“La norma sul vincolo quinquennale contenuta nel Decreto Scuola risulta eccessivamente restrittiva, perché blocca persino i movimenti nell’ambito della stessa provincia e della stessa regione. Inoltre, rappresenta un vulnus ai diritti della contrattazione collettiva tra le cui materie figura, appunto, la mobilità”. Ad affermarlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, accogliendo le contestazioni dei docenti neo assunti che, a causa dell’obbligo a restare nella scuola di titolarità per cinque anni, non possono chiedere il trasferimento, l’assegnazione provvisoria, l’utilizzazione in un’altra istituzione scolastica o ricoprire incarichi a tempo determinato in altro ruolo o classe di concorso.
In merito al vincolo quinquennale, la Gilda ravvisa possibili profili di incostituzionalità e il mancato rispetto della legge 104. Inoltre, il sindacato pone in rilievo il contrasto tra questa norma e il bando del concorso straordinario del 2018: “Gli insegnanti vincitori di quel concorso hanno accettato il vincolo triennale previsto dal bando e adesso sono costretti a rimanere due anni in più nella sede assegnata. Un cambiamento delle regole ingiusto e inaccettabile”, conclude Di Meglio.
“L’utilizzo delle graduatorie presenti nei nostri 8.200 istituti scolastici anche per le immissioni in ruolo non può essere rinviato”. Lo chiede il sindacato Anief, con una proposta presentata alla VII Commissione del Senato per emendare il Decreto Legge n. 22 approvato dal Governo e ora allo studio del Senato per la conversione in legge. Per il sindacato autonomo, bisogna usare le graduatorie d’istituto anche per questa necessità, altrimenti le scuole rischiano il caos dovendosi affidare a settembre, per assegnare migliaia di cattedre scoperte, alla scelta di 200 mila supplenti utilizzando in modo sempre maggiore il sistema poco meritocratico e spesso casuale della “Messa a disposizione”.
L’EMENDAMENTO PROPOSTO
Reclutamento del personale precario dalle graduatorie di istituto
All’articolo 2, comma 1, lettera b, dopo le parole 15 settembre 2020,
aggiungere le seguenti “anche attraverso l’utilizzo delle graduatorie
provinciali per le supplenze di cui al comma 6-bis dell’articolo 4 della legge
3 maggio 1999, n. 124”. Conseguentemente il comma 4 è soppresso.
Motivazione: a causa del ritardo dell’espletamento delle procedure concorsuali previste dalla legge 159/2019, il prossimo anno si giungerà a superare le 200 mila supplenze di personale docente, per lo più dalle domande di messa a disposizione fuori graduatoria. La disposizione prevede il reclutamento con contratto a tempo indeterminato dalle graduatorie provinciali di istituto per titoli, al fine di affrontare il tema urgente del precariato.
Marcello Pacifico (Anief): “Abbiamo le graduatorie delle scuole, utilizziamole. La burocrazia non può vincere sulla logica e il buon senso. Se si continua a pensare che solo i concorsi risolveranno il problema del reclutamento, rischiamo di compromettere l’avvio delle lezioni, ancora di più perché si dovrà fare i conti con i problemi di convivenza per il pericolo del contagio del Covid-19”.
“Considerata la straordinarietà della situazione di emergenza e l’approssimarsi della fine dell’anno scolastico, comprendiamo la necessità di adottare misure in tempi rapidi, ma ciò non giustifica il mancato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali rappresentative di un milione di lavoratrici e lavoratori del mondo della scuola. Dopo il confronto della scorsa settimana, ci auguravamo che la ministra Azzolina convocasse un incontro specifico sui contenuti del provvedimento varato oggi in Consiglio dei Ministri. Ancora una volta, dunque, constatiamo con amarezza che è stato deciso di procedere unilateralmente”.
Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta l’approvazione del decreto scuola.
“Anche in questa situazione di emergenza, il valore legale dei titoli di studio rilasciati andrebbe in qualche modo preservato. Desta quindi preoccupazione la decisione di generalizzare le ammissioni alle classi intermedie e di ridurre l’esame conclusivo del primo ciclo a un banale elaborato, senza peraltro alcuna garanzia di autenticità”.
“Inoltre, occorre avere indicazioni chiare e precise sul tipo di didattica a distanza che si intende implementare, anche in relazione alla diversa età degli alunni. Se le condizioni sanitarie non consentiranno il ritorno sui banchi a settembre, bisognerà programmare un sistema alternativo che non può limitarsi a scimmiottare le lezioni in classe”.
