“La proposta di installare le telecamere nelle scuole dell’infanzia e nei luoghi di cura, impropriamente collocata nel decreto Sblocca cantieri sulle opere pubbliche e approvata ieri in Commissione al Senato, ci vede preoccupati e fermamente contrari“. Lo afferma la CGIL SCUOLA attraverso una nota stampa.
“La necessità di prevenire episodi di maltrattamenti come quelli di cui spesso è stata data notizia negli ultimi tempi, con un riscontro mediatico peraltro enorme rispetto all’esiguità dei casi, è una priorità e un dovere della comunità degli adulti e del legislatore. Il benessere, la cura e l’accoglienza dei bambini e delle bambine, devono essere garantiti a maggior ragione quando si parla dei luoghi della formazione e dell’educazione, dove risulta inammissibile e ingiustificabile qualsiasi forma di prevaricazione, fisica o psicologica”, spiegano gli esponenti del sindacato che poi ribadiscono: “Il provvedimento dà una risposta sbagliata a un problema mal posto”.
“La tutela dell’infanzia, in quanto valore e patrimonio di tutta la società civile, si attiva concretamente attraverso un’alleanza educativa ampia e profonda, fondata sulla fiducia e sulla condivisione, che rifiuta a priori la logica del sospetto e del controllo inquisitorio. La politica ha il compito di offrire strumenti e risorse per valorizzare le professionalità e restituire centralità alla comunità educante, all’interno della quale si costruiscono relazioni umane e professionali e condizioni di benessere che, a partire dalla qualità del lavoro, si diffondono all’intero contesto educativo consentendo a docenti, educatori, operatori del settore di mettere in campo strategie pedagogiche, più efficaci di qualsiasi dispositivo elettronico, per gestire le complessità e far fronte alle sfide educative dei nostri tempi”.
“In questo quadro, la scelta delle telecamere è totalmente sbagliata e rischia di segnare il fallimento dell’educazione – continuano – Auspichiamo e rinnoviamo con forza la richiesta, già avanzata e ribadita nell’audizione presso la Commissione Affari Costituzionali lo scorso 30 gennaio, che nella discussione parlamentare prevalga la consapevolezza che la qualità del sistema formativo nel suo complesso si determina solo con investimenti mirati e progettualità politica di ampio respiro“.
Anche la Corte d’Appello conferma le tesi Anief e condanna il Ministero dell’Istruzione dichiarando l’illegittimità dell’ormai famigerato “algoritmo impazzito” che ha trasferito i docenti nel 2016 in base a criteri non conformi al principio del merito.
La Corte d’Appello di Bologna, infatti, dà piena ragione ai legali Anief Fabio Ganci, Walter Miceli, Marco Di Pietro e Tiziana Sponga e non lascia spazio a dubbi ribadendo l’illegittimità dell’operato del MIUR nelle operazioni di trasferimento affidate al famigerato “algoritmo” che ha, in realtà, violato la normativa sotto molteplici profili. “Le battaglie Anief – fanno sapere dal sindacato – si concretizzeranno anche ai tavoli della contrattazione e le tante storture previste nelle procedure di trasferimento del personale docente e ATA saranno sanate proponendo anche una revisione delle tabelle di valutazione dei titoli e dei servizi e riconoscendo, finalmente, precedenza al merito e alla professionalità acquisita negli anni da tutti i lavoratori”.
“Le operazioni di mobilità – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – sono state e sono tutt’ora palesemente inficiate da criteri che nulla c’entrano con il merito e la professionalità acquisita in anni di servizio; il nostro sindacato è orgoglioso di aver per primo condannato quel tipo di procedura e contribuito a far rientrare a casa tanti docenti che ne avevano diritto, ma la nostra battaglia non si ferma e continueremo a schierarci al fianco dei lavoratori della scuola anche per il riconoscimento del servizio svolto nelle paritarie e per la pari dignità da riconoscere al servizio con contratti a tempo determinato nelle graduatorie interne d’istituto”. L’Anief aveva denunciato sin da subito le troppe illegittimità contenute nella contrattazione integrativa in materia di Mobilità ed esprime piena soddisfazione per il risultato ottenuto in tribunale che conferma, ancora una volta, la validità delle azioni promosse dal giovane sindacato.
