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Toscana, i sindacati denunciano l’emergenza cattedre

Scuola concorsi documenti scrittura uomo

Tremila cattedre vacanti che andranno a supplenza, le nomine per il posto in ruolo dei docenti sono meno del 50 percento di quelle assegnate: la situazione in Toscana è critica e i sindacati uniti lo denunciano in forza.

Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e la Gilda degli Insegnanti Unams hanno firmato un comunicato congiunto. Si legge:

“I dati in nostro possesso ci dicono che, a fronte di un contingente di circa 4500 posti assegnati alla Toscana per i ruoli dei docenti, le nomine effettuate risultano essere poco più di 1800 pari ad una percentuale inferiore al 50% ed inferiore anche alla percentuale nazionale […] Sarebbero rimasti non assegnati, quindi, circa 3000 posti di ruolo che vanno ad aggiungersi al già cospicuo numero delle supplenze annuali richieste dai vari Istituti Scolastici-dicono i sindacati.-  e che sono necessarie a garantire il funzionamento del servizio e dell’offerta formativa”.

I sindacati chiamano in causa l’Ufficio Scolastico Regionale Toscano: “Negli incontri avuti finora con l’Ufficio Scolastico Regionale abbiamo chiesto più volte un puntuale resoconto dei dati numerici effettivi per singolo territorio, al fine di garantire la trasparenza delle procedure e anche per determinare le compensazioni previste dalla normativa, assegnando ulteriori ruoli seppur nei limiti dei contingenti. Nel frattempo la situazione degli Istituti Scolastici della Toscana è sotto gli occhi di tutti e l’emergenza di cattedre da coprire (a partire da quelle del sostegno) si scarica sugli alunni e sulle loro famiglie. L’Ufficio Scolastico Regionale, dopo ripetuti solleciti, ha dichiarato di essere in grado di fornirci i dati richiesti entro pochi giorni. I sindacati scriventi si impegnano a verificare a breve la disponibilità dell’Amministrazione a garanzia e tutela dei diritti dei lavoratori coinvolti, ma anche degli studenti e delle loro famiglie”.

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Sicurezza, Cittadinanzattiva presenta il rapporto Scuola: un crollo ogni 4 giorni

aula scuola generica

Sembrano i numeri di una catastrofe, sono l’impietosa realtà che chiede risposte veloci in tempi brevi: parliamo del rapporto sulla sicurezza nelle scuole pubblicato nelle scorse ore da Cittadinanzattiva. Il rapporto completo è scaricabile qui.

Anno scolastico 2017/18 da brivido: un crollo ogni 4 giorni

Nell’articolato dossier presentato dall’organizzazione che promuove l’attivismo dei cittadini per la tutela dei diritti, la cura dei beni comuni, il sostegno alle persone in condizioni di debolezza, il dato che balza immediatamente agli occhi è quello del numero di crolli che hanno interessato le scuole nell’anno 2017/18. In totale 50 casi, tra crolli e stacco d’intonaco, che in una media di 200 giorni di lezione l’anno vuol dire uno ogni quattro giorni. Tredici i feriti, di cui 10 bambini, per fortuna in maniera lieve.

In questa particolare classifica la Campania è in testa con 8 casi documentati, seguono Lazio (7) e Lombardia (6).

Le scuole più “recenti” sono collocate quasi tutte al Nord.

Disastro Sud, tra verifiche e agibilità

Se i dati del rischio sismico, come si evince dalla seguente tabella, sono assolutamente da tenere in considerazione…

… sono quelli sull’agibilità delle strutture che devono assolutamente far riflettere.

report cittadinanzattiva agibilità tabella

Un’Italia spaccata in due: i dati del nord, che già di per sé dovrebbero non essere questo granché, diventano virtuosi se paragonati a quelli del centro-sud. Secondo l’indagine di Cittadinanzattiva difatti al 63 percento degli istituti aventi certificato di agibilità al nord corrisponde un preoccupante 15 percento al sud, con la Campania anche in questo caso eccellenza negativa (11 percento). Se si parla di prevenzione incendi addirittura la Calabria risponde con uno 0, in un quadro critico che vede una forbice di quasi il 50 percento tra settentrione e meridione.

Difficile contattare le scuole

Un altro dato che si evince a margine di questo documento è la difficoltà di realizzare lo stesso e – in generale – di ottenere informazioni dalle scuole perché le stesse non rispondono.