Sul fronte del personale scolastico, infine, Di Meglio fa notare che rinviare il rinnovo delle graduatorie di istituto al prossimo anno provocherà un’esplosione delle Messe a disposizione (MAD), che non sempre garantiscono qualità dell’insegnamento, e negherà a migliaia di precari la possibilità di ottenere un contratto di supplenza. “Senza considerare – conclude il coordinatore nazionale della Gilda – che appare come un controsenso dare da una parte la possibilità di bandire i concorsi e dall’altra bloccare l’aggiornamento delle graduatorie”.
“Il nuovo decreto scuola delinea una situazione che sfida la logica e mette a rischio il regolare avvio del prossimo anno scolastico. Per garantirne l’ordinato avvio non basterà certo la proroga al 15 settembre del termine entro cui provvedere alle prossime operazioni di assegnazione provvisoria e alle nomine in ruolo. Il prossimo anno, infatti, potrebbe abbattere tutti i record sul numero di supplenti, che rischia addirittura di sfondare quota 250mila. È noto, infatti, che siano esaurite sia le GaE che le graduatorie dei concorsi ordinari e straordinari per molte classi di concorso. E non servirà nemmeno la call veloce per provare a far spostare i docenti verso le province e le regioni dove ci saranno più posti disponibili: il vincolo quinquennale nella scuola di titolarità che scatterà dal prossimo anno scolastico per tutti i neo assunti in ruolo, abbinato all’attuale situazione di incertezza sanitaria sarà, con tutta probabilità, un fortissimo deterrente alla mobilità dei docenti”. Lo rende noto Anief in una nota stampa.
“In tutto questo, mentre non siamo ancora in grado nemmeno di immaginare se e come si svolgerà la didattica da settembre, il ministro chiede al governo di varare un decreto in cui si ribadisce la necessità di procedere alla pubblicazione dei bandi dei concorsi straordinari e ordinari di cui, però, non si sa quando si potranno svolgere le prove. Gli esperti, infatti, dicono che potrebbe essere necessario attendere il primo trimestre del 2021 per avere il vaccino, unica vera chiave per il ritorno alla normalità.
Sappiamo, in ogni caso, che certamente non potremo far svolgere le prove dei concorsi prima del 15 settembre, quindi in tempo per garantire l’immissione in ruolo già dal prossimo anno scolastico. Per di più, il ministro ha deciso anche di rimandare di un anno l’aggiornamento delle graduatorie d’istituto e l’attivazione delle nuove graduatorie provinciali da cui attingere per l’assegnazione degli incarichi di supplenza annuali. Ma si è ancora in tempo per cambiare rotta”.
IL PARERE DEL PRESIDENTE ANIEF
“Chiediamo al ministro – afferma Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – di ascoltare le proposte che arrivano, una volta tanto, dall’intero panorama sindacale che, alla fine, ha sposato ciò che ANIEF dice da sempre: si proceda ad assumere immediatamente i docenti in ruolo attivando procedure selettive solo per titoli riservate ai docenti con almeno tre anni di servizio, consentendo loro di conseguire l’abilitazione il prossimo anno con corsi on line gratuiti da concludere prima della valutazione finale dell’anno di prova. Parimenti, si attivino corsi telematici per conseguire la specializzazione di sostegno, senza selezione in ingresso, aperti a tutti i docenti con almeno tre anni di servizio su sostegno, prevedendo da subito anche per loro un percorso di stabilizzazione da completare al conseguimento del titolo. E si sciolgano le riserve a tutti gli assunti in ruolo con riserva, che già oggi stanno garantendo la continuità dell’azione didattica, anche a distanza.
Solo così potremo avere in cattedra tutti i docenti che servono per far fronte in modo efficace alla più grande sfida che la Scuola italiana abbia mai dovuto affrontare. Gli studenti italiani hanno assoluto bisogno di sapere chi avranno in classe, fisica o virtuale che sia, il prossimo anno. È di questo che, oggi, il ministro deve preoccuparsi”.
