Sull’autonomia scolastica “non c’è nessun margine di trattativa”, almeno per quel che riguarda i “concorsi dei docenti, come hanno chiesto alcune Regioni, perché la scuola è dello Stato e ha un profilo unico”: è categorico il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, parlando di autonomia regionale declinata alla scuola a margine di un incontro a Trieste. Per lui la regionalizzazione degli istituti scolastici è un’idea sbagliata che va rigettata, anche per il rischio dei tanti ricorsi, singoli e collettivi, che comporta.
BOCCIA: LA SCUOLA È NAZIONALE E UNICA
A proposito di “alcuni temi – ha aggiunto Boccia – come la continuità didattica fino all’organizzazione (per esempio la chiusura o no di un plesso in un piccolo comune), stiamo ragionando con il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, se a fronte di un concetto chiaro, cioè che la scuola è nazionale e resta unica, si possano concedere la possibilità ai Presidenti di definire il numero di studenti in una scuola o in una classe dentro un range che si definisce al Centro”. Quindi, ha riassunto, “‘sì’ su alcune cose organizzativo-gestionale, ‘no’ a una scuola che cambi profilo. Lo dice la Costituzione”.
IL MESSAGGIO DEL MINISTRO
La posizione del ministro degli Affari regionali appare quindi, senza se e senza ma, nettamente contraria all’iniziativa legislativa avviata nel passato Governo per introdurre l’autonomia differenziata, anche per l’attuazione di una serie di servizi pubblici, a iniziare dalla scuola. Quello di Francesco Boccia sembra un messaggio inviato non solo all’opinione pubblica ma anche ai governatori di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, che si sono detti più volte favorevoli.
E la conferma di ciò sono le prossime elezioni amministrative dell’Emilia Romagna, che secondo Orizzonte Scuola, si giocheranno proprio sul terreno dell’autonomia differenziata per la scuola: una possibilità che ha da subito scatenato i sindacati, il quali, dopo avere organizzato assemblee e riunioni per informare il personale sugli effetti nelle scuole della autonomia differenziata, tra le varie iniziative contrarie hanno anche avviato una petizione su change.org”.
IL PARERE DEL PRESIDENTE ANIEF
Marcello Pacifico, leader dell’Anief ribadisce l’importanza di “non lasciare indietro le regioni dove l’apprendimento medio è più basso, come indicato dagli ultimi dati Invalsi, pubblicati ad inizio estate, dai quali si evince che se continuiamo ad assegnare gli organici alle scuole non in base alle esigenze del territorio (più alunni per classe specie nelle aree svantaggiate, ad alto flusso migratorio e di dispersione scolastica, nelle zone a rischio), ma alla mera suddivisione numerica, il risultato che ne consegue è decisamente pessimo”.
“Allo stesso modo – conclude il sindacalista autonomo -, occorre riuscire a legiferare il modo per garantire risorse aggiuntive finalizzate a premiare il personale scolastico, docente e Ata, che opera per i giovani in condizioni pietose, estendendo il doppio canale a graduatorie di istituto provinciali. Come servirebbe anche l’introduzione di nuovi profili superiori per il personale Ata, permettendo loro in tal modo una forma, seppure minima, di carriera”.
Il percorso del bando 2017 per Progetti di Rilevante Interesse Nazionale sta proseguendo, con l’ammissione al finanziamento per i progetti vincitori.
Il bando PRIN 2017 (emanato con D.D. 3728 del 27 dicembre 2017) ha visto la partecipazione di 4.551 progetti, 975 dei quali finanziati, per un ammontare complessivo di circa 386 milioni di euro.
Al termine delle valutazioni, sono pervenuti al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 18 ricorsi (meno dello 0,4% dei partecipanti), molti dei quali già oggetto di ordinanza TAR con la quale è stata semplicemente disposta l’integrazione della motivazione di esclusione dal finanziamento.
Ovviamente, per consentire tale adempimento, il TAR ha ritenuto di accogliere la sospensiva cautelare richiesta dai ricorrenti; per tale motivo, per alcuni dei settori scientifici interessati dal bando (si tratta in tutto dei 25 settori individuati dall’European Research Council) si sono verificati momentanei ritardi nell’erogazione dei finanziamenti.
