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Compiti di Natale, continua la polemica dei sindacati

inizio anno scolastico materiale didattico zaini cancelleria spesa

“Sarebbe preferibile se il ministro Bussetti si occupasse di altre questioni, decisamente più di sua pertinenza, come il reperimento dei fondi per il rinnovo del contratto, dal quale i docenti e tutto il personale della scuola si attendono un aumento degli stipendi, e la messa in sicurezza degli edifici scolastici che al Sud, purtroppo ancora in molti casi, crollano a pezzi mettendo a repentaglio l´incolumità di chi lì studia e lavora”.

Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta l’annuncio del titolare di viale Trastevere di un’imminente circolare per “sensibilizzare” gli insegnanti affinché venga ridotto il carico di compiti da assegnare agli studenti durante le festività natalizie. La nota stampa fa eco a quanto già stigmatizzato da ANIEF sullo stesso argomento.

“Consideriamo questo intervento di Bussetti un’invasione di campo irrispettosa della libertà di insegnamento sancita dalla nostra Costituzione. Soltanto ai docenti, che ben conoscono le loro classi, spetta decidere se e quanti compiti affidare ai propri alunni nella pausa natalizia. Lo studio – sottolinea Di Meglio – deve avere tempi e spazi individuali, lo studio è anche fatica, pazienza e acquisizione di responsabilità. Si impara non solo in classe, ma anche riflettendo, ripetendo, ricercando da soli. Non siamo, dunque, d’accordo con il ministro quando afferma che a volte i compiti gravano sugli impegni familiari: secondo noi, invece, diminuire i compiti a casa durante le festività natalizie – incalza il leader della Gilda – significa sollevare dalla responsabilità famiglie e alunni”.

“Secondo il titolare del Miur, inoltre, il tablet e i social sono anche strumenti didattici e i ragazzi possono insegnarne l’uso ai genitori, se stanno insieme. Se il dialogo tra genitori e figli, in nome del quale bisognerebbe sacrificare i compiti, consiste nell´insegnamento dell´uso delle nuove tecnologie, – conclude il coordinatore nazionale della Gilda – c’è da augurarsi che le famiglie italiane trovino altri modi per trascorrere il tempo libero”.

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Mobilità 2019-22, prosegue la trattativa al Miur

sede Miur Trastevere Roma

Proseguono gli incontri al Miur tra le organizzazioni sindacali e la Direzione generale del Personale della scuola per il rinnovo del contratto sulla mobilità.

Le delegazioni hanno esaminato i primi 22 articoli della proposta contrattuale fornita dall’Amministrazione ed hanno apportato le necessarie modifiche, per adeguare le disposizioni al quadro normativo che si profila in vista dell’abolizione degli ambiti territoriali e della chiamata diretta.

“In particolare – racconta in una nota la Gilda degli Insegnanti – sono state trattate le procedure dei trasferimenti e i passaggi e le norme riguardanti le sedi disponibili. Tra i punti più importanti all´esame del tavolo negoziale anche le questioni riguardanti la riduzione al 50% delle disponibilità per i trasferimenti da posto di sostegno a posto comune e la mobilità tra e verso i licei musicali”. 

La delegazione FGU Gilda ha proposto di valorizzare il principio di continuità didattica nei licei musicali ed ha ribadito la propria contrarietà a contingentare i trasferimenti da posto di sostegno a posto comune.

Prossimo appuntamento fissato per giovedì 13 dicembre.

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Maturità 2019, Gilda: “Scorretto cambiare in corsa”

studenti liceo esame maturita

“Cambiare le regole del gioco a partita iniziata, come sta facendo il Miur con la nuova normativa sull’esame di Maturità, è scorretto perché getta in confusione gli studenti e sconvolge la programmazione dei docenti che è già stata predisposta e deliberata dagli organi collegiali. Chiediamo dunque di rinviare qualunque modifica all’anno prossimo”.

Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta i cambiamenti che stanno intervenendo sull’esame di Stato, criticando anche la mancata consultazione dei sindacati e delle organizzazioni professionali.

“Da quanto si evince esaminando il decreto ministeriale, – afferma Di Meglio – regna una grave incertezza sui contenuti e sulle modalità della seconda prova che impedisce agli alunni e ai docenti una preparazione adeguata. Esprimiamo giudizio negativo anche sulle griglie di correzione che preoccupano per la loro complessità e per la pesante burocratizzazione della valutazione”.

