è emerso un generale stato di confusione e preoccupazione che regna nelle scuole rispetto alla mancanza di sicurezza, elemento ritenuto da tutti imprescindibile per la didattica in presenza ma che non viene garantito soprattutto a causa dell’assenza di coordinamento tra i ministeri dell’Istruzione, dei Trasporti e della Sanità e anche con gli enti locali.

Rino di Meglio
Il coordinatore della Gilda degli Insegnanti Rino Di Meglio

Tutti i partecipanti si sono dimostrati concordi nel ritenere che la didattica a distanza, nonostante non possa supplire a quella in presenza, richieda una fatica superiore a quella delle lezioni tradizionali e trovano avvilente, dunque, che il loro impegno sia misconosciuto da parte di chi, invece, ha addirittura parlato di recupero del tempo perso.

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Dal congresso CESI un impegno per rivedere le regole dello smart-working, anche per la scuola

Durante il Congresso Cesi, la Confederazione Cisal-Confedir ha presentato una mozione con cui andare a rivedere le regole su organizzazione e rapporto di lavoro al tempo del Covid19. Regole che poggiano su tre atti: diritto alla salute, all’istruzione e alla mobilità del personale. Tutti atti presenti nella Carta europea dei diritti fondamentali dell’uomo. A ricordarlo è stato Marcello Pacifico, vicepresidente dell’accademia Europa della Cesi, durante un’intervista concessa all’agenzia Teleborsa, a margine dell’evento del Congresso che cade nel trentennale della fondazione dell’organismo a capo dei sindacati indipendenti, con oltre 5 milioni di dirigenti e lavoratori europei. Tra i progetti che secondo il sindacato vanno attuati c’è sicuramente la regolamentazione dello smart working, dopo che il lavoro ‘agile’ si sta imponendo non solo nella pubblica amministrazione, ma anche nel settore privato. Vanno riviste quindi quelle indicazioni che l’Europa aveva fornito anche sull’orario di lavoro, sulle sedi e sulla sicurezza, certamente partendo dalla Direttiva 88 del 2003. Ancora di più perché l’emergenza Covid-19 ha cambiato l’organizzazione dell’orario di lavoro e i rapporti di lavoro nel settore pubblico e privato al punto che risulta necessario proporre modifiche alla vigente legislazione comunitaria.

“Nel momento in cui il lavoro diventa sempre più ‘agile’ e svolto da casa – dice Pacifico – c’è ancora maggiore bisogno dell’azione del sindacato, che connetta non solo i lavoratori ma anche i vari sindacati europei, quindi l’elaborazione di una piattaforma per fare in modo che questo lavoro a distanza non vada a penalizzare i dipendenti. Sono questi gli atti fondamentali della mozione con cui abbiamo impegnato la Cesi: considerato che la mozione è stata approvata, continueremo quindi anche in Europa con quella battaglia che in Italia portiamo avanti come Anief e Udir per i dipendenti della scuola, quali sono i docenti, gli amministrativi e i dirigenti scolastici. Assieme sempre alla Cesi”.

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Allerta meteo e didattica a distanza, Anief spiega i motivi del no

Sulla polemica esplosa in Campania sulla questione maltempo – DAD interviene l’Anief. Carte alla mano, il sindacato prova a spiegare le motivazioni che hanno portato i docenti a rifiutare di fare lezione se la causa dell’impossibilità di andare a scuola è dettata da situazioni emergenziali che non siano la pandemia da Covid-19.

Ricordiamo cosa è accaduto: a ridosso della riapertura delle Scuole il sindaco di Napoli Luigi de Magistris e altri suoi pari hanno ordinato la chiusura delle stesse per un’allerta meteo diramata dalla Protezione Civile della Regione Campania. La DAD però non è stata attivata.

“Per tutte quelle situazioni emergenziali che non siano l’emergenza pandemica – spiega Anief – appare evidente che non si possa applicare il CCNI sulla DDI che è, sia nelle premesse, sia per espresso disposto normativo, applicabile solo in relazione all’emergenza sanitaria da Covid-19 in corso”. L’Ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale Integrativo sottoscritto da Anief, CGIL e Cisl, infatti, espressamente prevede “le modalità e i criteri sulla base dei quali erogare le prestazioni lavorative e gli adempimenti connessi resi dal personale docente del comparto “Istruzione e ricerca”, nella modalità a distanza, fino al perdurare dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri in data 31 gennaio 2020, dovuto al diffondersi del virus COVID-19” e lo stesso art. 1 dell’ipotesi di CCNI sulla DDI sottoscritta, chiarisce che “Fino al perdurare dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri, dovuto al diffondersi del virus COVID-19, l’attività didattica sarà effettuata a distanza attraverso la modalità di didattica digitale integrata”, dunque non è possibile ricorrere, in ogni caso che esuli completamente dall’emergenza sanitaria, alla DDI.

