Le domande di cessazione dal servizio e le revoche delle stesse devono
essere presentate entro il 30 dicembre 2019. I dirigenti scolastici, il
personale docente, educativo e Ata di ruolo devono utilizzare esclusivamente la
procedura web POLIS “istanze on line”, relativa alle domande di cessazione,
disponibile sul sito internet del Ministero; nella domanda di cessazione gli
interessati devono dichiarare espressamente la volontà di cessare o permanere
in servizio una volta che sia verificato dall’Inps il possesso o meno dei
requisiti contributivi. Successivamente le domande di pensione devono essere
inoltrate all’ente Previdenziale INPS in modalità telematica.
Si ricorda che l’accertamento del diritto al trattamento pensionistico sarà
effettuato da parte delle sedi competenti dell’INPS sulla base dei dati
presenti sul conto assicurativo entro i termini che saranno comunicati con nota
congiunta MIUR/INPS. Le domande di trattenimento in servizio continuano a
essere presentate in forma cartacea entro il termine del 30 dicembre 2019. Si
ricorda che nel 2020 potranno chiedere la permanenza in servizio i soli
soggetti che, compiendo 67 anni di età entro il 31 agosto 2020, non siano in
possesso di 20 anni di anzianità contributiva entro tale data.
I docenti interessati all’Ape sociale o alla pensione anticipata per i
lavori gravosi e per i lavoratori precoci potranno, una volta ottenuto il
riconoscimento dall’INPS, presentare la domanda di cessazione dal servizio con
modalità cartacea, sempre con effetto dal 1° settembre 2020.
Con il vigente ordinamento permangono i requisiti contributivi e anagrafici
per le pensioni di vecchiaia al compimento dei 67 anni di età; per la pensione
anticipata è richiesto il requisito contributivo di 41 anni e 10 mesi per le
donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini.
È prevista la possibilità di fruire della pensione anticipata “Quota 100” al
raggiungimento dei 62 anni di età e almeno 38 anni di contributi. Confermata
Opzione donna per chi ha almeno 58 anni di età e 35 anni di contributi entro il
31 dicembre 2018, optando per il calcolo della pensione con sistema interamente
contributivo.
Il commento del presidente Anief, Marcello Pacifico
Il presidente Pacifico ha dichiarato che “non è giusto mandare in pensione a
62 anni con decurtazioni, soprattutto se il lavoro è gravoso, come quello del
personale scolastico, anche se non è considerato tale dalla legge. In realtà,
la professione docente è esposta
allo stess da lavoro correlato, collegata al burnout e alle conseguenti
malattie professionali; perciò l’Anief ribadisce la necessità d’inserire
l’insegnamento all’interno dell’Ape social”.
Inoltre, “in altri Paesi – aggiunge il sindacalista – si sciopera anche se
si è in condizioni pensionistici migliori rispetto alle nostre, come
è accaduto in Francia nei giorni passati, e si stanno valutando
provvedimenti da parte di nazioni, ma non è detto che il tetto di pensionamento
subisca un innalzamento. Sempre in questi paesi si percepiscono degli stipendi
di quiescenza tra il 30 e il 50% superiori rispetto a quelli italiani. In Germania,
poi, bastano 27 anni di contribuzione per andare in pensione”.
Anief tra l’altro, durante la presentazione di proposte
emendative alla legge di Bilancio 2020 AS
1586, all’articolo 56.4, ha proposto di estendere il carattere gravoso a
tutta la professione docente, poiché ha un carattere gravoso in tutti gli
ordini di scuola, come si evince dagli studi sullo stress da lavoro correlato e
burnout del dott. Lodolo D’Oria. Per tale ragione, risulta
indispensabile allargare l’attuale finestra di pensione anticipata prevista
soltanto per il personale della scuola dell’infanzia.
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