La didattica mista, con studenti a metà tra aula e casa, era da considerarsi “solo una proposta” rivolta principalmente agli “studenti più grandi”. Lo afferma Lucia Azzolina, ministro dell’Istruzione, dopo che l’ipotesi era circolate e criticata nelle scorse ore da parte di alcuni sindacati, dalle opposizioni ma anche da alcuni esponenti della maggioranza.
La querelle è entrata nel vivo dopo l’intervento delle scorse ore della responsabile del Dicastero all’Istruzione in tv, a Sky. La trasmissione ha provocato una serie di reazioni e spinto la Ministra a un lungo post di chiarimento su Facebook.
Ieri hanno fatto discutere alcune mie proposte per la riapertura di cui ho parlato in tv. Non sono decisioni già prese o imposte, sono elementi di dibattito, basati sul lavoro che stiamo portando avanti con il Comitato di esperti che sta collaborando con il Ministero per la ripresa delle attività e il Comitato tecnico scientifico che supporta il Governo dall’inizio dell’emergenza. Di questo ho parlato ieri, di proposte. Le critiche sono sempre utili, basta che non siano pretestuose.
Certo, ci sarebbe piaciuto poter riaprire tutto e farlo subito. Il Presidente del Consiglio Conte, io stessa, gli altri Ministri avremmo potuto inseguire un facile consenso, cavalcando il malcontento di una popolazione comprensibilmente esausta. Ma abbiamo giurato sulla Costituzione di fare l’interesse del Paese, non di curare il tornaconto personale. La salute dei cittadini viene prima di ogni cosa. Di questo siamo convinti.
Nelle scorse ore l’imprenditore Corrado Matacena, a capo del gruppo Matacena, ha inviato una lettera aperta a tutti i suoi clienti, in concomitanza con l’avvio della cosiddetta Fase 2 di contenimento dell’epidemia da Covid-19.
Ne riportiamo qui il testo integrale.
Gentile Cliente,
A nome di tutti in Matacena Web spero che Lei e i suoi cari siate in salute. Voglio condividere con Lei cosa stiamo facendo per affrontare questa emergenza ed esserle concretamente di supporto in questo momento.
La tutela della salute delle persone e la continuità dei servizi per i clienti sono stati da subito i nostri due obiettivi. Da lì siamo partiti, mobilitando tutte le nostre energie. Abbiamo cambiato molto: in Matacena Web molti di noi lavorano ora da casa, grazie a nuove modalità di contatto sono sempre connessi e disponibili.
Per contrastare l’emergenza e generare fiducia nella ripresa stiamo mettendo a disposizione le nostre competenze. Ringraziamo ospedali, medici e infermieri, medici indispensabili in questo delicato momento. Ma un ringraziamento particolare va anche agli insegnanti perché l’accesso all’educazione non accentui la disparità sociale.
Siamo consapevoli che sarà necessario ancora molto impegno da parte di tutti per affrontare l’incertezza di questo periodo e stiamo valutando ulteriori azioni.
Non esiti a contattarci, noi stiamo mettendo in campo i nostri valori e la solidità del gruppo Matacenaweb insieme all’energia e alla passione delle nostre persone, per dare sicurezza al presente e generare fiducia nel futuro.
Il nostro impegno di oggi vuole consolidare e rafforzare la fiducia che ci avete dato. Un grazie sincero per averci scelto.
Corrado Matacena
Vi ricordiamo che i siti del gruppo Matacena, oltre a quello che state visitano in questo momento, sono:
La Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha firmato il decreto che assegna le risorse del Fondo per l’Istruzione Tecnica Superiore: vengono stanziati oltre 33 milioni di euro per gli ITS (gli Istituti Tecnici Superiori), un modello formativo che continua a convincere gli studenti e a offrire risultati molto incoraggianti in termini occupazionali.
Secondo il monitoraggio nazionale 2020, realizzato su incarico del Ministero dell’Istruzione dall’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (INDIRE), l’83% dei diplomati ITS trova lavoro a un anno dal diploma e il 92,4% di questi riesce a impiegarsi in un’area coerente con il proprio percorso di studi. Il 79,3% si ritiene soddisfatto della propria scelta e il 93,5% ha apprezzato i propri docenti.