Per ulteriori informazioni sui ricorsi Anief avverso le tabelle delle graduatorie interne d’istituto utilizzate per l’individuazione dei soprannumerari, clicca qui.
La Gilda degli Insegnanti lancia un appello al Presidente della 7° Commissione del Senato affinché si proceda in tempi rapidi all’abrogazione della chiamata diretta dei docenti e degli ambiti territoriali.
In una lettera indirizzata a Mario Pittoni, il coordinatore nazionale della FGU, Rino Di Meglio, sottolinea che “dopo 8 mesi dall’approdo a palazzo Madama, l’iter del disegno di legge non è ancora concluso e il rischio di iniziare il nuovo anno scolastico senza l’abolizione della chiamata diretta è concreto”.
Ricordando l’impegno profuso senza sosta e sin dal primo momento dalla FGU contro la legge 107/2015, Di Meglio pone l’accento sulle ricadute negative prodotte dalla chiamata diretta sulla qualità dell’insegnamento e sulla condizione professionale degli insegnanti.
“I tempi stringono ed è necessario riprendere l’esame del ddl e accelerarne il cammino verso il varo definitivo. L’anno scorso la questione della chiamata diretta fu parzialmente risolta grazie a un CCNI transitorio sulla mobilità. Adesso – conclude il coordinatore nazionale della FGU – ci aspettiamo che a quel primo passo segua il superamento definitivo del meccanismo della chiamata diretta perché la scuola ha bisogno della certezza del diritto”.
Anief chiede di far accedere anche i 7 mila docenti che terminano il Fit. È in dirittura d’arrivo l’accordo sul Contratto collettivo nazionale che regolerà per il prossimo triennio le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie del personale scolastico. Durante l’incontro svolto il 29 maggio si evince che il problema numero uno da risolvere rimane la possibile apertura del Miur ai tanti docenti che stanno seguendo il percorso di formazione, il cosiddetto Fit: potranno partecipare alle operazioni di mobilità annuale? Questo è un punto posto sul piatto del tavolo di contrattazione tra sindacati e Ministero e che dovrà essere sciolto. Per Anief non vi sono dubbi: l’esclusione sarebbe discriminatoria, dopo l’approvazione dell’ultima legge di stabilità che ha cambiato le regole della formazione iniziale.
Sulle utilizzazioni e
assegnazioni provvisorie del personale della scuola non si sarebbe giunti ad
una risposta univoca su diverse importanti questioni, come l’assegnazione
provvisoria all’interno del comune di titolarità, qualora fosse diviso in due
distretti, ma anche la conferma della possibilità di ottenere la mobilità su
posto di sostegno agli alunni disabili anche per i candidati docenti di ruolo
privi di specializzazione. Tutti i nodi da sciogliere, spiega la rivista Orizzonte Scuola, con molta probabilità
saranno affrontati in modo definitivo il prossimo 4 giugno.
Anief
ricorda che il contratto dei candidati insegnanti ammessi al terzo anno Fit
comporta lo stesso lavoro di chi sta superando l’anno di prova, assunto da GaE
o da concorso ordinario. Ne consegue che i predetti docenti non godono delle
tutele contrattuali previste per i colleghi assunti a tempo indeterminato,
anche se, a tutti gli effetti, risultano in periodo di prova e formazione come
gli altri docenti assunti da GaE e da graduatoria di merito 2016. Sulle
motivazioni di questo differente trattamento non si hanno informazioni
sicure.
“L’unica
certezza è che il vincolo per l’accettazione della richiesta di assegnazione
provvisoria – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – dovrebbe
rimanere quello dello svolgimento del periodo di prova. Superato questo periodo,
chiamato anche di ‘straordinariato’, riteniamo che tutti i docenti a gli Ata
abbiano pieno diritto ad accedere ai trasferimenti di sede e anche alle
utilizzazioni ed assegnazione provvisorie di durata annuale. Introdurre dei
paletti è ingiusto, perché discrimina dei lavoratori che, anche per i giudici,
italiani e non, hanno identici doveri e diritti rispetto a chi è assunto a
tempo indeterminato”.
