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Gilda: “Precariato, reclutamento e contratto siano priorità del neo ministro Bianchi”

“I nostri migliori auguri di buon lavoro al neo ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Il mondo dell’istruzione, come tutti gli altri settori del Paese, sta attraversando ormai da un anno uno dei suoi momenti più difficili ma, grazie all’infaticabile impegno dei docenti e di tutti i lavoratori della scuola, non si è mai fermato, ha resistito e continua a resistere. Tanta strada c’è ancora da fare per superare questa crisi e per dare risposte ai tanti problemi che da anni affliggono la scuola italiana. Auspichiamo di poter instaurare un dialogo costruttivo e di avere presto un confronto per illustrare le nostre proposte di intervento”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, accoglie la nomina del nuovo titolare di viale Trastevere.

Rino di Meglio
Il coordinatore della Gilda degli Insegnanti Rino Di Meglio

“Tra le questioni prioritarie di cui sarà investito Bianchi, evidenziamo quella del precariato, diventata una malattia cronica che conta oltre 200mila docenti precari e che può essere sanata soltanto mettendo in campo un sistema di reclutamento efficiente in grado di garantire una stabilizzazione seria e più veloce. Poi c’è il capitolo del rinnovo del contratto da affrontare, per il quale chiediamo vengano reperite le risorse economiche necessarie prima di tutto per colmare la differenza retributiva con gli altri dipendenti del pubblico impiego, e poi con i docenti degli altri Paesi europei. Fondamentale è anche la semplificazione delle normative contrattuali e la sburocratizzazione del lavoro degli insegnanti”.

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Sciopero, l’accordo sulle norme di garanzia nello studio della Gilda

Il 12 gennaio scorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’accordo sulle norme di garanzia dei servizi pubblici essenziali e sulle procedure di raffreddamento e conciliazione in caso di sciopero nel comparto Istruzione e Ricerca, firmato il 2 dicembre 2020 all’ARAN da tutte le Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e dalle Confederazioni di riferimento.

Premesso che le norme contenute nell’accordo non si discostano molto da quelle precedenti, a nostro avviso sono due, in particolare, gli elementi che vanno sottolineati:

  • Il Dirigente scolastico invita il personale a dichiarare la propria volontà di aderire o di non aderire allo sciopero. La scelta del verbo invitare non configura, dunque, l’obbligo di comunicare la decisione o meno di partecipare all’astensione dal servizio. Da considerare che se per ogni sciopero proclamato nel settore scuola tutti i docenti e gli ATA (circa 1.200.000) rispondessero all’invito dei Dirigenti scolastici, le segreterie sarebbero sommerse di mail, con un enorme aggravio burocratico, spreco di tempo e risorse non indifferente
  • In base a quanto stabilito dal Protocollo d’intesa tra Aran e Confederazioni sindacali del 31 maggio 2001, l’accordo sullo sciopero non è oggetto di contrattazione da parte delle RSU a livello di singola istituzione scolastica, bensì da parte delle rappresentanze sindacali a livello territoriale.


Lo afferma la Gilda degli Insegnanti che sul suo sito ha pubblicato integralmente la Scheda Tecnica elaborata dal suo Centro Studi Nazionale.

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Atto di indirizzo politico, la Gilda polemica: “Elenco di buoni intenti, nessun impegno concreto”

“Il solito lungo elenco di buoni intenti che arriva a metà anno scolastico e a legge di Bilancio già approvata. Avremmo decisamente preferito più impegni concreti per la valorizzazione della professione docente e per la sua sburocratizzazione”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta l’atto di indirizzo politico firmato dalla ministra Azzolina.

“Ci preoccupa l’intenzione di utilizzare il contratto come strumento per costruire la carriera dei docenti ed è legittimo domandarci con quali risorse, considerato che gli stanziamenti previsti per il rinnovo contrattuale, che dovrebbero portare a un aumento stipendiale medio di 50 euro, sono addirittura inferiori rispetto a quelli precedenti”.