La situazione attuale può essere sinteticamente così riassunta:
– i progetti relativi a 15 settori scientifici (5 settori relativi alle Scienze della vita – LS1, LS2, LS6, LS7, LS9 – 9 settori relativi alle Scienze fisiche, chimiche e ingegneristiche – da PE1 a PE10, escluso il PE7 – e 1 settore relativo alle Scienze umanistiche – SH3) sono già in corso e hanno già ricevuto la prima tranche di finanziamenti;
– i progetti relativi a 4 settori (2 settori relativi alle Scienze della vita – LS3, LS4 – 1 settore relativo alle Scienze fisiche, chimiche e ingegneristiche – PE7 – e 1 settore relativo alle Scienze umanistiche – SH4) stanno ricevendo in questi giorni la prima tranche di finanziamento;
– per altri 2 settori (entrambi relativi alle Scienze umanistiche – SH1, SH5), il MIUR, avendo ricevuto dai competenti Comitati di Valutazione le integrazioni alle motivazioni richieste dal TAR, non appena saranno stati registrati dagli organi di controllo i decreti di ammissione a finanziamento, provvederà tempestivamente all’erogazione della prima tranche di finanziamento;
– per i restanti 4 settori (2 relativi alle Scienze della vita – LS5, LS8 – e 2 relativi alle Scienze umanistiche- SH2, SH6) la situazione appare invece più complessa, sia a causa dell’esistenza di più ricorsi, sia a causa del non ancora intervenuto pronunciamento da parte del TAR; su questi settori il MIUR ha, comunque, provveduto a redigere i decreti di ammissione a finanziamento per le linee di intervento interne ai settori scientifici, che non sono risultate oggetto di ricorso, così come sta operando per percorrere celermente tutte le soluzioni gestionali atte a consentire ai progetti inclusi nelle graduatorie incise dai ricorsi di poter iniziare le attività di ricerca, pur sempre nella piena salvaguardia delle posizioni giudizialmente definite.
A breve, tutti i ricercatori interessati potranno prendere visione dell’avanzamento delle procedure, per ogni singolo settore scientifico e per ogni singola linea d’intervento, sul sito dedicato al bando PRIN.
In Emilia Romagna parte la consultazione dei lavoratori da parte dei sindacati in vista delle elezioni. Il progetto di regionalizzazione della scuola non è definitivamente naufragato con la caduta del Governo composto da M5S e Lega, durante il quale Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna hanno chiesto con forza la sua approvazione: la conferma arriva da quanto sta accadendo in vista delle prossime elezioni amministrative dell’Emilia Romagna, le quali, secondo Orizzonte Scuola, si giocheranno proprio sul terreno dell’autonomia differenziata per la scuola.
La petizione dei sindacati e la posizione dei Governatori
Il tema rimane caldo dopo gli interventi del ministro Boccia e la
presentazione di un nuovo testo che è stato bocciato a priori dai Governatori
della Lega. Ad esempio, Attilio Fontana “si dice pronto
ad una legge regionale per garantire la continuità didattica dei
docenti sul territorio”, mentre dal Corriere.it
si apprende il lancio di una petizione su change.org nelle scuole da parte
dei sindacati riguardante tutto il personale scolastico. Già da mesi
sono in corso di organizzazione assemblee e riunioni per informare il
personale sugli effetti nelle scuole della autonomia differenziata. I
sindacati mettono l’accento sul fatto che in molti casi non si conoscono
fino in fondo tutti gli aspetti della regionalizzazione e ribadiscono
il principio che la scuola debba rimanere un punto di unità nazionale.
Proprio per approfondire taluni aspetti, il mese scorso, anche l’Anief ha
promosso un convegno a Verona, alla presenza dell’assessore regionale Donazzan,
della responsabile scuola del PD, Sgamabato del presidente nazionale Pacifico,
con ispettori dell’USR.
Le sentenze della Consulta
Anief rammenta come la sentenza n. 76/2013 della Consulta abbia ricordato il
rispetto necessario del secondo comma dell’articolo 117 della Costituzione,
quando una Regione ha chiesto più autonomia sulla scuola. Inoltre, altre due
sentenze ribadiscono come il personale Ata e dirigente debba fare capo allo
Stato (nn. 147/2012, 37/2005). Anche laddove il personale è da anni transitato
nella Provincia autonoma di Trento, tra l’atro territorio a statuto speciale, la sentenza
n. 242/2011, della
stessa Corte
Costituzionale ha posto dei paletti stringenti su ricorso promosso
proprio dall’Anief in merito alla valutazione di punteggi nel reclutamento del
proprio personale docente, diversi da quelli concordati con lo Stato a livello
nazionale.