Il report è difatti nato raccogliendo i dati attraverso la richiesta da parte di Cittadinanzattiva di istanze di accesso civico a 7.252 Comuni, Province e Città metropolitane, relative a 6.556 edifici scolastici di 20 Regioni, per fornire un quadro più aggiornato rispetto alla sicurezza sismica e avere informazioni dettagliate ed aggiornate rispetto alle certificazioni e agli investimenti degli Enti locali sulle indagini sui solai e per sapere quali e quanti interventi manutentivi realizzati. Questo attraverso strumenti come la PEC. E ottenere risposte è stata un’impresa.

Nel report Cittadinanzattiva elenca sinteticamente le tipologie di risposte negative ricevute a seguito dell’indagine:

  • Istanza respinta e improcedibile per mancanza di obbligo di pubblicazione e per appesantimento dei carichi di lavoro
  • Problemi di insufficiente dotazione organica degli uffici
  • Accesso consentito solo presso il Comune
  • Rinvio alle Anagrafi regionali e all’Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica
  • Accesso negato per adozione di regolamenti interni difformi dalla norma generale
  • Richiesta di obblighi formali non dovuti (ad esempio più di una amministrazione accetta la richiesta di accesso solo su propri moduli)
  • Richiesta di spese non dovute per il rilascio di documenti
  • Richiesta di ridefinizione dell’oggetto e dei contenuti dell’istanza
  • Riferimento alla normativa relativa all’accesso agli atti cosiddetto “procedimentale”

Alle relative PEC ha risposto il 22% degli Enti contattati, con alcune Regioni più virtuose nel rispondere come Trentino Alto Adige (40%), Toscana (36%), Umbria e Veneto (34%), Emilia Romagna e Liguria (33%), Marche (32%), altre assai meno come Lazio (11%), Abruzzo (10%), Campania (9%), Calabria (5%).

“La nostra indagine – dicono da Cittadinanzattiva – dimostra quanto sia ancora molto, troppo, difficile per i cittadini e le associazioni/comitati ottenere informazioni certe sullo stato degli edifici frequentati dai propri figli. Eppure, la trasparenza dei dati è un diritto che va assolutamente garantito”.

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Bussetti, al via il protocollo contro la dispersione in Sicilia

Marco Bussetti Miur Ministro

Oggi il Ministro Bussetti è in Sicilia per siglare un’intesa tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e la Regione Siciliana: un passo importante, portatore di novità per il potenziamento e il miglioramento del sistema educativo siciliano.

Lo spiega lo stesso Ministro: “Grazie a questa intesa potremo concretamente dare il via alla maggiore diffusione del tempo pieno, al potenziamento dell’offerta formativa e ad una più forte collaborazione tra scuola e famiglia.La Sicilia diventerà laboratorio del Sud Italia, protagonista di un progetto di cui sono orgoglioso. Gli studenti siciliani avranno la possibilità di vivere la scuola come una seconda casa, sviluppando un senso di appartenenza e di fiducia verso questa istituzione”.

E continua: “ Abbiamo mantenuto una promessa con il presidente della Regione Musumeci e questo protocollo che firmiamo questa mattina mette in moto una serie di azioni utili per combattere la dispersione scolastica, vogliamo aiutare la scuola siciliana e vogliamo rilanciarla”.

“La firma di questo protocollo – ha concluso Bussetti – permetterà la diffusione del tempo pieno e prolungato il potenziamento dell’offerta formativa”.

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L’appello della Gilda degli Insegnanti: “Palazzo Chigi aumenti gli stipendi degli insegnanti”

ccnl comparto scuola soldi

Una nuova battaglia anima la Gilda degli Insegnanti: in una nota indirizza a Palazzo Chigi, si chiede a chiare lettere di colmare la forbice retributiva tra il personale della scuola, cenerentola del pubblico impiego, e le altre categorie di dipendenti della pubblica amministrazione.

“Il governo del cambiamento dimostri di essere realmente tale abolendo il cosiddetto bonus del merito istituito dalla legge 107/2015 e stabilendo nella legge di Bilancio di destinare quelle risorse all’aumento degli stipendi dei docenti italiani per recuperare lo scatto di anzianità del 2013”.

“Il 31 dicembre prossimo scadrà il contratto – ricorda il coordinatore nazionale, Rino Di Meglio – e vorremmo un segnale concreto di rivalutazione del lavoro dei docenti e di discontinuità rispetto al passato. Sappiamo bene che la coperta è sempre troppo corta, ma non può essere sempre la scuola a pagarne le conseguenze: una soluzione che non toglie risorse ad altri capitoli di spesa è utilizzare i fondi del cosiddetto merito per incrementare le buste paga degli insegnanti”.