Rino di Meglio
Il coordinatore della Gilda degli Insegnanti Rino Di Meglio

“Suscita preoccupazione anche l’idea di superare la didattica frontale a favore di non meglio precisate innovazioni. A tal proposito, ci preme ricordare che è stata proprio la didattica frontale, pur se mediata dagli schermi di pc e tablet, a salvare durante la pandemia il rapporto imprescindibile tra alunni e insegnanti su cui si fonda l’istruzione scolastica. Premesso, inoltre, che molti docenti praticano già da anni metodologie didattiche innovative, per esempio di gruppo e laboratoriali, forse è opportuno rammentare che non è compito del ministro regolamentare questo ambito, perché le scelte didattiche attengono alla libertà professionale degli insegnanti garantita dall’articolo 33 della Costituzione. In caso contrario, giungeremmo a una forma di ‘didattica di Stato’ che sarebbe incommentabile”.

Riguardo il proposito di formare un ‘middle management’, la Gilda rilancia e suggerisce che potrebbe essere l’occasione per istituire una carica eletta dal collegio dei docenti, identificata nel presidente del collegio, che rivesta il ruolo di coordinamento dei docenti. Un sistema per mettere la parola fine alla logica dei collaboratori scelti discrezionalmente dal dirigente scolastico e pagati con il fondo di istituto.

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Covid-19, la Gilda: no a recuperi ore decisi da consiglio di istituto

“Ci risulta che in Sicilia alcuni dirigenti scolastici stiano subendo pressioni da parte degli uffici amministrativi periferici affinché le riduzioni delle ore di lezione dovute all’emergenza da Covid-19 vengano recuperate con ulteriori attività da svolgere ai terminali informatici”. Lo denuncia la Gilda degli Insegnanti in una nota stampa.

Rino di Meglio
Il coordinatore della Gilda degli Insegnanti Rino Di Meglio

“Ebbene, a prescindere dal fatto che la didattica a distanza richieda un tempo di lavoro ben superiore rispetto a quello impiegato in presenza, occorre ricordare che, in base a quanto sancito dal contratto nazionale di lavoro, eventuali recuperi orari sono da effettuarsi soltanto se deliberati dal collegio dei docenti per motivi didattici. Nessun recupero, infatti, è previsto nei casi in cui le decurtazioni orarie siano state stabilite per cause di forza maggiore in seno al consiglio di istituto. E fino a prova contraria, la pandemia in corso non può che essere classificata come una causa di forza maggiore”.

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Didattica in presenza: il ritorno “non sia questione ideologica”, spiega la Gilda

“Lo abbiamo già detto più volte e lo ribadiamo con fermezza: il tema della ripresa in presenza delle attività didattiche non può e non deve assumere un carattere ideologico e la decisione sulla riapertura degli istituti ad alunni e docenti deve basarsi su evidenze scientifiche certe. Un dato è sicuro: se le aule scolastiche sono diventate off-limits è perché i protocolli di sicurezza adottati non si sono dimostrati adeguati all’emergenza in corso e, dunque, vanno rivisti”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta le dichiarazioni della ministra Azzolina che ha indicato il 9 dicembre come data di un possibile ritorno a scuola.

Rino di Meglio
Il coordinatore della Gilda degli Insegnanti Rino Di Meglio

Inutile e dannoso, secondo Di Meglio, lo scaricabarile istituzionale: “Per tenere aperte le scuole in sicurezza, è indispensabile garantire tutti gli elementi necessari a che ciò avvenga, dalle misure organizzative per scaglionare i flussi degli studenti in ingresso e in uscita dagli edifici scolastici, agli interventi sanitari quali i test rapidi e un sistema celere di tracciamento dei contagi, passando per il potenziamento della rete di trasporto pubblico locale”.

“Fin dall’inizio della pandemia, la Gilda ha definito la Didattica a Distanza un surrogato della scuola e che, dunque, non potrà mai sostituirla. Perciò noi siamo per la scuola in presenza, ma con protocolli di sicurezza che non facciano acqua da tutte le parti. Il diritto all’istruzione, che può essere esercitato pienamente soltanto attraverso la relazione diretta tra docente e discente, e il diritto alla salute sono sanciti dalla nostra Costituzione e, pertanto, devono essere garantiti entrambi senza che l’uno escluda o calpesti l’altro”, conclude Di Meglio.

