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Calabria: caos immissioni in ruolo, la denuncia della Gilda degli Insegnanti

gilda degli insegnanti in calabria

Un Ferragosto senza riposo e con molte polemiche per la Gilda Insegnanti Calabria che, allibita, ha manifestato in un comunicato stampa – a firma del coordinatore Antonino Tindiglia – il suo sconcerto per le condizioni con cui sono state effettuate le procedure di immissioni in ruolo per l’anno scolastico 2018/2019.

Nel comunicato stampa, si evince tutta l’indignazione del prof. Tindiglia e della Gilda Insegnanti Calabria: “Anche per quest’anno, inalterata procedura e tempistica procedono le operazioni di organizzazione dell’anno scolastico 2018/2019, con grandi sforzi, impegno e professionalità degli addetti degli USR e degli ATP, pur negli immancabili errori e disguidi dovuti alle procedure che cambiano continuamente, alle direttive emanate con ritardo, alla fretta con cui si devono effettuare tutte le operazioni ed in una realtà che ancora vede l’USR della Calabria senza la nomina del Dirigente Regionale (forse siamo in dirittura di arrivo dopo 7 mesi di ritardo e manca ancora il dirigente provinciale dell’ATP di Catanzaro) si segnala anche la mancanza di personale che negli anni ha visto più che dimezzare gli impiegati addetti alle procedure. Come ogni anno un’estate di apprensione, di ansie per tutti i candidati aspiranti all’agognato ruolo e con tanta, tanta disponibilità e pazienza”.

La denuncia

“Si assiste a convocazioni fatte con urgenza senza neanche i dovuti tempi per prendere visione, in locali privi dei minimi requisiti di accoglienza (questa è la scuola) in un caldo afoso con candidati per la maggior parte donne in gravidanza o che allattano, con tempi che si prolungano fino a tardi per poter concludere in tempo le operazioni.
È da anni che porto queste tematiche al tavolo delle trattative chiedendo di anticipare i tempi e che finisca quest’ottica della scuola vista come un’azienda che cerca il cliente, ma che si ritorni alla visione invece di una scuola che forma il futuro cittadino, la società del domani”.

Continua la Gilda: “Nell’ottica del contenimento della spesa pubblica si costringe a completare le cattedre a 18 ore con grave disagio per gli insegnanti che sono costretti ad andare in altri istituti spesso molto distanti tra loro con aggravio di costi personali (si rammenta che lo stipendio di un insegnante è tra i più bassi della pubblica amministrazione) e spreco di tempo per gli spostamenti e sacrifici che stressano e che cambiano di anno in anno”.

“La politica non vuole trovare soluzioni”

“Le soluzioni – prosegue il comunicato – ci sono, sta alla politica volerlo. Si potrebbe risolvere questo problema anticipando i tempi per le operazioni di assegnazione dei docenti alle scuole e creando un organico di istituto stabile nel tempo, ipotesi per 5 anni, a prescindere dal numero degli allievi, e lasciato all’organizzazione del Dirigente scolastico nel rispetto delle decisioni degli organi collegiali per come prescrive la legge”.

“Noi che operiamo nella scuola – conclude – e che non smettiamo mai neanche il giorno di ferragosto di interessarci, diciamo basta a questo processo distruttivo di quella che era una realtà invidiata per come riusciva a formare le menti (lo dimostrano i successi degli studenti italiani nel mondo), diciamo basta a questo eccesso di dirigismo e di burocrazia che ha paralizzato uno dei mestieri più belli ed utili del mondo: INSEGNARE“.

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Salvini, la leva e le scuole: l’alternativa di Possibile

Militari Leva Obbligatoria Una foto di militari in azione (fonte: Ministero della Difesa)

L’ultima in ordine di tempo il leader del Carroccio, e Ministro degli Interni, l’ha lanciata così, un po’ su due piedi, da un palco di un congresso in Puglia, più precisamente Lesina. “Reintrodurre la leva obbligatoria”, più o meno suona così l’affermazione di Matteo Salvini:

«Vorrei che oltre ai diritti tornassero a esserci i doveri […] facciamo bene a studiare i costi, i modi e i tempi per valutare se, come e quando reintrodurre per alcuni mesi il servizio militare, il servizio civile per i nostri ragazzi e le nostre ragazze così almeno impari un po’ di educazione che mamma e papà non sono in grado di insegnarti».