I finanziamenti previsti dal decreto firmato oggi dalla Ministra ammontano a 33.355.436 euro che saranno erogati alle Regioni attraverso le quali verranno distribuiti agli Istituti Tecnici Superiori per l’organizzazione della loro offerta formativa. Ai 33 milioni andrà ad aggiungersi, poi, la quota di co-finanziamento a carico delle Regioni, pari almeno al 30% delle risorse nazionali. Il decreto indica, oltre ai fondi, anche gli indirizzi di programmazione nazionale cui faranno riferimento gli ITS per l’adozione dei propri piani territoriali dell’offerta formativa.
Creare profili tecnici altamente specializzati e spendibili nel mondo del lavoro, supportare i percorsi legati ai processi di innovazione tecnologica, potenziare le iniziative di orientamento, garantire standard di formazione di livello internazionale sempre più alti: sono alcuni degli obiettivi individuati.
In merito alle possibili ipotesi per la ripartenza della scuola, Anief ritiene che vi siano diversi punti, enunciati dalla ministra dell’Istruzione, su cui il Governo farebbe bene a cambiare direzione. E l’occasione per farlo c’è ancora, visto che da martedì in commissione Cultura al Senato entrerà nel vivo la verifica degli emendamenti, alcune decine dei quali presentati da Anief, al testo del Decreto Legge n. 22 sulla scuola.
A proposito del rientro in classe a settembre, Anief conferma la sua
linea contraria alla didattica “mista”: il gruppo-classe deve rimanere
unito, svolgendo attività formativa nella sua interezza. Anche perché
perdurando la didattica a distanza, si continuerebbero a danneggiare i tanti
alunni estromesso a causa del problema
del digital
divide. Allora, se proprio non sarà possibile
ospitare nelle aule tutto il gruppo di studenti iscritti, l’unica soluzione
possibile rimane quella di partire da subito con classi riformulate da non
oltre 15 alunni, come ha
chiesto il giovane sindacato ai senatori della VII commissione. Ma anche
come ha da tempo professato e tentato di fare approvare, con un disegno di
legge, la stessa ministra Lucia Azzolina, ferma sostenitricedelle
classi con numeri contenuti di alunni e della necessità di cancellare le classi
pollaio.
Sulla necessità di dare una risposta a tanti cittadini con bambini piccoli che domani torneranno a lavorare, il sindacato ritiene che sia doveroso che il Governo si faccia carico del problema, ma dovrà trovare comunque una soluzione che permetta di non mettere a repentaglio la salute dei bambini e degli educatori che provvederanno ad accoglierli: accelerare il rientro, in condizioni di mancata sicurezza per continuare a prevenire il contagio del Coronavirus, rischia di vanificare la tendenza al ribasso della curva di contagio e quanto di buono fatto oggi in tantissime regioni e province, dove il numero di contagiati risulta lieve.
Una posizione simile riguarda anche l’esame di maturità che il ministero
dell’Istruzione vorrebbe fare in presenza: perché si deve forzatamente
allestire il colloquio dell’Esame di Stato a scuola, dal momento che
abbiamo la possibilità si svolgerlo in modalità telematica, come avviene
sistematicamente da anni per le università, non solo online, e anche per le
sedute di laurea che necessitano della presenza dei numerosi professori che
compongono le commissioni?
Necessita poi dei chiarimenti immediati, con convocazione immediata dei
sindacati, la sempre più possibile introduzione della didattica “mista” da
introdurre a settembre, perché a nostro avviso l’impegno lavorativo del
corpo insegnanti potrebbe subire un’ulteriore impennata, dopo che già
negli ultimi 60 giorni abbiamo assistito ad una maggiorazione del lavoro
preparatorio delle lezioni, nonché di verifica finale degli elaborati e di
tutoring individuale con modalità interattiva sincrona ed asincrona.
Come sarebbe il caso di convocare le organizzazioni sindacali per dirimere
una volta per tutte le polemiche sui concorsi: poiché è assodato che la strada
delle procedure ordinarie e straordinarie in atto porterà nella migliore delle
ipotesi a coprire a settembre solo una parte dei posti liberi nella scuola
secondaria, è evidente che bisogna introdurre delle procedure snelle,
senza prove, che incrementino la platea dei precari da stabilizzare.