“Si tratta della stessa proposta che la Gilda avanzò durante le trattative all’Aran per il rinnovo dello scorso contratto e che non fu accolta dal governo Renzi. Adesso – conclude Di Meglio – ci auguriamo che avvenga finalmente un’inversione di marcia e che, insieme con l’abolizione del bonus merito, venga cancellato anche il comitato di valutazione di cui fanno parte anche studenti e genitori, perché si tratta di un’offesa cocente alla dignità dei docenti ai quali deve essere garantita la libertà di insegnamento”.

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Carta del Docente e codici Ateco, il Movimento 5 Stelle chiede procedure più rapide

Carta Docente scadenza

Virginia Valli, deputata del MoVimento 5 Stelle, si è fatta promotrice di una nuova battaglia presentando al Governo un’interrogazione per chiedere procedure più rapide per l’utilizzo della Carta del Docente e risolvere alcuni problemi legati al codice Ateco. “La legge – spiega la deputata – al fine di sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionali istituisce la carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado”.

E, per questo motivo, interroga il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, il Ministro dell’economia e delle finanze e il Ministro per la pubblica amministrazione. Il motivo è comprensibile: “La carta del docente prevede un importo massimo di euro 500 per anno scolastico utilizzabile per l’acquisto di materiale utile all’aggiornamento del docente; tra il materiale acquistabile è previsto anche materiale di elettronica, quali pc, tablet, hardware e software – si legge nell’interrogazione della Villani – Il sistema di accreditamento per accedere alla piattaforma carta del docente viene gestito da Agid e Sogei per conto del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca; il sistema di accreditamento sin dall’inizio del suo utilizzo ha creato diverse lungaggini e problematiche, soprattutto per gli esercenti i quali hanno diverse difficoltà a portare a termine la procedura di iscrizione alla piattaforma”.

Molti esercenti del campo dell’elettronica hanno riscontrato che solo alcuni codici Ateco possono essere iscritti al portale e quindi gestire le richieste dei docenti, limitando di conseguenza la possibilità a tutti gli operatori di usufruire del bonus previsto”.

La cittadina Villani allora si chiede se: “il Governo sia a conoscenza della problematica sopra esposta e quali iniziative intenda assumere al fine di velocizzare e facilitare la procedura di registrazione degli esercenti presso il portale della carta del docente nonché di risolvere la problematica inerente ai codici Ateco che ad oggi limita le registrazioni al portale carta del docente, portando un notevole danno ai piccoli commercianti”.

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Scuola, il concorso non ammette i non abilitati

flc cgil logo

Una nuova fumata nera sul concorso per i docenti non abilitati: secondo quanto denunciato dal sindacato Flc-Cgil scuola, il Consiglio di Stato ha chiuso le porte ai numerosi ricorrenti senza il titolo di abilitazione (laureati, insegnanti tecnico-pratici, dottorati di ricerca etc…). Non potranno, quindi, partecipare al concorso riservato ai docenti abilitati, indetto con il Decreto Direttoriale 85 del 1° febbraio 2018.

La sentenza dei giudici

Il sindacato ha ricostruito l’iter: “Il 3 settembre scorso – si legge nella nota pubblicata sul sito ufficiale della FLC -CGIL- il Consiglio di Stato (attraverso l’ordinanza n. 05134/2018) aveva già rimesso alla Consulta la questione della legittimità della disciplina che regola lo svolgimento del concorso con particolare riferimento all’esclusione degli aspiranti senza abilitazione. Pertanto, in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale, il concorso potrà procedere regolarmente’. In altre parole, i giudici hanno attuato una misura di tipo cautelare, considerando che il contenzioso avrebbe potuto condizionare la procedura concorsuale già avviata”.

La FLC-CGIL ha commentato il giudizio del Consiglio di Stato, sottolineando come “le procedure di reclutamento debbano dare certezze a chi intraprende un percorso nella scuola, garantendo regolarità nell’indizione dei concorsi. Ai laureati va assicurato l’accesso ai percorsi abilitanti, che vanno avviati con cadenza regolare. Contemporaneamente, ai docenti abilitati va assicurato un percorso concorsuale che – conclude la nota del sindacato – in tempi brevi porti all’immissione in ruolo, senza i ritardi e le lentezze a cui abbiamo assistito con la procedura riservata del 2018”.

