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Smartphone vietato a scuola: in Francia è legge

smartphone scuola

Qualche settimana fa Mondodocenti è tornata sullo spinoso problema dell’utilizzo dello smartphone nelle scuole comparando il modello italiano con quello francese che sembra in assoluto quello più rigido in questo senso da un punto di vista comunitario.

Sebbene restino i dubbi sulla reale possibilità di attuazione della norma stessa – che poi è stata il leit-motiv ripetuto senza sosta delle opposizioni al provvedimento (anche dopo l’approvazione, quando l’hanno chiamata “legge di facciata”) – da qualche ora in Francia è legge: basta cellulari e smartphone nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, e anche nelle superiori per i ragazzi al di sotto dei 15 anni di età.

A settembre, quindi, i cellulari resteranno fuori dalle aule.

L’approvazione della legge

Nelle scorse ore è arrivato il definitivo via libera dall’Assemblea Nazionale: divieto di cellulari e smartphone nelle scuole. Il presidente della commissione Affari culturali, Bruno Studer, ha spiegato:

“Passiamo da un principio di autorizzazione, tranne dove è vietato, a un principio di proibizione”.

In effetti un divieto esisteva già, ed era targato 2010. Ma non è quasi mai entrato nei regolamenti d’istituto e si limitava alla presenza del cellulare in aula. Il ministro all’Istruzione Jean-Michel Blanquer però sostiene che “mancava un fondamento giuridico solido” che questa legge dovrebbe porre.

Il primo ministro francese Emmanuel Macron lo aveva promesso già in campagna elettorale, e non ha esitato a etichettarla come “grande vittoria”.

Del resto, quella di Macron contro i dispositivi digitali di comunicazione è una battaglia ad ampio raggio, tanto è vero che aveva già vietato l’uso dei cellulari durante le riunioni di Consiglio dei Ministri. Cellulari che i responsabili dei dicasteri devono lasciare su un apposito scaffale prima della riunione.

Come verrà attuata?

Il divieto si applica agli studenti delle scuole elementari e medie (per utilizzare terminologia a noi più nota). A discrezione dell’istituto secondario superiore quello di recepire e attuare la norma, anche se è comunque obbligatoriamente estesa ai minori di 15 anni.

Si estende a tutti i dispositivi che si collegano a internet (quindi anche tablet). Il Governo francese nei prossimi mesi elaborerà anche un vademecum da diffondere negli istituti scolastici su come attuare la legge, in questo ci sarebbe anche l’idea di predisporre agli ingressi delle specifiche aree dove gli alunni potranno conservare gli smartphone.

La norma prevede alcune eccezioni. Come ad esempio la possibilità di navigare in Rete in zone ben specifiche e solo per usi pedagogici (stabiliti dai regolamenti interni delle scuole), lo stesso vale per l’utilizzo nelle attività extracurricolari e dove di supporto per gli allievi diversamente abili.

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Concorso dirigenti scolastici: i risultati e le curiosità

donna scrittura laptop test concorso dirigenti scolastici

Ventiquattromila candidati e poco più (24.082 il numero preciso) contro i 34.580 iscritti. Oltre 10mila quindi le defezioni alla tanto discussa preselezione del concorso dirigenti scolastici che si è tenuto negli scorsi giorni. Gli ammessi sono 8.736: quindi in 37 hanno totalizzato il punteggio più basso utile per l’ammissione (71,7 centesimi).

Tra questi usciranno i nomi dei 2.425 nuovi dirigenti scolastici tanto attesi, un numero che andrà a tamponare l’emorragia finora sanata dalle reggenze di più istituti, ma che alcuni sindacati ritengono ancora insufficiente.

A questo link l’elenco degli ammessi.

La maggior parte è donna

La dirigente è rosa: per il ruolo difatti le donne candidatesi (e che hanno effettuato il test pre-selettivo)  sono quasi il triplo degli uomini: 17.279 contro 6.803.

Il più giovane è un uomo

Nonostante ciò, il più giovane ammesso è un uomo: è il messinese Giovanni Gatto, classe ’90, che potrebbe diventare il più giovane dirigente scolastico assunto in ruolo d’Italia.