“Oggi bambini e adolescenti passano gran parte del loro tempo online, esposti al rischio di essere plagiati da contenuti diseducativi e pericolosi. Una situazione che spesso annulla quella che è ormai diventata una sottile differenza tra vita reale e virtuale. E’ in questo terreno fertile che mette le sue radici il cyberbullismo, fenomeno dalla portata inarrestabile i grado di distruggere, a stretto giro, i giovani più sensibili. Il progetto di @scuolasenzabulli del Corecom Campania nelle scuole si pone l’obiettivo di portare avanti un’esperienza formativa di grande spessore sia per i giovani studenti che per insegnanti e genitori. Vogliamo dare ai ragazzi gli strumenti per conoscere e capire questa piaga, offrire punti di riferimento affidabili per denunciare; solo con la prevenzione si può combattere un fenomeno così pericoloso quanto diffuso”. Lo ha detto Domenico Falco, presidente del Comitato Regionale per le Comunicazioni, alla vigilia l’incontro che si tiene in queste ore all’istituto comprensivo 3 “Parco Verde” in viale Margherita a Caivano.
All’evento partecipano Bruna Fiola, consigliere regionale della Campania, Marco Iannelli, Capo Segreteria del direttore Servizio Ispettivo, Registro e Corecom dell’Agcom e Bartolomeo Perna, dirigente scolastico. Saranno presenti inoltre i rappresentanti della Polizia Postale e delle Comunicazioni che con l’ausilio dei filmati illustreranno i richi della “rete” e dei social media.
Giovedì 30 maggio (ore 20) si terrà
l’evento conclusivo dei progetti “Scuola Viva” che si sono svolti nell’Ipseoa Petronio
di Pozzuoli. L’evento si terrà nei locali dell‘Istituto in via Matilde Serao,
nel quartiere Monterusciello.
Il progetto “Scuola Viva”, alla sua
terza annualità, ha come intento generale interventi volti a rafforzare la
relazione tra scuola, territorio, imprese e cittadini trasformando le scuole in
luoghi d’incontro e favorendo l’integrazione nella didattica tradizionale di
esperienze positive acquisite con il coinvolgimento delle famiglie e delle
aziende, in linea con la programmazione del POR Campania FSE 2014/2020.
Gli alunni dell’alberghiero di
Pozzuoli hanno portato avanti, con l’aiuto dei docenti e degli esperti, un
modulo relativo alla produzione della birra artigianale. Il modulo Intitolato
“Cheers!” – esclamazione anglosassone che invita ed un brindisi solitamente
fatto con un boccale di birra – si è svolto nei locali dell’istituto ed è stato
dedicato a tutti coloro che vogliono muovere i primi passi nell’affascinante
mondo della birra.
Gli obiettivi sono stati quelli di conoscere i processi fondamentali per avvicinarsi con maggior consapevolezza al processo produttivo; l’utilizzo delle materie prime e di attrezzature per la produzione di un prodotto che è sempre più presente nella ristorazione moderna. Il corso ha coinvolto un gruppo di 24 allievi appartenenti classi terze, quarte e quinte dell’indirizzo di “Enogastronomia” e “Sala e Vendita”. Il gruppo di partecipanti ha eseguito interamente -, coadiuvati del mastro birraio Bruno Indiveri dell’azienda “Birrificio Partenopeo” e del docente Sandro Barletta – tutto il processo produttivo per la preparazione di una birra artigianale. Il prodotto ottenuto dopo circa tre mesi di meticolosa preparazione sarà offerto agli ospiti della manifestazione. Le birre prodotte saranno degustate insieme alle pizze preparate dal corso “Pizzaioli… alla riscossa”. Gli allievi oltre ad offrire agli ospiti dei prodotti artigianali di qualità daranno informazioni sui vantaggi e i pericoli derivanti dal consumo di questo prodotto.
