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Trattativa per il rinnovo del contratto, nuovo incontro tra Miur e sindacati

sede Miur Trastevere Roma

Titolarità su scuola per tutti, trasferimenti in 3 fasi (comunale, provinciale e interprovinciale), pubblicazione dei movimenti di tutti gli ordini e gradi di scuola nella stessa data: sono queste le novità più importanti emerse nel quarto incontro di trattativa per il rinnovo del contratto integrativo sulla mobilità a domanda (trasferimenti e passaggi) che si è tenuto il 28 novembre presso il Miur, tra i rappresentanti dell´Amministrazione centrale e dei Sindacati firmatari del contratto nazionale.

Nel corso dell´incontro i rappresentanti del Miur hanno avanzato nuovamente la proposta di ridurre al 50% le disponibilità per i passaggi dal sostegno al posto comune. L´amministrazione ha argomentato la proposta facendo presente che l´anno scorso vi sono stati 1900 passaggi e le scuole hanno difficoltà a reperire supplenti muniti del titolo di specializzazione per coprire i posti lasciati liberi dai docenti che ottengono il passaggio.

La Gilda, insieme agli altri sindacati, ha rappresentato la netta contrarietà a limitare il diritto dei docenti di sostegno a chiedere il passaggio sul posto comune. In più, la delegazione ha fatto presente che eventuali limitazioni del diritto alla mobilità dei docenti di sostegno non potrebbero essere introdotte per contratto, perché, in assenza di una specifica norme di legge, la relativa clausola contrattuale risulterebbe nulla. “Fermo restando la contrarietà ad una eventuale norma di legge che disponesse in tal senso che, peraltro, potrebbe anche essere incostituzionale, perché introdurrebbe una forte limitazione del diritto alla mobilità solo per una ristretta categoria di personale”.

Nel corso dell´incontro è stata anche affrontata la questione della mobilità dei docenti delle materie di indirizzo dei licei musicali. A questo proposito l´Amministrazione ha fornito i dati della mobilità professionale e delle utilizzazioni di questa particolare tipologia di personale.

I docenti che hanno chiesto e ottenuto il passaggio di ruolo o di cattedra nel 2017/2018 sono stati 1032 e nel 2018/2019 sono stati 169. Le utilizzazioni, invece, sono state 289 nel 2017/2018 e 187 nel 2018/2019.

Sulla questione è stata raggiunta un´intesa di massima per valorizzare la continuità didattica prevedendo un´aliquota maggiore per i passaggi di cattedra che, però, sarà fissata in una prossima riunione.

La discussione riprenderà la prossima settimana. Sono previsti due incontri martedì 4 e mercoledì 5 dicembre.

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Concorso straordinario infanzia e primaria, ricorso sulla validità dell’esperienza in sezioni primavera

studenti scuola primaria generica

Tra i requisiti richiesti per la partecipazione al concorso “straordinario” riservato alla scuola primaria e infanzia, il Miur ha inserito due anni di servizio prestato presso scuole statali, ma non ritiene utile il servizio svolto da molti docenti nelle cosiddette “sezioni primavera” istituite dalla legge 296/2006 come iniziativa per favorire la continuità del percorso formativo 0-6.

“Per far fronte alla necessità di servizi educativi per i bambini al di sotto dei tre anni – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – sono stati attivati ormai da un decennio questi progetti che la norma ha voluto per favorire quell’ampliamento qualificato dell’offerta formativa rivolta a bambini dai 24 ai 36 mesi che fosse improntato su criteri di qualità pedagogica. Le sezioni “primavera” sono state istituite come sezioni sperimentali aggregate alla scuola dell’infanzia e vi prestano servizio educatrici qualificate e abilitate all’insegnamento nella scuola Infanzia. Non si capisce per quale motivo, ora, il Miur non ritenga utile tale servizio di insegnamento al fine dell’accesso al concorso per la scuola Infanzia quando lo stesso servizio è ritenuto utile ai fini del punteggio nelle Graduatorie e le educatrici che vi lavorano sono abilitate all’insegnamento proprio nella scuola infanzia”.