“Le innovazioni burocratiche, inoltre, richiederebbero una formazione ad hoc per i docenti che si tradurrebbe in un ulteriore impegno lavorativo. Così si arriverebbe al paradosso per cui all’aggravio di lavoro provocato dall’introduzione di un farraginoso sistema di valutazione, si aggiungerebbe anche la formazione necessaria per districarsi nella nuova giungla burocratica. Ovviamente il tutto – conclude il coordinatore nazionale della Gilda – senza alcuna retribuzione”.

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Trattativa per il rinnovo del contratto, nuovo incontro tra Miur e sindacati

sede Miur Trastevere Roma

Titolarità su scuola per tutti, trasferimenti in 3 fasi (comunale, provinciale e interprovinciale), pubblicazione dei movimenti di tutti gli ordini e gradi di scuola nella stessa data: sono queste le novità più importanti emerse nel quarto incontro di trattativa per il rinnovo del contratto integrativo sulla mobilità a domanda (trasferimenti e passaggi) che si è tenuto il 28 novembre presso il Miur, tra i rappresentanti dell´Amministrazione centrale e dei Sindacati firmatari del contratto nazionale.

Nel corso dell´incontro i rappresentanti del Miur hanno avanzato nuovamente la proposta di ridurre al 50% le disponibilità per i passaggi dal sostegno al posto comune. L´amministrazione ha argomentato la proposta facendo presente che l´anno scorso vi sono stati 1900 passaggi e le scuole hanno difficoltà a reperire supplenti muniti del titolo di specializzazione per coprire i posti lasciati liberi dai docenti che ottengono il passaggio.

La Gilda, insieme agli altri sindacati, ha rappresentato la netta contrarietà a limitare il diritto dei docenti di sostegno a chiedere il passaggio sul posto comune. In più, la delegazione ha fatto presente che eventuali limitazioni del diritto alla mobilità dei docenti di sostegno non potrebbero essere introdotte per contratto, perché, in assenza di una specifica norme di legge, la relativa clausola contrattuale risulterebbe nulla. “Fermo restando la contrarietà ad una eventuale norma di legge che disponesse in tal senso che, peraltro, potrebbe anche essere incostituzionale, perché introdurrebbe una forte limitazione del diritto alla mobilità solo per una ristretta categoria di personale”.

Nel corso dell´incontro è stata anche affrontata la questione della mobilità dei docenti delle materie di indirizzo dei licei musicali. A questo proposito l´Amministrazione ha fornito i dati della mobilità professionale e delle utilizzazioni di questa particolare tipologia di personale.

I docenti che hanno chiesto e ottenuto il passaggio di ruolo o di cattedra nel 2017/2018 sono stati 1032 e nel 2018/2019 sono stati 169. Le utilizzazioni, invece, sono state 289 nel 2017/2018 e 187 nel 2018/2019.

Sulla questione è stata raggiunta un´intesa di massima per valorizzare la continuità didattica prevedendo un´aliquota maggiore per i passaggi di cattedra che, però, sarà fissata in una prossima riunione.

La discussione riprenderà la prossima settimana. Sono previsti due incontri martedì 4 e mercoledì 5 dicembre.

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Mobilità del personale scolastico, incontro Miur-sindacati

sede Miur Trastevere Roma

Il 22 novembre 2018 al Miur incontro tra la delegazione di parte pubblica e le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto di lavoro per discutere il seguente ordine del giorno: contrattazione per la mobilità del personale docente, educativo e Ata per l´a.s. 2019/2020.

Lo rende noto la Gilda degli Insegnanti.

In apertura dei lavori, l´Amministrazione ha consegnato ai sindacati una bozza di contratto che recepisce novità legislative in corso di esame in Parlamento. In particolare, la bozza contiene le disposizioni per dare attuazione alla cancellazione della chiamata diretta e degli ambiti territoriali.

Per questi motivi il testo ricalca sostanzialmente il CCNI del 2015/16. E´ previsto, pertanto, il ripristino della titolarità su scuola e della fase comunale dei movimenti, fatte salve le fasi provinciale e interprovinciale.

Le OO.SS. si sono riservate l´esame del testo e di entrare nel merito nella prossima riunione, che è prevista per il giorno 28 novembre p.v.