“La nostra scuola – dichiara il
dirigente scolastico, professor Filippo Monaco – con questi progetti,
con le attività curriculari ed extracurriculari si prefigge di
raggiungere gli obiettivi di una scuola professionale che accompagna alla
crescita dei nostri giovani per avviarli al mondo del lavoro. Stavolta abbiamo
puntato sulla formazione nel settore della birra e della pizza. Si tratta di
due settori importanti dell’enogastronomia che se da un lato hanno radici nella
tradizione, dall’altro, richiedono competenze e innovazione continue. I nostri
percorsi formativi hanno l’intento di sviluppare nei nostri ragazzi creatività
e know how”.
L’Organizzazione mondiale della Sanità colloca il burnout nel suo grande elenco dei disturbi medici, aggiornato di anno in anno: è una “sindrome che porta a stress cronico impossibile da curare con successo”. Invece, in Italia si continua ad operare per fare finta di nulla: basta dire che i medici delle Commissioni Mediche di Verifica quasi sempre ignorano le patologie professionali dei docenti, finendo per riammettere in servizio prof con pesanti diagnosi psichiatriche. A denunciarlo è stato anche il dottor Vittorio Lodolo D’Oria, tra i massimi esperti nazionali della patologia tra gli insegnanti ed in generale sullo stress da lavoro.
Dopo decenni di studi,
a 45 anni da quando lo psicologo Herbert Freudenberger se ne occupò per primo,
l’Organizzazione mondiale della Sanità ha ufficialmente inserito
il burnout
nel suo grande elenco dei disturbi medici, aggiornato di anno in anno.
Secondo gli esperti mondiali in fatto di salute, lo stress da lavoro non è una
vera e propria malattia, ma un “problema associato alla professione”
caratterizzato da evidenti sintomi: “spossatezza sul luogo di
lavoro”, “cinismo, isolamento o in generale sentimenti negativi”
ed “efficacia professionale ridotta”. La conclusione dell’Oms è però
l’aspetto più importante dell’importante catalogazione del burnout: stiamo
parlando, sostiene l’Organizzazione mondiale della Sanità, di una
“sindrome che porta a stress cronico impossibile da curare con
successo”, che in questo modo conferma la decisione dell’agenzia speciale
dell’Onu per la salute di fornire precise direttive ai medici per
diagnosticarlo.
Il problema è che ci
sono ancora dei Paesi, come l’Italia, che si professano moderni ma poi non
fanno nulla per andare a rimuovere il motivo principale che, soprattutto in
determinati ambienti di lavoro, è alla base di un numero crescente di
patologie, quale è appunto il burnout. Tra le professioni più coinvolte in
questo processo stressogeno, che se protratto per anni e anni favorisce
l’insorgenza di malattie professionali anche invalidanti, risultano tutte
quelle che hanno a che fare con persone in situazioni di disagio, in difficoltà
e in crescita: quindi, necessariamente, anche l’insegnamento.
Il commento di Anief
Secondo Marcello Pacifico, alla luce di quanto detto dall’Oms, non si può perdere altro tempo: “Occorre procedere ad un immediato adeguamento, anche attraverso una formazione apposita, delle Commissioni e dei Centri medici pubblici di competenza perché si adeguino alla consistenza e gravità delle patologie mentali. Inoltre, il personale della scuola, ad iniziare dai docenti, va mandato in pensione così come avviene nei Paesi europei, ovvero a 63 anni, non legando più l’uscita dal lavoro all’aspettativa di vita, ma collocando la professione docente tra quelle di tipo gravoso. Infine, bisogna permettere a tutti gli insegnanti che non ce la fanno più a gestire la classe con serenità, di passare ad un ruolo formativo alternativo, magari affiancandoli ai colleghi neo-assunti o bisognosi di specializzarsi o abilitarsi in altri insegnamenti”.