L’Anief, dunque, ha attivato lo specifico ricorso cui è già possibile aderire per dare la possibilità alle docenti abilitate nella scuola infanzia con diploma di scuola magistrale, di istituto magistrale o con la Laurea in SFP che hanno svolto la loro attività educativa presso le sezioni primavera di partecipare al concorso per la scuola ifanzia; possono partecipare al ricorso coloro che non hanno le due annualità di servizio svolto nelle scuole statali, ma che raggiungerebbero tale requisito computando il servizio svolto nelle sezioni primavera (il servizio deve essere svolto con  almeno 180 giorni per ogni anno scolastico, anche non continuativo, oppure con servizio continuativo dal 1° febbraio fino al termine delle attività didattiche).

Per partecipare al ricorso è necessario inviare all’USR di proprio interesse il modello cartaceo predisposto dall’Ufficio Legale Anief entro il 12 dicembre, termine ultimo fissato dal bando per la proposizione della domanda di partecipazione, e aderire allo specifico ricorso entro la medesima data, seguendo le istruzioni fornite dall’Ufficio Legale Anief per l’invio di tutta la documentazione utile ai fini dell’effettiva proposizione dell’azione legale.

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Precariato, i numeri della vergogna: 114.000 supplenze annuali

Anief Sciopero

riceviamo e pubblichiamo:

Di emergenza precariato nella scuola cominciano a parlare anche gli altri sindacati: dopo la denuncia dell’Anief, pure le altre organizzazioni, in difesa dei diritti di docenti e Ata, tirano finalmente fuori i numeri della vergogna sulle supplenze annuali assegnate quest’anno: 90.000 quelle del personale docente nell’a.s.2018/19, 114.000 se si considera anche il personale ATA e il personale educativo. Si tratta di numeri altissimi, destinati a crescere perché le norme sugli anticipi pensionistici al vaglio del governo, in particolare quota 100, prima o poi entreranno in vigore e si prevede che almeno 80 mila docenti e Ata possano lasciare nel volgere di un anno. Considerando l’ostinatezza del Ministero dell’Economia e delle Finanze nel negare le immissioni in ruolo ordinarie proposte dal Miur, l’ultima delle quali di appena circa 27 mila posti, è possibile che a breve il numero di cattedre da coprire con supplenti annuali si avvicini alle 300 mila unità. Per questo, occorre una disposizione straordinaria che metta le cose a posto, quale può essere solo la riapartura delle GaE.

“Come si può pensare che a fronte di una mole così alta di posti vacanti e disponibili, peraltro in difetto perché ne andrebbero aggiunti decine di migliaia oggi collocati nel finto organico di fatto, non utile per trasferimenti ed immissioni in ruolo, si debba procedere ad assunzioni e concorsi di facciata?”: a chiederlo pubblicamente è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, che con il suo sindacato rappresentativo ha promosso sul reclutamento prima una serie di emendamenti alla Legge di Stabilità ed in questi giorni anche al  disegno di legge 763, in questo momento all’esame della VII Commissione del Senato.

In particolare, il giovane sindacato autonomo della scuola ha chiesto che “a partire dall’anno scolastico 2019/20” siano “riaperte le graduatorie di cui all’articolo 1, comma 605, lettera c), della Legge n.296 del 27 dicembre 2006” che attraverso apposito “decreto del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca da emanarsi entro 60 giorni dall’approvazione della presente legge”, si disponga “l’inserimento, a domanda, di tutto il personale in possesso di abilitazione, ivi incluso il diploma magistrale conseguito entro l’a. s. 2001/2002 e il diploma tecnico professionale, nonché del personale educativo.”

Il professor Marcello Pacifico spiega che “in questo modo, alimentando l’attuale doppio canale di reclutamento, si riuscirebbe con una sola manovra a stabilizzare il personale precario e nel contempo a garantire quella continuità didattica che tutti invocano, amministrazione e governanti compresi, ma poi nessuno riesce a conseguire, proprio per via dell’alto numero di posti che rimangono liberi pur in presenza di personale selezionato, abilitato e che attende solo di essere assunto. E questo andare, tra l’altro, va palesemente contro l’Ue, considerando anche la procedura d’infrazione n. 2014/4231 pendente presso la Commissione europea”.

“Il nostro obiettivo è permettere a tutto questo personale, con titoli e che in alta percentuale ha già maturato esperienza diretta dietro la cattedra, di inserirsi nelle graduatorie ad esaurimento all’atto del loro aggiornamento. Il tutto non prevede nemmeno spese aggiuntive, considerando che ad oggi questi docenti vengono assunti per circa dieci mesi l’anno, per poi percepire l’assegno di disoccupazione nei periodi di sospensione tra un contratto e l’altro”, conclude il sindacalista autonomo.