Il proclama però sembra un tuono destinato a non scomporre un cielo sereno e tranquillo. Tanto è vero che lo stesso Ministro della Difesa Elisabetta Trenta l’ha già chiusa con un: “Idea romantica ma non al passo con i tempi”. Inoltre bisognerebbe prevedere le coperture economiche per tornare alla naja.

Possibile: investire nelle scuole

Ma la voce che ci riguarda più da vicino è quella di Possibile, il movimento nato dalla fuoriuscita dal Pd di Pippo Civati e altri. La segretaria Beatrice Brignone invita Salvini alla riflessione: “Ma se davvero Salvini trovasse dal nulla 15 miliardi di euro – la cifra che secondo un servizio di Fanpage servirebbe a riavviare la leva militare obbligatoria, ndr – non sarebbe meglio investirli davvero nell’educazione di ragazzi e ragazze, destinandoli alla scuola pubblica statale?”.

Scuole sicure, spacciatori o edifici pericolanti?

La questione leva diventa anche l’occasione per una stoccata da parte della segretaria di Possibile sull’argomento delle “scuole sicure” con l’idea di destinare dei fondi in un progetto per individuare gli spacciatori all’esterno degli istituti scolastici, ancora una volta si sposta l’attenzione su problemi che il partito definisce più urgenti. Ossia, la tenuta delle scuole stesse.

“Sul sito del Miur – spiega la Brignone – si trova un resoconto dell’Associazione Nazionale Presidi, secondo il quale solo il 3% degli edifici scolastici italiani è in condizioni ottimali di manutenzione, il resto necessita di interventi più o meno consistenti e onerosi e la media dei crolli è di quasi uno a settimana. Sempre secondo l’Anp, un edificio su quattro è sottoposto a una manutenzione inadeguata”.

“Il ministro – chiosa la Brignone – farebbe bene a preoccuparsi di questi dati allarmanti anziché di crocefissi e reintroduzione della leva militare”.

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Concorso DSGA, a settembre – ottobre il bando

sede Miur Trastevere Roma

Sono giorni di fermento per la stesura del calendario delle prove concorsuali e, direttamente dal MIUR, arriva la notizia tanto attesa da migliaia di persone: nella giornata di mercoledì, infatti, il Ministero ha reso noto ai sindacati che è stata inviata la procedura attraverso apposita informativa al Ministero dell’Economia e delle Finanze per bandire il concorso per il profilo di Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi della scuola (a seguire, DSGA).

Questo concorso, atteso da anni, costituisce un’ottima opportunità sia per coloro che hanno comunque svolto negli ultimi anni le medesime mansioni, sia per chi desidera intraprendere una differente attività lavorativa.

L’uscita del bando è prevista fra settembre e ottobre prossimi, i posti disponibili sono circa duemila e le immissioni in ruolo dovrebbero essere disposte già nell’anno 2019/2020.

LA POSIZIONE

La posizione del DSGA è indispensabile al funzionamento amministrativo, contabile e organizzativo delle scuole, anche perchè la qualità di un’istituzione scolastica è assolutamente correlata ad una buona gestione e alla capacità di leadership dei Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi.

I REQUISITI

Per partecipare al concorso, sono richiesti:
– diploma di laurea in giurisprudenza, scienze politiche, sociali o amministrative, economia e commercio;
– diplomi di laurea specialistica (LS) 22, 64, 71, 84, 90 e 91;
– lauree magistrali (LM) corrispondenti a quelle specialistiche ai sensi della tabella allegata al D.I. 9 luglio 2009.
Oltre al personale in possesso dei suddetti titoli potranno partecipare, in deroga agli stessi, gli assistenti amministrativi che, alla data di entrata in vigore della legge di Bilancio (01/01/2018), abbiano maturato almeno tre anni interi di servizio negli ultimi otto nelle mansioni di direttore dei servizi generali ed amministrativi.