Piena vittoria tutta targata Anief presso il Tribunale del Lavoro di Trapani a conferma che nelle graduatorie interne d’istituto utili per l’individuazione dei soprannumerari il periodo svolto durante il precariato deve essere computato senza alcuna discriminazione e, dunque, attribuendo 6 punti per ogni anno come per il servizio a tempo indeterminato. Anief ricorda ai propri iscritti che è ancora possibile aderire ai ricorsi per la mobilità 2019 relativi alla composizione delle graduatorie interne d’istituto e alla mancata valutazione per intero del servizio svolto durante il precariato.
Il
Tribunale del Lavoro di Trapani, infatti, dà piena ragione ai legali Anief
Fabio Ganci, Walter Miceli e Giuseppe Massimo Abate e dichiara illegittimo il
CCNI nella parte in cui discrimina il servizio svolto durante il precariato ai
fini della compilazione delle Graduatorie interne d’Istituto, contrastando con
la normativa comunitaria. “Abbiamo ancora una volta avuto ragione in
tribunale – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – e
dimostrato che il contenuto della contrattazione integrativa sulla mobilità è
discriminatoria anche nelle tabelle per le graduatorie interne d’istituto che
attribuiscono punteggio deteriore al servizio preruolo, valutandolo solo 3
punti per i primi 4 anni e 2 per gli ulteriori anni, mentre il servizio di
ruolo vale sempre 6 punti. La giurisprudenza europea ha affermato che lo Stato
ha l’obbligo di vigilare affinché tra contratto a termine e contratto a tempo
indeterminato non vi sia un trattamento globalmente sfavorevole all’interessato
quando l’oggetto del suo incarico e la natura delle sue funzioni restano
invariati”.
La
sentenza, piana e lineare nella lucida ricostruzione della normativa interna e
nei riferimenti alle procedure di individuazione dei soprannumerari, evidenzia
come, applicando le tabelle allegate ai contratti integrativi sulla mobilità,
il “calcolo del punteggio sull’anzianità di servizio pre-ruolo per la
compilazione delle graduatorie interne d’Istituto per l’individuazione dei
docenti soprannumerari si pone in contrasto con la direttiva europea 1999/70
che vorrebbe lo stesso punteggio per anni di ruolo e anni di pre-ruolo”,
rilevando che “l’Amministrazione non ha allegato alcun elemento per verificare
se la disparità risponda ad una reale necessità, sia idonea a conseguire
l’obiettivo perseguito e risulti a tal fine necessaria”. Per tale motivo, il ricorso
Anief è totalmente accolto con la conclusione che “il mancato riconoscimento
dell’anzianità di servizio pre-ruolo con riferimento agli effetti che produce
sul piano della posizione nella graduatoria interna, rappresenta
un’ingiustificata e illegittima discriminazione”, l’accertamento del “diritto
della ricorrente alla valutazione del servizio d’insegnamento pre-ruolo, nella
stessa misura in cui è valutato tale servizio per i docenti di ruolo e, per
l’effetto, condanna l’amministrazione resistente al riconoscimento di ulteriori
punti 12 ai fini delle operazioni di mobilità, con conseguente annullamento
della sua individuazione come perdente posto”.
L’Anief
ricorda che sulla mobilità ha attivato una serie di ricorsi volti alla tutela e
al rispetto dei diritti dei lavoratori della scuola purtroppo, e ancora una
volta, violati con il CCNI 2019.
Saranno oltre 2.800 gli studenti che prenderanno parte, insieme al Ministro Marco Bussetti e Olimpia Leopardi, a una lettura collettiva de “L’infinito” in occasione del bicentenario della sua stesura. Lo faranno nella Piazzuola del Sabato del Villaggio, su cui affaccia la casa di Giacomo Leopardi, e lungo tutto il centro storico di Recanati, sua città natale. Un flash mob al quale si uniranno migliaia di ragazzi e di cittadini in tutta Italia, ritrovandosi all’interno di istituti scolastici, di biblioteche, nelle piazze e per le strade, per recitare simultaneamente i versi di uno dei componimenti più noti e amati della letteratura italiana. Tutto questo è “#200infinito”, la giornata organizzata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, nata da un’idea di Olimpia Leopardi, realizzata con Casa Leopardi, in collaborazione con la RAI e con il Comune di Recanati. L’appuntamento è alle 11.30: protagoniste saranno le scuole, ma chiunque potrà partecipare a questa itinerante e disseminata “festa della poesia”.
