“Spesso gli amici mi chiedono come faccio a far scuola e come faccio ad averla piena, insistono perché io scriva per loro un metodo, che io precisi i programmi, le materie, la tecnica didattica. Sbagliano la domanda. Non dovrebbero preoccuparsi di come bisogna fare per fare scuola, ma solo di come bisogna essere per poter fare scuola”.
Questa citazione di Don Lorenzo Milani, lontana nel tempo ma più che mai attuale, apre oggi il tema del contrasto agli abbandoni scolastici precoci, o dispersione scolastica che dir si voglia: un argomento molto sentito dagli insegnanti e dalle famiglie, che incide negativamente sullo sviluppo del minore.
Quali sono i segnali di allerta? A cosa devono fare attenzione gli insegnanti? Come contrastare gli abbandoni scolastici, soprattutto in territori ad alto rischio di esclusione sociale?
Perché è così importante?
Con la crescente domanda di competenze e qualifiche elevate i giovani che abbandonano prematuramente la formazione non dispongono delle competenze e corrono il rischio di affrontare gravi e persistenti problemi sul mercato del lavoro.
Inoltre, gli studenti che hanno abbandonato la scuola prima del tempo, hanno maggiore probabilità di essere collocati in posti di lavoro precario, di crescere da un punto di vista lavorativo e quindi sociale.
Gli studi
Secondo la Commissione Europea (documento scaricabile all’indirizzo http://ec.europa.eu/educations/school-educations/twg_en.htm) l’abbandono scolastico precoce “genera notevoli costi economici sia livello individuale che collettivo con un costo complessivo che oscilla tra 1 e 2 milioni di euro per ogni studente che abbandona la scuola. Un anno in più di permanenza a scuola, può assicurare a un giovane un reddito supplementare per tutto l’arco della vita: di conseguenza un Paese con un alto tasso di abbandono scolastico dovrà impegnarsi a fondo per mantenere alti livelli di occupazione e coesione sociale”.
Il primo segnale di abbandono scolastico
Un importante segnale premonitore dell’abbandono scolastico precoce è la cosiddetta “frequenza a singhiozzo”: quando uno studente si assenta spesso o per lungo tempo è un dato da non sottovalutare, ed è certamente un segnale di pericolo.
I segnali di allerta precoci
Sempre secondo numerosi studi e monitoraggi della Commissione Europea, fra gli elementi da considerare ci sono sicuramente:
- scarsa partecipazione o assenze ingiustificate;
- comportamento indifferente;
- media complessivamente scarsa;
- voti bassi in più discipline;
- insuccesso scolastico;
- ripetizione dell’anno;
- contatti con i servizi sociali;
- contatti con le forze dell’ordine.
Come rispondere?
Il lavoro di ricerca del gruppo tematico suggerisce alcune risposte ai segnali di allarme precoci: “Per ottenere una reale diminuzione dei tassi di abbandono scolastico, gli studenti individuati monitorando i diversi segnali di pericolo devono essere dotati di un sostegno tempestivo in modo che i loro problemi di fondo possano essere affrontati”.
Per poter fare scuola, allora, bisogna essere attenti ai bisogni di tutti e non lasciare nessuno solo.