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Consiglio dei Ministri, sì all’assunzione a tempo indeterminato di 57mila docenti

consiglio dei ministri

E’ arrivata ieri sera la notizia che migliaia di precari stavano aspettando da tempo: il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera alle assunzioni nelle scuole per l’anno scolastico 2018/2019.

Su proposta dei Ministri della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno, del collega dell’Economia Giovanni Tria e del responsabile dell’Istruzione Marco Bussetti, il Consiglio ha approvato l’autorizzazione ad assumere, a tempo indeterminato, 57.322 unità di personale docente su posti vacanti e disponibili.

Nello specifico si tratta di 43.980 docenti su posto comune e 13.342 docenti su posto di sostegno.
A corredare la notizia, le assunzioni di 46 unità di personale educativo, 212 dirigenti scolastici e 9.838 unità di personale ATA.

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Scuola e siti internet, da settembre il dominio passa da .gov a .edu

donna scrittura laptop test concorso dirigenti scolastici

E’ un autunno carico di novità quello che si prospetta: a partire dal 20 settembre prossimo, il Miur informa che le scuole dovranno cambiare dominio per il sito online, passando da “Gov.it” ad “Edu.it”.

Questa migrazione è stata preceduta dalla   determina n. 36 del 12 febbraio 2018 dell’Agenzia per l’Italia Digitale, con la quale è stato stabilito, coerentemente con il  Piano Triennale per l’informatica nella nella PA 2017/2019, che il dominio “gov.it” va assegnato soltanto alle Amministrazioni centrali dello Stato.

Quali sono i passaggi?

Ogni istituto scolastico, statale e non, a partire dal 20 settembre dovrà verificare sul database Whois se è disponibile il nome che si è scelto, trovando nella Lista un Registrar che provvederà direttamente alla registrazione del dominio.

Attenzione: Prima di avviare la procedura è fondamentale accertarsi di avere a disposizione il codice meccanografico e tutti i dati identificativi della scuola e del legale rappresentante!

Per le tempistiche, è importante affrettarsi: solo le scuole che faranno la registrazione nel primo anno, ossia dal 20 settembre 2018 al 19 ottobre 2019, potranno mantenere lo stesso terzo livello del nome (es. il liceoleopardi.gov.it potrà diventare liceoleopardi.edu.it). I nomi a dominio delle scuole già registrate solo in questo arco di tempo iverranno riservati nell’SLD (Second Level Domain) edu.it. Il Registro.it non addebiterà al Registrar oneri per la registrazione dei nomi a dominio edu.it.

Dopo il 20 ottobre 2019, i nomi non ancora registrati saranno nuovamente disponibili disponibili e verranno assegnati secondo l’ordine cronologico di arrivo delle richieste.

Le scuole potranno mantenere il dominio “gov.it”sino  alla scadenza del contratto di canone con il proprio gestore ed eccezionalmente anche nel caso in cui questo superi la scadenza prevista dalla determina AgID.

Ulteriori istruzioni operative circa le modalità di migrazione/registrazione saranno fornite successivamente.

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Bonus merito a settembre per i docenti, esteso anche ai precari

ccnl comparto scuola soldi

Il bonus merito per i docenti sarà erogabile già dalla busta paga di settembre. In questi giorni infatti si sta procedendo all’accreditamento dei soldi alle scuole. Quindi già da settembre le segreterie potranno erogare il bonus sulle buste paga dei docenti.

Le risorse verranno ripartite come sulla scorta dell’intesa tra i sindacati e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca siglata il 25 giugno 2018.

Cos’è il Bonus Merito?

Il bonus merito è un riconoscimento economico stanziato e voluto dal Miur e destinato a quei docenti che si sono distinti nel corso dell’anno per la qualità del loro insegnamento. Si riconosce così economicamente il lavoro di alcuni insegnanti che si sono particolarmente distinti nel loro operato, tenendo conto anche di alcuni fattori come in contesto sociale in cui operano.