L’esercito degli aspiranti dirigenti campani

Il Miur ha rilasciato anche i numeri dei partecipanti suddiviso per regione d’Italia. Al primo posto la Campania con un esercito di 4.107 candidati, su un iniziale previsto di oltre 6.000.

Il numero di partecipanti alle prove preselettive del concorso per dirigenti scolastici di luglio 2018 (foto: Miur)
Il numero di partecipanti alle prove preselettive del concorso per dirigenti scolastici di luglio 2018 (foto: Miur)

Segue a ruota la Sicilia che registra 3.357 presenze alla prova preselettive, poi Lazio e Puglia anch’esse sopra i 2000. La Calabria è al quarto posto con 1.552 presenti. In fondo alla classifica Friuli, Liguria e Umbria con numeri che sorpassano di poco le trecento unità, e fanalino di coda con appena 183 candidati (118 donne e 65 uomini) il Molise.

Diametralmente opposti agli esiti Invalsi

Un dato sicuramente curioso: la maggior parte degli aspiranti dirigenti scolastici (o presidi, come si diceva un tempo) vengono quindi da regioni come la Campania, la Calabria e la Sicilia. Che poi sono esattamente le regioni che sono uscite con le ossa rotte dall’ultimo test Invalsi. Nel rapporto, difatti, si parlava di una situazione estremamente a rischio per gli allievi campani, calabresi e isolani, i cui risultati erano ben lontani dal resto del Paese. Proprio da quelle regioni, invece, arriva il maggior numero di candidature a dirigente scolastico.

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Miur, Bussetti riceve le associazioni dei genitori: “Facciamo squadra insieme”

I rappresentanti delle associazioni dei genitori con il ministro Bussetti (foto: ufficio stampa AGESC)

Marco Bussetti continua il tour de force da quando si è insediato al Miur: il responsabile del dicastero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha ricevuto nelle scorse ore i rappresentanti delle associazioni dei genitori facenti parte del Fonags (Forum nazionale delle associazioni dei genitori della scuola) di cui fanno parte le sigle Age, Agedo, Agesc, Care, Cgd, Faes e Moige.

“Fare squadra”

L’incontro è stato commentato con soddisfazione dalle associazioni attraverso i loro rappresentanti. Una foto, diffusa dall’ufficio stampa di Agesc, ritrae il Ministro con i rappresentanti delle associazioni in un’emblematica posa che richiama quella di un patto siglato.

Cosa è emerso dall’incontro

L’esito dell’incontro sembra essere più che positivo, almeno secondo quanto dichiara il presidente di Agesc che, prendendo parola, ha auspicato “… lo stanziamento di maggiori risorse per le scuole paritarie, per consentire il mantenimento della pluralità di scelta educativa, oltre ad una maggiore inclusione, alla riduzione del peso economico per le famiglie, garantendo al contempo un risparmio notevole per lo Stato, pari ogni anno ad oltre 5 miliardi di euro”.

Il sostegno alle scuole paritarie

Dal canto suo, il ministro Bussetti ha affermato: “L’apporto dei genitori diventa essenziale in un rinnovato Patto di corresponsabilità tra Scuola e Famiglie. Sono stato dirigente in Lombardia e conosco bene la situazione delle scuole paritarie” concludendo che ne ha apprezzato qualità e valori. Il Ministro conferma, di fatto, il sostegno del Governo alle scuole paritarie posizionandosi in favore della libertà di scelta educativa dei genitori. Nel solco di quanto già fatto dai suoi predecessori dei governi targati PD.

In linea con l’audizione al Senato

Il tema delle scuole paritarie era stato affrontato da Bussetti anche durante l’audizione al Senato in cui ha indicato le linee programmatiche del “suo” Miur. “Le paritarie – affermò – garantiscono libertà di scelta e rendono un servizio che consente di risparmiare risorse finanziarie dello Stato”, e aggiunse: “È mia intenzione rivedere il meccanismo, in maniera proporzionale alla retta, basandoci sulla qualità del servizio”.

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Istat: in Italia 170mila alunni hanno disturbi di salute mentale

istat disturbi mentali ragazzi

Un lento ma costante aumento, su cui riflettere: in Italia sono 170mila gli alunni che soffrono di disturbi di salute mentale, ossia 2 su 3 disabili.