Il decreto legge sulla scuola conferma i vincoli sui trasferimenti per
docenti neo-assunti e di sostegno. In base a quanto previsto dal decreto in via
di approvazione da parte del Consiglio dei ministri, risulta, all’articolo 2
comma 1, che “con una o più ordinanze del Ministro dell’istruzione, sentiti il
Ministro dell’economia e delle finanze e il Ministro per la pubblica
amministrazione, per l’ordinato avvio dell’anno scolastico 2020/2021, sono
adottate, anche in deroga alle disposizioni vigenti, misure volte”, tra le
altre cose, “all’adattamento e modifica” pure “degli aspetti procedurali e
delle tempistiche relativi alle utilizzazioni, assegnazioni provvisorie e
attribuzioni di contratti a tempo determinato, anche in deroga al termine di
conclusione delle stesse previsto dall’articolo 4, commi 1 e 2, del
decreto-legge 3 luglio 2001, n. 255, convertito, con modificazioni, dalla legge
20 agosto 2001, n. 333, fermo restando il rispetto dei vincoli di permanenza
sulla sede previsti dalle disposizioni vigenti”.
Anief ribadisce che non è possibile tenere fermi i neo assunti da GMRA della
secondaria per cinque
anni e confermare il blocco sul sostegno con l’impossibilità di calcolare
il servizio pre-ruolo. Entrambi pregiudicano il ricongiungimento dei propri
affetti, pure in presenza di posti disponibili: nel caso del blocco per un
lustro degli immessi in ruolo nella secondaria, che il prossimo anno sarà
esteso a tutti gli immessi in ruolo a prescindere dalla graduatoria da cui
saranno convocati, Anief conferma l’intenzione di impugnare l’ordinanza per
sollevare questione di illegittimità costituzionale delle norme introdotte
dalla legge n. 159/2019 a seguito della palese violazione del principio di
uguaglianza sostanziale, parità di trattamento, ragionevolezza. Nel caso del
blocco contrattuale su sostegno senza computare il servizio preruolo, il
giovane sindacato ribadisce che è stato dichiarato più volte illegittimo nelle
sentenze ottenute dal sindacato presso i tribunali di competenza.
Su questo punto, Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che
“il ministero dell’Istruzione, d’accordo con gli altri sindacati, ha limitato
non solo i trasferimenti per i neo-immessi, ma anche le assegnazioni
provvisorie. E noi questo non possiamo accettarlo. Rimane illogico e
illegittimo qualsiasi genere di blocco ai trasferimenti, visto che sono stati
inibiti anche quelli motivati di tipo annuale. Adesso, con il decreto sulla
scuola introdotto per l’emergenza Coronavirus, c’era l’opportunità di
cancellare i vincoli di permanenza, ma questo non è stato fatto”.
Visita la pagina dedicata del sindacato alla mobilità per una consulenza professionale per la compilazione della domanda o per l’adesione ai ricorsi contro il blocco dei trasferimenti, per il riconoscimento dei titoli o delle precedenze.
“Non è possibile rimanere in silenzio di fronte a un comportamento istituzionalmente inaccettabile: la grave emergenza che il Paese tutto sta affrontando non può costituire un pretesto per bypassare il confronto democratico con i docenti e il personale scolastico”.
Lo scrive il coordinatore della Gilda degli insegnanti Rino Di Meglio in una nota stampa diffusa sul Web a proposito della bozza del decreto che riguarda la scuola “non inviata” – scrive – ai sindacati che rappresentano un milione di lavoratrici e lavoratori del mondo della scuola”.
“L’emergenza richiede coinvolgimento delle parti sociali, collaborazione ed unità di intenti, cioè il modus operandi che stanno attuando il Presidente del Consiglio e tutta la Pubblica Amministrazione, ad eccezione della Scuola, dove si prefigurano anche interventi che toccheranno il contratto e l’ordinamento giuridico degli organi collegiali”, conclude il sindacalista.
L’approvazione alla Camera del Decreto Milleproroghe ha portato alcune novità anche per la scuola. Tra queste la modifica del programma su cui verterà il concorso straordinario I e II grado
Il Decreto Scuola (D.L. 126/2019), infatti, al comma 10 dell’art. 1 individuava
nel “programma di esame previsto per il concorso ordinario per titoli ed
esami per la scuola secondaria bandito nell’anno 2016” il riferimento per
la prova scritta della procedura straordinaria, sia quella per l’immissione in
ruolo sui 24mila posti autorizzati che quella della prova ai soli fini
abilitanti riservata a docenti con servizio in paritaria/corsi IeFP e docenti
di ruolo senza anno di servizio specifico.
Il Milleproroghe, invece, ha modificato tale previsione cancellando il
riferimento al concorso del 2016, unificando in tal modo il programma d’esame
del concorso straordinario a quello previsto per il concorso ordinario.