“Il rapporto di lavoro del personale della scuola – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è di natura civilistica ed è soggetto al principio giuridico di cui all’art. 1256 del Codice civile: ‘L’obbligazione si estingue quando, per una causa non imputabile al debitore, la prestazione diventa impossibile” e questo è il caso di chiusura delle scuole per maltempo o gravi calamità naturali. Le assenze del personale docente e ATA, in questi casi, non solo non devono essere giustificate, ma a esse non si può applicare alcuna decurtazione economica o recupero della prestazione mancata e l’anno scolastico resta comunque valido’. La Nota Miur n. 1000/2012, infatti, ha già chiarito che in caso di “eventi imprevedibili e straordinari (ad esempio gravi calamità naturali, eccezionali eventi atmosferici) che inducano i Sindaci ad adottare ordinanze di chiusura delle sedi scolastiche […] è fatta comunque salva la validità dell’anno scolastico, anche se le cause di forza maggiore, consistenti in eventi non prevedibili e non programmabili, abbiano comportato, in concreto, la discesa dei giorni di lezione al di sotto del limite dei 200, per effetto delle ordinanze sindacali di chiusura delle scuole”.

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Dodici fiabe colorate per bambini in questi tempi grigi: è in libreria “Ministorie di Mare, di Terra, di Cielo”

Di quanto il mondo abbia bisogno di sognare per riuscire a colorare un momento storico del tutto grigio è evidente, di quanto i più giovani abbiano bisogno di tuffarsi nella cultura per poter affrontare il mondo al meglio è un’evidenza. Con questo spirito vengono fuori le “Ministorie di Mare, di Terra, di Cielo” di Maria Francesca Borgogna, edito da Fioranna per la collana “Sogni di Carta”. Dodici mini fiabe colorate che hanno come protagonisti alberi parlanti, stelle, gatti bianchi, gatti neri, gabbiani, cavallucci marini e tanti altri, in un mondo fantastico dove tutto può accadere. Un libro sospeso fra passato e presente che attualizza l’immaginario e lo rende reale insegnamento per tutti, grandi e piccini. Dal rispetto per sé, per gli altri e la natura, al senso di responsabilità ma anche la gioia di vivere assaporando il piacere della condivisione.

Nelle intenzioni dell’autrice, la professoressa Maria Francesca Borgogna, c’è la volontà di tramandare valori e preparare i più piccoli al futuro nel modo giusto: «Attraverso la narrazione, orale e scritta, si tramandano anche modi di essere di un popolo o di un’intera civiltà. Si educano i giovani alla convivenza civile, alle difficoltà e gli impegni che essa comporta» spiega l’autrice che ha, inoltre, disegnato le varie illustrazioni che accompagnano le mini storie. Se un tempo furono i miti a tramandare i tratti della cultura di un popolo – dai fenomeni naturali alla religione, la politica e le leggi – oggi è tutto diverso: «A raccontare la realtà ai nostri giovani oggi ci pensano soprattutto immagini e flash informativi provenienti dai social network, che spesso rappresentano eventi e situazione in modo distorto, su cui non sempre gli adulti di riferimento hanno una qualche forma di controllo. Per questo – approfondisce l’autrice – è necessario riannodare l’antico filo rosso della narrazione, ritrovare la pazienza e la gioia di raccontare e insegnare ai piccoli a raccontarsi, a leggere e riflettere. La narrazione, di fiabe e brevi racconti come gli aneddoti, aveva anche lo scopo di sostituire i riti di passaggio dall’infanzia all’età adulta. In tal modo i pericoli che bisognava imparare ad affrontare venivano narrati e non vissuti direttamente, preservando così l’incolumità del giovane. Col passare del tempo la narrazione scritta ha preso il sopravvento su quella orale, fino a vedere quest’ultima quasi scomparire del tutto» conclude la professoressa Borgogna che ha disegnato.

Anna Fiore, titolare della casa editrice Fioranna, spiega così la scelta di inserire questo volume nella collana “Sogni di carta”: «Ciò che mi ha colpito in questo libro è l’abbinamento tra la tradizione e la modernità. Queste mini fiabe sembrano riportarci al passato, ma il loro contenuto e la loro morale toccano temi molto contemporanei offrendo spunti di riflessione per tutti: grandi e piccini». L’analisi continua: «Mi ha ricordato un po’ il Piccolo Principe che da poco ho riletto “col cuore”, l’unico strumento che abbiamo per comprendere gli altri e il mondo che ci circonda. Mi è piaciuto molto – conclude Anna Fiore – anche lo stile dell’autrice che con tocco leggero mescola in esse il suo talentuoso estro di narratrice, disegnatrice e, non ultimo, di educatrice».   