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Università: a Napoli si presenta “La Rete dei saperi”

Si presenterà oggi venerdì 30 novembre 2018 il volume ‘La Rete dei Saperi nelle università napoletane da Federico II al duemila’.

L’appuntamento è alle 10.30 nell’Aula Magna Storica dell’Ateneo federiciano, in corso Umberto I, 40, a Napoli

Aprirà l’incontro Gaetano Manfredi, Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Seguirà la presentazione del volume con gli interventi di Gian Paolo Brizzi, Professore Emerito di Storia Moderna Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, Angelo Massafra, Professore di Storia Moderna Università degli Studi di Bari, e Federico Vercellone, Professore di Estetica Università degli Studi di Torino, moderati da Alessandro Barbano, giornalista e saggista.

Le conclusioni saranno affidate a Cesare De Seta, Professore Emerito di Storia dell’Architettura Università degli Studi di Napoli Federico II.

‘Oggi, nel momento della crisi della globalizzazione economica, l’Università ha il compito straordinario di costruire una nuova cittadinanza globale basata su saperi e valori culturali condivisi in cui le diversità diventano fattore di arricchimento. Una cittadinanza che superi i muri che stanno alzando i nuovi nazionalismi e i vecchi populismi, per formare una classe dirigente capace di interpretare e di guidare la globalizzazione verso un mondo nuovo che faccia crescere le opportunità in un nuovo Rinascimento. Da queste considerazioni è nata una riflessione – si legge nella presentazione del volume scritta dal Rettore Gaetano Manfredi e dal Prorettore Arturo De Vivo -. Ripensare all’Università a Napoli partendo dalla storia della straordinaria rete di saperi che si è stratificata in questa città negli ultimi otto secoli. Una rete fatta di contaminazioni continue, innovazioni improvvise, cooperazioni e conflitti. Partire da una attenta analisi del passato per progettare il futuro, Capire che, nell’epoca della globalizzazione, rappresentare le identità aiuta a costruire mappe e a condividere percorsi, aiuta a vivere nel mondo con la consapevolezza delle proprie radici’.

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Garanzia Giovani: Regione Campania e ODCEC Napoli al fianco dei ragazzi

garanzia giovani campania odcec

“La seconda fase di Garanzia Giovani partirà con un investimento di 221 milioni di euro. Abbiamo previsto nuove misure che riguarderanno i giovani Neet e anche le famiglie Rei. Una misura in particolare riguarderà i giovani Neet figli di famiglie che prendono già la carta Rei: per loro ci sarà un ulteriore tirocinio pari a 12 mesi, così come per svantaggiati e categorie protette. Vogliamo che nella nostra Regione il disagio diventi opportunità”. Lo ha detto l’assessore regionale al Lavoro Sonia Palmeri nel corso del convegno “Lavoro ed incentivi: la nuova Garanzia Giovani”, che si è tenuto presso l’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, presieduto da Vincenzo Moretta.

“Questo lavoro – spiega l’assessore – coinvolge fortemente anche i dottori commercialisti nel progetto Ala, Autoimprenditorialità e Lavoro Autonomo. L’esperienza dei professionisti sarà messa a disposizione di tutti coloro, giovani o meno, che vorranno creare un’opportunità di impresa. Questo vuol dire stare insieme, fare rete e aiutare lo sviluppo della regione. Porteremo avanti questi progetti il 6 dicembre, nella zona terremotata di Ischia, per presentare l’iniziativa “100 selfie da Ischia e resto al Sud”.

“L’Ordine dei dottori commercialisti di Napoli ha lavorato e continuerà a lavorare per supportare i giovani del territorio – ha evidenziato Moretta -. Un’azione che sarà sempre più forte perché forti sono le difficoltà che i ragazzi incontrano sulla loro strada, vivendo un momento di grande crisi economica. Vogliamo dare a tutti una possibilità e credo che per riuscirci sia necessaria una forte sinergia con le istituzioni e le Università”.

Maurizio Turrà, presidente della Commissione Università, scuola e placement, ha sottolineato che “i commercialisti napoletani lavorano al fianco ed a supporto delle istituzioni. Nella sede dell’Ordine abbiamo creato il primo sportello d’Italia di Garanzia Giovani, dove abbiamo fatto incontrare tanti commercialisti con i loro clienti, creando vera occupazione. Tanti ragazzi sono stati assistiti dai nostri colleghi e hanno creato nuove imprese, dando vita ad un circolo virtuoso che speriamo sia destinato a continuare”.