La discrezionalità è a carico del dirigente scolastico, ed è da considerarsi come una retribuzione accessoria e variabile.

Il bonus esteso anche ai docenti precari

Tra le novità più importanti dell’ultimo accordo raggiunto c’è l’estensione del bonus anche a chi ha un contratto a tempo determinato.

Le risorse a disposizione per il bonus merito per i docenti

L’importo disponibile passa a 130 milioni nel 2018, settanta milioni in meno rispetto alle altre annualità. Il calo è dovuto al fatto che si è attinto da questi fondi per permettere l’aumento stipendiale base dei docenti, da un minimo di 85.50 euro a un massimo di 110.70 euro lordi.

A pieno regime si arriverà a 160 milioni di euro, da ripartire per tutte le scuole.

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Obbligo vaccinale rinviato di un anno: cosa accade ora

vaccinazione bambini scuola

Nel Milleproroghe in discussione al Senato compaiono e vengono approvati due emendamenti identici, a firma Movimento 5 Stelle e Lega, che di fatto rinviano di un anno l’obbligo a dimostrare le avvenute vaccinazioni all’atto dell’iscrizione a scuola. Nella Camera alta i due emendamenti hanno ottenuto 149 voti a favore contro 110 a sfavore (un astenuto).

Il Milleproroghe cancellerebbe l’ultima circolare firmata Grillo

Argomento sentitissimo da gran parte della base del Movimento 5 Stelle, quello dei vaccini è stato uno dei primi interventi del nuovo esecutivo gialloverde e del Ministro della Salute Giulia Grillo. Tanto è vero che all’incirca un mese fa una circolare a firma della stessa Grillo e di Marco Bussetti, a capo del Miur, stabiliva che l’obbligo vaccinale restava invariato ma – anziché presentare documentazione ufficiale delle Asl – si poteva autocertificare.

Laddove il Milleproroghe, dopo la votazione di tutti gli emendamenti e quella finale, passasse anche alla Camera, questa circolare viene de facto cassata.

Cosa dicono gli emendamenti?

In estrema sintesi, gli emendamenti rinviano di un anno l’obbligo vaccinale. Per l’anno scolastico 2018/19 insomma non c’è bisogno di presentare documentazione di alcun tipo (né delle Asl, né autocertificazioni) per poter iscrivere il proprio figlio a scuola.

Un’inutile complicazione

Ci sono due aspetti da tenere in conto riguardanti questa vicenda.

Giulia Grillo (foto: Facebook)
Giulia Grillo (foto: Facebook)

Il primo riguarda le tempistiche: non è detto, infatti, che il Milleproroghe diventi legge entro settembre, ossia entro l’iscrizione a scuola. In quel caso – e in assenza di decreti d’urgenza – resta in vigore come “regolamento” la circolare Grillo-Bussetti e, quindi, l’obbligo di presentare certificazione e/o autocertificazione delle avvenute vaccinazioni. Anche se la stessa già di per sé era oggetto di critiche e analisi: la circolare andrebbe a modificare quanto stabilito da una legge approvata e questo non è assolutamente scontato sia lecito.

Il secondo riguarda direttamente il ministro Giulia Grillo. Travolta dalle critiche, la Grillo ribadisce: “I bambini dovranno continuare a essere vaccinati e i genitori dovranno ancora presentare le certificazioni“. Se questa è la volontà politica, non si comprende proprio perché incartarsi da soli su un emendamento che strizza l’occhio agli anti-vax oltre ogni ragionevole interpretazione di sorta. Non solo, ma rispondendo a chi la contesta, il ministro Grillo rassicura: “Insieme al ministro dell’Istruzione garantiremo a tutti i bambini immunodepressi, quelli che non possono scegliere se vaccinarsi o meno, l’adeguata collocazione in classi in cui è assicurata la copertura vaccinale. In questo modo dando la priorità a chi non può scegliere rispetto a chi può scegliere di vaccinarsi e decide comunque di non farlo”. Insomma, come incartarsi da soli.