Ricordiamo che entrambi i bandi (straordinario e ordinario) saranno pubblicati
contestualmente e che, come i bandi stessi, anche il programma (Allegato A) è
al momento allo stato di bozza in attesa del parere obbligatorio seppur non
vincolante del CSPI.
Va però evidenziato come la variazione introdotta con il Milleproroghe non
abbia modificato quanto previsto dal Decreto Scuola sempre all’art. 1, comma 9
lettere a) (prova scritta per immissione in ruolo) e lettera d (prova scritta
per conseguimento abilitazione docenti con servizio in paritarie/IeFP o di
ruolo senza anno di servizio specifico), ovvero che la prova scritta riguarderà
COMUNQUE argomenti afferenti alle classi di concorso e alle metodologie
didattiche. Pertanto, eventuali argomenti diversi (ad esempio, la
legislazione scolastica) non potranno essere oggetto di quesiti della prova
scritta ma, eventualmente, solo della successiva prova orale da svolgere prima
del termine dell’anno di formazione e prova per gli immessi in ruolo e di
quella per il conseguimento dell’abilitazione che, ricordiamo, sarà oggetto di
un decreto ad hoc. Salvo modifiche dell’ultima ora dei bandi, quindi,
la prova scritta del concorso straordinario sarà composta da 45 quesiti su
argomenti afferenti alla disciplina di insegnamento, 30 sulle metodologie
didattiche e 5 di comprensione del testo in lingua inglese.
“Registriamo – spiega Anief in una nota stampa – con amarezza che nemmeno con l’approvazione del decreto Milleproroghe, che adesso passa al Sentato per l’approvazione definitiva ma con un testo blindato, si sia trovata una soluzione allo scandalo dell’esclusione dei docenti con servizio solo su sostegno, privi pertanto dell’anno di servizio specifico, che vanifica in modo vergognoso il lavoro di migliaia di colleghi che, in questi anni, hanno garantito il diritto all’inclusione degli studenti disabili e che, oggi, vengono ‘ringraziati’ con una porta sbattuta in faccia”.
“Ci auguriamo almeno che, vista l’imminenza della pubblicazione dei bandi e il perdurante rifiuto del ministro Azzolina di pubblicare il data-base delle domande della prova scritta nonostante le richieste unanimi di tutto il panorama sindacale, almeno non si registrino ulteriori modifiche nei programmi di studio del concorso straordinario, che generano solo confusione e spaesamento tra gli aspiranti”.
Per riaprire le GaE a tutto il personale abilitato – inclusi DM, ITP, educatori – e per assumere nei ruoli da graduatorie di istituto provinciali, aggiornabili annualmente e aperte ai laureati, Anief chiederà in audizione ai parlamentari di presentare emendamento.
La proposta di emendamento nel sostitutire i cc. 1-16 dell’art. 1 utilizza l’attuale doppio canale di reclutamento al luogo della nuova procedura riservata, regola le chiamate delle supplenze fuori graduatoria, sviluppando un punto specifico della piattaforma dello sciopero del 12 novembre.
LA PROPOSTA
La proposta risolve immediatamente il problema delle 90 mila cattedre andate
deserte durante le convocazioni per le immissioni in ruolo negli ultimi cinque
anni, delle maestre con diploma magistrale inserite con riserva nelle GaE e
degli insegnanti tecnico pratici ed educatori a rischio licenziamento, dei più
di 100 mila docenti abilitati dopo il 2012 con il TFA, PAS all’estero esclusi
dalle graduatorie ad esaurimento a differenza degli altri docenti abilitati in
precedenza, e degli altrettanti docenti senza abilitazione inseriti nella terza
fascia delle graduatorie di istituto che entrerebbero nei ruoli dopo la
frequenza di un apposito corso abilitante. La norma, nel trasformare le
graduatorie di istituto in provinciali, limiterebbe l’utilizzo delle messe a
disposizione sempre più inflazionato e non regolamentato, sostituendo l’attuale
scelta delle dieci/venti scuole da parte degli aspiranti supplenti con le
scuole della provincia e consentendo ai giovani laureati di inserirsi nelle
graduatorie.