“Come Anief – dice il suo presidente Marcello Pacifico – riteniamo che vi
sia ancora tutto il tempo possibile per organizzare una procedura concorsuale
che non comporti prove, peraltro inibite dallo stesso Governo per via
dell’emergenza Covid-19, ma si basi sulla valutazione dei titoli e dei servizi
svolti dal personale. In caso contrario, oltre a ritrovarci a settembre con una
quantità mai vista di supplenze da coprire, molte delle quali tramite Mad, lo
Stato dovrà anche fare i conti con un’ondata di ricorsi”.
Nella ridda di ipotesi che si stanno susseguendo sulle modalità di ritorno in classe a settembre, spunta anche quella della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina: non ci saranno doppi turni, ha garantito, ma gli studenti andranno in classe alternati, metà settimana un gruppo e metà settimana l’altro gruppo.
DIDATTICA “MISTA”
In ogni caso gli studenti sarebbero sempre “collegati” da casa quando non
saranno in aula. Innanzitutto la certezza è che “a settembre si deve tornare a
scuola, gli studenti hanno diritto di tornare a scuola”, ha puntualizzato la
ministra. Un principio che vale anche “per le scuole elementari”. Il modello
dovrebbe essere uguale per tutti, con una didattica “mista”: un po’ da
casa e un po’ in classe, almeno lì dove sarà possibile.
SUBITO A SCUOLA
La ministra ha anche ricordato che da domani, 4 maggio, “molti italiani
torneranno a lavorare e bisognerà dare risposte immediate alle molte
famiglie con bambini piccoli. Insieme al ministro Bonetti stiamo
lavorando a un protocollo per far sì che piccoli gruppi di bambini, quattro o
massimo cinque, possano essere seguiti. Tutto ciò in collaborazione con gli
enti locali che stanno facendo la loro parte. A breve questo protocollo sarà
sottoposto al Comitato tecnico-scientifico”. E i locali per accogliere i
bambini potrebbero essere anche quelli scolastici.
MATURITÀ IN PRESENZA
Sull’esame di maturità la ministra non ha dubbi: si può fare di persona. Gli
esami di Stato inizieranno dal 17 giugno, di persona: “Gli esami in
presenza si possono fare. In ambienti molto larghi, con tutte le
sicurezze del caso”. E con un “parere positivo del Comitato tecnico-scientifico
si possono fare”. Gli studenti, secondo Azzolina, “hanno il diritto di guardare
negli occhi di propri insegnanti quando faranno l’esame”.
PIÙ LAVORO PER I DOCENTI
Parlando del personale scolastico, Azzolina ha riposto a chi ha paventato, con
la didattica “mista”, un maggiore impegno dei docenti, dovuto all’esigenza
di avviare delle lezioni con classi divise in gruppi. “Togliamoci dalla testa
che gli insegnanti facciano 18, 24 o 25 ore, quelle sono quelle fatte di viso
con gli studenti, perché c’è tutto un tempo necessario alla preparazione delle
lezioni, di correzione, di studio e di ricerca che fa parte dell’orario della
classe docente”, ha puntualizzato.
CONCORSI
Sulle assunzioni ha dichiarato che “la scuola risponde al futuro del Paese, alle famiglie, agli studenti e al personale: chi in questi giorni sta dicendo che si possono fare concorsi per titoli e che da settembre si assumerebbero subito i docenti grazie a questi concorsi sta mentendo spudoratamente. Si tratta di concorsi attesi da anni. Se noi cambiassimo le norme, a settembre non assumeremmo proprio nessuno, assumeremmo solo chi è nelle graduatorie ad esaurimento e chi era nelle graduatorie dei concorsi precedenti ma non i precari che oggi chiedono di essere assunti. La politica lo deve dire chiaramente”.
Una Festa particolare in tutto il mondo, quella del Primo Maggio 2020, dedicata ai lavoratori, ma celebrata senza le piazze affollate e le ormai tradizionali kermesse musicali. Il Ministero dell’Istruzione ha deciso di passarla insieme a studentesse e studenti sui social per non rinunciare a riflettere sull’importanza di questa ricorrenza, anche attraverso la musica.