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Depressione e lockdown, l’impatto sulle persone con afasia post-ictus: studio coordinato dalla federiciana Paola Marangolo

La pandemia del COVID-19 ha gravemente influito sulla salute mentale delle persone determinando severe conseguenze psicologiche. L’isolamento dovuto alla pandemia non sembra però aver avuto lo stesso impatto sulle persone con afasia rispetto ai soggetti sani.

Uno studio del Laboratorio di Ricerca sull’Afasia della Fondazione Santa Lucia IRCCS in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli e con il Laboratorio Sperimentale sull’Afasia di Torino ha confrontato gli effetti del lockdown su persone sane e persone afasiche, pubblicato su Frontiers in Psychology, ha evidenziato un incremento dei livelli di ansia e depressione che si è dimostrato più grave nella popolazione anziana sana rispetto alla popolazione afasica oggetto dello studio, pur avendo sperimentato entrambi i gruppi un significativo peggioramento degli indici legati ad ansia e depressione durante il lockdown.

Paola Marangolo, Ordinario dell’Università Federico II di Napoli e Direttrice del Laboratorio di Ricerca sull’Afasia dell’IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma, coordinatrice dello studio in collaborazione con il Laboratorio Sperimentale dell’Afasia di Torino diretto da Alberto Giachero, ha analizzato i dati ottenuti: “Questo risultato a prima vista positivo suggerisce in realtà come il COVID mascheri la situazione drammatica che affligge la popolazione afasica. Le persone con afasia vivono sempre in uno stato di isolamento sociale e quindi d’instabilità emotiva. Questi ‘modi dell’essere’ sono talmente connaturati alla loro condizione acquisita da confondere, paradossalmente, gli effetti del Coronavirus.”

Gli afasici sono persone che, a seguito di una lesione cerebrale, generalmente a carico dell’emisfero sinistro, sviluppano disturbi nella produzione e/o comprensione del linguaggio; pur avendo conservato le loro capacità intellettive, non possono parlare. Nei casi più gravi non riescono a comprendere il significato delle parole, che diventano un insieme di suoni indistinti appartenenti ad una lingua ignota. I disturbi del linguaggio che affliggono le persone con afasia hanno spesso una ricaduta drammatica sulle interazioni sociali, sulla qualità della vita e sul benessere emotivo.

Allo studio hanno partecipato 73 persone con afasia che avevano completato il loro percorso di neuroriabilitazione e 81 soggetti di controllo anziani. Ad entrambi i gruppi sono state somministrate due scale di autovalutazione dei livelli di ansia e depressione (Hospital Anxiety and Depression Scale; HADS test) e alle persone afasiche è stato inoltre richiesto di rispondere ad un questionario di valutazione sulla qualità della vita (Stroke and Aphasia Quality of Life Scale Questionnaire; SAQOL- 39). Per entrambi i questionari sono state comparate le risposte in riferimento a due momenti distinti: prima e durante il COVID.

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Il festival del Cinema per bambini e ragazzi parte da San Giovanni a Teduccio: “Catch the Moon”

Parte da San Giovanni a Teduccio la prima edizione di Catch the Moon – International Children & Youth Animated Film Festival, il primo festival italiano – e tra i pochissimi in Europa – dedicato al cinema d’animazione per bambini e ragazzi, nonché il primo festival di cinema d’animazione in Campania, che, a causa delle restrizioni anti Covid 19, si trasferisce online dal 14 al 20 dicembre grazie al supporto tecnico della Cineteca di Milano

Catch the moonè un progetto di formazione, promozione e diffusione del cinema d’animazione per bambini e ragazzi realizzato nell’ambito del bando “Cinema per la Scuola – Buone Pratiche, Rassegne e Festival” promosso da MIUR e MiBACT, organizzato dall’associazione Gioco, immagine e parole in partenariato con l’associazione Atalante, già ideatrice di Imaginaria – Festival Internazionale del Cinema d’Animazione d’Autore, l’impresa sociale milanese Bepart, l’Istituto comprensivo 48° Madre Claudia Russo – F. Solimena e l’Istituto comprensivo 47° Sarria-Monti, in collaborazione con Art33 – cultural hub, Film Commission Regione Campania e con il patrocinio di Comune di Napoli.