Il report Istat

L’istituto statistico ha diffuso nelle scorse ore il report “Salute mentale 2015-2017“, dove ha elaborato i dati raccolti in quegli anni. Secondo quanto riportato, nell’anno scolastico 2016-2017 il “3 percento degli allievi degli istituti di ogni ordine e grado” sono disabili. Di questi, 2 su 3 hanno disturbi di salute mentale. Un dato che rappresenta secondo gli analisti un “lento ma costante aumento”, che merita quindi un’analisi approfondita e attenta da parte degli organi competenti. E che deve invitarci comunque a una seria riflessione.

I dati in dettaglio

Su 100 alunni della scuola aventi sostegno, l’Istat rileva che:

  • il 16,5% soffre di disturbi affettivi relazionali;
  • il 17,3% soffre di disturbi del comportamento e dell’attenzione;
  • il 23,9% soffre di un disturbo evolutivo globale dello sviluppo psicologico;
  • il 45,4% ha una disabilità intellettiva.

Oltre la scuola

Nel report Istat c’è anche spazio per l’offerta di presidi residenziali per i minori con disturbi mentali in età evolutiva. Si registra in questo caso un forte divario nord-sud. Sono circa 1064 i minori con disturbi di salute mentali (per lo più maschietti) ospiti in strutture residenziali, ma «l’offerta di posti letto in strutture residenziali che accolgono prevalentemente minori con disturbi mentali, è caratterizzata da notevoli differenze territoriali: i livelli massimi sono registrati nelle regioni del Nord-Est, 25 posti letto per 100mila minori residenti, si riducono considerevolmente nel Mezzogiorno, con un tasso che non supera la soglia dell’11 per 100mila».

Un’Italia depressa?

I dati fanno parte di un report ben più articolato in cui si stimano in 2,8 milioni gli italiani depressi, praticamente più di 1 italiano ogni 20 sopra i 15 anni di età. Si tratta di un dato preoccupante ma comunque inferiore alla media Europea. Ben diverso però è il rapporto se parliamo degli over 65 : in quel caso gli italiani depressi sono l’11,6 percento, circa tre punti percentuali sopra la media comunitaria.

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Diplomati magistrale, nel Decreto Dignità compare il concorso straordinario

sede Miur Trastevere Roma

La vicenda dei diplomati magistrale si arricchisce di un nuovo capitolo: tra gli emendamenti approvati nella giornata di ieri al Decreto Dignità spunta infatti un emendamento che di fatto avvia un concorso straordinario con l’obiettivo di segnare finalmente la svolta che porterà alla soluzione del problema.

L’emendamento al Decreto Dignità

L’emendamento è introdotto ribadendo il caposaldo che dal suo insediamento Marco Bussetti (Ministro dell’Istruzione) continua a ripetere: pur nel rispetto delle sentenze emesse, bisogna garantire la regolarità dell’avvio del prossimo anno scolastico.

Continuità didattica

Per garantire la continuità didattica di cui sopra, il Ministero ha stabilito che una volta che la sentenza diventa esecutiva, tanto per i diplomati magistrale in ruolo con riserva che per quelli con incarico annuale per il prossimo anno scolastico, che il loro contratto (a tempo determinato o indeterminato) venga trasformato in un contratto con scadenza  giugno 2019.

A chi è rivolto il concorso straordinario

Il concorso straordinario è riservato ai docenti in possesso di diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/02 e ai laureati in Scienze della formazione primaria con due annualità di servizio specifiche negli ultimi otto anni. Rientrerebbero così i 7000 e passa docenti finiti nel calderone della vicenda dei diplomati magistrale e sulle cui teste pende come una spada di Damocle la sentenza del Consiglio di Stato in riunione plenaria dello scorso dicembre. Così come gli assunti con riserva delle Graduatorie ad Esclusione che, sempre stando alla provvisoria soluzione trovata ad oggi, vedranno trasformarsi il contratto in una supplenza di un anno (fino al prossimo giugno 2019).

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Carta Docente, fino a quando è possibile spenderla?

Carta Docente scadenza

Ci sono opinioni discordanti su fino a quando è possibile spendere il bonus Cultura per gli insegnanti di 500 € previsto dalla Carta Docente. In queste ore alcuni insegnanti stanno ricevendo telefonate in cui alcuni negozianti invitano a spendere entro il 31 agosto 2018 l’intero monte, rischio altrimenti di perderlo. Ma è davvero così?