Ragazze e ragazzi saranno invitati a partecipare a un “concertone” su Instagram, che contribuiranno a realizzare postando le loro esibizioni musicali. A dare il là saranno le studentesse Karen, Sara e Fabiana dell’Istituto Superiore Enzo Ferrari di Susa (TO), con un messaggio in lingua dei segni. Sarà il turno, poi, dei ragazzi della Consulta studentesca della Calabria e di Sveva, studentessa del Liceo Visconti di Roma.
Per partecipare basterà registrare un brano, anche preceduto da un breve messaggio sulla giornata, e postarlo su Instagram, taggando il profilo Instagram del Ministero @misocialig.
Studentesse e studenti potranno celebrare così, con il linguaggio universale della musica, la giornata dedicata al diritto al lavoro e ai diritti dei lavoratori. La festa in musica di questo Primo Maggio animato dagli studenti è dedicata in primis a tutti i lavoratori che, nel mondo, sono impegnati nella lotta contro la pandemia.
Sul rientro in classe ognuno dice la sua. Ed in Parlamento si va oltre.
L’onorevole Luigi Gallo, presidente del M5S in Commissione Istruzione della
Camera, ha presentato un
ordine del giorno, che sembra possa contare sul sostegno di una parte della
maggioranza parlamentare, con il quale chiede il rientro a scuola prima di
settembre per gli alunni non raggiunti dalla didattica a distanza.
GALLO (M5S): NUOVA DIDATTICA
Inoltre, sempre il presidente della Commissione istruzione di Montecitorio in un’intervista a Fanpage ha detto che si sta lavorando “in Parlamento per un graduale ritorno alla presenza a scuola con un numero ridotto di studenti per aula per garantire la sicurezza dato il rischio di contagi da Covid-19.Sarà necessario un cambio di organizzazione, ad esempio, sugli orari e sugli spazi.La stessa didattica in presenza sarà strutturalmente accompagnata dalla didattica a distanza con studenti in aula e studenti in remoto”.
LARGO AL SISTEMA IBRIDO
Si agisce, in pratica, per realizzare un sistema ibrido, con le lezioni in
presenza, in aula, solo per una parte di alunni: si lavora, in conclusione, per
un’organizzazione didattica a “targhe alterne”, con le classi spezzettate in
sotto-gruppi. Anief ritiene che assegnare qualche decina di tablet nelle
scuole, in certi casi pure chiedendo incautamente onerose
cauzioni agli alunni non abbienti, attraverso degli stanziamenti nazionali,
come accaduto a marzo con gli 85 milioni di euro suddivisi poi per le 8.200
istituzioni scolastiche, possa essere la soluzione all’annoso problema.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF
“La verità è che oggi su otto milioni di alunni, ben due milioni e mezzo non
detengono il computer fisso – ricorda Marcello Pacifico, presidente nazionale
Anief – e siccome la didattica online non si può svolgere con lo smartphone
è chiaro che servono dei device appropriati. Come è chiaro che
partecipare ad una lezione via internet, con il docente collegato da
piattaforma, non si limita ad avere a disposizione un computer o un tablet.
Servono telecamere, software, i soldi per la connessione ad Internet. Senza
dimenticare un minimo di competenze che, quando si tratta di alunni in
condizioni familiari sfavorevoli, oppure di giovani con sostegno, ma anche Dsa
e Bes, sono tutt’altro che scontate e facilmente trasmissibili”.
LA PROPOSTA DI DE LUCA
La soluzione al problema indicata dal giovane sindacato è stata accolta anche da alcuni ambienti politici. È di queste ore la richiesta scritta del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, alla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, sulle modalità di ripartenza per il prossimo anno scolastico. “Ho scritto al Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, – riporta la pagina ufficiale del Governatore Vincenzo De Luca – per chiedere che, nelle ipotesi al momento allo studio per la ripresa del prossimo anno scolastico, non vi sia la previsione di riduzione degli organici, ma esattamente il contrario, cioè un potenziamento delle docenze. L’impossibilità di consentire assembramenti che costituirebbero un pericolo per la salute pubblica, come più volte Lei ha sottolineato, comporta, come prima logica conseguenza quella di evitare le cosiddette “classi pollaio”. A maggior ragione nel caso in cui dovessero pervenire indicazioni nazionali che prevedessero una didattica in presenza da garantire anche attraverso un “dimezzamento” di alunni per classe e doppi turni. Sarebbe quindi necessario, un potenziamento degli organici”, ha saggiamente chiesto Vincenzo De Luca.