Il commento del presidente Anief
“Gli ultimi
dati Invalsi, pubblicati ad inizio estate – dice il sindacalista Anief,
Marcello Pacifico – ci dicono che occorre procedere esattamente al contrario:
assegnando organici alle scuole in base al bisogno del territorio (meno alunni
per classe specie nelle aree svantaggiate, ad alto flusso migratorio e di
dispersione scolastica, nelle zone a rischio), risorse aggiuntive per premiare
quel personale che agisce in un contesto oggettivamente più difficile,
estendendo il doppio canale a graduatorie di istituto provinciali”.
“Anche permettere l’introduzione di nuovi profili superiori per il personale
Ata, permettendo così pure una forma di carriera fino ad oggi boicottata sul
nascere. La valorizzazione del personale è legata a un
problema di stipendi, congelati a livello nazionale, e non certo ai
contributi che lo Stato invia ad ogni regione per sostenere le scuole e la loro
autonomia già esistente”, afferma Pacifico.
Secondo in presidente Anief, “invece di creare scuole di serie A e B, a
seconda di dove sono collocate, bisogna dare sostegno alle Regioni in ritardo,
al fine di fare loro recuperare quel ritardo strutturale esistente, lottare
contro la dispersione e l’abbandono dei banchi. Il ruolo dello Stato come
garante del diritto all’istruzione, su tutto il territorio nazionale, con il
reclutamento del personale docente, dirigente e Ata regolato da norme
nazionali, non può essere abdicato”.
Sono state approvate in Giunta a Napoli su proposta dell’Assessore alla scuola Annamaria Palmieri quattro delibere inerenti interventi di edilizia scolastica.
Con fondi di Patto per
Napoli ha inizio la messa in sicurezza delle scale di emergenza dei plessi
scolastici a partire dall’ IC Madonna Assunta e Nicolini di Giacomo per un
importo complessivo di 249.000 euro.
Sono stati inoltre
deliberati lavori urgenti per la messa in sicurezza dei prospetti esterni del
plesso Alfano e dell’ IC Bracco nella IX Municipalità per un importo di 194.000
euro.
Infine con due delibere sono
stati approvati i progetti di adeguamento strutturale antisismico dei 4 corpi
di fabbrica del Circolo comunale Ugo Palermo per un importo complessivo di
550.000 euro.
Un appello per Silvia Romano, la giovane cooperante rapita un anno fa in Kenya, affinché non cali il silenzio sulla sua scomparsa. Lo lanceranno da Napoli i rappresentanti delle Ong e delle associazioni umanitarie internazionali (come Amnesty ed Emergency) in occasione dell’apertura della XI edizione del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, in programma il 20 novembre 2019.
Un’edizione, questa, dedicata all’ambiente, come da titolo “Il Clima che verrà”, ma che guarda anche all’attualità e alle cronache degli ultimi mesi, e che toccherà luoghi come il carcere di Poggioreale, l’Università e lo stabilimento Whirlpool di via Argine.
IL FESTIVAL INTERNAZIONALE
Il Festival si dividerà in due parti: dal 20 al 23 novembre sarà Eventi Internazionali e al contempo itinerante.
La giornata di apertura (mercoledì 20 alle ore 9.30, Sala Giunta di Palazzo San Giacomo) offrirà un’ occasione straordinaria per parlare del lavoro delle Organizzazioni Non Governative (ONG) e chiedere a gran voce il ritorno a casa della cooperante Silvia Romano. Saranno presenti giornalisti dell’AGI Angelo Ferrari e Luciano Scalettari, Rossella Miccio in rappresentanza di Emergency, Riccardo Noury in rappresentanza di Amnesty Italia, Angelica Romano di “Un Ponte per…”, il comandante Tommaso Stella di “Nave Mediterranea” e altre organizzazioni di carattere nazionale. Nel pomeriggio, l’apertura ufficiale dell’XI Festival nello Spazio Comunale Piazza Forcella (alle 19.00) ore 19.00, vedrà Francesco Quatrano, attivista e collaboratore della regista Iara Lee, presenterà il movimento Cultures of Resistance e l’ultimo film della cineasta sull’affondamento delle Isole Salomone, “WANTOKS – Dance of Resilience in Melanesia”. Chiuderà la serata un ricordo dell’antropologo svizzero Bruno Manser, scomparso in Borneo nel 2000, vittima dei padroni del traffico del legno nel sud est asiatico.