Catch the moon, in questa versione online, arriva nelle scuole di tutta Italia e nelle case di appassionati e curiosi con una ricca programmazione che sarà disponibile 24 ore su 24 in streaming gratuito sul sito www.catchthemoon.eu. 

I film in gara al Concorso internazionale per cortometraggi d’animazione dedicati ai bambini e ragazzi – 35, con 12 anteprime italiane e 5 mondiali –  sono stati selezionati tra più di 1000 candidature arrivate da tutto il mondo. Divisi in più sezioni e divisi per fasce d’età, i corti sono legati sul piano stilistico dall’elemento ricorrente del colore e da un linguaggio diretto, ironico e profondo. Sul piano contenutistico, invece, la scelta è ricaduta su cortometraggi che affrontano tematiche attuali come l’immigrazione, l’emarginazione, la dipendenza digitale ma anche l’amicizia, il rapporto con la natura, i primi amori e la poesia.  

A questi si affianca una selezione fuori competizione, articolata in due programmi tematici: Animalsche ha come protagonisti animali buffi e divertenti, e Christmas Adventures, un omaggio sognante al Natale. Infine, un focus sull’Estonian Academy of Arts, con una selezione di nove corti scelti nel prolifico archivio della scuola dove, dal 2007, intere generazioni di animatori provenienti da tutto il mondo apprendono l’arte dell’animazione sotto la guida del pluripremiato maestro Priit Pärn. 

«Sono particolarmente onorato e felice di poter dirigere la prima edizione di Catch The Moon, un’esperienza unica nel suo genere – spiega il direttore artistico Luigi Iovane, già direttore di Imaginaria -. Le opere che presenteremo in concorso arrivano da ogni parte del mondo e saranno proiettate tutte in lingua originale con sottotitoli in italiano. Pur vivendo un momento difficile, sono sicuro che riusciremo a proporre non solo un programma di straordinaria qualità ma anche quelle attività promozionali tese ad avvicinare il “pubblico giovane” a questa nobile arte grazie a tutte le attività che abbiamo previsto durante il Festival». 

Non solo cinema, ma anche arte e interazione. In programma tre laboratori gratuiti di animazione, a cura di Beatrice Pucci, Michele Bernardi e BePart, dedicati alla claymotion, alla cutout animation e alla realtà aumentata (iscrizioni aperte al link: https://catchthemoon.it/lalfabeto-dellimmaginario), per bambini dai 6 agli 11 anni e per ragazzi dai 18 ai 25 anni.  

Online, infine, anche due mostre:  Carta dei diritti dei bambini, a cura di La Baracca – Testoni Ragazzi, Teatro stabile d’innovazione per l’infanzia e la gioventù, in cui parole e immagini, insieme, affermano il diritto dei bambini e delle bambine di tutto il mondo all’arte e alla cultura, e MAUA -Museo di arte urbana aumentata, a cura di BePart, un’esposizione digitale di 30 opere, 10 per ciascuna città toccata dal progetto che unisce l’arte alla tecnologia e conta più di 100 opere di street art in realtà aumentata fra Milano, Torino e Palermo. 

Il 20 dicembre sarà la giornata dedicata alla premiazione, in cui si scopriranno i quattro vincitori di questa prima edizione. I film saranno giudicati dalla Giuria dei ragazzi, composta da allievi delle scuole di tutta Italia, e dalla Giuria di esperti composta dall’illustratrice e regista Anete Melece, dall’autrice di film di animazione in stop motion Beatrice Pucci e dal regista Michele Bernardi. Quattro i premi in palio: Best animated short film award, Audience awardBest youth short film awardBest children short film award

Il festival è aperto a tutti e la partecipazione è completamente gratuita. L’intero programma sarà disponibile, dal 14 al 20 dicembre, in streaming sul sito www.catchthemoon.eu. 

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Scuola primaria, al posto dei voti numerici arrivano i giudizi descrittivi

È stata firmata e inviata alle scuole nelle scorse ore l’Ordinanza che prevede il giudizio descrittivo al posto dei voti numerici nella valutazione periodica e finale della scuola primaria, secondo quanto stabilito dal Decreto Scuola approvato a giugno. Lo rende noto il Ministero dell’Istruzione in una nota stampa pubblicata anche sul sito web istituzionale.