Lo scontro politico e la presa di posizione delle Regioni

L’emendamento non è andato giù nemmeno a due esponenti pentastellati: parliamo della senatrice ed ex biologa Elena Fattori che ha votato contro (“Rispetto la scelta del mio gruppo ma per mia storia personale, professionale e dolorosamente di madre non posso fare altro che dissociarmi dal mio gruppo e esprimere un indignato voto contrario”) e del deputato ed ex chirurgo Giorgio Trizzino (“Non si ritenga che per garantire l’accesso agli asili nido ed alle scuole materne si possa immaginare qualsiasi forma di deroga sull’obbligo a vaccinare i bambini”).

Critiche sono arrivate anche da Pd e Forza Italia, mentre netta è la presa di posizione delle Regioni guidate dall’opposizione.

Più di una Regione – opponendosi a quanto prevede il Milleproroghe – si è già messa all’opera per verificare se esistano i presupposti per aggirare l’eventuale legge nazionale: l’Umbria di Catiuscia Marini…

… e la Campania di Vincenzo De Luca.

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Napoli: 2,6 milioni di euro per il rifacimento delle scuole

ex Provincia Napoli città metropolitana

Con l’approvazione degli elaborati progettuali da parte del sindaco della Città Metropolitana di Napoli Luigi de Magistrial via un complesso piano di interventi per la manutenzione ordinaria delle scuole.

Il valore complessivo ammonta a 2,6 milioni di euro e riguarderà gli edifici scolastici in proprietà (o in uso gratuito con competenza dell’ex Provincia) sul territorio metropolitano (ivi comprese le isole).

Che interventi verranno effettuati?

Prima di tutto la sicurezza: secondo un preciso ordine di priorità verranno in primis realizzate opere per il ripristino, il risanamento e il consolidamento degli edifici scolastici, anche strutturale; poi il ripristino e la modifica di locali e tutto ciò che ne concerne, dalla realizzazione di murature, tramezzature, pavimentazioni ai rivestimenti, le tinteggiature e le verniciature; opere di messa in sicurezza, ma anche l’impermeabilizzazioni dei lastrici solari per evitare il fenomeno delle infiltrazioni, e il rifacimento dei bagni e dei servizi igienici.

Fondi per l’Artemisia Gentileschi

Nelle stesse ore un’altra delibera stanzia 30mila euro per concludere – finalmente – i lavori all’Istituto Artemisia Gentileschi di Agnano, finito più di una volta sotto i riflettori delle cronache.

Per il Gentileschi i 30mila euro si vanno ad aggiungere ai 617mila già stanziati. Serviranno per rimettere a posto e in sicurezza le facciate esterne della scuola, cornicioni e intonaco, in modo da restituirla al vecchio splendore. Gli interventi riguarderanno anche la sostituzione di tutti gli infissi esterni con nuovi infissi con prestazioni termiche all’avanguardia.

Il sindaco della città metropolitana di Napoli Luigi de Magistris (fonte: Wikicommons)
Il sindaco della città metropolitana di Napoli Luigi de Magistris (fonte: Wikicommons)

Il commento

“La Città Metropolitana di Napoli ha tra i suoi obiettivi strategici la funzionalità e la sicurezza delle scuole superiori su tutto il territorio metropolitano. Da quando mi sono insediato abbiamo messo in campo il più grande investimento sull’edilizia scolastica che si sia registrato dal terremoto ad oggi. E questo nonostante i gravi tagli inferti agli enti locali, grazie alla tenacia del sottoscritto e di tutte le forze politiche presenti in Consiglio Metropolitano, cui va il mio ringraziamento soprattutto perché si tratta di interventi a favore dei territori”.

Questo quanto dichiarato dal sindaco metropolitano Luigi de Magistris.

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Campania: la Regione anticipa i soldi per trasporto e assistenza specialistica

Un anticipo, per un ammontare di 4,6 milioni di euro: è quanto la Regione Campania ha anticipato “di tasca sua” con l’obiettivo di fornire ai Comuni e agli Ambiti territoriali le risorse necessarie per far partire l’anno scolastico correttamente.

