I problemi della scuola, a poche settimane dalla prima campanella
d’ingresso, non vanno in vacanza: tra precariato e altre beghe, anche la
questione del personale Ata conosce le sue grane.
Come riporta la rivista specializzata Orizzonte
Scuola, infatti, per quanto riguarda le assunzioni Ata a.s. 2019/20, “il
Miur ha pubblicato il Dm n. 725 del 7 agosto 2019, con relativa ripartizione
del contingente per profilo e provincia. È una certezza il fatto che il 1°
settembre 2019 non ci saranno nuove assunzioni in ruolo di DSGA. Il
contingente autorizzato per le immissioni in ruolo è pari a 7.759 posti di cui:
7.646 immissioni in ruolo; 226 trasformazioni a tempo pieno di contratti a
tempo parziale al 50%, relative alla procedura di stabilizzazione dei CO.CO.CO.
nei profili di assistente amministrativo e tecnico, corrispondenti a 113 posti
interi”
Inoltre il Miur segnala che “con l’avvio del concorso per l’assunzione di
2004 DSGA, le cessazioni relative a tale profilo professionale sono state
certificate ma accantonate per l’utilizzo cumulativo all’esito delle relative
procedure concorsuali. Non è pertanto possibile procedere alla compensazione
delle immissioni in ruolo autorizzate, ma non effettuate, per il profilo
professionale in questione, con quelle di altri profili professionali del
personale ATA. I posti vacanti sono 2.907 (di cui 760 per pensionamenti)”.
La posizione del sindacato Anief
“Certamente il sindacato non plaude all’operato del ministro Marco Bussetti, che invece è ritenuto responsabile dell’inghippo”. Il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, infatti, afferma che la questione doveva essere gestita in modo diverso: “È colpa del ministro dell’istruzione Marco Bussetti che non ha voluto attivare i passaggi verticali dopo nove anni per accedere dal profilo B a quello D né i corsi di formazione per quelli selezionati nel 2010. Avrebbe potuto anche fare un corso riservato per i tanti reggenti facenti funzione come chiesto da Anief, ma non ci ha ascoltato. E ore le scuole piomberanno nel caos”.
Per quanto riguarda il concorso Dsga, conclusasi la fase preselettiva, la
prova scritta si svolgerà in autunno. Le assunzioni avverranno dal 1° settembre
2020.
Siamo nel periodo di Ferragosto, la situazione politica italiana è in fibrillazione, la Finanziaria è ancora lì e noi siamo ancora qui a ricordarvi che se non spendete la Carta Del Docente entro il 31 agosto rischiate di perdere dei soldi del bonus Cultura.
Quali?
Quelli relativi all’ormai famigerato anno scolastico 2017/18. Sono quelli, infatti, i 500 euro (o ciò che resta) che al 31 agosto scadranno.
In pratica, i residuali del bonus di 500 euro relativo all’a.s. 2017/18 vanno utilizzati prima della sospensione del 1 settembre che precede il nuovo accredito. In pratica, non bisogna mai andare oltre i 1000 euro in portafoglio elettronico, per questo – senza troppe complicazioni – entro il 31 agosto dovete avere MENO DI 500 euro sul wallet, salvo perdere le eccedenze.
Anief chiede fin da adesso una soluzione politica immediata bipartisan al nuovo esecutivo che si formerà dopo le dimissioni del Governo Conte e dei suoi ministri.
“Basta un articolo in sei commi – spiega il giovane sindacato attraverso una nota stampa – per prevedere l’adeguamento dell’organico di fatto in organico di diritto specie su posti di sostegno, l’estensione del doppio canale di reclutamento a graduatorie d’istituto provinciali, l’assunzione degli idonei dei concorsi ordinari e straordinari in tutto il territorio nazionale, la stabilizzazione di tutto il persone Ata, educativo inclusi gli assistenti alla comunicazione, la conferma nei ruoli del personale docente assunto con riserva dopo il superamento dell’anno di prova, un corso abilitante per tutto il personale sprovvisto di abilitazione”.