Mariafelicia
De Laurentis, Professore di Astronomia e Astrofisica dell’Università di Napoli
Federico II e ricercatore all’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, è
stata nominata membro del Consiglio Scientifico dell’Event Horizon Telescope
(EHT), la collaborazione internazionale che conduce l’esperimento che un anno
fa ha realizzato la famosissima prima immagine di un buco nero.
“Sono felice e onorata di aver ricevuto questo incarico e di rappresentare l’Italia, e con essa l’Università di Napoli Federico II e l’INFN, in questo organismo così rilevante nell’esperimento”, commenta Mariafelicia De Laurentis. “Ringrazio tutti i colleghi che mi hanno eletta e che hanno riposto in me la loro fiducia. Sono pronta ancora una volta a mettere tutto il mio impegno per questa grande famiglia di EHT!”, conclude De Laurentis.
Il
Consiglio Scientifico di EHT, che è composto di 14 esperti internazionali e
nell’ambito del quale De Laurentis avrà l’incarico di coordinare l’attività di
ricerca teorica dell’esperimento, è il “core” della collaborazione e
l’organismo che delinea le strategie di ricerca, decide le future osservazioni
e lo sviluppo delle varie attività scientifiche.
Mariafelicia De Laurentis è professore di astronomia e astrofisica all’Università di Napoli Federico II per chiamata diretta nel 2018, e ricercatrice della Sezione di Napoli dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. È responsabile locale dell’iniziativa TEONGRAV (TEoria delle ONde GRAVitazionali). È stata professore di fisica teorica alla Tomsk State Pedagogical University (Russia), visiting professor presso l’Institut für Theoretische Physik della Goethe-University di Francoforte (Germania), dove dal 2015 ha iniziato a far parte del progetto Black Hole Cam (BHCam) ed Event Horizon Telescope (EHT). La sua attività scientifica è incentrata sulle teorie della gravitazione nei loro aspetti teorici e fenomenologici. Ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti, tra cui il Breakthrough Prize in Fundamental Physics, il premio SIGRAV (Società Italiana di Relatività Generale e Fisica della Gravitazione), la Medaglia Einstein, il Premio Qualità dal Politecnico di Torino, il premio per la ricerca all’Università di Tomsk.
La Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha scritto una lettera indirizzata ai dirigenti scolastici, a tutti i docenti, al personale, alle famiglie e agli studenti, con riferimento alla tutela del diritto allo studio degli alunni con disabilità. Riportiamo il testo, pubblicato interamente sul sito del Miur.