Giovedì 21 il Festival si sposterà, come ormai consuetudine, alla Casa Circondariale “G. Salvia” di Poggioreale con una riflessione sul mito del “boss” attraverso un film ironico di Giovanni Meola, “Bando di concorso”, e una discussione, moderata dal giornalista Sandro Ruotolo, con alcuni testimoni privilegiati, tra cui il cantautore Maldestro e don Franco Esposito, cappellano del carcere. Nel pomeriggio, a Piazza Forcella, ci sarà un dibattito organizzato dall’Atlante dei conflitti e delle guerre del mondo, pubblicazione giunta alla nona edizione, per affrontare il tema delle conseguenze delle guerre sui civili e sulla natura.
Venerdì 22 novembre il Festival sbarca all’Università. Alle 9.30 al Dipartimento di Giurisprudenza (via Porta di Massa – aula 28) dell’Università degli Studi di Napoli Federico II saranno di scena le associazioni Fridays for Future e Teachers for Future di Napoli che racconteranno le loro azioni a sostegno dell’ambiente introdotte dal professor Antonio Cavaliere (docente di Diritto Penale – Univ. Federico II), dalle iniziative antinucleari di Padre Alex Zanotelli, dalle riflessioni scientifiche dell’ingegner Giovanni de Paoli dell’ENEA e del professor Michelangelo Russo, Direttore del DIARC della Federico II. Un intervento molto atteso sarà quello di Tiziana Volta, coordinatrice italiana della II Marcia Mondiale per la Pace. Alle 19 a Piazza Forcella sarà la volta dell’India che riassume in sé gli aspetti più terribili della crisi ambientale legata allo sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali. Il film “She built a country” illustrerà l’esempio di lotta delle donne indiane che resistono alle violenze dello sfruttamento delle miniere di carbone e all’uso di questa risorsa energetica altamente inquinante. A parlarne saranno le giornaliste Daniela Bezzi e Maria Tavernini in collegamento con la ricercatrice Eleonora Fanari e con l’aiuto del fotografo Andrea de Franciscis.
Sabato 23 novembre si chiude la prima parte del Festival con una mattinata nello stabilimento Whirlpool di Napoli, in crisi, e con le testimonianze di sindacalisti ed esperti provenienti da altri siti dove l’inquinamento e i veleni mettono a dura prova il confronto tra occupazione e salute pubblica. Tra questi testimoni dell’ex-ILVA di Taranto, delle Fonderie Pisano di Salerno e rappresentanti della Fiom Lazio e del mondo dell’associazionismo legato alla Terra dei Fuochi. La sera (ore 18) a Piazza Forcella la ricercatrice universitaria Valentina Ripa dialogherà con il regista Marco Bechis del pericoloso trend, non solo climatico-ambientale, dell’Amazzonia e dell’America Latina con la proiezione de “La terra degli uomini rossi – Birdwatchers” dello stesso Bechis. La chiusura (musicale) della serata sarà affidata a Jovine.
IL CONCORSO CINEMATOGRAFICO
Nelle sere dal 27 al 29 novembre, nella monumentale cornice di Maschio Angioino (Napoli), dalle 16 alle 22, saranno proiettati i 31 film che hanno superato il primo livello di selezione del concorso cinematografico. Si tratta di 7 lungometraggi e 24 corti tra cui saranno scelti i due film vincitori (miglior cortometraggio e miglior lungometraggio) dalla Giuria Esperti (composta da Elisabetta Pandimiglio, documentarista romana; Sandro Ruotolo, giornalista; Antonio Prata, direttore del Festival dei Diritti Umani di Lugano; Sandra Lorenzano, docente della Universidad Autónoma de México ed esperta di migrazioni).
Saranno anche assegnate le menzioni YOUTH (per i film destinati ai giovani) a cura di una Giuria Giovani composta da ragazzi tra i 13 e i 20 anni, la Menzione ARRIGONI/MER KHAMIS (per il film più coraggioso e innovatore) assegnata dalla Giuria dei selezionatori interni e la Menzione CLIMA a cura della Giuria Esperti.
La Giuria Popolare, costituita su base volontaria su invito pubblico formulato dal Festival, sarà chiamata ad assegnare la Menzione PLATEA DIFFUSA.
La serata finale, prevista per il 30 novembre, sarà ospitata dalla Biblioteca di Storia Patria del Maschio Angioino. Si chiuderà con una performance musicale di Daniele Sepe.