“Leopardi – spiega il Ministro Bussetti – è stato un genio. Nelle sue opere ha espresso e indagato le domande e le questioni centrali per ogni uomo. I suoi testi sono universali, superano secoli e confini geografici. Continuano a parlarci ancora oggi, a duecento anni di distanza. Noi abbiamo il dovere di testimoniare la modernità e l’importanza del suo pensiero e della sua produzione. Ed è per questo che vogliamo celebrare questo illustre poeta con una lettura collettiva: i versi de ‘L’Infinito’ usciranno dai libri di scuola per rivivere nella voce dei nostri studenti e di tutti coloro che vorranno partecipare nelle diverse piazze di Italia al flash mob che abbiamo organizzato domani. Invito tutti a unirsi. Io stesso sarò a Recanati per dimostrare che la poesia è una delle forme più potenti con cui l’uomo sta al mondo”.
“L’idea dell’iniziativa – dichiara Olimpia Leopardi – nasce dalla volontà di Casa Leopardi di avvicinare i giovani a quel meraviglioso strumento di dialogo con se stessi e con i sentimenti universali che è la poesia. Un flash mob per utilizzare un linguaggio diverso e più vicino ai ragazzi, per vivere un emozionante momento di unione ideale che mette in luce la forza del sentire, lenisce le pene del cuore e dell’anima e ci permette di guardare insieme con coraggio ‘oltre la siepe’”.
L’evento a Recanati
La Piazzuola del Sabato del Villaggio a Recanati (MC) sarà il cuore di “#200infinito”. È qui e lungo la via principale del centro storico che oltre 2.800 studenti delle scuole recanatesi (gli Istituti Comprensivi “N. Badaloni” e “B. Gigli”, gli Istituti d’Istruzione Superiore “V. Bonifazi” e “E. Mattei” e il Liceo “Giacomo Leopardi”) celebreranno la poesia con emozionanti performance dedicate e, a partire dalle 11.30, reciteranno i versi de “L’Infinito”. Durante l’incontro, inoltre, saranno premiati gli istituti vincitori del Concorso Nazionale “Il mio Infinito”, rivolto a tutte le scuole di ogni ordine e grado, con l’obiettivo di stimolare la riflessione, la creatività e l’espressività degli studenti attraverso un percorso che li ha portati a cimentarsi con la propria visione di “Infinito”.
Le principali iniziative in tutta Italia
Recanati sarà solo una delle piazze che “daranno voce” a “L’Infinito”. Tutta l’Italia si unirà a distanza al flash mob. Le adesioni provengono da tutte le regioni, diverse centinaia sono gli istituti scolastici partecipanti, per migliaia di studenti coinvolti. A questi si aggiungeranno i cittadini che potranno recitare in contemporanea i versi del celebre componimento ritrovandosi nei luoghi più significativi delle proprie città o all’interno delle scuole: piazze, strade, chiostri, biblioteche comunali.
Roma
Cuore dell’iniziativa a Roma, per esempio, sarà Piazza di Spagna, dove gli studenti dell’Istituto Comprensivo “E. Q. Visconti” coinvolgeranno i presenti in una “staffetta” di strofe per la recitazione partecipata della poesia.
Milano
A Milano, i ragazzi dell’Istituto Comprensivo Maffucci si incontreranno in Piazza Gae Aulenti, mentre gli alunni della Scuola Secondaria di I grado “J.F. Kennedy” di Montefiorino (MO) parteciperanno alla lettura collettiva nel centro cittadino, richiamando l’attenzione e l’interesse dei passanti e si sposteranno, poi, nei locali della biblioteca comunale con le loro famiglie e con i cittadini per un “Salotto letterario con aperitivo” dedicato a “L’Infinito”.