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Ddi, la Gilda promuove un sondaggio e scopre che l’80 percento dei docenti boccia il contratto nazionale

“Una sonora bocciatura del contratto sulla didattica digitale integrata che legittima ulteriormente la decisione di non sottoscriverlo”. È quanto afferma la Gilda degli Insegnanti leggendo i dati del sondaggio promosso e condotto nella settimana tra il 13 e il 20 novembre e al quale hanno partecipato 5.269 docenti rispondendo online alle 13 domande poste dal sindacato.

L’81% dei partecipanti condivide la decisione della Gilda di non sottoscrivere il CCNI sulla Didattica Digitale Integrata: il 66,2% si dichiara molto favorevole alla posizione assunta dal sindacato e il 14,8 leggermente favorevole. Il 15,3% si definisce perplesso, il restante 3,7% è contrario.

Alla domanda “Siete d’accordo con l’affermazione la didattica a distanza non è scuola”?, il 63,4% risponde sì (42,6% molto, 20,8% leggermente), il 19,6% esprime perplessità e il 17% non è d’accordo.

Entrando nel merito di quanto disposto dal contratto, l’83,2% degli insegnanti difende il diritto alla disconnessione sancito dal CCNL, opponendosi alla reperibilità oltre la fascia oraria stabilita dalla contrattazione di istituto richiesta fin troppo spesso dai dirigenti scolastici.

Sempre restando in tema di orario, l’80,3% si dichiara contrario all’obbligo di recuperare gratuitamente i minuti di lezione non effettuati durante l’emergenza e con la Didattica a distanza, il 15,1% perplesso, il 4,6% favorevole (2,5% leggermente e 2,1% molto).

Per quanto concerne la formazione mirata alla Didattica a distanza, il 67,1% è contrario a che si svolga fuori dall’orario di servizio senza essere retribuita, il 18,6% perplesso, il 14,3% favorevole (7,3 leggermente, 7 molto favorevole).

Capitolo strumentazione informatica: il 46,5% è contrario all’uso dei propri dispositivi e della propria connessione internet per svolgere l’attività di Didattica a distanza; il 29,3% è perplesso; il 24,2% favorevole (16,2 leggermente, 8 molto).

Molto alta la percentuale degli intervistati che si schiera contro l’esclusione dei docenti precari dalla possibilità di usufruire della card da 500 euro, riservata ai titolari di cattedra, per l’acquisto degli strumenti informatici necessari a svolgere la DaD: il 75,4%, mentre il 10,5% si dice favorevole (7 molto e 3,5 leggermente). A definirsi perplesso, il 14,1%.

Secondo l’83,2%, anche in regime di DaD e durante l’emergenza pandemica, il dirigente scolastico deve rispettare le prerogative del Collegio docenti nella didattica (68,5% molto favorevole, 14,7% leggermente). Il 12,9% risulta perplesso, il 3,9% contrario.

Forbice decisamente meno ampia tra le posizioni espresse in merito alla questione della sorveglianza sulla classe in presenza da parte del docente mentre il collega in quarantena fiduciaria insegna a distanza: il 44,3% è contrario, il 37,6% perplesso e il 18,1% favorevole, con una distribuzione bilanciata tra chi lo è molto (8,6) e chi leggermente (9,5).

La mancanza di adeguate risorse economiche da investire nel contratto oggetto dell’indagine è considerata negativamente dal 68% degli intervistati mentre il 24,1% si dichiara perplesso. Non esprime un giudizio contrario, invece, il 7,9%.

Rino di Meglio
Il coordinatore della Gilda degli Insegnanti Rino Di Meglio

“Il parere espresso dalla larga maggioranza dei partecipanti al sondaggio – commenta Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti – conferma che questo contratto, siglato frettolosamente soltanto da alcune sigle sindacali, non riesce a incontrare il consenso della categoria”.