Sì e no. L’urgenza sussiste per chi ha accumulato pregressi del bonus 2016-2017. Ma andiamo con ordine.

Il nuovo Governo

In primis bisogna ribadire che il nuovo esecutivo, e in particolare il MIUR di Marco Bussetti, non sono ancora intervenuti sul bonus previsto dalla Carta Docente. In soldoni, vuol dire che al momento vige la precedente normativa in materia.

Quando scade allora la Carta del Docente?

Così come da normativa vigente, il termine per l’utilizzo del bonus è fissato con la fine dell’anno scolastico. Ciò vuol dire che il 31 agosto è il termine ultimo. Ma…

Il decreto del 28 novembre 2016

Come previsto da decreto del 28 novembre 2016 il bonus non speso verrà automaticamente accreditato sul successivo.

Un esempio: supponiamo che nell’anno accademico 2017-2018 avete speso 300 dei 500 euro spettanti agli insegnanti pubblici con carta Docente.

All’inizio dell’anno 2018-2019 (1 settembre 2018) ai 500 euro accreditati se ne aggiungeranno i 200 avanzati dall’anno precedente. In portafoglio, quindi, avrete in totale 700 € da spendere.

La Carta Docente quindi diventa un salvadanaio?

No, perché lo stesso decreto sopra citato prevede che il bonus accumulato sia speso entro l’anno successivo alla scadenza. Tornando all’esempio di cui sopra, dei 700 euro i 200 avanzanti andranno usati entro il 31 agosto 2019.

Posso quindi stare tranquillo?

Si, ma con attenzione. Non è escluso che il Miur metta mano alla carta Docente così come il Mibac ha prestato attenzione a 18app, alla fine riconfermata nel Milleproroghe. In ogni caso, qualsiasi variazione delle scadenze sarà comunicata in tempo per permettere ai docenti di poter spendere il bonus. Per chi vuole comunque passare vacanze tranquille o magari sarà assente da casa per lunghi periodi di agosto, il nostro consiglio è farsi un giro al fresco di casa su uno degli e-shop già ottimizzati per la spesa su carta Docenti e scoprire se c’è qualcosa che possa tornare utile al caso prima di qualsiasi variazione dal’’alto.

Bonus 2016-2017 di Carta Docente

Ben diverso è il discorso per chi ha accumulato bonus dell’anno 2016-2017. Alcune stime parlano del 40 percento degli insegnanti italiani che non ha ancora usufruito dell’intero ammontare messo a disposizione per l’avanzamento tecnologico. In tal caso BISOGNA SPENDERE QUANTO AVANZATO entro il 31 agosto 2018, pena la perdita di quell’ammontare.

Alcuni consigli su siti dove è possibile spendere il bonus:

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Milleproroghe, confermato bonus 18app: “Ma nel 2019 cambieremo tutto”

18 app banner

Si va verso una conferma per 18app, l’incentivo economico di 500 euro per l’acquisto di prodotti “culturali” per la crescita personale e professionale del neo maggiorenne. Resta sostanzialmente uguale a sé stesso, come prevede il decreto Milleproroghe che verrà discusso in queste ore, ma il Ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli già annuncia che “nel 2019 le cose cambieranno”.

Come funziona ora?

Il bonus cultura di 500 euro è richiedibile da tutti i ragazzi nati nel 1999 che hanno compiuto quindi nel 2017 i 18 anni di età. Il periodo per registrarti è terminato il 30 giugno 2018, ma c’è tempo fino al 31 dicembre 2018 per spendere il Bonus Cultura. Per i ragazzi nati nel 2000 la procedura di registrazione non è ancora attiva.

Cosa si può acquistare?

Come indicato dal Mibac, si possono acquistare con 18app beni esclusivamente riconducibili ai seguenti ambiti:

  • Cinema (abbonamento card/biglietto d’ingresso)
  • Concerti (abbonamento card/biglietto d’ingresso)
  • Eventi culturali (biglietto d’ingresso a festival, fiere culturali, circhi)
  • Libri (audiolibro, ebook, libro)
  • Ingressi a musei, monumenti e parchi (abbonamento card/biglietto d’ingresso)
  • Teatro e danza (abbonamento card/biglietto d’ingresso)
  • Musica registrata (cd, dvd musicali, dischi in vinile, musica on line)
  • Corsi di musica, di teatro o di lingua straniera.