Nondimeno, nel corso della discussione sono state avanzate proposte di carattere generale in riferimento alle seguenti materie:

1) possibilità di riaprire le trattative nel corso del prossimo triennio, qualora dovessero intervenire modifiche della normativa vigente in materia di mobilità. Questa previsione è stata ipotizzata perché il prossimo CCNI sulla mobilità a domanda avrà durata triennale e non più annuale come avvenuto finora;

2) differimento al 2020/21 dell´entrata in vigore del vincolo triennale sulla scuola richiesta. A questo proposito è stato fatto presente che tale vincolo non potrebbe comunque operare nei confronti dei docenti trasferiti nella provincia o nel distretto o nel comune, ma solo nei confronti di coloro che dovessero ottenere il trasferimento sulla scuola richiesta (l´Amministrazione si è riservato un approfondimento);

3) previsione del riassorbimento su cattedra interna dei docenti su cattedra orario esterna (sulla base della graduatoria interna di istituto) tramite la predisposizione di una specifica funzione del sistema informativo del Miur. Allo stato attuale, infatti, il sistema si limita ad individuare i posti e le cattedre in organico di diritto e di fatto, senza disporre il collegamento diretto tra la sede da assegnare ai docenti interessati e la composizione della cattedra (interna o esterna);

4) graduale ripristino delle aliquote ai fini della suddivisione delle cattedre in organico di diritto tra ruolo e mobilità (50% alle immissioni in ruolo e 50% alla mobilità);

5) automatica acquisizione della titolarità su scuola per tutti i docenti, ivi compresi gli insegnanti titolari su ambito destinatari di incarico triennale su scuola;

6) individuazione dei posti disponibili per i movimenti detratti gli accantonamenti necessari ad attribuire la titolarità su scuola ai docenti titolali su ambito, in quanto destinatari di incarico triennale, nonché ai docenti che stanno svolgendo il Fit nel corrente anno scolastico;

7) prevedere un´attenta e prudente discussione sulla possibilità di introdurre anche per i docenti dei licei musicali forme di mobilità a domanda contemperando l´interesse alla continuità didattica degli alunni di questa particolare tipologia di scuola con le legittime aspirazioni dei docenti interessati;

8) aggiornare il sistema delle precedenze collegate al ripristino della titolarità su scuola e della fase comunale;

9) riportare nella contrattazione di istituto la materia dell´assegnazione dei docenti e degli Ata alle sedi ubicate in comuni diversi.

“La nostra delegazione – affermano dalla Gilda – ha fatto presente che, al fine di recepire pienamente lo spirito della legge che dispone la cancellazione della chiamata diretta e degli ambiti territoriali, è necessario predisporre un sistema di garanzie, già all´interno della contrattazione integrativa nazionale, diretto ad impedire gli arbitri dei dirigenti scolastici nell´assegnazione dei docenti a classi ubicate in comuni diversi da quello di precedente servizio. A questo proposito, la delegazione della FGU Gilda ha proposto di prevedere un criterio generale, volto a garantire la continuità didattica, collegando tale garanzia al rispetto del criterio del maggiore punteggio in graduatoria di istituto, fatta salva la possibilità per il docente interessato di chiedere di essere assegnato, volontariamente, a sezioni staccate o plessi ubicati in comuni diversi”.

“L´Amministrazione ha proposto, inoltre, di limitare i trasferimenti da sostegno a posto comune al 50% dei posti disponibili in luogo dell´attale 100%. La delegazione di parte pubblica ha argomentato tale proposta facendo presente che l´alto numero di passaggi da sostegno a posto comune comporta costi molto elevati per l´erario, oltre che difficoltà nel reperire personale specializzato da destinare alla cura degli alunni disabili. La nostra delegazione ha espresso contrarietà a questa misura, sostenendo che si tratterebbe di una discriminazione a danno di una ristretta categoria di docenti e che, per essere adottata, necessiterebbe comunque di un vero e proprio provvedimento legislativo”.

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Gilda, l’appello a Bussetti: “No a lotte tra precari”

aula generica esami maturità 2019

“È necessario che il governo vari un provvedimento ad hoc per salvaguardare i legittimi interessi dei precari con 36 mesi di servizio”.

Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, interviene in merito alla norma contenuta nella legge di Bilancio che prevede un unico concorso ordinario per le scuole secondarie aperto a tutti i laureati e con soltanto un 10% di posti riservato ai precari non abilitati con 3 anni di insegnamento.