Altre città
Ma l’opera sarà anche un’occasione di riflessione per gli studenti del corso serale e per gli studenti della Casa circondariale San Donato dell’Istituto Tecnico Statale “Aterno-Manthonè” di Pescara. Si trasformerà in danza grazie all’interpretazione degli alunni dell’Istituto secondario di II grado “De Nittis-Pascali” di Bari. Viaggerà sulle frequenze di Radio K2 grazie ai commenti curati dagli studenti della Scuola in ospedale di Piancavallo (VB) che realizzeranno “un’intervista impossibile” al grande scrittore e alle 11.30 dedicheranno una puntata alla lettura de “L’infinito”. Mentre a Gubbio (PG), dalle finestre della Biblioteca Sperelliana, le famiglie e i nonni del “Centro sociale anziani” accompagneranno la recita dei versi leopardiani da parte dei ragazzi della Direzione didattica 2° Circolo “Aldo Moro”.
In tanti hanno scelto di recitare “L’Infinito” nei luoghi della città più cari ai cittadini o nei quartieri dove gli studenti vivono e trascorrono il loro tempo libero. La Scuola secondaria di I grado “G. Carducci” di Santa Marinella (RM) parteciperà al flash mob leggendo pubblicamente una selezione di testi per le vie della città ma anche nei principali spazi di aggregazione (Biblioteca comunale, Libreria cittadina, Centro Sociale per anziani, scuole pubbliche dell’Infanzia e della Primaria).
Sud
L’Istituto d’Istruzione Superiore “G.B. Pentasuglia”- Liceo Scienze Applicate realizzerà la lettura collettiva nella splendida location del Sasso Caveoso di Matera, l’Istituto Comprensivo “G.B. Angioletti” di Torre del Greco e l’Istituto Tecnico Economico “E. Gallo” di Aversa, invece, lo faranno a Villa delle Ginestre, la casa dove Giacomo Leopardi trascorse i suoi ultimi giorni di vita. Qui anche la Fondazione Ente Ville Vesuviane,in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale della Campania e il Comune di Torre del Greco organizzerà una lettura collettiva all’ombra del cono dello ‘sterminator Vesevo’.
A Napoli, inoltre, nella Sala Rari della Biblioteca Nazionale (dalle ore 10 alle 12) gli studenti potranno vedere da vicino il manoscritto autografo de “L’infinito” del 1819 e in seguito prendere parte al momento di lettura e approfondimento promosso sempre dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania insieme alla Biblioteca Nazionale di Napoli e al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università “Federico II” di Napoli. Parteciperanno dirigenti scolastici, docenti e delegazioni di alunni del Liceo Scientifico “E. Vittorini”, del Liceo Statale “G. Mazzini”, del Liceo Scientifico “A. Labriola” e del Liceo “Margherita di Savoia”. Qui tutte le altre iniziative: http://www.giacomoleopardi.it/le-piazze-e-non-solo-italiane-dove-le-scuole-realizzeranno-il-flash-mob-200infinito/
La poesia nei luoghi colpiti dal terremoto
La lettura de “L’infinito” sarà un momento di condivisione e di riappropriazione dei luoghi anche e soprattutto nelle aree del Paese colpite dagli eventi sismici degli scorsi anni. Nelle Marche, in particolare, l’Istituto “Filelfo” di Tolentino riunirà gli alunni davanti alle sedi inagibili dei propri licei e nel campo dove verrà edificata la nuova scuola, spazi significativi che rappresentano oltre il presente, il passato e il futuro dell’Istituto. Una palla bianca costituirà l’elemento di continuità ideale fra le sedi e verrà poi lanciata “verso l’infinito” in segno di speranza.
Leopardi in Cina
Ma il valore universale dei versi leopardiani oltrepasserà i confini nazionali. Arriverà in Cina, dove la Sichuan International Studies University di Chongqingsi metterà in “contatto poetico” con le scuole italiane organizzando una lettura della poesia in classe che verrà condivisa sui canali del Consolato Italiano di Chongqing, sul sito dell’Università e diffusa da ogni studente ai propri contatti. Momenti celebrativi in connessione con gli eventi italiani saranno organizzati anche in altri Paesi esteri, tra cui la Finlandia.