Con questo stanziamento, è praticamente garantito per gli istituti scolastici l’avvio del servizio di trasporto scolastico e l’assistenza specialistica per i bambini con disabilità sensoriali.

Lo ha reso noto la Regione stessa.

Gli stanziamenti al 70 e al 50 percento

Questo anticipo, in attesa del riparto dal Fondo ministeriale apposito, copre il 70 percento delle risorse necessarie per Ambiti territoriali e Comuni che hanno presentato rendicontazione nelle ultime due annualità, mentre questa percentuale scende al 50 percento per Comuni e Ambiti che non l’hanno presentata.

A cosa servono le risorse stanziate?

Questo primo stanziamento ammonta a 4.6 milioni che verranno così suddivisi:

  1. Circa 2,5 milioni per le spese vive del trasporto scolastico e il sostegno delle
    rette per convitto/semiconvitto degli alunni con disabilità sensoriale;
  2. Circa 2,1 milioni per i servizi di assistenza specialistica per questi alunni disabili

Le dichiarazioni

Spiega all’Ansa l’assessore alle
Politiche sociali e all’Istruzione della Regione Campania Lucia Fortini:

«Con questo provvedimento i Comuni e gli Ambiti Territoriali sono nelle condizioni di far partire fin dal primo giorno di scuola tutti i servizi per il trasporto e assistenza specialistica per gli alunni con disabilità iscritti alle scuole secondarie di secondo grado. Il meccanismo di finanziamento che abbiamo pensato è basato sulla premialita’ per i Comuni e gli Ambiti Territoriali che negli anni passati hanno dimostrato efficienza nella gestione delle risorse, ma allo stesso tempo non blocca i fondi per nessuno, scongiurando così che si
penalizzino famiglie e studenti».

Soddisfatto anche il governatore campano Vincenzo De Luca che invita adesso i Comuni e gli Ambiti ad avviare tutte le attività necessarie, sottolineando l’inpegno della Regione Campania per il controllo e il supporto all’infanzia disagiata.

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Passa il Decreto Dignità alla Camera: ecco cosa accade nel comparto scuola

sede Miur Trastevere Roma

Il 2 agosto in serata la Camera ha dato l’ok: il Decreto Dignità è stato finalmente approvato dai deputati. Ora la palla passa il 7 agosto al Senato, dove verosimilmente verrà posta la questione di fiducia. Il mondo della scuola guardava con particolare interesse a quanto accadeva a Roma perché interessato molto da vicino. In particolare per la questione dei diplomati magistrale a cui proprio il Decreto Dignità offre una soluzione che al momento è un tampone.

Diplomati magistrale e Decreto Dignità, cosa accade ora

Come avevamo anticipato, per i diplomati magistrale si apre la salvaguardia del posto di lavoro per almeno un anno. Il Decreto Dignità, come negli auspici del Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, “preserverà il regolare inizio dell’anno scolastico”. Quando sugli insegnanti interessati dalle ripercussioni della sentenza del Consiglio di Stato calerà la mannaia della legge, i loro contratti saranno trasformati in temporanei con scadenza a giugno 2019. Così come gli assunti con riserva delle Graduatorie ad Esclusione che, sempre stando alla provvisoria soluzione trovata ad oggi, vedranno trasformarsi il contratto in una supplenza di un anno (fino al prossimo giugno 2019).

Inoltre resta il concorso straordinario. Il concorso straordinario è riservato ai docenti in possesso di diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/02 e ai laureati in Scienze della formazione primaria con due annualità di servizio specifiche negli ultimi otto anni.

Soluzione temporanea?

Si tratta a tutti gli effetti di una soluzione temporanea volta ad “aggirare” la sentenza dello scorso dicembre del Consiglio di Stato che ha provocato un terremoto nel comparto scuola. Il MIUR promette però per il futuro più concorsi, tra cui uno ordinario il cui iter dovrebbe vedere a breve la luce.

Via al limite dei 36 mesi

Altra importante novità, o meglio cancellazione, è il limite di 36 mesi per gli incarichi annuali su posto vacante e disponibile che, introdotto con la c.d. legge della Buona Scuola ora viene cassato.