“Rispetto al vecchio decreto attuativo della legge 107/2015 che aveva istituito un concorso riservato ai precari con 36 mesi di servizio, la nuova norma è nettamente peggiorativa per questa categoria di docenti. Non dimentichiamo che, in base a una sentenza della Corte europea, è interdetta la reiterazione dei contratti a tempo determinato oltre i 36 mesi: serve, dunque, una soluzione urgente che regolarizzi la condizione lavorativa di questi precari di terza fascia che, altrimenti, rischiano di vedere vanificati anni di servizio”.

“La riserva del 10% non è affatto sufficiente per assorbire la vasta sacca di precariato che lo Stato ha alimentato per anni stipulando contratti a tempo determinato invece di assumere in pianta stabile gli insegnanti di cui la scuola aveva bisogno – afferma Di Meglio  -. Riteniamo, inoltre, inadeguato rispetto al problema e irrispettoso nei confronti dei docenti in questione intervenire con una norma all’interno di quel calderone che è la legge di Bilancio. Chiediamo, dunque, al ministro Bussetti di aprire un confronto sul tema con i sindacati, così da individuare insieme la soluzione migliore ed evitare ulteriori lotte intestine tra precari e guerre tra poveri”.

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Contrattazione collettiva, Gilda: le richieste al ministro Bussetti

Scuola concorsi documenti scrittura uomo

La scadenza del 31 dicembre per la contrattazione collettiva relativa al comparto istruzione si avvicina: grande è la preoccupazione espressa dalla Gilda degli insegnanti, di seguito nelle parole del coordinatore nazionale Rino Di Meglio.

“Apprezziamo la riduzione delle ore di Alternanza Scuola Lavoro ma esprimiamo preoccupazione per la totale assenza di risorse da destinare al rinnovo del contratto nazionale di lavoro prossimo alla scadenza. Come è stata accolta la nostra richiesta relativa alla diminuzione delle ore di Asl, anche se avremmo preferito che ne fosse stata abolita l’obbligatorietà – spiega Di Meglio – così adesso chiediamo al governo di fare propria la nostra proposta per incrementare gli stipendi dei docenti”.

Nonostante le rassicurazioni del vicepresidente Di Maio, che ha assicurato la presenza, nella legge di bilancio, di soldi per garantire che a gennaio l’elemento perequativo continui ad essere erogato, i componenti della Gilda restano in allarme.

Dal fondo per il bonus merito 100: “Secondo i dati emersi dal rapporto Eurydice, pubblicato il 5 ottobre in occasione della Giornata Mondiale degli Insegnanti, –argomenta Di Meglio – tra il 2016 e il 2017 gli stipendi tabellari sono aumentati del 3% nella maggior parte dei Paesi europei ma non in Italia. A fine anno scadrà il contratto e non si sa quando l’Aran convocherà i sindacati per aprire le trattative per un rinnovo che si preannuncia molto povero”.

Il coordinatore della Gilda prova anche a fare due calcoli: “Per evitare che le retribuzioni degli insegnanti addirittura diminuiscano, suggeriamo a Palazzo Chigi  di destinare i fondi stanziati dalla legge 107/2015 per il bonus merito, avversato dalla stragrande maggioranza degli insegnanti, per recuperare lo scatto di anzianità del 2013. In questo modo  nelle buste paga entrerebbero mediamente 100 euro in più. Accogliere questa proposta sarebbe un primo segnale importante di rivalutazione della professione docente”.

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L’appello della Gilda degli Insegnanti: “Palazzo Chigi aumenti gli stipendi degli insegnanti”

ccnl comparto scuola soldi

Una nuova battaglia anima la Gilda degli Insegnanti: in una nota indirizza a Palazzo Chigi, si chiede a chiare lettere di colmare la forbice retributiva tra il personale della scuola, cenerentola del pubblico impiego, e le altre categorie di dipendenti della pubblica amministrazione.

“Il governo del cambiamento dimostri di essere realmente tale abolendo il cosiddetto bonus del merito istituito dalla legge 107/2015 e stabilendo nella legge di Bilancio di destinare quelle risorse all’aumento degli stipendi dei docenti italiani per recuperare lo scatto di anzianità del 2013”.