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Ddi, Di Meglio (Gilda): “Inaudita circolare su CCNI”

“Troviamo inaudito che alle nostre ripetute richieste di dialogo e confronto i piani alti del ministero dell’Istruzione rispondano con una circolare che, di fatto, le ignora completamente. È sconcertante che un capodipartimento intervenga sul contratto integrativo relativo alla DDI e alla DAD che è privo di alcun valore perché non sottoscritto dalla maggioranza dei sindacati rappresentativi. Se viale Trastevere continuerà su questa strada, non ci sarà alcuna possibilità di instaurare relazioni sindacali corrette”.

È quanto ha dichiarato Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, intervenendo all’assemblea online indetta da tutte le province siciliane alla quale hanno preso parte in videoconferenza 8.000 docenti.

Rino di Meglio
Il coordinatore della Gilda degli Insegnanti Rino Di Meglio

Unanime il disappunto espresso dai partecipanti sia sul contratto che sulla circolare, ritenuti entrambi di nessun aiuto per le scuole nella gestione della difficile situazione in cui si trovano e, anzi, accusati di alimentare ulteriore confusione.

I coordinatori delle Gilde siciliane hanno inoltre contestato aspramente alcune decisioni assunte dal direttore dell’ufficio scolastico regionale in merito alle operazioni di inizio anno scolastico, in particolare quelle riguardanti le assegnazioni provvisorie.

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Ddi, le motivazioni del “No” della Gilda

“Il contratto sulla didattica digitale integrata non ci trova d’accordo né nel metodo né nel merito e, dunque, non lo sottoscriviamo”. Tombale la Gilda degli Insegnanti che – con FLC Cgil, UIL e Snals – non ha firmato il contratto sulla Ddi. Hanno aderito difatti solo la Cisl e l’Anief.

“Per mesi abbiamo chiesto al ministero dell’Istruzione di aprire un tavolo per discutere le modalità di attuazione della Ddi, ma l’Amministrazione si è sempre rifiutata, preferendo agire unilateralmente con decreti, circolari e note. Soltanto il 22 ottobre siamo stati convocati con una proposta di Ccni e tempi strettissimi per la trattativa”.

“Quanto al merito, si tratta di un contratto che in realtà non interviene sulle questioni importanti da regolare, come i tempi, il tipo e le modalità della prestazione lavorativa richiesta ai docenti, ma non fa che ricalcare il decreto ministeriale dell’agosto scorso e le linee guida”.

“Tra i punti che contestiamo, quello riguardante il servizio dei docenti in quarantena, che contraddice la legge che equipara tale condizione al ricovero ospedaliero, costringendo gli insegnanti a disposizione a operare in qualità di vigilanti passivi, funzione che non è prevista dal Ccnl. Inoltre, l’indicazione del rispetto dell’orario di servizio non tiene conto della nuova modalità della didattica digitale integrata che comporta una gestione dell’ora di lezione e dell’orario settimanale del tutto diversa da quella in presenza e che necessita di congrue pause nel collegamento”.

Rino di Meglio
Il coordinatore della Gilda degli Insegnanti Rino Di Meglio

“Rimangono, poi, aperte le questioni dell’utilizzo della strumentazione informatica di proprietà dei docenti e delle piattaforme private a pagamento in mancanza di un’unica piattaforma pubblica sicura e gratuita. Non dimentichiamo che tra precari e educatori dei convitti, un docente su quattro non può usufruire della card con cui acquistare materiale informatico. Senza contare, poi, che in molte parti d’Italia e in molte scuole il collegamento internet appare molto fragile e del tutto insufficiente a garantire la Ddi”.

“Considerata l’importanza dei temi affrontati e la chiusura dimostrata dall’Amministrazione in fase di trattativa, chiediamo un incontro politico a livello adeguato affinché si possa giungere a un impegno anche in termini economici, che preveda le risorse con cui retribuire l’eventuale servizio aggiuntivo prestato dagli insegnanti. E ci auguriamo che quanto prima venga convocato il tavolo per il rinnovo del Ccnl scaduto ormai da due anni”.