L’acquisto è valido anche online. In Rete ci sono portali appositamente pensati per facilitare l’acquisto con 18app online, tra questi citiamo Oceanon e Matacena Libri.

Cosa cambierà?

Nel 2019 il Mibac ha già espresso la sua volontà di cambiare le regole del gioco. In un’intervista il ministro Alberto Bonisoli afferma:

“Dal 2019 si cambia in maniera pesante. Rimarrà uno strumento tipo app con soldi che vengono erogati dal Governo. Ma interverremo sulle cifre, chiariremo quali beni possono essere acquistati e quali no, privilegeremo le fasce economicamente più deboli. Mi piacerebbe estendere l’aiuto oltre la fascia dei diciotto anni”.

Insomma, un po’ come dire che al momento non c’era il tempo di correggere il tiro, ma che in futuro dobbiamo aspettarci un’attenzione particolare sul tema – quantomeno in termini di beni e servizi acquistabili.

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Concorso dirigenti scolastici, alle preselezioni 10mila non si presentano

donna scrittura laptop test concorso dirigenti scolastici

I partecipanti alle prove preselettive del Concorso dirigenti scolastici sono stati 24.082 su 34.580 candidati iscritti”, in pratica 10mila defezioni: vuoi per una data praticamente estiva, vuoi perché a ridosso degli esami scolastici non tutti si sono sentiti in grado di prepararsi adeguatamente, vuoi perché molti candidati hanno deposto le armi ben prima dell’ultima data fissata a causa di tira e molla sullo svolgimento del concorso stesso. Questo numero però vuol dire che per chi ha partecipato al concorso aumentano notevolmente le possibilità di diventare dirigente scolastico.

Nella giornata del 23 luglio si è tenuta la prova preselettiva (tutta al pc), che comunicano dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca si è svolta regolarmente e senza problemi di sorta.

Cento quesiti a risposta multipla in una modalità d’esame che non si è evitata qualche critica.

Risultati del concorso per dirigenti scolastici

I risultati dei test dovrebbero arrivare prestissimo: secondo le stime del Miur tra venerdì 27 luglio 2018 e sabato 28 luglio 2018. Si attende che finisca il lavoro di controllo del Cineca di Bologna. In totale saranno 8730 i candidati ammessi allo scritto, poco più di uno su tre partecipanti alle preselezioni, in base a quanto stabilito dalla normativa vigente (decreto ministeriale 138/2017 che recita che i candidati che passano allo scritto sono il triplo dei numeri di posti a concorso, maggiorati del 20 percento sempre attraverso lo stesso d.m.).

L’associazione dei dirigenti scolastici

La DiSAL (Associazione dei Dirigenti Scolastici) plaude al concorso ma sottolinea i “tempi biblici” per arrivare allo stesso. Non solo, ma pone l’accento sul fatto che questo concorso non risolva il problema della carenza di presidi negli istituti scolastici italiani. L’invito al Ministero, quindi, è quello di iniziare subito a lavorare su un nuovo concorso, indetto entro fine anno.

L’obiettivo dichiarato – e che accomuna anche il Ministero – è quello di mettere fine alle reggenze una volta per tutte.

Il 71 percento dei candidati è donna

Il 71 percento dei candidati al concorso per dirigenti scolastici è donna, l’età media è di 49 anni.

 

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Zainetti scuola: consigli utili per l’inizio dell’anno scolastico

zainetti scuola

Con l’inizio dell’anno scolastico, rivedremo fuori le scuole a settembre quel quasi incantato turbinio di colori che sono i nostri ragazzi con gli zainetti scuola accuratamente scelti prima di incominciare un’altra avventura lunga mesi.

Scegliere gli zainetti scuola giusti per le proprie esigenze però non è solo un capriccio: uno zaino scomodo o che distribuisce male il peso a lungo andare può incidere anche sulla salute dei bambini che lo portano.

Come scegliere quindi lo zainetto per la scuola giusto per il vostro figlio e/o nipote?