Per Monica Buonanno, assessore al Lavoro del Comune di Napoli, “l’impegno è quello di valutare e analizzare ogni possibile leva utile per favorire l’inserimento e il reinserimento di giovani e meno giovani nel mondo del lavoro. Inoltre vogliamo dare un nuovo corso ai servizi per il lavoro, che devono essere di accompagnamento a ogni misura messa in campo dalle istituzioni”.

Maria Cristina Gagliardi, vicepresidente della Commissione, ha infine rimarcato come “in particolare il selfie-employment è una grande opportunità per tutti i giovani Neet che vogliono avviare un’attività d’impresa. L’Ordine svolge un ruolo importante nell’orientamento dei giovani verso l’utilizzo di questa misura e nel supporto a questi ragazzi che vogliono fare della loro passione un lavoro”.

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Perché ai docenti nessun buono pasto?

buono pasto generico (fonte wikicommons)

Le settimane corte comprimono le lezioni, la scuola diventa sempre più un luogo aperto tutto il giorno, le riunioni così come gli incontri con i genitori e le attività pomeridiane si susseguono. Eppure, nonostante tutto ciò, i dipendenti pubblici del comparto scuola non godono del buono pasto a differenza di altri statali, quasi fossero di serie B.

Una questione che è portata nelle dovute sedi da Cisal. La questione è stata sollevata dalla delegazione del sindacato all’undicesima Commissione del Senato, corredata da una precisa proposta emendativa al disegno di legge S. n. 920 sugli interventi che in Parlamento si intendono adottare “per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell’Assenteismo”.

“Sottrarre il buono pasto solo ad una parte di dipendenti pubblici è ingiusto e discriminante”: lo sostiene la confederazione sindacale Cisal che ha chiesto una modifica all’articolo 5 del disegno di legge Concretezza, collegato alla legge di Stabilità, per assicurare finalmente l’istituto dei buoni pasti anche ai lavoratori insegnanti e Ata della scuola pubblica, in tutti quei casi in cui nell’istituto in servizio non sia attiva la mensa scolastica e laddove ai dipendenti sia richiesto un rientro pomeridiano.

Figli di un Dio minore

“Docenti, amministrativi, tecnici, collaboratori scolastici e DSGA non sono figli di un Dio minore: già devono fare i conti con uno stipendio fortemente ridotto e con aumenti così ridicoli che nel 2019 non arriveranno a coprire nemmeno l’inflazione, devono affrontare carichi di lavoro crescenti e con scarsissime possibilità di carriera, addirittura, come avviene per gli Ata dimenticando di istituire i profili professionali superiori previsti per legge e continuano poi ad essere penalizzati da un ‘temporizzazione’ economica che non ha senso e una ricostruzione di carriera che non tiene conto completamente del periodo del precariato”. Lo afferma Marcello Pacifico, presidente ANIEF.

“È chiaro che si fa questo per risparmiare. Ma lo sanno i parlamentari della Repubblica che si sta sottraendo un diritto proprio a quei dipendenti statali che già percepiscono gli stipendi più bassi di tutta la Pubblica Amministrazione, ovvero gli Ata? Lo sanno i nostri senatori che si sottrae il buono pasto a dei docenti che per motivi di lavoro non di rado si soffermano in un istituto scolastico anche per 12 ore? È chiaro che permanendo questa situazione, non si farà altro che mantenere l’ennesima discriminazione verso la categoria di lavoratori a cui ogni giorno – conclude Pacifico – affidiamo i nostri figli”.

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Concorso riservato Infanzia e Primaria. Anief attiva il ricorso per il Personale Educativo

scuola primaria stock

Anief attiva il ricorso specifico per personale educativo, così da permettere la sua partecipazione al concorso riservato: possono aderire coloro che sono in possesso del titolo abilitante per il Personale Educativo e che intendono prendere parte al concorso riservato agli abilitati con due anni di servizio, limitatamente ai soli posti per la scuola primaria. I ricorrenti devono comunque aver svolto due annualitàdi servizio con almeno 180 giorni per anno nella scuola primaria o come personale educativo.

Il ricorso sarà proposto presso il Tar del Lazio, avverso l’esclusione del personale educativo dal concorso riservato agli abilitati con due anni di servizio per posti della scuola primaria.