L’ingresso a tutti gli eventi è gratuito.
INFORMAZIONI UTILI
Il Festival, patrocinato da Amnesty International Italia, appartiene alla sua rete Human Rights Film Network e avrà come partner principali: Comune di Napoli – Assessorato al Turismo e Cultura, Regione Campania, Banca Popolare Etica, l’Ambasciata Svizzera in Italia e l’Associazione 46simo Parallelo di Trento. Media partner saranno il quotidiano “Il Manifesto” (con la sua rivista “Extraterrestre”) e il mensile di cinema “Diari di Cineclub”.
L’XI Festival sarà anche accompagnato dalla mostra W.A.R.S. (Wars And Revolutionary Stories) organizzata dall’Atlante dei conflitti e delle guerre di Trento che sarà ospitata dall’8 novembre al 1 dicembre nella Sala delle Armerie del Maschio Angioino.
Migliorare il trattamento economico del personale pubblico allineando il
salario minimo dei dipendenti al tasso annuo di inflazione reale, certificato
dall’Istat e accertato dal Ministero dell’Economia: la richiesta è contenuta
nel piano
di modifica dell’Anief al Disegno di legge di Bilancio 2020 AS 1586,
presentato alla V Commissione del Senato della Repubblica.
In particolare, spiega il sindacato autonomo nella motivazione
dell’emendamento alla manovra di fine anno, il salario minimo diventa
necessario anche per recuperare il “blocco contrattuale avvenuto tra il 2008 e
il 2016 e la progressiva perdita d’acquisto dei salari dei dipendenti pubblici
in contrasto con gli articoli 36 e 39 della Costituzione”: per tali motivi,
l’associazione sindacale rappresentativa del comparto Scuola chiede “il
riallineamento degli stipendi attraverso l’integrale recupero, in percentuale,
del tasso di inflazione reale certificato dall’Istat, superiore al 14%”,
specificando che “la norma non comporta maggiori oneri per la finanza
pubblica”.
Viaggiare nello spazio e nel
tempo per immergersi in un flusso di
storie narrate da protagonisti noti e meno noti del mondo agroalimentare alla
scoperta dell’arte di mangiar bene per vivere a lungo in buona salute. Sarà
una delle suggestioni a cui andranno incontro i visitatori del primo museo
digitale al mondo interamente dedicato all’arte della Dieta Mediterranea.
Una ‘creazione’ scientifica del MedEatResearch dell’Università Suor Orsola
Benincasa di Napoli, il primo Centro di Ricerca universitario italiano
specificamente dedicato alla Dieta Mediterranea fondato e diretto dagli
antropologi Elisabetta Moro e Marino Niola. L’inaugurazione del
Museo, progettato insiemecon l’Università degli Studi di Roma “Unitelma
Sapienza” e con il finanziamento della Regione Campania, si svolgerà
venerdì 15 Novembre alle ore 18 nella Biblioteca Pagliara
dell’Università Suor Orsola Benincasa, con la partecipazione del presidente
della Regione Campania, Vincenzo De Luca, come evento conclusivo di
due giornate di studio interamente dedicate al nono ‘compleanno’ della Dieta
Mediterranea come patrimonio immateriale dell’umanità riconosciuto dall’Unesco.
Un convegno di studi di rilievo
internazionale, dedicato al tema “La cultura della Dieta Mediterranea. Ieri
oggi domani” che ospiterà a Napoli (programma completo su www.unisob.na.it/eventi e diretta
streaming su www.facebook.com/unisob),
nella Biblioteca Pagliara del Suor Orsola, alcuni dei più importanti
studiosi ed esperti del settore enogastronomico italiano comePier Luigi
Petrillo, Andrea Segrè, Alessandro Bonfiglioli, Antonio
Limone e Matteo Lorito insieme con alcuni degli chef ambasciatori
delle eccellenze enogastronomiche della Campania, da Livia Iaccarino a Rosanna
Marziale.