“Ogni altra soluzione pensata, salvo intese, è morta con il tradimento del contratto voluto dalla ex maggioranza giallo-verde da parte della Lega” conclude Anief.
Molta
attesa, tante aspettative e dopo solo due anni di lavori, domenica 18 agosto, è finalmente arrivato il giorno del taglio del
nastro per la nuova scuola di San
Giorgio la Molara: innovativa, sicura, ecosostenibile e confortevole.
Con
un investimento complessivo di meno di 1,5 milioni di euro, l’edificio scolastico in piazza Roma riapre le porte, dopo 17 anni
di chiusura forzata, ospiterà gli alunni della scuola secondaria di primo grado
“Nicola Ciletti”. Tutto questo è stato possibile grazie ai finanziamenti (CIPE 146/2006) concessi al Comune di San
Giorgio la Molara e alla Regione Campania affiancati in questo progetto dalla
Task Force Edilizia scolastica.
Alle
11:33 del 31 ottobre 2002, dopo una notte di scosse leggere, la provincia di
Campobasso fu colpita da una scossa di magnitudo 5.4 con epicentro tra i comuni
di San Giuliano di Puglia, Colletorto, Bonefro, Castellino del Biferno e
Provvidenti. Il progetto di “rinascita” della scuola “Nicola Ciletti” a San
Giorgio la Molara nasce proprio da questo drammatico evento.
Subito
dopo il sisma, infatti, furono eseguite le verifiche sismiche sull’edificio
scolastico. Il risultato dei controlli tecnici mise in luce quanto la struttura
non fosse idonea e adeguata alla normativa dell’epoca, e questo portò immediatamente
al suo sgombero. Non dimentichiamo d’altronde che in quel terremoto, a San
Giuliano di Puglia crollò la scuola elementare e 57 tra alunni, maestre e
bidelli rimasero intrappolati sotto le rovine dell’edificio.
San Giorgio sorge in cima a un’altura,
dalla quale si possono ammirare i paesi e i monti circostanti. L’edificio
scolastico “Nicola Ciletti” gode di una posizione assolutamente unica e
privilegiata, dominando l’intero paesaggio circostante, ma nel cuore del centro
storico. Nel 2007 il progetto di
recupero e messa in sicurezza della scuola è stato affidato a un gruppo di
professionisti locali. Una scuola sostenibile, energeticamente efficiente e
antisismica, questi i punti cardine del progetto. Ma soprattutto una scuola
innovativa, pensata per restare aperta anche la sera e nel week-end. Un
progetto che vuole vedere oltre, fondato sull’idea di scuola come luogo di
incontro e scambio, in grado di creare un collante con tutta la “città”.
Il recupero:
quando architettura e storia si intrecciano dando vita a qualcosa di unico.
Nel
2002 l’edificio scolastico era costituito dal piano terra e due piani
seminterrati realizzati negli anni ‘50, molto probabilmente nella stessa area
dove insisteva un importante edificio storico (Palazzo Baronale). Mentre i
piani primo e secondo, furono realizzati negli anni 60, con blocchi di “tufi”
oltre a una copertura in cemento armato, i cui pesi gravavano sulla “muratura
antica” in modo eccessivo. Infatti, il recupero dell’edificio era legato principalmente
alla messa in sicurezza delle strutture con l’eliminazione dei piani che
“appesantivano” le fondazioni e di altre cause di degrado strutturale.
Lo
scopo progettuale era quello di preservare, tutelare e restaurare il nucleo
antico dell’immobile e sopraelevare un piano (sottotetto) con tecnologie
moderne e leggere, in chiave ecocompatibile con attenzione all’inserimento
storico-urbanistico. Da non dimenticare d’altronde la collocazione della scuola
in pieno centro storico: una sfida non solo architettonica ed urbanistica ma
soprattutto sociale.