Uno zainetto tipo deve essere della taglia giusta, quindi non troppo piccolo per ovvie ragioni ma nemmeno troppo grande: deve essere ampio il giusto per poter disporre il contenuto in modo che lo riempia perfettamente evitando quindi che gli oggetti in esso contenuti ballino.

Per il peso totale, vale la regola del 10 percento: lo zainetto per la scuola pieno non deve superare mai il 10 percento del peso del bambino.

Ecco alcuni utili suggerimenti.

Occhio all’età

Uno zainetto per l’asilo non è uguale a uno zainetto per le elementari. Oltre alla ripartizione degli spazi c’è anche la distribuzione del peso, necessaria per non gravare sulle schiene dei bambini in fase di crescita. Quando scegliete uno zainetto fate ben attenzione, quindi, a controllare l’età suggerita per lo stesso.

Schienale rigido

Lo schienale rigido e/o imbottito permette al peso contenuto nello zainetto di non caricare tutto verso il basso, comprimendo quindi la schiena con tutti i rischi che ne conseguono.

Occhio ai materiali

Fate sempre attenzione ai materiali. Non tanto per i tessuti che possono essere fastidiosi per bambini che non hanno ancora il quadro allergenico clinicamente definito, ma soprattutto per la tenuta e l’igiene dello stesso. Scegliete sempre tessuti lavabili.

Occhio anche al prezzo!

Gli zainetti griffati costano parecchio, soprattutto se di ultima collezione (un po’ come con la moda). E un po’ come la moda, bisogna saper fiutare l’occasione per risparmiare. Il periodo di giugno e luglio – soprattutto luglio, è l’ideale per acquistare gli zainetti in primis per l’avvento dei saldi estivi, in secondo luogo perché parliamo di giacenze dell’anno precedente che devono essere smaltite per lasciar spazio alle nuove linee con – magari – nuovi idoli dei nostri figli.

Con l’avvento e la larga diffusione degli e-commerce, inoltre, sono tantissimi i siti dove acquistare zainetti scuola online e risparmiare cifre considerevoli.

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Ansia da test d’ammissione all’università? Arriva la guida no-panico gratuita!

test ammissione medicina guida

Chi ci è passato lo sa perfettamente che – prima ancora della preparazione – il vero ostacolo da superare nel preparare il test di ammissione alla facoltà di Medicina (e a qualsiasi altra facoltà a maledetto numero chiuso) è gestire l’ansia, il panico, lo stress provocato.

Per gli aspiranti medici e dentisti che si preparano ad affrontare i test d’ammissione a Medicina e Odontoiatria, arriva uno strumento pratico e gratuito ideato dallo studio legale Leone-Fell in collaborazione con le scuole di preparazione Wau! e TutorUp e dal liceo Mamiani.

La guida “anti-panico”

La possiamo definire “guida anti-panico”, ricca di consigli pratici per prepararsi, anche fisicamente e psicologicamente, a quella che per molti studenti può essere considerata una delle prove più importanti del proprio percorso di studi. La guida è stata presentata in anteprima al Test Day 2018 di Sassari, arrivato alla sua quarta edizione.

Ma serve anche a difendere i propri diritti

Ok, ma perché uno studio legale prepara una guida per i test d’ammissione? Perché nel vademecum c’è una consistente parte dedicata appunto alla tutela dei propri diritti in sede d’esame. I legali Francesco Leone e Simona Fell, grazie a questa iniziativa, vogliono preparare i ragazzi che il prossimo 4 settembre affronteranno la prova nazionale su tutto ciò che potrebbe succedere fuori e dentro le aule universitarie e soprattutto come tutelarsi e far valere e rispettare i propri diritti.

Ansia e storia

Nel manuale si trovano infatti tutte le informazioni relative ai test, oltre ai consigli degli esperti su come gestire il tempo a disposizione e superare gli stati d’ansia. Infine, un’ampia parte riguarda le irregolarità che in questi anni hanno caratterizzato negativamente i test d’accesso e che hanno provocato una valanga di ricorsi, molti dei quali accolti.

Dove scarico il manuale per i test?

La guida è disponibile gratuitamente sul sito dello studio Leone – Fell a questa pagina.