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Appello di Legambiente: “Salviamo la scuola media di Ventotene”

liceali generica

L’associazione ambientalista Legambiente si pone a difesa dell’isola pontina, un paradiso marino e terrestre da tutelare anche da un punto di vista sociale: il 28 settembre prossimo si terrà la manifestazione ” Puliamo il Mondo 2018″, evento che vede protagonisti i ragazzi dell’stituto Comprensivo Formia Ventotene e con i quali Legambiente, insieme all’amministrazione locale, lancia un appello: evitare l’imminente provvedimento di chiusura della Scuola Media di Ventotene, intitolata ad Altiero Spinelli.

Le dichiarazione del Circolo Verde Azzurro Sud Pontino di Legambiente sono forti e chiare: “non sarebbe una sconfitta solo per gli isolani ma per tutti quanti hanno creduto e credono nel messaggio di un Europa giusta e solidale che proprio nel pensiero di Altiero Spinelli, illustre ospite della comunità isolana nei giorni tristi del confino, hanno trovato ispirazione. Il manifesto di Ventotene è riconosciuto universalmente , infatti, come la principale fonte di ispirazione per il federalismo europeo. La chiusura della scuola costituirebbe un passo non trascurabile verso un declino anche morale oltre che sociale a cui la comunità nazionale ed internazionale non può assistere indifferente, cinica ed irriconoscente verso un debito storico nei confronti della comunità dell’isola dove sono nate le idee che hanno fatto muovere i primi passi ad una neonata Europa.

L’Amministrazione Comunale e la collettività dell’isola, senza il contributo delle Istituzioni nazionali e regionali non possono da sole proporre e sostenere un progetto complessivo di rilancio che comprenda anche la proposta educativa. Pertanto Legambiente per questo aspetto propone di istituire un biennio di scuole superiori inizialmente con lo scopo di completare la formazione quantomeno fino alla scuola dell’obbligo, oggi stabilita a sedici anni, ma con il fine ultimo di incoraggiare le iscrizioni alla scuola media ora penalizzate da un corso formativo incompleto».

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Reggenze, bullismo, concorsi: la ricetta del ministro Bussetti per la scuola del futuro

Il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti

Interessantissima e ricca di spunti l’intervista al ministro Marco Bussetti trasmessa da Fuori TG ieri. Anticipato da un servizio sullo stato dell’arte del comparto scuola di un magistrale Romolo Sticchi, il responsabile del dicastero dell’Istruzione risponde apertamente e senza fronzoli alle domande che gli sono poste da studio.

Situazione ereditata

Reggenze che raggiungono 27 istituti, carenza atavica di docenti e tutti gli altri numeri impietosi che caratterizzano oggi il comparto scuola sono portati all’attenzione del ministro Bussetti che conferma il problema. Sui dirigenti: “Questa è una situazione che abbiamo ereditato – esordisce il Ministro – noi vogliamo snellire la procedura per l’assunzione dei dirigenti scolastici in modo da colmare questo divario e soddisfare il bisogno di figure professionali di questo genere fondamentali per la nostra scuola, e che hanno un’attenzione importante sui rapporti tra docenti e famiglie”.

Gli insegnanti di sostegno? Non li abbiamo

“Gli insegnanti di sostegno non li abbiamo. Un tema a me caro, forse più che caro. Attiveremo nuovi corsi per 10mila altri insegnanti di sostegno. Vorrei veramente riuscire a soddisfare i bisogni di tutte le famiglie”. Incalzato dallo studio sui tempi, il Ministro spiega: “Stiamo definendo tutte le procedure utili ad accelerarne l’avvio. Avete documentato bisogni veri su cui abbiamo bisogno di intervenire”.

Bullismo, più rapporto tra famiglie e insegnanti

Interrogato sui recenti casi di violenza nei confronti degli insegnanti da parte dei docenti, Bussetti afferma di voler agire su più piani: “Uno è migliorare la relazione tra scuola e famiglia rispetto all’andamento scolastico dei ragazzi. In modo di coinvolgere maggiormente le famiglie sul percorso compiuto dai figli in quell’anno”. Che però ridimensiona il fenomeno: “Sono successi degli episodi – spiega Bussetti – per una carenza di comunicazione che coglie sorprese anche le famiglie”.