“Il 31 dicembre prossimo scadrà il contratto – ricorda il coordinatore nazionale, Rino Di Meglio – e vorremmo un segnale concreto di rivalutazione del lavoro dei docenti e di discontinuità rispetto al passato. Sappiamo bene che la coperta è sempre troppo corta, ma non può essere sempre la scuola a pagarne le conseguenze: una soluzione che non toglie risorse ad altri capitoli di spesa è utilizzare i fondi del cosiddetto merito per incrementare le buste paga degli insegnanti”.

“Si tratta della stessa proposta che la Gilda avanzò durante le trattative all’Aran per il rinnovo dello scorso contratto e che non fu accolta dal governo Renzi. Adesso – conclude Di Meglio – ci auguriamo che avvenga finalmente un’inversione di marcia e che, insieme con l’abolizione del bonus merito, venga cancellato anche il comitato di valutazione di cui fanno parte anche studenti e genitori, perché si tratta di un’offesa cocente alla dignità dei docenti ai quali deve essere garantita la libertà di insegnamento”.

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Calabria: caos immissioni in ruolo, la denuncia della Gilda degli Insegnanti

gilda degli insegnanti in calabria

Un Ferragosto senza riposo e con molte polemiche per la Gilda Insegnanti Calabria che, allibita, ha manifestato in un comunicato stampa – a firma del coordinatore Antonino Tindiglia – il suo sconcerto per le condizioni con cui sono state effettuate le procedure di immissioni in ruolo per l’anno scolastico 2018/2019.

Nel comunicato stampa, si evince tutta l’indignazione del prof. Tindiglia e della Gilda Insegnanti Calabria: “Anche per quest’anno, inalterata procedura e tempistica procedono le operazioni di organizzazione dell’anno scolastico 2018/2019, con grandi sforzi, impegno e professionalità degli addetti degli USR e degli ATP, pur negli immancabili errori e disguidi dovuti alle procedure che cambiano continuamente, alle direttive emanate con ritardo, alla fretta con cui si devono effettuare tutte le operazioni ed in una realtà che ancora vede l’USR della Calabria senza la nomina del Dirigente Regionale (forse siamo in dirittura di arrivo dopo 7 mesi di ritardo e manca ancora il dirigente provinciale dell’ATP di Catanzaro) si segnala anche la mancanza di personale che negli anni ha visto più che dimezzare gli impiegati addetti alle procedure. Come ogni anno un’estate di apprensione, di ansie per tutti i candidati aspiranti all’agognato ruolo e con tanta, tanta disponibilità e pazienza”.

La denuncia

“Si assiste a convocazioni fatte con urgenza senza neanche i dovuti tempi per prendere visione, in locali privi dei minimi requisiti di accoglienza (questa è la scuola) in un caldo afoso con candidati per la maggior parte donne in gravidanza o che allattano, con tempi che si prolungano fino a tardi per poter concludere in tempo le operazioni.
È da anni che porto queste tematiche al tavolo delle trattative chiedendo di anticipare i tempi e che finisca quest’ottica della scuola vista come un’azienda che cerca il cliente, ma che si ritorni alla visione invece di una scuola che forma il futuro cittadino, la società del domani”.

Continua la Gilda: “Nell’ottica del contenimento della spesa pubblica si costringe a completare le cattedre a 18 ore con grave disagio per gli insegnanti che sono costretti ad andare in altri istituti spesso molto distanti tra loro con aggravio di costi personali (si rammenta che lo stipendio di un insegnante è tra i più bassi della pubblica amministrazione) e spreco di tempo per gli spostamenti e sacrifici che stressano e che cambiano di anno in anno”.

“La politica non vuole trovare soluzioni”

“Le soluzioni – prosegue il comunicato – ci sono, sta alla politica volerlo. Si potrebbe risolvere questo problema anticipando i tempi per le operazioni di assegnazione dei docenti alle scuole e creando un organico di istituto stabile nel tempo, ipotesi per 5 anni, a prescindere dal numero degli allievi, e lasciato all’organizzazione del Dirigente scolastico nel rispetto delle decisioni degli organi collegiali per come prescrive la legge”.

“Noi che operiamo nella scuola – conclude – e che non smettiamo mai neanche il giorno di ferragosto di interessarci, diciamo basta a questo processo distruttivo di quella che era una realtà invidiata per come riusciva a formare le menti (lo dimostrano i successi degli studenti italiani nel mondo), diciamo basta a questo eccesso di dirigismo e di burocrazia che ha paralizzato uno dei mestieri più belli ed utili del mondo: INSEGNARE“.