Il progetto:
l’ambiente scolastico come elemento di esperienza e crescita individuale e
collettiva.
Dal
punto di vista spaziale “la nuova scuola” è stata concepita su quattro livelli
di cui il piano terra rappresenta il punto di contatto tra l’edificio e la
“città”, si presenta quindi leggermente sollevato rispetto al terreno, in modo
da essere permeabile e “trasparente” con grandi finestre verso l’esterno. Il
piano sottotetto è stato pensato come uno spazio multifunzionale: dalla
palestra all’auditorium, dai laboratori alla biblioteca, spazi di carattere
collettivo appartenenti all’intera comunità che consentono alla scuola di
vivere per molte più ore rispetto a quelle richieste dalla didattica. Questo livello
prende luce naturale a 360° e abbraccia un “giardino” interno, al centro del
quale è situato un grande albero, con colori e profumi, che nel variare delle
stagioni insegna ai ragazzi la mutevolezza della vita e la necessità di rinnovarsi.
L’ultimo livello consente di guardare il mondo da prospettive diverse. In
questo grande spazio, i ragazzi possono scoprire le attività manuali, i
laboratori e la lettura, possibilmente aperta a tutti, è il luogo dove la
cultura e la memoria prendono forma. “Quella pensata – racconta l’architetto
Vincenzo Leone, a capo del gruppo di lavoro che ha ideato e realizzato il
recupero – è una scuola in cui
l’educazione avviene non solo tramite le parole ma anche attraverso le
esperienze che il bambino fa nell’ambiente che lo circonda, che deve quindi
essere ricco e stimolante, è uno sprone a ripensare gli spazi, ad immaginare un
uso più versatile delle aule in modo da stimolare l’ascolto e la concentrazione
dei bambini ed evitare di costringerli per ore in scomodi banchi, limitando la
loro libertà e fantasia”.
Le aule luogo della didattica, come
la presidenza e la sala professori sono collocate al piano terra e al primo
seminterrato, si affacciano sul panorama mozzafiato sangiorgese, ad eccezione
di una che si apre invece sulla piazza principale. I corridoi, spogliati della
mera funzione di collegamento, non sono più luoghi angusti, ma ampi punti di
incontro. I servizi su ogni piano, tutti dotati di bagni distinti per sesso e
accessibili alle persone con disabilità. L’edificio è dotato di minimo due
uscite per piano, oltre alla scala d’emergenza posta sull’altro estremo
dell’immobile. Grande importanza è stata data ai materiali utilizzati nel
recupero dell’edificio: la sopraelevazione è pensata in legno ed
alimentata tramite fonti rinnovabili, a basso consumo energetico. La cura dei
particolari è un modo alternativo ma immediato per educare bambini e
ragazzi al rispetto della natura e al risparmio delle risorse. Infatti, la
scuola stessa deve essere un esempio di sostenibilità e occasione continua di
apprendimento.
L’associazione europea Radamante attiva il ricorso per ottenere la stabilizzazione degli ex LSU con 24 mesi di servizio, anche non continuativi, nell’arco di un lustro
Radamante avvia il ricorso per l’inclusione
nelle procedure di stabilizzazione di tutto il personale ex Lsu che ha prestato
servizio tramite cooperative con appalto di pulizia all’interno del sistema
nazionale della pubblica istruzione.
Il Decreto, che avvierà la selezione del
personale ex LSU da stabilizzare nei ruoli dello Stato come collaboratore
scolastico, prevede il requisito del servizio continuativo
per 24 mesi negli ultimi 10 anni; il ricorso Radamante rivendicherà
il diritto alla stabilizzazione di tutto il personale che abbia svolto come
servizio 24 mesi, anche non continuativi, nell’arco dell’ultimo quinquennio.
Il ricorso sarà proposto in caso il decreto
interministeriale di prossima pubblicazione dovesse prevedere l’esclusione dal
processo di stabilizzazione nei ruoli dello stato dei lavoratori socialmente
utili con almeno 24 mesi di servizio svolti anche in modo non continuativo
nell’ultimo quinquennio.