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Formazione Professionale, il Movimento segnala la Campania all’ANAC

Luca Lanzetta, presidente del Movimento Libero e Autonomo

Dopo anni passati quasi tranquillamente, la Formazione Professionale campana è di nuovo nell’occhio del ciclone. Colpa (e merito) del vulcanico Luca Lanzetta, presidente del Movimento Libero e Autonomo che rappresenta in maniera non certo “istituzionale” le istanze degli enti formativi campani associati.

La richiesta agli atti negata

Ma cosa è accaduto di preciso?

Il Movimento è sempre molto attento quando riceve segnalazioni di “formazione fantasma” o irregolare. Lo fa perché convinto che un comparto che lavori nella trasparenza venga preservato da condotte di concorrenza illecita. Lo fa anche per rendere il luogo un mondo migliore, perché no.

E la Campania ne ha bisogno. In un passato nemmeno troppo remoto Napoli e le altre province si sono distinte nelle pagine di cronaca e società per corsi fasulli, autorizzazioni mancanti etc.etc.

Proprio grazie alla capillare attività delle associazioni di categoria, su tutte Movimento e Si.Form, i fenomeni illegali erano rientrati.

Ma le ultime segnalazioni richiedevano maggiori delucidazioni. Il Movimento sostiene di aver avuto segnalazioni di “illiceità” (così le definisce l’avvocato Francesco Monetti in una nota stampa) per cui ha chiesto l’accesso agli atti regionali. Ma dopo 60 giorni questo accesso non è arrivato.

La segnalazione all’ANAC

Interpretando il FOIA (Freedom of Information Act, d.lgs 97/2016), l’avvocato Monetti dichiara che il prossimo passaggio sarà quindi la segnalazione all’Autorità Nazionale Anticorruzione.

Abbiamo chiesto l’accesso agli atti oltre 60 giorni fa – spiega Monetti – ossia 30 in più rispetto alla naturale scadenza. Abbiamo avuto rassicurazioni in tal senso, l’accesso sarebbe stato concesso entro il 22 settembre. Ma così non è stato, in barba alla normativa FOIA. Adesso porteremo la Regione all’attenzione dell’Anac perché solo così possiamo tutelare i tanti imprenditori seri e rispettosi della legge che operano in un mercato che rischia di essere una giungla”.

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Monfalcone: la sindaca leghista mette il tetto di alunni stranieri nelle classi

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Monfalcone, 28mila abitanti, è conosciuta come la “città delle navi da crociera”. La cittadina in provincia di Gorizia, uno dei più importanti poli Fincantieri nazionale e con un altissimo tasso di stranieri tra gli abitanti (il 22 percento sull’intera popolazione, secondo le stime diffuse da TGCom 24), da ora è nota anche per la scelta discussa del sindaco leghista Anna Maria Cisint di fissare un tetto massimo del 45 percento di bambini stranieri per ogni classe.

sindaco monfalcone anna maria cisint
Il sindaco di Monfalcone Anna Maria Cisint (foto: Facebook)

Facendo i conti, la scelta del sindaco Cisint ha de facto escluso dalle scuole materne circa 70 bambini stranieri che dovranno ripiegare negli istituti dei Comuni limitrofi.

Intervistata da TGCom, la Cisint motiva così la sua scelta: “Voglio arginare il fenomeno delle classi ghetto, che ho trovato al mio insediamento. Classi con 28 bambini stranieri e un italiano, una situazione molto compromessa“.

“Dagli altri sindaci silenzio assordante”

La Cisint ha messo a disposizione i mezzi della sua amministrazione per consentire agli allievi rimasti fuori dalle classi di poter seguire le lezioni nei Comuni limitrofi. “Ma dagli altri sindaci e dalle altre amministrazioni un silenzio assordante”, spiega sempre il sindaco al giornalista di TGCom.

Le opposizioni: “Tutti i diritti degli italiani”

Le opposizioni alla Lega nel Comune goriziano insorgono duramente contro il provvedimento. Tra questi, il Movimento 5 Stelle (che a differenza di quanto accade a livello governativo qui siede tra i banchi della minoranza). “Non sono clandestini. Sono lavoratori, sono in regola, pagano le tasse, quindi hanno tutti i diritti degli italiani”, spiega una consigliera in quota pentastellata.

Il Miur: disponibili ad attivare due classi in più

Sulla questione è intervenuto anche il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti: “Gli uffici provinciali si sono resi disponibili ad attivare due classi in più”.