Il convegno, che si inserisce
tra le attività del progetto “Opere e vite. Salvaguardia e promozione
digitali dell’oralità e delle tradizioni legate al patrimonio immateriale della
dieta mediterranea in Campania e nelle comunità emblematiche UNESCO”
finanziato dalla Regione Campania, sarà aperto giovedì 14 novembre alle ore
16 dalla FICO
Mediterranean Lecture 2019,
la lezione magistrale annuale ideata a partire dal 2016 dal MedEatResearch insieme con la Fondazione FICO di Bologna, per celebrare
in maniera dinamica il riconoscimento UNESCO della Dieta Mediterranea come
modello alimentare più ecocompatibile e più sano del mondo. Una lezione
magistrale che quest’anno sarà dedicata al tema “L’arte di mangiar bene per
vivere bene” e sarà affidata ad Elisabetta Moro, condirettore del
MedEatResearch, autrice del celebre volume “La dieta mediterranea. Mito e
storia di uno stile di vita” (Il Mulino Editore) e condirettore del
Mediterranean Diet Virtual Museuminsieme con Marino
Niola.
Presentazione del Mediterranean
Diet Virtual Museum
“Con un colpetto di mouse si
potrà vedere un grande esperto di olio, di pasta, di vino o di pomodoro che ci
dice tutto quello che avremmo sempre voluto sapere su cultivar, formati,
annate, aree di eccellenza. Le virtù della dieta mediterranea saranno
raccontate da scienziati di fama mondiale come Jeremiah Stamler, Antonia
Trichopoulou, Henry Blackburn, Mario Mancini, Daan Kromhout, Alessandro Menotti
e Anna Ferro-Luzzi, tutti allievi e collaboratori di Ancel e Margaret Keys,
gli scopritori di questo regime alimentare che porta alla longevità”.
Così Elisabetta Moro, condirettore del Mediterranean Diet Virtual Museum, presenta l’essenza del nuovo
Museo che racconterà l’universo della Dieta Mediterranea anche attraverso conversazioni scientifiche e antropologiche con chef
stellati come Alfonso Iaccarino o uomini di spettacolo come Ugo Gregoretti e
Peppe Barra.
“Possa campare cent’anni” sarà
uno dei primi viaggi antropologici offerti dalMediterranean Diet Virtual Museum (già disponibile su www.mediterraneandietvm.com/possa-campare-centanni-la-ricerca-sulla-longevita-2/).
Un progetto di ricerca del MedEatResearch ideatoper testimoniare
con una nutrita schiera di centenari della Campania (dalle colline dell’alta Irpinia
con Villanova del Battista al litorale del Cilento con Pioppi) la proverbiale
longevità della Dieta Mediterranea.
Il Museo metterà in mostra
preziose testimonianze, frutto di attente ricerche etnografiche, di produttori,
chef, artigiani, scienziati, contadini, artisti, pescatori e testimonial
d’eccezione allo scopo di contribuire in maniera rilevante alla promozione
del territorio campano, alla valorizzazione culturale delle sue tradizioni,
vocazioni e produzioni, nonché al plusvalore simbolico delle filiere
enogastronomiche di qualità campane sul mercato globale. I contenuti
saranno disponibili in open source e raggiungibili anche tramite QRCode.
Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca è presente anche quest’anno al Salone “Orientamenti” di Genova. La manifestazione, giunta alla 24esima edizione, si tiene al Porto Antico di Genova. Per tre giorni nello spazio attrezzato del capoluogo ligure sarà allestito un “Villaggio dell’Orientamento” dove studenti, famiglie ed educatori potranno incontrarsi e confrontarsi.
Lo slogan scelto per l’edizione 2019 del Salone è “Saper fare: Scuola, Lavoro, Società”. Attorno alle tre parole chiave ruoteranno gli appuntamenti. Il Salone sarà l’occasione per presentare le opportunità formative e professionali del futuro e per orientare i ragazzi nelle scelte dei percorsi di studio. Ci sarà spazio anche per le attività di orientamento precoce per i più piccoli.
Il Salone “Orientamenti 2019” è organizzato dalla Regione Liguria in collaborazione con Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ufficio Scolastico Regionale per la Liguria, Università agli Studi di Genova, Camera di Commercio di Genova, Unioncamere, Città Metropolitana di Genova, Comuni di Genova, La Spezia, Chiavari, Savona, Albenga, Imperia, Sanremo e Ventimiglia, Festival della Scienza, Guardia Costiera, Accademia Italiana della Marina Mercantile, GNV S.p.A.
Il MIUR parteciperà mettendo in mostra le eccellenze scolastiche del Paese: nei venti stand riservati alle scuole saranno ospitate le esperienze più innovative d’Italia avviate da altrettante scuole del territorio. Nel corso della tre giorni, inoltre, si terranno convegni, laboratori, presentazioni e incontri promossi dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e curati dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Liguria.