Le fibrillazioni di Roma e del Governo centrale di queste ore agitano anche il mondo della scuola: una crisi di Governo in questo momento cosa comporterebbe in termini di concorsi e altri provvedimenti legati all’istruzione?
Crisi di Governo e concorsi già organizzati
Anche se cade il Governo, saranno realizzati e conclusi tutti i concorsi il cui bando è già stato pubblicato. Quindi i partecipanti al concorso per DSGA ad esempio, e quelli che vorranno partecipare ai concorsi straordinari già approvati, possono dormire tranquilli.
Ben diverso il caso dei concorsi che sono stati solo annunciati dal ministro Bussetti. Se cade il Governo, a meno di rush finali improbabili, resteranno solo meri annunci.
Crisi di governo e disegni di legge
Ben diverso il discorso sui disegni di legge attualmente depositati in Parlamento. Se le Camere si sciolgono decadono anche tutti i ddl.
Anief ha deciso di tutelare i partecipanti alla preselettiva del Concorso Dsga che non sono stati ammessi agli scritti e rilancia i tre ricorsi al Tar del Lazio per permettere a loro di accedere alle prove successive.
Secondo il giovane sindacato, il bando commette una grave illegittimità
nella parte in cui prevede che ammetterà alle prove scritte coloro i quali
supereranno la preselettiva e si collocheranno entro le 3 volte il numero dei
posti banditi. Il sindacato ricorre presso
il Tar
del Lazio per ottenere l’ammissione agli scritti dei candidati entro
il limite delle 4 volte il numero dei posti banditi nella regione di
interesse.
Ancora, ricorre per
ottenere l’accesso alla prova scritta di tutti i candidati che hanno ottenuto
alla prova preselettiva un punteggio di almeno 60/100, pari alla sufficienza,
ma non sono rientrati nel numero degli ammessi agli scritti.
Il sindacato inoltre tutela gli assistenti amministrativi che hanno già
avuto esperienza come Dsga, attivando
il ricorso per far accedere il personale Ata di ruolo con alle spalle
3 anni interi di servizio come facente funzione Dsga direttamente alle prove
scritte.
In molti ci hanno contattato dopo i nostri numerosi approfondimenti sul bonus Cultura Carta del Docente e relativa scadenza. Gli insegnanti di scuola paritaria, soprattutto, ci chiedono se hanno diritto al bonus di 500 euro previsto dalla Buona Scuola.
La risposta, purtroppo, è no. La legge 107/15 (detta anche Buona Scuola, così come è diventata famosa) che prevede e istituisce la Carta del Docente, fa espressamente riferimento alla scuola statale.
Il riferimento (art. 1, comma 121) in cui si esplicita questa scelta – criticatissima a più riprese da sindacati e associazioni – è ai docenti di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.
Riportiamo testualmente:
Al fine di sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionali, e’ istituita, nel rispetto del limite di spesa di cui al comma 123, la Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. La Carta, dell’importo nominale di euro 500 annui per ciascun anno scolastico, puo’ essere utilizzata per l’acquisto di libri e di testi, anche in formato digitale, di pubblicazioni e di riviste comunque utili all’aggiornamento professionale, per l’acquisto di hardware e software, per l’iscrizione a corsi per attivita’ di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati presso il Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca, a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale, ovvero a corsi post lauream o a master universitari inerenti al profilo professionale, per rappresentazioni teatrali e cinematografiche, per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo, nonche’ per iniziative coerenti con le attivita’ individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione di cui al comma 124. La somma di cui alla Carta non costituisce retribuzione accessoria ne’ reddito imponibile.
LEGGE 13 luglio 2015, n. 107 Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti.
Al momento non sono previste modifiche in tal senso.