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“Supplenze Covid bloccate”, l’ira della Gilda

“Ennesimo caso di cattiva gestione della macchina amministrativa da parte del Ministero dell’Istruzione: in alcune regioni, come segnalano gli organi di informazione e come risulta anche a noi, a causa di errori nei conteggi dell’organico Covid, sono state bloccate molte supplenze per consentire di rimettere mano ai numeri sbagliati. Addirittura in Friuli Venezia Giulia l’Ufficio Scolastico Regionale ha emanato una circolare con la quale comunica ai dirigenti scolastici di sospendere ogni tipologia di contratto di supplenza, compresa quella di sostituzione maternità”. Lo denuncia la Gilda degli Insegnanti.

Rino di Meglio
Il coordinatore della Gilda degli Insegnanti Rino Di Meglio

“Ancora una volta il nostro sistema scolastico deve pagare lo scotto dell’incompetenza di chi lo amministra. La conseguenza è che molte classi resteranno scoperte, con studenti ai quali viene negato il pieno diritto all’istruzione e docenti precari privati di un’opportunità di lavoro. Tutto questo in un momento estremamente difficile per l’intero Paese e per la scuola. Ogni ulteriore commento sarebbe superfluo”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta il caso delle supplenze Covid bloccate.

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Concorso straordinario 2020, a poche ore monta la protesta per il mancato stop

Scuola concorsi documenti scrittura uomo

A meno di 48 ore dal concorso straordinario 2020 non si arrestano le polemiche per il mancato rinvio. Anief è tra i più battaglieri: il sindacato in una nota rivolta alla stampa ribadisce il suo “no”.

“Malgrado – spiega il sindacato – le continua richieste motivate di rinvio, Governo e ministero dell’Istruzione non cambiano idea sul concorso straordinario per assumere in ruolo 32 mila nuovi docenti della scuola secondaria previsto dal DD n. 510 del 23 aprile scorso successivo bando del 28 aprile, le cui 64 mila domande sono state presentate entro il 10 agosto: dopodomani sono previste le prime prove scritte e si andrà avanti fino al 16 novembre. E cresce il moto delle proteste, che giungono da ambienti non solo politici. Considerando che le immissioni in ruolo dei vincitori prenderanno il via non prima di dieci mesi, Anief conferma l’esigenza di rinviare le prove e trasformare il concorso straordinario in una procedura finalizzata a graduare e non selezionare gli insegnanti con 36 mesi di servizio, i quali in questo modo avrebbero diritto ad essere assunti per scorrimento di graduatorie per titoli. Se, invece, le prove scritte non dovessero essere rinviate è stata predisposta dall’Ufficio Legale Anief una specifica Istanza/Diffida da inviare al ministero dell’Istruzione e all’Usr di proprio interesse – attraverso preadesione gratuita – per richiedere la predisposizione di prove scritte suppletive”.

Scuola concorsi documenti scrittura uomo

Non è da meno la Gilda degli Insegnanti che già nelle scorse ore aveva definito “scelta di buon senso” un rinvio. Ora si appella direttamente al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “All’ostinazione della ministra Azzolina rispetto al concorso straordinario, rispondiamo rivolgendo un appello al presidente Conte affinché almeno vengano approntate prove suppletive per consentire di partecipare anche ai docenti precari in quarantena, da anni in attesa di un’occasione di stabilizzazione. Con la curva del contagio in costante salita, far spostare i candidati da una provincia ad un’altra, se non addirittura da una regione a un’altra, è un azzardo che andrebbe evitato. Come abbiamo già ampiamente sostenuto, il buon senso dovrebbe indurre il Governo a rinviare le prove a tempi migliori. Alla luce dell’emergenza sanitaria in corso, riteniamo inoltre che sarebbe stato più opportuno vietare del tutto le elezioni per il rinnovo degli organi collegiali e le loro riunioni in presenza e indicare come unica modalità quella a distanza”.