Nel giorno dello sciopero del 12 novembre, del riuscito sit-in di piazza Montecitorio e dell’audizione tenuta dall’Anief presso la Commissione Cultura della Camera per far comprendere ai parlamentari l’importanza di modificare il decreto “salva precari bis”, il sindacato autonomo invita i senatori competenti a rivedere il Disegno di legge di Bilancio 2020 AS 1586, in diverse parti riguardanti l’istruzione pubblica a tutti i livelli: Anief chiede in particolare di modificarlo, in merito al trattamento economico del personale, alla riforma sul sostegno, alla formazione e al reclutamento del personale docente, allo stato giuridico e alla mobilità di Ata e insegnanti, agli organici e all’obbligo scolastico, nonché al personale dell’Afam, dell’Università, ai ricercatori, al trattamento pensionistico e al bornout. Le proposte seguono quelle formulate per la modifica, in 30 punti, del Decreto legge n. 126/2019. Le riporta sinteticamente lo stesso sindacato in una Nota Stampa e qui sotto sintetizzata.
Basta con i sotterfugi: l’istruzione pubblica, dalla scuola dell’Infanzia all’Università, compreso il mondo della ricerca, ha un bisogno estremo di nuove leggi e di finanziamenti adeguati. A tracciare la strada da percorrere, per risollevare un settore sempre più bistrattato e considerato solo in caso di bisogno per far quadrare i conti dello Stato, è il sindacato autonomo Anief, che chiede di mettere mano alla bozza della manovra di fine 2019, predisposta dal Governo e ora all’esame delle Commissioni senatoriali di competenza, nelle parti riguardanti la Scuola, l’Università e la Ricerca.
“Nel bilancio di previsione dello Stato per il 2020, comprendente indicazioni per quello del triennio 2020-2022, il sindacato ritiene indispensabile introdurre una serie di elementi, non più procrastinabili”, spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: a livello stipendiale, occorre approvare il salario minimo garantito nei rinnovi contrattuali, un adeguato avanzamento stipendiale dei dipendenti pubblici, notevolmente più alto dell’ultimo misero +3,48% del 2018 dopo un decennio di blocco, oltre che il trattamento accessorio per il personale universitario.
Per quanto riguarda la piaga del precariato, che ha raggiunto livelli record, occorre procedere con urgenza allo scorrimento delle graduatorie degli idonei per il concorso docenti, oltre che allo scorrimento graduatorie idonei concorsi per dirigenti scolastici e Dsga. Per quel che riguarda il sostegno, risulta indispensabile una regolamentazione dei posti da attivare il Tfa, l’assegnazione delle ore settimanali di sostegno come previsto delle commissioni mediche e dalla diagnosi funzionale, la stabilizzazione degli assistenti alla comunicazione e all’autonomia, la trasformazione posti in deroga di sostegno in organico di diritto e assunzioni.
A proposito del nuovo reclutamento, servono, sempre secondo il sindacato, interventi relativi alla formazione e al reclutamento del personale docente, attraverso, in primis, la riapertura delle GaE, l’estensione del doppio canale di reclutamento alle graduatorie d’istituto, trasformate in graduatorie provinciali. C’è bisogno anche di avvalorare il diploma magistrale per la partecipazione ai concorsi, la conferma dei ruoli, la proroga contratti in essere, rivedere la formazione iniziale e prevedere prove suppletive per il concorso docenti.
Sulla sponda dello stato giuridico e della mobilità del personale scolastico, si deve procedere con il recupero di tutte le fasce stipendiali del personale scuola neo-assunto post 2011, con la valutazione intera del servizio pre-ruolo in ricostruzione carriera e servizio paritarie, con l’equiparazione giuridico-economica tra personale scolastico precario e di ruolo, nonché con l’applicazione delle “voci” RPD e CIA per supplenze brevi; infine, con il passaggio a uno o più livelli superiori del personale Ata e la sostituzione della temporizzazione con la ricostruzione di carriera per Dsga. Va poi applicata l’estensione della “carta docente” a precari, Ata e personale educativo, la riduzione da cinque a tre anni del vincolo di permanenza dei neo- assunti, la mobilità straordinaria per tutto il personale di ruolo, il superamento del divieto di Comando, Distacco e Utilizzo presso altra amministrazione del personale scolastico.