Carissimi,
sento la necessità di tornare a rivolgermi a Voi su un tema delicato che coinvolge, in primo luogo, tutti noi direttamente, come persone di scuola, ciascuno nel proprio ruolo professionale di garante del diritto allo studio, ma che riguarda tutta la comunità. Mi riferisco al tema della didattica a distanza rivolta agli alunni con disabilità. Come tutti sapete, sono stata insegnante di sostegno e ho potuto constatare come, anche nelle circostanze più difficoltose da affrontare, la vera cifra dell’inclusione sia la risultante di moltissimi fattori: la costruzione della fiducia tra docenti, alunno e famiglia; la presenza e la disponibilità di mezzi e strumenti per una didattica personalizzata; una collaborazione leale e concreta tra tutti gli adulti cui gli alunni con disabilità sono affidati. Abbiamo lavorato al fine di garantire la soluzione dei primi problemi legati alla mancanza di connettività e di strumenti tecnologici adeguati, per mezzo di appositi provvedimenti economici che stanno progressivamente portando i primi frutti. Le scuole hanno iniziato infatti ad operare per procurarsi tali strumenti, al fine di metterli quanto prima a disposizione delle famiglie in difficoltà. Abbiamo inoltre mantenuto un contatto diretto con le principali Federazioni e Associazioni che rappresentano le persone con disabilità, con le quali intendiamo continuare a collaborare per migliorare – anche in questa emergenza – la qualità dell’inclusione scolastica. Come noto, ho insediato un comitato di esperti per studiare delle proposte che consentano di programmare in rientro a scuola in condizioni di sicurezza e serenità, per tutti. Il Coordinatore del comitato, prof. Patrizio Bianchi, avvierà nei prossimi giorni le interlocuzioni e le audizioni – che ritengo doverose – con tutti gli attori istituzionali che rappresentano le persone con disabilità. Dai nostri monitoraggi, dalle esperienze che molte famiglie ci hanno raccontato direttamente scrivendo al Ministero, dai social media, dalle Associazioni stesse, sono pervenute tante storie diverse, racconti di vita reale, stimoli fortissimi che hanno contribuito a formare un quadro variegato dell’inclusione scolastica in questo particolare momento. Pur certa e convinta che quanto si è fatto e si continuerà a fare per garantire l’inclusione nelle classi e nelle sezioni della scuola italiana sia il frutto del massimo impegno da parte di tutti i docenti e i dirigenti scolastici, sento l’esigenza di condividere con voi alcune riflessioni che nascono da questa fitta trama di testimonianze, poiché credo che possano contribuire a sanare alcuni disallineamenti riscontrabili nelle pratiche didattiche quotidiane e anche stimolare alla costruzione di strategie utili a recuperare quanto, in termini di socializzazione e didattica inclusiva ha, malgrado l’impegno di tutti, perso di efficacia. In tutte le scuole del sistema nazionale di istruzione è previsto che i docenti di sostegno siano garanti del diritto allo studio degli alunni loro affidati, ora più che mai, in un momento in cui la contitolarità formale sulla classe, prevista dalla norma, deve tradursi in un atteggiamento di inclusività che si sostanzi in contatti diretti con i bambini e i ragazzi, attraverso stimoli visivi, in maniera sincrona, sia per fini didattici che per fini più squisitamente relazionali e sociali. Nella didattica, in particolare, è opportuno che il docente di sostegno si affianchi alle attività di tutta la classe, in presenza dell’alunno con disabilità, non solo per facilitare e fornire feedback sui contenuti, per mediare con strumenti e metodologie individualizzati la trasmissione del sapere, ma anche per riportare l’attenzione dell’intero gruppo classe sulla possibilità di creare occasioni di rinnovata socializzazione in un ambiente condiviso, seppure virtuale. Il principio della contitolarità educativa sulla classe, e per tutti gli alunni, coinvolge direttamente anche i docenti curricolari, i quali dal canto loro sono chiamati a intervenire direttamente anche in attività didattiche inclusive “dedicate”, poiché rivestono il ruolo di adulti di riferimento di tutta la classe e il contatto con loro restituisce all’alunno con disabilità una prima misura di inclusione nel suo contesto di appartenenza. È evidente che il docente di sostegno ha la piena facoltà, nonché il dovere dettato da questa condizione di specialità che stiamo vivendo, di curvare e ricalibrare il PEI, coinvolgendo il dirigente scolastico e il consiglio di classe nelle scelte e informandone le famiglie, man mano che emerga la necessità di ripensare la didattica, i contenuti e le metodologie. E’ importante, in ogni caso, che le scelte siano compiute nella piena condivisione tra docenti, famiglie e alunni, nell’interesse esclusivo di