Nel caso in cui non fosse approvata, il sindacato ha già pronte diverse
altre proposte emendative migliorative del testo approvato dal Governo, a
seguito dell’intesa del 24 aprile con i sindacati firmatari di contratto, da
loro in ritardo sconfessata.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE PACIFICO
Marcello Pacifico, presidente Anief, afferma: “Piuttosto che pensare a
nuove graduatorie e nuovi corsi abilitanti che comunque devono essere ripensati
anche nella legge di bilancio, sarebbe intelligente, pratico e giusto
utilizzare appieno quel doppio canale di reclutamento che per 25 anni ha
regolato le assunzioni del personale docente, aggiornando il meccanismo di
chiamata dalle graduatorie di istituto che pure potrebbero essere utilizzati
per i ruoli. In questo modo si risolverebbe il problema del licenziamento anche
delle maestre con diploma magistrali dalle GaE e dai ruoli, del reclutamento
delle giovani laureate in scienze della formazione primaria e dei tanti ITP.
Poi si consentirebbe ai giovani laureati di inserirsi nel mondo
dell’insegnamento dal canale principale delle graduatorie di istituto senza
aspettare la chiamata fortuita dalle messe a disposizione dei presidi, con
l’assunzione diretta anche dei precari di terza fascia. Chiediamo alla politica
una
riflessione seria su questo testo che siamo pronti a spiegare in
piazza durante il sit-in ai tanti che verranno per sostenerci”.
“Con la pubblicazione del Decreto Legge sulle misure urgenti per la scuola in Gazzetta Ufficiale, constatiamo con rammarico che il Governo disattende gli impegni assunti, prima a Palazzo Chigi nell’aprile scorso, e poi nell’accordo del 1° ottobre con il Ministro dell’Istruzione.
Che siano stati ammessi alla procedura riservata i docenti delle paritarie ai soli fini abilitanti, rientra tra le nostre richieste, ma tale modalità non può essere disgiunta da un quadro generale di acquisizione delle abilitazioni per l’insegnamento. Oltretutto il confronto sulle abilitazioni è in stallo. E questo è inaccettabile in quanto concorso straordinario e abilitazioni devono procedere in parallelo: sono aspetti dell’intesa collegati tra loro che non possono essere scissi. L’apertura al personale delle scuole paritarie non esaurisce la partita dei concorsi abilitanti per gli altri esclusi da inserire in un collegato alla legge di bilancio. Analogamente bisogna dare seguito all’accordo del 18 ottobre sui diplomati magistrali con la proroga delle previsioni del decreto dignità.
E’ inaccettabile l’esclusione dal concorso riservato per accedere ai posti di DSGA del personale Assistente Amministrativo che ha ricoperto tale incarico nella scuola per almeno tre anni. Una scelta politica inammissibile che non vogliamo pensare sia frutto di qualche improvviso cambio di opinione, magari con motivazioni tecnocratiche per fare venire meno la parola data e scritta.
Aver depennato dal concorso riservato i facenti funzione di DSGA, senza il titolo di studio previsto (laurea specifica) è fuori da ogni logica e non riconosce il lavoro del personale. Le motivazioni giuridiche addotte sono inaccettabili , avendo in sé la contraddizione palese per cui i facenti funzione sono ammessi al concorso ordinario e sono esclusi da quello straordinario, che serve proprio a sanare posizioni consolidate da anni di attività in mansioni superiori che hanno permesso e permettono alle scuole di funzionare.
Poiché, come abbiamo più volte rappresentato, non basta certo il concorso in via di svolgimento per DSGA a colmare il vuoto di vent’anni di mancata indizione di prove concorsuali, e per non lasciare le scuole prive di direzione amministrativa, ribadiamo il buon diritto di chi ha svolto con merito tale funzione, talora per ben più di otto anni, di avere una prospettiva certa in un percorso riservato.
FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal, GILDA Unams indicono pertanto la mobilitazione del personale interessato, che si avvia con la rinuncia degli incarichi e che proseguirà con una manifestazione nazionale da svolgersi nei prossimi giorni davanti alle sedi istituzionali. Le dimissioni dall’incarico di facenti funzione di DSGA saranno immediatamente trasmesse ai dirigenti scolastici e per conoscenza alle USR relative ai luoghi in cui questi incarichi si svolgono.
Per queste ragioni non possiamo che chiamare i lavoratori interessati alla mobilitazione il prossimo 11 novembre, con un’iniziativa a Roma nel pomeriggio e diversi presìdi concomitanti in altre città”.
Questa la nota con cui le sigle sindacali annunciano la mobilitazione per il prossimo 11 novembre.
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