A livello di organico, è bene procedere con il recupero di tutti i posti “Quota 100”, con l’adeguamento dell’organico di fatto ad organico di diritto, anche sui posti in deroga di sostegno e per le sezioni Primavera; va migliorato poi il rapporto alunni-docenti e formazione delle classi; ripristinato l’insegnamento per moduli nella scuola primaria, attivati i rapporti PIRLS, avviata una volta per tutte l’educazione motoria nella scuola primaria. Sulla revisione dei cicli scolastici, Anief propone di estendere l’obbligo a diciotto anni e anticiparne l’avvio dagli attuali sei a cinque anni di età degli alunni; va anche previsto l’insegnamento curricolare dell’educazione civica, come l’attivazione dei posti in organico profilo AS e C del personale ATA, il corso di formazione, la mobilità professionale per le graduatorie 2010 e l’indizione di nuove procedure. Sempre per gli Ata, è fondamentale procedere con il ripristino degli organici e una nuova gestione delle supplenze.
Per tutto il personale della scuola, inoltre, il Governo deve prendere atto dell’alta incidenza di burnout tra il personale della scuola, in particolare tra gli insegnanti: l’accertato carattere gravoso della professione è motivo più che sufficiente per collocare il personale docente nelle figure professionali che beneficiano degli anticipi pensionistici, alla pari del personale delle forze dell’ordine.
A proposito del personale Afam, dell’Università e dei dirigenti scolastici, il giovane sindacato prevede una nuova collocazione professionale, per valorizzarne i ruoli professionali centrali: si chiede, nello specifico, una componente variabile pe il fondo del trattamento accessorio del personale dell’Università, l’assunzione dei ricercatori a tempo indeterminato, come previsto dalla Carta europea. Per quel che riguarda, infine, i dirigenti scolastici, un nuovo corso-concorso riservato per i ricorrenti avverso bandi 2011, 2015 e 2017, assieme allo scorrimento delle graduatorie degli idonei dell’ultimo concorso terminato per diventare dirigenti scolastici.
“Senza il Disegno di Legge sulle abilitazioni, il Decreto precari oggi in discussione risulta monco e rischia di fallire l’obiettivo per il quale è stato concepito e che consiste nell’avvio di una procedura abilitante strutturale in grado di ridurre a percentuali fisiologiche il fenomeno del precariato. Ci aspettiamo, pertanto, che il Disegno di legge sulle abilitazioni venga presto inviato alle Camere per una sua celere approvazione”.
Così la delegazione della FGU-Gilda degli Insegnanti ha esordito la mattina del 12 novembre in audizione davanti alle Commissioni Istruzione e Lavoro di Montecitorio.
Entrando nel merito dei contenuti del Decreto 126, la FGU-Gilda degli Insegnanti ha posto l’accento in particolare su alcuni aspetti qui di seguito elencati sinteticamente.
SCUOLE PARITARIE Ok alla procedura concorsuale anche per i docenti con servizio nelle paritarie ma utile ai soli fini abilitativi (sbocco naturale di stabilizzazione in una scuola paritaria). Ok prova scritta informatizzata analoga, ma distinta, tra chi partecipa, oltre che a fini abilitativi, anche ai 24.000 posti vacanti riservati a chi ha almeno tre anni di servizio nella scuola statale.
SOSTEGNO Sarebbe opportuno chiarire che il servizio effettuato su posto di sostegno senza titolo è, come avviene regolarmente, riconosciuto in tutto e per tutto come servizio specifico sulla classe di concorso dalla quale si è ricevuta la nomina. Vista la carenza cronica di docenti specializzati sul sostegno, sarebbe inoltre opportuno consentire la partecipazione al concorso straordinario degli specializzati sia per la scuola secondaria di primo grado che a quella di secondo grado. Per la prova orale, si ritiene opportuno valutare il periodo di formazione e prova.
24 CFU Oltre a quelle per i 24mila vincitori, lo Stato si faccia carico anche delle spese per l’acquisizione dei 24 crediti formativi universitari sostenute dai candidati al concorso straordinario che, pur avendolo superato, non rientrano nel contingente previsto per le assunzioni. Netta contrarietà alla soppressione delle disposizioni transitorie che consentivano ai docenti con tre anni di servizio di accedere alla procedura ordinaria senza i 24 CFU.
EDUCAZIONE CIVICA (LEGGE 92/2019) Servono correzioni ed integrazioni per evitare che gli insegnanti siano gravati da ulteriori incombenze burocratiche senza un compenso adeguato.
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