questi ultimi. Ritengo che, mai come in questo caso, non sia importante la quantità bensì la qualità delle attività predisposte, delle relazioni attivate, delle valutazioni, le quali dovranno essere sempre coerenti con gli obiettivi e ben suffragate da solide basi di carattere metodologico. Ai dirigenti scolastici, già impegnati a tenere le redini di questa difficile situazione, direi quasi a mettere a sistema tutte le energie in gioco, equilibrandole con le insicurezze e le paure dei ragazzi e delle famiglie, chiedo lo sforzo ulteriore di garantire con celerità le operazioni finalizzate a coprire l’eventuale gap tecnologico di tutte le famiglie, in particolar modo di quelle degli alunni con disabilità, e di assumere ogni utile iniziativa volta a sollecitare e ad attivare interventi didattici a loro favore, ove ancora non fatto. Tutto il Governo ha lavorato e lavora perché nessuno resti indietro o si senta escluso. Mi sembra doveroso, in ultimo, richiamare l’attenzione sul fatto che già una norma di legge, recentemente varata tra i provvedimenti emergenziali, prevede che si possano coinvolgere gli assistenti educatori e alla comunicazione nel lavoro quotidiano di garanzia della didattica a distanza, in raccordo con gli enti locali. Con gli assistenti alla comunicazione, in particolare per quanto riguarda alunni e studenti con disabilità sensoriali, la collaborazione potrà avvenire attraverso sistemi di condivisione delle piattaforme digitali in uso tra i docenti, in modo che gli assistenti medesimi possano operare a loro volta a distanza con gli allievi e i docenti medesimi, utilizzando il canale comunicativo più adeguato alle varie circostanze. Chiedo ai dirigenti scolastici di valutare la strada migliore per la garanzia di coinvolgimento di personale assistente alla comunicazione, il quale seppur non direttamente dipendente dall’Amministrazione scolastica, svolge un fondamentale lavoro di supporto a garanzia del diritto allo studio degli studenti con disabilità, un lavoro prezioso che non va disperso ma valorizzato e messo a frutto. Ricordo, in ultimo, che sul sito del Ministero dell’Istruzione è stata predisposta un’apposita pagina web, caratterizzata dall’essere un work in progress, dedicata proprio alla didattica a distanza per alunni e studenti con disabilità. I collegamenti e le iniziative lì proposti consentono di raggiungere e utilizzare, a titolo totalmente gratuito, le piattaforme e gli strumenti messi a disposizione delle istituzioni scolastiche e delle famiglie. Nel ringraziare, in ultimo, le famiglie degli alunni che, con pazienza e sempre silenziosamente, stanno collaborando in modo propositivo e fattivo con i docenti e con le scuole per superare le difficoltà, desidero rivolgere a tutti un augurio di buon lavoro e comunicare la mia ferma convinzione che la Scuola italiana – al netto degli impedimenti, che avremo il tempo di superare – uscirà rafforzata dalla prova che sta vivendo, per merito di tutti i cittadini che quotidianamente si impegnano, ciascuno nel proprio dovere, a renderla migliore.
Causa Coronavirus, i test Invalsi di quest’anno scolastico potrebbero
svolgersi a settembre. Le prove, riporta Orizzonte
Scuola, potranno permettere ai docenti di verificare gli apprendimenti
degli studenti relativi alla classe frequentata nel 2019/20 e potranno essere
somministrate all’inizio del nuovo anno scolastico: “Per l’avvio dell’anno
scolastico – hanno spiegato i rappresentanti dell’istituto ai componenti
della VII commissione del Senato – Invalsi sta lavorando alla messa a punto
di prove da mettere a disposizione delle scuole e dei docenti per saggiare l’acquisizione
delle competenze apprese”.
“Le prove che potremmo offrire si riferiscono a ciascun grado e potrebbero essere utilizzate nel periodo iniziale della classe successiva rispetto a quelle in cui sono previste, per dare la possibilità ai docenti di avere una bussola di riferimento che informi in modo attendibile su quanto gli studenti hanno appreso. Queste prove non rivestono funzione classificatoria e valutativa ma informativa per i docenti”, hanno concluso i rappresentanti dell’Invalsi.
“Anief – scrive il sindacato in una nota stampa – ritiene questa proposta del tutto inappropriata. Perché come si andrebbero a valutare dei contenuti che negli ultimi due mesi, e probabilmente andrà così sono alla fine dell’anno scolastico, per ovvi motivi, sono stati offerti e fruiti in condizioni non certo omogenee: come si può pensare che un maestro precario della scuola primaria, magari privo di computer e di connessione, senza avere accesso alla carta docente annuale, possa avere attuato la stessa didattica a distanza di un collega di ruolo delle superiori già esperto in teledidattica?”.
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