Come abbiamo già abbondantemente segnalato, il 31 agosto è l’ultimo giorno utile per accedere alla piattaforma Carta del Docente, prima del consueto stop di settembre per permettere di accreditare i nuovi 500 euro di bonus Cultura ai portafogli dei docenti.
Carta Docente e scadenza del bonus cultura 2017/18
Chi in questo momento ha più di 500 euro sul portafoglio elettronico vuol dire che non ha speso tutto il bonus Cultura del 2017/18. Tutte le eccedenze sopra i 500 euro sono quindi relative al bonus Carta del Docente di due anni fa.
Come il regolamento attuativo impone, il bonus Cultura va consumato entro due anni dall’emissione. Ciò vuol dire che entro il 31 agosto l’eccedenza dei 500 euro va spesa, altrimenti sarà persa per sempre.
Un esempio pratico: se ho 600 euro sul portafoglio elettronico, 100 si perderanno se non spesi entro il 31 agosto. Alla riapertura della piattaforma a settembre, quindi, il docente si vedrà accreditati sul wallet elettronico 1000 euro, di cui 500 in scadenza il 31 agosto 2020.
Carta del Docente e scadenza bonus Cultura 500 euro del 2018/19
Se invece in portafoglio si hanno 500 o meno euro, vuol dire che si tratta del bonus Cultura dell’anno scolastico appena concluso. Anche dopo il 31 agosto, il bonus resterà al docente ancora per un anno.
Un esempio pratico: supponiamo che nel nostro portafoglio elettronico siano rimasti 300 euro. Se non spendiamo questi 300 euro entro il 31 agosto, alla riapertura della piattafoma a settembre ci ritroveremo 800 euro in conto. Di questi 800, 300 andranno usati entro il 31 agosto del 2020.
Carta del Docente e scadenza per i pensionati
Il regolamento ricorda che non si può usufruire più di Carta del Docente per i docenti non più in servizio. Chi va in pensione a settembre, quindi, è obbligato a consumare entro il 31 agosto tutto il bonus cultura, altrimenti verrà perso. Ulteriori informazioni in questo articolo.
Come avevamo anticipato qualche articolo fa, era nell’aria (ma non ancora ufficiale) l’estensione del bonus Cultura 18app all’home video (DVD, Blu-Ray 4K). Adesso, con l’approvazione del Decreto Cultura, 18app si apre al cambiamento.
“Il decreto Cultura è legge. Sono orgoglioso di questo risultato, perché questa legge, approvata oggi dal Parlamento, assicura eguali diritti e opportunità ai lavoratori dello spettacolo, restituisce dignità a danzatori, orchestrali, fonici, coristi e consente alle Fondazioni lirico-sinfoniche di assumere nuovo personale tramite concorso. Non accadeva da decenni”
Alberto Bonisoli
Tra le tante novità previste nell’impianto della nuova legge, che vanno da misure anti camcording per i cinema alla modifica degli obblighi di programmazione e di investimento per la promozione delle opere europee ed italiane da parte dei fornitori di servizi di media audiovisivi lineari e non lineari, c’è anche questa apertura verso l’home video. Da parecchio tempo gli addetti ai lavori sottolineavano che questa tipologia di prodotti è in linea con l’obiettivo del bonus Cultura da 500 euro erogato ai neomaggiorenni. Tanto è vero che tra le altre possibilità già ampiamente previste erano l’ingresso al cinema e al teatro.
“Il bonus cultura – spiegava Lorenzo Ferrari Ardicini, presidente di Univideo-Confindustria, l’associazione che riunisce gli editori audiovisivi sui media digitali – per i giovani non può prescindere da questo settore, che è la base per riportare i giovani ad amare il cinema e in definitiva farli riavvicinare al cinema stesso”.
Quindi l’home video entra nei beni acquistabili con 18app come libri scolastici, libri in generale, ingresso ai teatri, ingresso ai concerti, dischi musicali, ingressi ai musei, corsi di lingua e musica etc.etc.
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