La recente normativa ha individuato un impianto valutativo che supera il voto numerico e introduce il giudizio descrittivo per ciascuna delle discipline previste dalle Indicazioni nazionali per il curricolo, tra cui anche l’Educazione civica. “Un cambiamento – spiegano dal Ministero – che ha lo scopo di far sì che la valutazione degli alunni sia sempre più trasparente e coerente con il percorso di apprendimento di ciascuno”. L’Ordinanza, oggetto di apposita informativa sindacale e del parere del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, è stata inviata insieme ad apposite Linee Guida e ad una nota esplicativa.

voto quaderni scuola elementare compiti

Secondo quanto previsto dalle nuove disposizioni, il giudizio descrittivo di ogni studente sarà riportato nel documento di valutazione e sarà riferito a quattro differenti livelli di apprendimento:
 
• Avanzato: l’alunno porta a termine compiti in situazioni note e non note, mobilitando una varietà di risorse sia fornite dal docente, sia reperite altrove, in modo autonomo e con continuità.

• Intermedio: l’alunno porta a termine compiti in situazioni note in modo autonomo e continuo; risolve compiti in situazioni non note, utilizzando le risorse fornite dal docente o reperite altrove, anche se in modo discontinuo e non del tutto autonomo.

• Base: l’alunno porta a termine compiti solo in situazioni note e utilizzando le risorse fornite dal docente, sia in modo autonomo ma discontinuo, sia in modo non autonomo, ma con continuità.

• In via di prima acquisizione: l’alunno porta a termine compiti solo in situazioni note e unicamente con il supporto del docente e di risorse fornite appositamente.

I livelli di apprendimento saranno riferiti agli esiti raggiunti da ogni alunno in relazione agli obiettivi di ciascuna disciplina. Nell’elaborare il giudizio descrittivo si terrà conto del percorso fatto e della sua evoluzione.

La valutazione degli alunni con disabilità certificata sarà correlata agli obiettivi individuati nel Piano educativo individualizzato (PEI), mentre la valutazione degli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento terrà conto del Piano didattico personalizzato (PDP).

(fonte: Miur)

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Prolungamento scuola in presenza a luglio, il no di Anief: “La Dad non è mica un gioco”

Il sindacato Anief commenta la notizia secondo la quale il ministero dell’Istruzione avrebbe un piano pronto: scuola aperta sino a luglio e lezioni anche di sabato. Anief non è d’accordo, poiché la didattica a distanza, portata avanti con molto impegno in questi mesi, sia da parte dei docenti che degli studenti, è lezione a tutti gli effetti.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha rilasciato una breve intervista alla stampa specializzata Orizzonte Scuola e ha affermato che sarebbe come “rinnegare il lavoro fatto a distanza. O si interrompono le lezioni in presenza o a distanza oppure ogni altra soluzione renderebbe vano il grande lavoro portato avanti da migliaia di insegnanti. Non stiamo giocando ma stiamo cercando di garantire il diritto allo studio pur nei limiti di lezioni non in presenza”.

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Marcello Pacifico, leader di Anief

A proposito del rientro in classe il 7 gennaio 2021, il presidente del giovane sindacato ha dichiarato che si può realizzare soltanto se vengono aumentati classi e plessi e incrementati organici, così da poter garantire un’apertura in sicurezza. Sarebbe indispensabile anche un accordo tra enti che gestiscono i trasporti e dirigenti scolastici sull’orario dell’apertura della scuola e scaglionamento per evitare assembramenti pure per la presenza di lavoratori.

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Scuole aperte fino al 30 giugno? La Gilda: “Nessuno ha avuto la cortesia di consultarci”

“Nessuno ha avuto la cortesia di consultarci in merito all´ipotesi di prolungare le attività didattiche fino al 30 giugno per recuperare le ore di lezione perse finora. Nell’attesa che ciò avvenga, crediamo sia opportuno intanto ricordare che il lavoro dei docenti è regolato da un contratto collettivo nazionale, tra l’altro scaduto da due anni. In ogni caso, riteniamo che sia una proposta offensiva nei confronti della professionalità di tutti gli insegnanti impegnati ormai da mesi nella Didattica a distanza, metodologia faticosa, che richiede molta preparazione e un tempo di lavoro di gran lunga superiore rispetto a quello ordinario”.

A dichiararlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.

Rino di Meglio
Il coordinatore della Gilda degli Insegnanti Rino Di Meglio

“La Gilda ha sempre sostenuto che la Dad sia un surrogato della scuola e che, come tale, dia risultati ben distanti da quelli della didattica in presenza. Ma se è stato necessario ricorrervi anche quest´anno a causa dell’incapacità del Governo di realizzare quelle condizioni imprescindibili per un ritorno a scuola in sicurezza, non si capisce per quale motivo a pagarne il conto debbano essere i docenti”, conclude Di Meglio.