“Il bando di concorso – commentano dal sindacato – pone dei paletti che equivalgono a estromettere una grossa fetta di abilitati: per tale ragione, il giovane sindacato ha attivato una serie di ricorsi che vogliono tutelare i diritti degli esclusi attraverso la partecipazione al concorso riservato. Il concorsoconsisterà in una prova d’esame orale e non selettiva, con una durata massima di 45 minuti: 30 minuti di simulazione di lezione, provvista di spiegazione circa le scelte contenutistiche, didattiche e metodologiche compiute e 15 minuti di colloquio, vertente sui contenuti della lezione e sulla valutazione della lingua straniera. Tale prova comporterà la stesura di graduatorie che porteranno alle immissioni in ruolo”. Per partecipare al concorso bisogna fare domanda on line tramite il sistema ministeriale ‘Polis’ – Istanze On Line – dalle ore 9.00 del 12 novembre alle 23.59 del 12 dicembre.

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Precariato, il Ministro vuole anticipare le assunzioni dei docenti, critica Anief

Marco Bussetti Miur Ministro

Sulle immissioni in ruolo, l’obiettivo di Marco Bussetti è di anticipare le operazioni per avere tutto pronto a settembre, ed evitare alle scuole gli annosi problemi di organico. Le regole per le immissioni in ruolo non cambieranno e rimarranno quelle stabilite dalla legge 107/2015. Le graduatorie ad esaurimento continueranno ad essere utilizzate per il 50% delle assunzioni, il resto va ai concorsi: uno per la secondaria, uno per infanzia e primaria. Le disposizioni previste dal Ministro non convincono l’Anief: per assumere tutti i precari della PA occorre infatti realizzare una verifica degli organici, ad iniziare dalla Scuola, dove rimane altissima la percentuale di posti liberi ma non considerati tali, quindi inseriti nel cosiddetto organico di “fatto”, non utilizzabile per trasferimenti ed immissioni in ruolo, in pieno disprezzo della direttiva UE n. 70/1999.

“Sulle assunzioni nella scuola non ci siamo”: il sindacato Anief, che aderisce a Cisal, lo ha appena ribadito all’XI Commissione del Senato attraverso il suo presidente nazionale Marcello Pacifico:  in tutto il pubblico impiego – ha detto il sindacalista – oltre il 10% è composto da lavoratori precari. Se si vuole finalmente assumere a tempo indeterminato su tutti i posti vacanti e disponibili occorre farlo senza ragioni sostitutive in organico di fatto. Ad iniziare dalla scuola, che da sola contiene la metà di tuti i dipendenti pubblici non di ruolo. Solo così si sconfigge il precariato”.

Pacifico ha ricordato che in passato questa linea era stata attuata: “bisognerebbe andare a riprendere quanto disposto nella legge finanziaria 296 del dicembre 2006, attraverso la quale si intendevano stabilizzare tutti i precari della pubblica amministrazione. Anche più di recente, con una legge ad hoc, approvata durante il Governo dell’ex premier Enrico Letta, era stata prevista la stabilizzazione su 50% dei posti a chi aveva 36 mesi svolti. Ora, l’intenzione dell’attuale esecutivo è quella di mantenere in vita il canale che prevede l’assegnazione della metà dei posti vacanti a chi è in graduatoria? Ben venga, ma servono due provvedimenti paralleli: la riapertura delle GaE e la definizione dei posti realmente liberi, oggi collocati per meri motivi di risparmio su organici non utili per procedere alle assunzioni”.

“Nella scuola – ha continuato il presidente Anief – è clamoroso il caso dei docenti di sostegno, con quasi 50 mila posti assegnati in deroga, fino al 30 giugno anziché al 31 agosto dell’anno successivo, pur essendo privi di titolare. Ma anche tra il personale Ata, per il quale ad esempio l’area dei coordinatori dei collaboratori scolastici e degli assistenti tecnici non è mai stati attivata. In generale, si continua ad assumere senza andare a vedere quali postisono liberi da due anni. E a procedere alle assunzioni su tali posti. Così facendo – conclude Pacifico – non si risolverà mai il problema del precariato”.