“L’Infinito” sui social
Dalle piazze reali a quelle virtuali. Gli studenti, all’interno delle proprie scuole o nelle piazze delle città, potranno prendere parte all’evento anche documentando la propria lettura collettiva dell’intera poesia con un video e condividendolo sui social, sul canale Youtube o sul sito della scuola, utilizzando l’hashtag #200infinito e la menzione alle pagine ufficiali @miursocial e @casaleopardirecanati. Inoltre, sia i ragazzi che tutti i cittadini potranno partecipare al social contest su Instagram dedicato. Agli utenti verrà chiesto di condividere le loro stories al momento dell’appuntamento, seguendo i seguenti passi: dovranno recitare in video il verso preferito de “L’Infinito”, inserire l’hashtag #200infinito e la menzione alle pagine ufficiali @miursocial e @casaleopardirecanati, pubblicare le stories sul proprio profilo Instagram. Durante la giornata, una selezione dei video verrà condivisa sul canale Instagram del MIUR.
Subito dopo l’esito delle elezioni dei cittadini che rappresenteranno l’Italia fino al 2024 in Europa del 26 maggio sono diventati tre gli obiettivi immediati del Governo: “Ridurre le tasse, accelerare su autonomia e infrastrutture“. A dirlo è stato il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, indicando, a caldo, i provvedimenti sui quali l’Esecutivo deve ora accelerare. Alle parole di Salvini, che ha preso il 34% sul 55% dei voti espressi, si aggiungono quelle recenti pronunciate da un altro esponente leghista, il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, secondo il quale l’autonomia è un’opportunità che porta maggiori risorse: “Ribadisco: aumentare le risorse destinate alla scuola è sempre una buona notizia”, ha detto di recente il titolare del Miur ricordando anche che “l’autonomia è prevista dall’articolo 116 della Costituzione”.
A dire no all’autonomia differenziata è in realtà la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica. E tutto il fronte sindacale, Anief in testa. Il suo presidente, Marcello Pacifico: “Noi abbiamo sempre detto che regionalizzare la scuola è un’operazione impossibile, perché se attuata metterebbe ancora più in crisi l’offerta in certe zone d’Italia, le quali convivono con problemi strutturali e di risorse così evidenti da rifiutare, come accaduto in questi giorni in Sicilia, un contingente aggiuntivo per attivare il tempo pieno”.
Anief: “Secessione mascherata”
“Per rispondere alle richieste delle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, le regioni che hanno richiesto l’autonomia differenziata, sull’adozione nella scuola di un sistema di servizi differenziato e non più coordinato dallo Stato, bisognerebbe drenare molte delle risorse economiche assegnate alle regioni del Centro e del Sud, così da marcare le attuali distanze in termini di servizi offerti al cittadino e sviluppo economico e aprire a una secessione mascherata”. Così Anief in una lunga e articolata nota stampa.
“Nella scuola le singole regioni avrebbero piena facoltà di stabilire il tipo di offerta formativa da adottare, le modalità di reclutamento, di utilizzo delle graduatorie dei tanti precari in lista di attesa, mobilità del personale a livello provinciale e interprovinciali, ma anche il trattamento economico dei dipendenti, docenti e Ata, aprendo alle pericolosissime gabbie salariali. Per non parlare della gestione di immani risorse da parte dei governatori, i quali in passato, anche recente, hanno spesso dimostrato di non essere in grado di gestire determinati ambiti, come la formazione, e anche, in alcuni casi, di arrivare a trarre benefici personali derivanti dal loro stato di potere. Contro questo, tutti i sindacati erano d’accordo a scioperare insieme, il 17 maggio, prima dell’accordo del Governo che tutti affermano avrebbe allontanato quanto ora richiesto dal vincitore delle elezioni europee”.
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