Anief ha presentato specifiche richieste, a questo proposito, attraverso una memoria consegnata all’XI Commissione del Senato, da apportare da subito al decreto Concretezza, collegato alla legge di Stabilità, il DDL S. 920. Nello specifico, è stato chiesto di attuare “il ricambio generazionale nella PA” sicuramente con “lo sblocco completo del turn over”, invece ancora oggi “limitato dalla legge 133/2008”, ma anche tenendo contodelle numerose pronunce della corte di giustizia europea, del reiterato abuso dei contratti a termine sul 10% della dotazione organica del personale. Pertanto, si ritiene opportuno modificare il d.lgs. 368/01, al fine di garantirela stabilizzazione del personale a tempo determinato con 36 mesi di servizio, anche non continuativi, su posto vacante e disponibile senza ragioni giustificative o la riserva del 50% delle assunzioni anche attraverso concorso per suddetto personale.

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Riparte 18app, il plauso degli editori: “Un grande aiuto ai ragazzi”

18app 2021

Questione di poco, e finalmente i nati nel 2000 potranno finalmente accedere al loro bonus cultura di 500 euro erogato dal Mibac con 18app. La conferma definitiva del bonus cultura che viene esteso a chi ha compiuto o compirà 18 anni nel 2018 è stata accolta con entusiasmo dagli operatori di settore.

Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione Italiana Editori (Aie), ha così commentato la firma del decreto attuativo: “Siamo molto soddisfatti per la firma del decreto della 18app da parte dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali Alberto Bonisoli. Parliamo a nome di tutti gli editori, ma siamo sicuri che insieme a noi condividono soddisfazione e plauso l’intero mondo del libro e, soprattutto, i giovani 18enni che avranno così a disposizione un fondo per acquistare libri”.

“Il bonus cultura – spiega Levi – si è rivelato lo strumento che più ha aiutato la lettura negli ultimi anni. È un grande aiuto ai ragazzi, alle loro famiglie e a tutto il mondo del libro, anche in vista del Natale”.

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Una crociera per studenti con poeti, scrittori e laboratori

Ci si avvicina alle feste di fine anno e in molti Istituti scolastici si stanno valutando le proposte per i viaggi di istruzione, iniziative alle quali ogni anno partecipano oltre un milione di studenti. Rispetto al passato, secondo recenti indagini, crescono le mete in Paesi europei. In testa alla classifica delle mete più gettonate si trovano la Francia e la Spagna.

La gita scolastica (gli studenti continuano a chiamarla così) deve essere un momento di approfondimento e socializzazione facilitato dalla lontananza dall’edificio scolastico. Il ministero della Pubblica istruzione specifica che “le visite guidate e i viaggi di istruzione contribuiscono all’apprendimento, all’arricchimento culturale e professionale e alla crescita della personalità dello studente”. È quindi un’occasione da non perdere, anche tenendo conto di impegni e responsabilità sia prima che durante lo svolgimento del viaggio e dell’esborso economico delle famiglie.

Allora perché non utilizzare al meglio l’occasione? Per questo il mensile del libro e della lettura Leggere:tutti, insieme a Grimaldi Lines, dal 2013 ha messo a punto un progetto specifico: aMare Leggere, Festival di letteratura per ragazzi sul mare con partenza da Civitavecchia verso Barcellona. Durante il viaggio, sia all’andata che al ritorno, sono previsti laboratori, incontri con scrittori, spettacoli musicali, proiezioni di film tratti da libri con la partecipazione di registi. Arrivati a Barcellona, spazio a visite guidate alla scoperta di musei e monumenti della città catalana. Nelle edizioni precedenti hanno partecipato, tra gli altri, i poeti Ennio Cavalli e Claudio Damiani, gli scrittori Antonio Ferrara, Roberto Riccardi, Roberto Ippolito, Riccardo Mazzeo, Viola Ardone, Simona Sparaco, Cristina Chiperi, le scrittrici migranti Ubah Cristina Ali Farah e Elvira Mujcic, il candidato al Nobel per la Pace Haidar Hafez. Il programma della nuova edizione è in via di definizione: tra gli altri hanno già aderito gli scrittori Luigi Ballerini e Roberto Emanuelli, l’attore, doppiatore e speaker Gino Manfredi con “Leggere l’Infinito”, un viaggio verso Leopardi a 200 anni dal suo capolavoro. La lingua sarà al centro dell’incontro con la docente universitaria Luisa Corona nel workshop “Che cos’è la lingua, differenza tra scritto e parlato. Nell’ambito della rassegna cinematografica a bordo, sarà proposto il film “Quanto Basta” con la presenza del regista Francesco Falaschi.

Aspetto non secondario, il costo di partecipazione davvero contenuto: 235,00 euro comprensivi del viaggio in cabina a/r, pasti e animazioni a bordo. Previste opportunità per l’alternanza scuola-lavoro.